È vero che in
alcuni giochi si investono pochi soldi, ma se vogliamo essere coerenti, dobbiamo
chiederci: in base a quale criterio possiamo tracciare una linea e dire, "fino
a questa cifra non è azzardo, ma da qui in poi è una cosa immorale"?
Quali problemi causa il gioco d'azzardo?
Il gioco d'azzardo
è come un cancro, che corrompe tutto ciò che tocca. Molti hanno
distrutto le loro vite, iniziando per divertimento e finendo ossessionati da quel
"gioco" che è ben presto diventato una vera e propria MALATTIA.
L'alcolismo è un male che cammina di pari passo con il gioco d'azzardo.
Non per niente ai casinò si servono alcolici gratis. Anche la prostituzione
e le droghe sono legate al mondo delle carte da gioco, delle ruote e dei dadi.
Ad esempio, lo Stato del Nevada, dove il gioco d'azzardo è stato legalizzato,
è la zona con il maggior tasso di suicidi degli interi Stati Uniti. Il
tasso di criminalità è molto alto, al punto che un ufficiale di
polizia ha dichiarato pubblicamente: "Reno e Las Vegas collezionano tutta
la spazzatura umana degli altri Stati".
Povertà, divorzio,
alcolismo, tossicodipendenza, prostituzione, furti, criminalità, suicidi,
e omicidi, sono alcuni dei mali che il gioco d'azzardo promuove. I Governi che
lo hanno legalizzato ne ricavano dei proventi mediante le tasse, ma ciò
è di ben poca utilità se confrontato alle spese necessarie per combattere
il crimine che dilaga e si aggrava a causa dei giochi d'azzardo.
A Reno, dove lavoriamo per rimettere insieme famiglie distrutte dal gioco e far
loro conoscere Cristo, osserviamo che il principale fattore di rovina delle case
è il gioco d'azzardo. È un gioco che rovina il carattere delle persone.
Perché la gente gioca?
Molte persone dicono
che giocano solo per divertimento. Questo può essere vero. La gente beve,
balla, fuma, bestemmia, vive vite nell'immoralità più sfrenata,
per puro divertimento. La Bibbia dice che nel peccato c'è piacere "per
un tempo". Ma è un tempo molto breve, e l'inferno che segue lo rende
un ben misero affare.
Ma, davvero, mi chiedo
a volte se la gente giochi solo per divertimento. Hanno sguardi tremendamente
seri mentre scommettono i loro soldi ai tavoli da gioco! E quando perdono si adirano
e bestemmiano come degli ossessi.
Mi chiedo se le persone
giocherebbero alle slot machines se sapessero di non poter MAI vincere. Se lungo
una parete vi fosse una fila di slot machine con sopra la scritta: "Queste
macchine sono per quelli che giocano solo per passare il tempo, per rilassarsi
e divertirsi. Non si vince niente!" - pensate che qualcuno ci giocherebbe
mai?
Credo piuttosto che
la gente giochi perche è AVIDA di denaro, e vuole cercare di ottenere molto
per poco. Sono bramosi. Giocare d'azzardo in realtà significa volere qualcosa
che non abbiamo il diritto di avere, e senza lavorare per averlo. Il giocatore
vuole raccogliere senza seminare. La concupiscenza (il "desiderio di ottenere,
appropriarsi di ciò che hanno gli altri") è alla base del gioco
d'azzardo.
Dio condanna il gioco d'azzardo?
Il fatto che una persona
accetti volontariamente la possibilità di perdere i propri soldi, di rovinare
la propria vita, di trascinare alla povertà sè stesso e la propria
famiglia, non lo giustifica.
La Parola di Dio ci
insegna a vivere del nostro lavoro (2 Tess. 3:10-12), non a cercare profitto in
altro modo. Piuttosto che accumulare per noi stessi, ci viene insegnato a dare
con amore a coloro che sono nel bisogno (Efes. 4:28, 2 Cor. 9:6,7, Atti 20:35,
1 Giov. 3:17,18). Il gioco d'azzardo non è certo un atto motivato dall'amore
per il prossimo o dalla compassione.
Sappiamo che Gesù Cristo ci ha comandato di amare il nostro prossimo come
noi stessi (Matt. 22:39). Possiamo forse dire che un giocatore d'azzardo ama il
suo prossimo come se stesso?
Il gioco d'azzardo è, per sua natura, egoista. Il Signore ci dice invece
di pensare agli altri (1 Cor. 13:5; Fil. 2:4).
Riguardo all'amore
per i soldi, l'avarizia e la concupiscenza, la Bibbia ci dice:
"Quelli che
vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri
insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione."
(1 Tim. 6:9)
"Infatti
l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si
sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori."
(1 Tim. 6:10)
"La vostra
condotta non sia dominata dall'amore del denaro; siate contenti delle cose che
avete." (Ebr. 13:5)
"Infatti
non abbiamo portato nulla nel mondo, e neppure possiamo portarne via nulla; ma
avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti."
