Il cammino cristiano




Le "prove" dell'ateismo

a cura di F. Serra



In questo studio commenterò le affermazioni di un documento diffuso da un gruppo di atei, che secondo gli autori screditerebbe in modo "inconfutabile" le parole dei vangeli.


QUANTI DISCEPOLI?

La prima e più sbandierata prova riguarda i nomi degli apostoli contenuti nei quattro vangeli e nel libro degli Atti. Vediamoli:

Matteo 10:2-4:
Simone detto Pietro, Andrea, Giacomo di Zebedeo, Giovanni fratello di Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Tommaso, Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo, Giuda Iscariota.

Marco 3:16-19:
Simone detto Pietro, Giacomo di Zebedeo, Giovanni fratello di Giacomo, Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo, Giuda Iscariota.

Luca 6:14-16:
Simone detto Pietro, Andrea fratello di Pietro, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Simone lo Zelota, Giuda di Giacomo, Giuda Iscariota.

Atti 1:13:
Pietro, Giovanni, Giacomo, Andrea, Filippo, Tommaso, Bartolomeo, Matteo, Giacomo di Alfeo, Simone lo Zelota, Giuda di Giacomo.

Le differenze in questi elenchi dimostrerebbero che il contenuto del vangelo è falso. Un'altra prova sarebbe costituita dal fatto che l'elenco contenuto negli Atti nomina solo undici discepoli, anziché dodici come ci si aspetterebbe. Questo, secondo gli atei, invaliderebbe la seguente dichiarazione di Gesù:

"... anche voi, che mi avete seguito, sarete seduti su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele" (Matteo 19:28).

Vediamo come stanno realmente le cose. Cominciamo col dire che l'elenco riportato negli Atti è successivo alla crocifissione e quindi al tradimento di Giuda Iscariota, dunque è logico che i nomi degli apostoli siano solo undici. Giuda, avendo tradito ed essendosi suicidato, non può più essere considerato un discepolo. I discepoli però continuarono ad essere dodici, infatti dopo l'elenco degli undici nomi contenuti in Atti, basta guardare pochi versi più avanti (Atti 1:24-26), dove si legge:

"Poi in preghiera dissero: Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, indicaci quale di questi due hai scelto per prendere in questo ministero apostolico il posto che Giuda ha abbandonato ... e la sorte cadde su Mattia, che fu incluso tra gli undici apostoli".

Analizziamo ora le differenze riguardanti i nomi dei discepoli, tenendo a mente che i vangeli non sono fotocopie, ma resoconti di quattro diversi testimoni, i quali hanno descritto gli stessi eventi coerentemente ma dai loro punti di vista. Ciò è un'ulteriore garanzia dell'affidabilità dei vangeli canonici.

I nomi elencati prima possono essere ricondotti ad un solo elenco, di esattamente dodici discepoli:

  1. Simone, chiamato Pietro (Marco 3:16), o anche Cefa (ossia "pietro"), e figlio di Giona (Giovanni 1:42)
  2. Giacomo, figlio di Zebedeo
  3. Giovanni, l'apostolo prediletto (Giovanni 13:23; 19:26; 21:20)
  4. Andrea, fratello di Pietro
  5. Filippo
  6. Natanaele (Giovanni 21:1), detto Bartolomeo (da "bar Talmai", che significa "figlio di Talmai")
  7. Tommaso, detto Didimo (Giovanni 11:16; 21:2)
  8. Matteo, il pubblicano, chiamato anche Levi (Matteo 9:9; Luca 5:27)
  9. Giacomo, figlio di Alfeo
  10. Giuda di Giacomo, detto Taddeo (Matt. 10:3; Luca 6:16) o "Giuda, non l'Iscariota" (Giov. 14:22)
  11. Simone, detto lo Zelota (Luca 6:15), o il Cananeo (Matteo 10:4; da "qanana", ossia zelota)
  12. Giuda Iscariota, il traditore, il cui posto fu preso da Mattia (Atti 1:24-16).

