IL GRANDE DOVERE DELLA RELIGIONE IN FAMIGLIAdi George Whitefield
Una decisione, questa, degna di Giosuè, e altrettanto appropriata, altrettanto necessaria per ogni vero figlio di Giosuè, cui è affidata la cura e la guida di una famiglia nei nostri giorni; e se era importante all'epoca che i ministri predicassero, e che la gente mettesse in pratica la religione in famiglia, oggi è più importante che mai; poiché c'è da temere grandemente che delle tante famiglie che si dicono Cristiane, ve ne sono solamente poche che servono Dio nell'intimità familiare come dovrebbero. È vero che se visitate una delle nostre chiese potrete forse vedere la pietà dell'evangelo sussistere ancora tra di noi; ma difficilmente la si trova nelle case delle persone. E se gli angeli benedetti venissero a visitarci come nell'era dei patriarchi dell'Antico Testamento, per osservare l'amministrazione spirituale in casa nostra, non sarebbero tentati di dire come Abraamo ad Abimelec: "Certo, in questo luogo non c'è timore di Dio" (Genesi 20:11) ? Come possa essersi iniziata a diffondere tra i Cristiani una tale noncuranza della religione in famiglia, è difficile da determinare. Per quel che riguarda i primi Cristiani, sono certo che tra di essi non fosse così: no, essi non avevano appreso da Cristo che la religione dovesse essere confinata al luogo della loro comune adunanza; al contrario, essi vivevano con tale amore e santità esemplare nelle loro famiglie, che san Paolo spesso definisce chiese le loro case: "Salutate i fratelli che sono a Laodicea, Ninfa e la chiesa che è in casa sua" (Colossesi 4:15). E io credo che dovremo per sempre disperare di vedere di nuovo quel primiero spirito di pietà rivivere nel mondo, fino a quando non ci rallegreremo di vedere un risveglio di quella primiera religione in famiglia, e persone che unanimemente decidono, dichiarando come Giosuè: "Quanto a me e alla mia casa, serviremo l'Eterno". Per questi motivi vi prego di permettermi di insistere su queste tre cose: I. Che è dovere di ogni capofamiglia badare che non solo lui, ma anche quelli che gli sono affidati, "servano il Signore". II. In che modo ogni capofamiglia e la propria casa devono servire il Signore. E infine, III. Alcuni motivi per esortare tutti i capifamiglia, con le loro rispettive famiglie, a servire il Signore nel modo raccomandato. I. E innanzi tutto,
dimostrerò che è dovere di ogni capofamiglia badare
che non solo lui, ma anche quelli che gli sono affidati, servano il
Signore. Ma poi, le persone sono solitamente molto pronte a criticare i ministri di Dio, e pensano di poterli accusare giustamente per il fatto che non si curano del gregge, che lo Spirito Santo ha rimesso alla loro guida: ma ogni capofamiglia non è forse a un grado inferiore soggetto alla stessa censura, se non si dà pensiero delle anime che sono affidate alla sua guida? Poiché ogni casa è come un piccolo locale di culto, ogni capofamiglia (come detto prima) è un sacerdote, ogni famiglia è un gregge; e se qualcuno di essi perisce a causa della noncuranza del capofamiglia, di quel sangue Dio gliene chiederà conto. Se fosse un ministro a trascurare di insegnare al suo gregge - pubblicamente e di casa in casa - e a trovare scuse dicendo che per lui è già abbastanza dover vivere con timore e tremore per la salvezza della sua anima, e che non può occuparsi anche degli altri, non pensereste a quel ministro come al giudice iniquo della parabola, "che non temeva Dio e non aveva rispetto per alcun uomo" (Luca 18:2) ? Eppure, sebbene odioso, non è peggiore di quel capofamiglia che si ritiene obbligato solo a badare alla sua anima, senza badare a quelle dei suoi familiari. Poiché (come detto prima) ogni casa è come una piccola chiesa, e ogni capofamiglia è chiamato ad assicurarsi, per quel che dipende da lui, la prosperità spirituale di tutti quelli che sono con lui, come ogni ministro è obbligato a cercare il benessere spirituale di ogni singola persona che gli è stata affidata. Quali precedenti possano additare gli uomini che trascurano questi doveri, non so dirlo. Senza dubbio non l'esempio del santo Giobbe, di cui la Scrittura ci informa, riguardo alla cura che aveva per le anime dei