Poche
notizie su Gesù dalle fonti non cristiane?
Se Gesù
era così famoso come dice la Bibbia, non è strano che le fonti storiche
non cristiane ne parlino poco?
Al contrario, proprio il fatto che le fonti non cristiane ne parlino tanto è
straordinario. Tacito (storico romano del secondo secolo), Giuseppe Flavio (storico
giudeo del primo secolo), e altri hanno fatto significativi riferimenti a Gesù
Cristo. Uno studioso ha citato 39 antichi manoscritti non biblici, 17 dei quali
non cristiani, che confermano il Nuovo Testamento con oltre cento dettagli sulla
vita, la morte (1) e la resurrezione di Gesù (cf. Gary Habermas, The Verdict
of History, Thomas Nelson Publishers, p. 169).
Meier (J.P. Meier,
A Marginal Jew: Rethinking the Historical Jesus, Doubleday, 1991) e Harris (M.
Harris, 3 Crucial Questions About Jesus, Baker, 1994) hanno indicato diverse ragioni
per cui Gesù è rimasto un "Ebreo marginale" su cui è
stato scritto poco dai non cristiani:
-
Egli non era considerato storicamente significativo dagli storici
del suo tempo. Egli non scrisse al Senato Romano, né scrisse lunghi trattati
filosofici in greco. Egli non viaggiò al di fuori delle regioni della Palestina,
e non era membro di alcun gruppo politico. Se Gesù è conosciuto
oggi è principalmente grazie alle Sacre Scritture, ai Cristiani e alle
persecuzioni che essi conobbero. Sanders, confrontando Gesù con il famoso
condottiero Alessandro, fa notare che quest'ultimo "cambiò così
tanto la situazione politica in una vasta area del mondo che le notizie generali
sulla sua vita pubblica sono di conseguenza molto ben conosciute. L'obiettivo
di Gesù invece non era cambiare la situazione sociale, politica o economica
della Palestina .. la superiorità dell'evidenza a favore di Gesù
si nota quando noi stessi chiediamo qual era il suo pensiero" (E.P. Sanders,
The Historical Figure of Jesus, Penguin Press, 1993; 3). Harris aggiunge che "difficilmente
ci si potrebbe aspettare dagli scrittori Romani che essi potessero prevedere la
conseguente influenza del Cristianesimo sull'Impero Romano e documentarne pertanto
accuratamente" le origini. Come potevano immaginare che quel profeta nazareno
avrebbe avuto un'influenza tale sul mondo?
-
Gesù fu giustiziato come un criminale, il che dimostra
chiaramente la sua marginalità agli occhi del mondo dell'epoca. Questo
è uno dei motivi per cui gli storici non cristiani hanno ignorato Gesù.
Egli subì la più grande umiliazione agli occhi degli Ebrei (per
la legge ebraica chiunque è appeso su una croce è maledetto, cfr.
Deut. 21:23, Gal. 3:13), e anche agli occhi dei Romani (la crocifissione era la
morte assegnata agli schiavi e ai ribelli).
D'altra parte, Gesù costituiva una minaccia molto piccola a confronto di
rivoluzionari e sobillatori dell'epoca che si proclamavano "Messia".
Roma dovette utilizzare le sue truppe per placare i problemi causati da un egiziano
e dei suoi 4000 seguaci, di parla il libro degli Atti (21:38, cfr. Sanders, 51).
In contrasto, nessuna truppa fu necessaria per reprimere i seguaci di Gesù.
Per i Romani, che all'epoca erano i principali custodi della storia scritta, Gesù
durante la sua vita non era diverso dalle migliaia di criminali che venivano crocifissi
continuamente.
-
Gesù restò in disparte, attraversando le città
e insegnando. Naturalmente non esisteva alcun network televisivo, e anche se fosse
esistito, Gesù non utilizzò mai i sistemi costituiti per annunciare
il suo messaggio. Egli viaggiò per le città, evitandone per la maggior
parte - con l'eccezione di Gerusalemme - i maggiori centri urbani. Che atteggiamento
avrebbero gli storici verso qualcuno che predicasse solo in luoghi come, ad esempio,
le periferie di qualche città?
-
Le parole e gli insegnamenti di Gesù furono spesso duri
verso le autorità religiose dell'epoca, che Egli definiva apertamente "ipocriti".
Certamente non si fede molti amici tra i capi religiosi.
-
Gesù visse una vita che appariva oltraggiosa per i pregiudizi
dell'epoca e che per questo scandalizzò molti. Infatti Egli non rifiutava
la compagnia delle persone disprezzate e reiette dalla società: esattori
delle tasse, prostitute, e quei pescatori che Egli scelse come suoi discepoli.