Come si vede, non vi sono discrepanze. In diversi casi, un discepolo è conosciuto con più nomi o appellativi: ad esempio Simone, detto Pietro, o Cefa, o Simon Pietro; un altro esempio al di fuori dei 12, è Giuseppe, detto Barnaba (cfr. Atti 4:36).
In altri casi si fa distinzione tra omonimi - ma non solo - ricordandoli come erano conosciuti prima della loro conversione a Cristo: ad esempio, Matteo, "il pubblicano", detto anche Levi (che come sappiamo, incontrato Gesù, fece ciò che avevano fatto gli altri discepoli: "lasciò ogni cosa e si mise a seguirlo", cfr. Luca 5:28); oppure, Simone detto lo "zelota", o "cananeo" nel senso di zelota, cioè aderente a un gruppo di rivoluzionari. Come è scritto in 1 Corinzi 6:9-11, non ci meraviglia la vita che conducevano alcuni uomini prima della loro conversione, poiché, come Paolo - un tempo feroce persecutore dei primi cristiani - dichiara in 1 Timoteo 1:15, "Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo".


DISCEPOLI GUERRIGLIERI?

Nello scritto diffuso dagli atei, si legge una vera e propria fantasia, presentata come fatto vero e inequivocabile, secondo cui Gesù era il capo di una banda di criminali armati (i discepoli!) e aveva in mente un "programma di guerra esseno-zelota". Per avvalorare tali assurdi ragionamenti, vengono citati alcuni passi biblici presi fuori contesto. Ad esempio:

Gesù disse: "L'ora è venuta, chi non ha una spada venda il mantello e ne compri una", ed essi dissero: "Signore ecco qui due spade" (Luca 22:36,38).

Con queste parole, secondo gli atei, i discepoli stavano "rassicurando il loro capo (Gesù) che erano abbondantemente provvisti di spade" per commettere chissà quale orrendo crimine. Esimendomi dal fare commenti sulla viltà e l'ignoranza degli autori di queste calunnie, invito a leggere per intero il brano appena citato:

"Ma ora, chi ha una borsa, la prenda; così pure una sacca; e chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico che in me dev'essere adempiuto ciò che è scritto: "Egli è stato annoverato tra i malfattori". Infatti, le cose che si riferiscono a me, stanno per compiersi. Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse loro: «Basta!»" (Luca 22:36-38).

Notiamo che il verso 37 è stato volutamente ignorato perché non adatto al raggiro che gli atei avevano in mente, e lo stesso è accaduto con le ultime parole del verso 38, dove Gesù, sdegnato, sgrida i discepoli.
Nel brano in questione, Gesù stava preavvisando i discepoli che era giunto il momento dell'adempimento della profezia messianica di Isaia 53:12 (cfr. Salmo 22:16). Gesù sapeva, cioè, che di lì a poco sarebbe stato condannato dai capi religiosi di Israele, per mano delle autorità romane, mediante crocifissione assieme a due ladroni ("annoverato tra i malfattori"), per adempiere l'opera di salvezza per cui era venuto nel mondo (cfr. Col. 1:19 e seg.; Giov. 3:16), e dunque in quel frangente i discepoli sarebbero rimasti soli.

E ancora, in Matteo 16:17, Gesù si rivolge con amore a Pietro dicendogli: "Tu sei beato, Simone, figlio di Giona..." Qui, Gesù lo chiama "figlio di Giona" (in aramaico, "bar Iona"). Ma gli atei vedono anche in questo un oscuro complotto, poiché secondo loro Gesù in realtà aveva detto "barjona", che vuol dire "latitante alla macchia". Dunque, secondo loro, Gesù stava dicendo: "Tu sei beato, Simone, latitante alla macchia..." La ridicolezza di quest'accusa è palese, e non necessita di ulteriori approfondimenti.


LA TERRA, PIATTA O ROTONDA?

Un noto ateo italiano recentemente ha pubblicato svariate accuse in un suo libro; egli ha affermato che c'è una prova talmente schiacciante che da sola basta a dimostrare la falsità del Cristianesimo. La prova consisterebbe in un'affermazione del teologo Agostino, il quale nell'anno 350 scrisse che affermare che la terra è rotonda è un'eresia: "Se si potesse dimostrare che la terra è tonda", scriveva Agostino, "allora si sarebbe dimostrato che il Cattolicesimo è in errore".