propri figli: "Quando i giorni della festa terminavano, Giobbe li faceva venire per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva un olocausto per ciascuno di essi, perché diceva: 'Può darsi che i miei figli abbiano peccato e abbiano rinnegato Dio in cuor loro'. Così faceva Giobbe ogni volta" (Giobbe 1:5). Né si può additare l'esempio di Giosuè, del quale nei versi che abbiamo esaminato è evidente che fosse attento al benessere della sua famiglia, oltre che del suo. E neppure, infine, può essere negativo l'esempio di Cornelio, che temeva Dio, non solo lui, ma con tutta la sua casa: e se i Cristiani fossero dello stesso spirito di Giobbe, Giosuè, e di quel centurione Gentile, essi si comporterebbero come Giobbe, Giosuè, e Cornelio. Ma, ahimè, se questa è la situazione, e tutti i capifamiglia devono non solo servire il Signore loro stessi, ma allo stesso modo badare che le loro rispettive famiglie facciano lo stesso, che ne sarà di quelli che non solo non badano a servire Dio essi stessi, ma si divertono a ridicolizzare e a farsi beffe di quelli che nella loro famiglia Lo servono? Che non sono soddisfatti di "non entrare, ma neppure lasciano entrare coloro che cercano di entrare" (cfr. Matteo 23:13) ? Certamente tali persone operano per il diavolo. E certa è la loro dannazione, che non tarderà: poiché sebbene Dio, nella Sua buona provvidenza, possa tollerare che tali pietre d'inciampo siano poste sulla strada dei Suoi figli, e sebbene tolleri che i loro più grandi nemici "siano quelli della loro casa", per provare la loro sincerità e per rafforzare la loro fede, guai a quei capifamiglia dai quali giungono tali offese. Poiché se quelli che badano solo alla propria anima possono essere salvati appena, quale sarà la fine di quelli che sono apertamente profani e malvagi? II. Ma sperando che siano solo pochi quelli che corrispondono a questa infelice descrizione, procediamo ora al secondo punto proposto: spiegare in che modo ogni capofamiglia e la propria casa devono servire il Signore. 1. La prima
cosa che menzionerò, è LEGGERE LA PAROLA DI DIO. Vediamo che questo era l'ordine che Dio aveva dato al Suo popolo particolare, Israele; poiché così parla il Suo rappresentante Mosè, in Deuteronomio 6:6-7: "Queste parole", cioè, le parole della Scrittura, "che oggi ti comando rimarranno nel tuo cuore; e le inculcherai ai tuoi figli", e dunque anche ai servitori, "ne parlerai quando sei seduto in casa tua". Da ciò possiamo dedurre che la sola ragione per cui così tante persone trascurano di leggere diligentemente le parole della Scrittura ai loro figli, è che quelle parole non sono nei loro cuori: poiché se lo fossero, dall'abbondanza del loro cuore parlerebbe la bocca (cfr. Luca 6:45). Inoltre, tanto i servitori quanto i bambini sono, in genere, ignoranti delle leggi di Dio, o le conoscono appena: e come le potranno conoscere, se non c'è chi le insegni loro? E cosa c'è di meglio per insegnarle loro, degli oracoli viventi di Dio, "le Sacre Scritture, che possono dare la sapienza che conduce alla salvezza" (cfr. 2 Timoteo 3:15) ? E cos'è più appropriato per istruirli mediante questi oracoli viventi, di genitori che (come è già stato osservato più di una volta) si preoccupano di nutrirli con pane spirituale, oltre che con pane materiale, giorno per giorno. Ma se così stanno le cose, quanto miserabili sono le condizioni di quegli infelici capifamiglia che non nutrono quelli affidati alle loro cure mediante "il puro latte della Parola", e che non investigano le Scritture essi stessi, né badano a insegnarle ad altri? Quanto devono essere felici tali famiglie nel servire il Signore in questo modo! Non si potrebbe forse immaginare che abbiano portato dei convertiti alla Chiesa di Roma, che pensa che l'ignoranza sia la madre della devozione, e che condanna come eretici coloro che leggono la Bibbia? Eppure tra di noi quanto sono poche le famiglie che non si comportano in questa maniera! Li loderò per questo loro comportamento? Non lo farò; fratelli, non deve essere così. 2. Passiamo
ora alla seconda cosa che ogni capofamiglia e la sua casa devono seguire