(1 Tim. 6:7)
Gesù disse:
"Badate e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall'abbondanza
dei beni che uno possiede, ch'egli ha la sua vita.
E disse loro questa parabola: La campagna d'un certo uomo ricco fruttò
copiosamente; ed egli ragionava così fra se medesimo: Che farò,
poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Questo farò:
demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e
vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all'anima
mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi,
godi.
Ma Dio gli disse: stolto, questa notte stessa l'anima tua ti sarà ridomandata;
e quel che hai preparato, di chi sarà?" (Luca 12:15)
Gesù, inoltre,
disse che ogni albero lo si può riconoscere dai frutti che porta. Quali
sono i frutti del gioco d'azzardo?
Dipendenza da alcool e droghe, uso di menzogne per tentare di nascondere il vizio
e le perdite al gioco, crimine, prostituzione (molte donne vi sono costrette per
poter pagare i debiti di gioco o per continuare a giocare), suicidio (come mezzo
di fuga dall'impulso irrefrenabile al gioco, o per sfuggire ai debiti accumulati
o alle tristi situazioni personali che si vengono a creare).
È proprio vero:
"li riconoscerete dai loro frutti", e "l'amore del denaro è
radice di ogni specie di mali".
C'è una via d'uscita?
Mio fratello era schiavo
del gioco d'azzardo. Stava distruggendo la sua famiglia, oltre che se stesso con
il bere e il fumo; arrivò a prendere i soldi messi da parte per il figlio,
e a giocarseli. Si rendeva conto che ciò che faceva ci faceva soffrire,
e voleva smettere. Si diceva: "Da domani cambierò vita". Ma non
ci riusciva, e peggiorava sempre più. Il suo stato di salute peggiorava;
vedeva il male che stava facendo alla moglie e ai figli, si rendeva conto della
sua incapacità di liberarsi da quelle catene, e così tentò
più volte il suicidio, ma senza successo.
"All'epoca", racconta, "non ero cristiano, e non sapevo che il
peccato non è un 'vizio', ma è una schiavitù reale alla quale
non ci si può sottrarre con le proprie forze.
Ero arrivato al limite, non avevo più i soldi neanche per comprarmi le
sigarette; allora presi una pistola e andai su una montagna, dove intendevo uccidermi.
Mi puntai la pistola alla testa, ma udii una vera e propria voce che mi diceva:
"Non è questo il modo di risolvere il tuo problema". Mi guardai
intorno, ma non c'era nessuno. Confuso, mi dissi che non ero neanche capace di
togliermi quella vita che non meritavo.
Allora caddi in ginocchio e gridai a Dio: "Se Tu esisti, io so di essere
l'uomo più indegno del mondo e di non meritare nulla, ma se Tu esisti salvami!"
In quell'istante, sentii come se mi fossero stati tolti di dosso dei pesi enormi,
come se ogni catena fosse stata infranta. Piangendo di gioia, tornai a casa. Ero
sempre sorridente, mi guardavo allo specchio e non riuscivo a credere al cambiamento
che era avvenuto in me.
Il gioco d'azzardo e l'alcool non riuscivo neanche a pensarli, anzi provavo disgusto
per essi. La mia famiglia e i miei conoscenti non mi riconoscevano più
e si rallegrarono con me.
Decisi allora di credere in Gesù Cristo e dare a Lui la mia vita. Cominciai
a frequentare una chiesa evangelica, e feci il battesimo.
La mia salute intanto era in gravi condizioni. Il dottore insisteva perché
mi sottoponessi con urgenza a un intervento chirurgico al cuore; a un certo punto
mi confessò: "Tu hai al massimo due mesi di vita". Gli risposi
che la mia vita era nelle mani di Dio, e che anche se fossero stati due giorni
soltanto li avrei spesi per Lui. Gli offrii una copia del Vangelo, ma lui rifiutò
sprezzante. Disse: "Se non fosse per noi medici... altro che il tuo Dio!"
Passarono diversi mesi, e un giorno, mentre camminavo per strada, vidi il dottore
venirmi incontro, sullo stesso marciapiede. Ridacchiando, mi disse: "Hai
visto che alla fine ti sei convinto a farti operare?"
Gli risposi che non mi ero fatto operare. Incredulo (perché dovevo essere
già morto da tempo), mi sollevò la camicia, mi esaminò attentamente
e vide che non avevo segni di sutura sul petto. Rimase strabiliato, e mi chiese:
"Hai ancora quel Vangelo?" "Non avevi detto che Dio non esiste?",
gli dissi. "Mi sbagliavo, ora credo. È un miracolo", fu la sua
risposta."
"Togliete davanti ai miei occhi la malvagità
delle vostre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene... Poi
venite, e discutiamo, dice il Signore: Anche se i vostri peccati fossero come
scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora,
diventeranno come la lana."
(Isaia 1:17,18)
"Se confessiamo i nostri peccati, egli è
fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità."
(1 Giov. 1:9)
"Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato
tu e la tua famiglia."
(Atti 16:31)