Il
credente davanti ai problemi attuali
"Ricerca
la giustizia, la fede, l'amore, la pace... predica la parola, insisti
in ogni occasione favorevole e sfavorevole, convinci, rimprovera,
esorta... svolgi il compito di evangelista" (2 Timoteo 2:22;
4:2,5).
I problemi
attuali sono gravi; chi potrebbe negarlo? Emarginazione, razzismo,
violenza, disoccupazione, la guerra ad un tempo temuta e febbrilmente
preparata, tutte le basi dell'educazione e della morale scalzate...
Sono questi i tumori maligni di un organismo irrimediabilmente colpito.
Toglietene uno, ne appariranno dieci. Chiamare al soccorso l'evangelo
davanti a un abuso qui, un errore politico là, senza che
gli uomini siano cambiati, è un nonsenso. Pretendere che
il genio umano, peraltro incontestabile (ma come è impiegato?),
abolisca un giorno le conseguenze del peccato quando tollera e coltiva
il peccato stesso, è un'aberrazione!
Il credente
è chiamato a fare del bene a tutti, a comportarsi in modo
irreprensibile, ma il messaggio di cui è portatore non ha
lo scopo di regolare i problemi della società: esso illumina
gli uomini per la loro salvezza eterna.
Fare dell'evangelo un mezzo fra gli altri per dare sollievo all'umanità,
è come mandare i pompieri a riparare i mobili di una casa in
fiamme invece di salvare le persone! Non coltiviamo l'illusione
che il mondo possa cambiare in bene migliorando l'uomo. Il mondo
non ha voluto saperne di Gesù come Salvatore, il giudizio
è pronunciato e il Giudice è alla porta.
Non permettiamo che
le cose d'un momento ci nascondano la grande domanda: Dove passerò io,
dove passerete voi l'eternità?
Questo Salvatore è il vostro Salvatore?
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