per servire il Signore: la PREGHIERA IN FAMIGLIA. Ci viene dunque ricordato che Caino e Abele offrirono dei sacrifici; ma a chi li portarono? Probabilmente, al loro padre Adamo che, come sacerdote della famiglia, doveva offrire sacrifici per loro. E così deve fare ogni figlio spirituale del secondo Adamo, ognuno cui è affidata la cura di una famiglia, per offrire sacrifici spirituali di supplicazioni e di ringraziamenti, accettevoli a Dio attraverso Gesù Cristo, in presenza e nel nome di tutti quelli servono, o che si cibano alla Sua tavola. Leggiamo che il nostro benedetto Signore si comportava in questa maniera, quando dimorò tra di noi: infatti viene detto spesso che Egli pregava con i Suoi dodici discepoli, che erano per Lui come una piccola famiglia. Ed Egli stesso ha promesso una particolare benedizione per le supplicazioni unite di più persone: "Dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Matteo 18:20). E ancora, l'Apostolo ci comanda di pregare sempre, con ogni sorta di preghiera e supplica (cfr. Efesini 6:18), che senza dubbio include la preghiera in famiglia. E il santo Giosuè, quando prese la santa decisione nel testo che abbiamo letto, cioè che lui e la sua casa avrebbero servito il Signore, certamente era risoluto a pregare con la sua famiglia, e questa è una delle migliori testimonianze che potevano dare del fatto che Lo servivano. Inoltre, non ci sono famiglie che non hanno avuto delle particolari benedizioni, delle quali sono stati fatti tutti partecipi, e delle quali possono ringraziare Dio; delle croci comuni e afflizioni per le quali devono pregare; dei peccati comuni, per i quali devono tutti pentirsi e piangere; ma è difficile concepire come può essere fatto ciò, senza riunirsi insieme in un comune atto di umiliazione, supplicazione, e ringraziamento. Dall'insieme di tutte queste considerazioni, è evidente che la preghiera in famiglia è un grande e necessario dovere; e di conseguenza, quei capifamiglia che lo trascurano, sono certamente senza scuse. È c'è molto da temere, che se essi vivono senza la preghiera in famiglia, vivono senza Dio nel mondo. E per questo
comportamento odioso, c'è da temere che se Dio mandasse un
angelo per distruggerci, come fece in passato per i primogeniti egiziani,
quando disse di risparmiare solo le case sulle cui architravi c'era
il sangue dell'agnello, così ora potrebbe comandare di risparmiare
solo quelli che pregano quotidianamente, invocandoLo in preghiera
la mattina e la sera; pochi sarebbero risparmiati da questa spada
vendicatrice. Devo definire tali famiglie Cristiane o pagane? 3. Ma ora
è il momento di passare alla terza e ultima cosa che raccomanderò,
e che ogni capofamiglia con la sua famiglia deve seguire per servire
il Signore: INSEGNARE le Scritture ai propri figli e ai propri servitori,
e guidarli nell'educazione e nell'ammonizione del Signore. Affinché
la presente generazione possa avere nella sua posterità dei
veri servitori di Dio, che Lo amano e Lo onorano, i genitori devono
accettare il buon consiglio di Salomone, ed educare e istruire le
loro famiglie nella Via che devono seguire. Abraamo, senza dubbio, prosperò e accumulò molti beni, come può essere il caso di alcuni di quelli che fanno tali obiezioni; ma lui trovava il tempo di comandare alla sua casa di servire il Signore. E Davide era un re, e quindi giaceva su di lui la responsabilità di moltissimi affari importanti; ma nonostante ciò, egli professa di voler camminare nella sua casa con un cuore puro. E, per fare un altro esempio, il santo Giosuè era una persona certamente indaffarata a causa dei molti affari temporali; eppure dichiara solennemente davanti a tutto Israele, che lui e la sua casa avrebbero servito il Signore. E se le persone volessero trovare il tempo, come fecero Abraamo, Davide, o Giosuè, non si lamenterebbero più che i doveri familiari li hanno trattenuti troppo a lungo dagli affari del mondo. III. Il terzo e ultimo argomento di cui tratterò, offrire dei motivi per esortare tutti i capifamiglia, con le loro rispettive famiglie, a servire il Signore nel modo raccomandato, spero possa servire in luogo di migliaia di spiegazioni per provare la debolezza e la follia di simili obiezioni. 