- Gesù era una persona povera, rurale, e viveva in una terra governata
da persone agiate. Sì, esisteva una discriminazione di classe sociale e
già nel primo secolo!
Una considerazione
finale da fare è che non molto materiale è sopravvissuto alla prova
del tempo dal 1° secolo dopo Cristo fino ad oggi. Blaiklock (E.M. Blaiklock,
Jesus Christ: Man or Myth?, Thomas Nelson Publishers, 1984) ha catalogato gli
scritti non cristiani dell'Impero Romano - escludendo quelli del giudeo Filo di
Alessandria - che sono giunti fino a noi e che non menzionano Gesù. Essi
sono:
- Una storia amatoriale
di Roma di Vellius Paterculus, un ex ufficiale dell'esercito di Tiberio. Fu pubblicato
nell'anno 30 d.C., proprio quando Gesù stava iniziando il suo ministerio.
- Un'iscrizione che
menziona Pilato.
- Favole scritte da
Phaedrus, un liberto macedone, verso il 40 d.C.
- Sul periodo tra il
50 e il 60 d.C., Blaiklock ci dice: "Dei reggilibri distanziati di un piede
[circa 30 centimetri, ndt] l'uno dall'altro sullo scrittoio sul quale sto scrivendo,
circondando i testi risalenti a questi importanti anni". Sono incluse le
opere filosofiche e le lettere di Seneca; un poema di suoi nipote Lucano; un libro
sull'agricoltura di Columella, un ex soldato; frammenti della novella Satyricon
di Gaio Petronio; qualche riga di un satirico romano, Persius; la Historia Naturalis
di Plinio il Vecchio; frammenti di un commentario su Cicerone di Asconius Pedianus;
e infine, la storia di Alessandrio il Grande di Quinus Curtius.
Di tutti questi scrittori,
solo Seneca avrebbe potuto avere qualche motivo per menzionare Gesù. Ma
considerando i suoi personali problemi con Nerone, è piuttosto improbabile
che avesse interesse o tempo da dedicare al soggetto.
Inoltre:
- Dall'anno 70 all'anno
80 d.C., abbiamo alcuni poemi ed epigrammi di Marziale, e opere di Tacito (un'opera
minore di oratoria) e di Giuseppe Flavio (Contro Apione, Guerre Giudaiche). Nessuna
di queste opere avrebbero potuto offrire un'occasione di menzionare Gesù.
- Dall'anno 90, abbiamo
un'opera poetica di Stazio; dodici libri del retore Quintilliano; la biografia
di Tacito su suo suocero Agricola, e la sua opera sulla Germania (Blaiklock, 13-16).
A questo, Meier aggiunge
(ibid., 23) che più in generale, la conoscenza della stragrande maggioranza
delle persone dell'antichità "semplicemente non è accessibile
a noi oggi tramite la ricerca storica e non lo sarà mai". E' quanto
era stato detto nell'altro suo commento su Alessandro il Grande: tutto ciò
che sappiamo oggi della maggior parte delle personalità dell'antichità
come individui potrebbe essere raccolto su una manciata di fogli. Dunque sono
in errore gli scettici che lamentano la scarsità di notizie sul Gesù
storico dalle fonti pagane. A confronto della maggior parte delle personalità
dell'antichità, su Gesù sappiamo molto e abbiamo una considerevole
quantità di informazioni
dalle fonti storiche non cristiane.
1) Nota:
Un dettaglio che molti ritengono non possa essere passato inosservarto riguarda
la crocifissione di Gesù. I vangeli, infatti, narrano che mentre Gesù
era sulla croce, il sole si oscurò per tre ore (Marco 15:25,33-34). Ebbene,
ciò è confermato in un frammento dello storico Tallo, che scrisse
a Roma nell'anno 52 d.C. (il frammento si trova in Giulio Africano 3° secolo).
Tallo cercava di giustificare quell'evento particolare dicendo che si era trattato
di una eclissi di sole. Nel frammento si legge: "Tallo spiega nel terzo libro
delle sue Historie che l'oscurità fu dovuta ad un'eclissi solare immotivata
come sembra". Ma la crocifissione aveva avuto luogo il 15 di Nisan del 32
d.C. e verso questa metà del mese la luna era piena; è impossibile
che in tempo di plenilunio si verifichi l'eclissi totale per tre ore.
I
documenti presenti su questo sito possono essere fatti circolare liberamente,
purché inalterati e senza ricarichi. Tutti i documenti sono distribuiti
come freeware e restano di proprietà dei loro rispettivi autori.
|