Si noti anzitutto che Agostino era un teologo cattolico, e come tale si riferiva al Cattolicesimo (religione, precetti, dogmi e interpretazioni del clero cattolico), non al Cristianesimo biblico (la fede e gli insegnamenti cristiani così come insegnati dalla Bibbia).
Il clero cattolico insegnava che la Terra era piatta, e che dire il contrario era un'eresia. Questa è solo un'interpretazione del clero, priva di fondamento biblico, che nulla ha a che fare col Cristianesimo. La Bibbia, infatti, nel libro di Isaia, scritto ben 8 secoli prima di Cristo - dunque molto prima di Galileo, di Giordano Bruno, della scienza moderna, e del clero romano - parla di "globo della terra" (cfr. Isaia 40:22; alcune traduzioni in italiano stravolgono questo verso, ma le parole del testo originale, "hug ha arez", significano "globo della terra"), e conferma questo concetto dicendo che Dio "sospende la terra sul nulla" (cfr. Giobbe 26:7).


CONCLUDENDO

Si potrebbe andare avanti ancora a lungo su questi argomenti, e su altri "punti forti" degli atei, come ad esempio le presunte contraddizioni della Bibbia (si veda in proposito questo studio).

Molti ricorderanno Voltaire, il noto filosofo ateo francese e strenuo oppositore del Cristianesimo. Egli, parlando a un gruppo di suoi amici, nella sua casa di Parigi, ridicolizzò la Bibbia dicendo che 100 anni dopo non si sarebbe più sentito parlare di essa.
Voltaire morì nel 1778; la Bibbia invece oggi è più diffusa che mai. Come il Signore Gesù disse, "Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Luca 21:33).
E la previsione di Voltaire? Cento anni dopo, quella stessa casa in cui egli aveva espresso il suo disprezzo per la Bibbia, divenne la sede di una grande Società Biblica che stampa e distribuisce Bibbie in tutto il mondo.

Almeno due millenni e mezzo sono passati dalla compilazione del libro di Giobbe, ma il suo ammonimento risuona ancora oggi:

"Allora l'Eterno rispose a Giobbe dal seno della tempesta, e disse:
«Chi è costui che oscura i miei disegni con parole prive di senno?
Orsù, cingiti i lombi come un prode; io ti farò delle domande e tu insegnami!
Dov'eri tu quand'io fondavo la terra? Dillo, se hai tanta intelligenza"


(Giobbe 38:1-4).



Nota:
In ultimo voglio brevemente considerare la seguente affermazione di papa Leone X, spesso citata dagli atei: "Che profitto ci ha portato questa favola di Cristo!". Quest'affermazione, che gli atei "urlano" e sbandierano sui loro siti come realtà storica, come "gaffe" rimasta nascosta per 1500 anni e scoperta chissà come solo oggi, è falsa. Fu inventata nell'800 da un ex-prete carmelitano, J. Bale, in un'opera satirica che egli scrisse sul papato; è insomma pura finzione.
Qualcuno replicherà che, al di là di quella presunta frase, la storia ci ricorda che il comportamento di numerosi papi fu tutt'altro che cristiano. Il problema di fondo è, purtroppo, sempre lo stesso: la chiesa cattolica romana, che di fatto da quasi due millenni ha reinventato a suo capriccio il Cristianesimo, si dichiara l'unica e vera chiesa cristiana, e il mondo le crede. Come conseguenza, i papi e i vari componenti del clero sono visti come depositari degli insegnamenti cristiani, e pertanto di ogni loro azione viene accusata la cristianità intera.
Secondo la Bibbia, invece, la vera Chiesa ("ekklesia", cioè assemblea) è l'insieme di tutti i credenti del mondo che, al di là delle denominazioni religiose, hanno fatto l'esperienza della nuova nascita in Cristo, ricevendo per fede la salvezza in Lui, e che seguono i Suoi insegnamenti senza arrogarsi il diritto di cancellare o aggiungervi nulla. La Chiesa Cristiana, dunque, non è né il clero, né un'organizzazione, né un edificio, né una religione, né una gerarchia umana, ma è l'insieme dei veri credenti, che la Bibbia definisce significativamente "il corpo di Cristo".


Si vedano anche:

  • L'ateismo e l'agnosticismo
  • Un ex ateo risponde
  • Prove storiche sulla vita di Gesù da fonti non cristiane
  • Esistono contraddizioni nella Bibbia?
  • Importanza e affidabilità storica della Bibbia
  • La risurrezione di Gesù: menzogna o verità?
  • Teodicea: perché Dio permette che gli innocenti soffrano?
  • Le profezie della Bibbia adempiutesi in Gesù Cristo
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