1. E il primo motivo che menzionerò è il dovere della GRATITUDINE, che voi che siete a capo delle famiglie, dovete a Dio. La vostra sorte, dovete ammetterlo, è caduta in luoghi dilettevoli; una bella eredità è stata concessa dalla provvidenza divina a voi e a molti dei vostri simili, e perciò, per gratitudine, dovete cercare, per quanto dipende da voi, di far sì che ogni persona nelle vostre rispettive famiglie invochi il Signore finché essi vivono: senza menzionare che l'autorità che Dio ha investito in voi come genitori e capifamiglia, è un talento affidato alla vostra amministrazione, e che dovete far fruttare per l'onore del vostro Signore. Vediamo che nelle altre cose, capifamiglia e genitori esercitano prontamente il loro governo sui loro figli e sulla loro servitù, e frequentemente dicono a uno, "và", ed egli và; e a un altro "vieni", ed egli viene; e un terzo, "fa questo", ed egli lo fa. E userete questo controllo sui vostri affari, senza invece mai esercitarlo nelle cose di Dio? Meravigliatevi, o cieli, all'udire questo! Così non fece il fedele Abraamo; no, Dio dice che sapeva che Abraamo avrebbe comandato ai suoi servitori e ai suoi figli dopo di lui di servire il Signore. Così non fece Giosuè: no, egli era risoluto non solo a camminare egli stesso con Dio, ma a guidare e camminare con tutta la sua famiglia: "Quanto a me e alla mia casa, serviremo l'Eterno". Andiamo e facciamo lo stesso. 2. Ma, come
seconda cosa, se non la gratitudine verso Dio, l'AMORE E LA PIETÀ
PER I VOSTRI FIGLI dovrebbe spronarvi, con le vostre rispettive famiglie,
a servire il Signore. È vero che alcuni genitori a volte dimenticano di provvedere per i corpi dei loro figli (sebbene alcune persone siano scese così tanto al di sotto del livello delle bestie che periscono, da trascurare persino questo), ma quanto spesso dimenticano, o piuttosto, quando ricordano di assicurare la salvezza delle loro anime immortali? È questo il modo di esprimere il loro affetto per il frutto delle loro viscere? È questa la migliore testimonianza che possono dare dell'affetto che provano per i cari del loro cuore? In questa maniera Dalila amava Sansone, quando lo liberò dalle mani dei Filistei. Così erano affezionati a Davide i ruffiani che lo gettarono nella fossa dei leoni. 3. Come terza cosa, se né la gratitudine verso Dio, né l'amore e la pietà per i vostri figli prevalgono su di voi, possa il principio della COMUNE ONESTÀ E GIUSTIZIA smuovervi affinché seguiate la santa decisione del nostro testo. Questo è
un principio che, si pensa, tutti gli uomini dovrebbero seguire. Ma
certamente, se qualcuno può essere davvero censurato per la
sua ingiustizia, nessuno può essere più soggetto a tale
censura di quelli che si ritengono danneggiati se i loro servitori
si allontanano dal lavoro, ma non si curano delle loro anime inestimabili.
È giusto che i servitori servano il loro signore; ma i padroni
non devono allo stesso tempo dare loro quello che è giusto
ed equo per il loro servizio? 4. Come quarta cosa, se né la gratitudine a Dio, né la pietà per i figli, né un principio di giustizia comune verso i servitori, sono sufficienti a equilibrare tutte le obiezioni, che almeno quel prevalente INTERESSE PERSONALE invogli voi e le vostre famiglie a servire il Signore. Voi lasciate che questo interesse vi influenzi molto in altri affari: siate dunque persuasi a lasciare che abbia la dovuta e piena influenza su di voi in questo; e se ce l'ha, se avete fede quanto un granello di senape, come potete non credere che praticare la religione in famiglia è il mezzo migliore per promuovere il vostro benessere temporale, oltre che quello eterno? Poiché la pietà ha "la promessa della vita presente e di quella futura" (1 Timoteo 4:8). Inoltre, voi tutti senza dubbio desiderate servi fedeli, e figli devoti; e se essi si rivelassero essere altrimenti, sarebbe per voi una grande sofferenza, come il perfido Ghehazi per Eliseo, o il ribelle Absalom per Davide. Ma come potete aspettarvi che imparino il loro dovere, se voi che siete preposti alla loro guida non vi curate di insegnarglielo? Non è ragionevole pensare che voi mietete dove non avete seminato, e raccogliete dove non avete sparso? Se la Cristianità avesse incoraggiato figli e servitori a ignorare i loro genitori e i loro padroni secondo la carne, o a rappresentare il loro dovere verso di loro come incoerente con l'ubbidienza al loro Padre e Signore che è in cielo, si troverebbe qualche scusa per non istruirli in tale religione. Ma i precetti di questa religione pura e incontaminata sono tutti santi, giusti, e buoni; e più essi impareranno a mettere in pratica i loro doveri verso Dio, meglio riusciranno nei loro doveri verso di voi; credo che trascurare la crescita della loro anima, per paura di passare troppo tempo per via dei doveri religiosi, sia contrario ai vostri stessi interessi oltre che ai vostri doveri. 5. Come quinta e ultima cosa, se né la gratitudine verso Dio, né l'amore per i vostri figli, né la giustizia comune verso i vostri servitori, e neppure quel prevalente interesse personale riescono ad esortarvi, possa allora una considerazione sui terrori dell'Eterno persuadervi a mettere in pratica la pia risoluzione del nostro testo. Ricordate, verrà il tempo, e forse tra molto poco, in cui noi tutti dovremo apparire davanti al tribunale di Cristo, dove tutti dovremo dare un solenne e rigoroso resoconto di come abbiamo tenuto le nostre conversazioni, anche nelle nostre famiglie, in questo mondo. Come potrete sopportare di vedere i vostri figli e i vostri servitori (che dovrebbero essere la vostra gioia e la vostra corona di gioia nel giorno del nostro Signore Gesù Cristo) venire avanti come testimoni contro di voi; maledicendo il padre che li ha abbandonati, il grembo che li ha portati, le mammelle che li hanno allattati, e il giorno in cui sono entrati in casa vostra? Non credete che la dannazione che i peccatori subiranno per le loro trasgressioni sia sufficiente, senza che vi sia aggiunta altra colpa per essere elementi di accusa nella dannazione di altri? Oh considerate questo, voi tutti che trascurate di servire il Signore con le vostre famiglie, "affinché Egli non vi dilani, e non ci sia nessuno che vi liberi" ! Ma Dio non voglia, fratelli e sorelle, che un male simile cada su di voi: no, spero piuttosto di avervi in qualche misura convinto mediante quello che è stato detto sull'importanza della RELIGIONE IN FAMIGLIA, e che siate dunque pronti a gridare con le parole che seguono il testo che abbiamo letto: "Lungi da noi abbandonare l'Eterno per servire altri dèi!" (Giosuè 24:16), e ancora: "No, ma noi" (ognuno di noi, con la propria famiglia) "serviremo l'Eterno" (verso 21). E affinché possa sempre essere in voi un tale cuore, permettetemi di esortare tutti i capifamiglia, nel nome del nostro Signore Gesù Cristo, a riflettere spesso sul valore inestimabile delle loro anime, e sull'infinito riscatto pagato per loro col prezioso sangue di Gesù Cristo. Ricordate, vi imploro, ricordate, che siete creature cadute; che siete per natura perduti ed estranei verso Dio; e che non potete in alcun modo essere riportati alla vostra primiera gioia, fino a quando essendo nati di nuovo di Spirito Santo giungerete a quel primiero stato di purezza, con le vostre anime marchiate di nuovo con l'immagine di Dio, e sarete fatti partecipi dell'eredità dei santi nella luce. Riflettete, vi dico, seriamente e spesso, e comportatevi come persone che credono in queste importanti verità, e non trascurerete più il benessere spirituale della vostra famiglia o il vostro. No, l'amore di Dio, che sarà allora sparso abbondantemente nei vostri cuori, vi spingerà a fare il vostro meglio per preservarli: e il senso profondo della grazia gratuita di Dio in Cristo Gesù, che otterrete, nel chiamarvi, vi esorterà a fare del vostro meglio per salvare altri, specialmente quelli della vostra casa. E sebbene, dopo tutti i vostri sforzi devoti, alcuni possano continuare a vivere lontani dal Signore, avrete la certezza di aver fatto tutto quanto era in vostro potere perché le vostre famiglie fossero devote e al servizio di Dio: e dunque potete essere certi di sedere nel Regno dei cieli, con Abraamo, Giosuè, e Cornelio, e con tutti gli altri capifamiglia devoti, che nelle loro diverse generazioni hanno brillato come tante luci nelle loro famiglie in terra. Amen.
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