L'educazione
dei nostri figli
"Insegna
al fanciullo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non
se ne allontanerà." (Proverbi 22:6)
Noi cristiani siamo responsabili di allevare i nostri figli per il Signore. È
bene ricordarcelo, perché abbiamo sempre tendenza ad augurarci che abbiano
successo seguendo le norme della società, e questo qualche volta per la
sola soddisfazione della nostra fierezza di genitori. Il nostro desiderio profondo
non è forse che conoscano il Signore Gesù come loro Salvatore e
che lo servano con gioia?
Una delle principali virtù richieste al credente adulto è l'ubbidienza
al Signore. Si facilita notevolmente la pratica di questa virtù inculcandola
ai bambini fin dalla loro giovane età e soprattutto ubbidendo personalmente
al Signore.
L'ubbidienza richiesta ai bambini da parte dei loro genitori deve somigliare a
quella richiesta ai genitori nei confronti del Signore: un'ubbidienza a un'autorità
benevola, saggia, che ama, e accompagnata da spiegazioni, quando queste possono
essere comprese.
Sappiamo bene che la miglior educazione non darà la vita eterna a un figlio,
ma i genitori, per così dire, preparano il fuoco: mettono la carta, i rametti
e la legna secca chiedendo al Signore, nelle loro preghiere giornaliere, di accendere
la fiamma della fede.
La famiglia cristiana è un po' come una scuola. Lo scopo di questa educazione
non è mantenere i nostri figli nella dipendenza da noi, ma di prepararli
a vivere davanti a Dio. Che possiamo dare loro questo clima di amore e di sicurezza
in cui impareranno a conoscere il Signore, a dipendere da lui, ad amarlo e a servirlo.
È importante che
i genitori facciano attenzione ai programmi che i bambini osservano nella televisione.
Molte volte detti programmi sembrano essere inoffensivi però possono contenere
degli aspetti estremamente negativi.
I genitori cristiani hanno il dovere di vegliare su tutto il materiale che sta
attorno ai loro figli, inclusi libri, musica, programmi televisivi, ecc. La Parola
di Dio dice: "Esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni
specie di male" (1 Tess. 5:21-22). Essa c'insegna che "tutto quello
che seminiamo, quello raccoglieremo", allora se seminiamo violenza, aggressività
o indifferenza, cosa raccoglieremo?
Andrei Murray esortando i credenti disse: "Il più grande pericolo
della Chiesa di Cristo non è l'incredulità o la superstizione, ma
lo spirito del mondo che s'insinua nelle famiglie dei cristiani che sacrificano
i loro figli all'ambizione e alla società, alle ricchezze e all'amicizia
del mondo".
Perché affidiamo alla televisione il compito di istruire i nostri figli?
Perché diciamo
di non avere tempo: allevare... istruire... correggere pazientemente... dialogare...
ma non abbiamo il tempo di fare tutte queste cose! C'è il lavoro... gli
impegni... le amicizie importanti... la stanchezza... la televisione... Non è
possibile per dei genitori cristiani scusarsi così. Se non abbiamo tempo
per disciplinare i nostri figli vuol dire che siamo genitori non cristiani! Vuol
dire che abbiamo arso i nostri figli nel fuoco del mondo! La Parola del Signore
ci esorta ad inculcare al fanciullo la condotta che deve tenere (Proverbi 22:6).
Perché siamo
permissivi: sarebbe tragico lasciare libero il fanciullo da ogni costrizione
perché faccia da solo le sue esperienze. Per un bambino non c'è
niente di più destabilizzante di un genitore che chiede a lui cosa permettergli
di fare. Dio ci ha affidato il compito di guidare i nostri figli, non scarichiamoci
delle nostre responsabilità!
"Correggi tuo figlio: egli ti darà conforto, e procurerà
gioia al tuo cuore" (Proverbi 29:17). Per questa ragione i genitori debbono
essere impegnati ad educare i propri figli.
Certamente, la correzione consiste nel porre un "limite", un confine
alle loro scelte quando sono errate e fuorvianti. Ci sono momenti in cui i figli
stessi chiedono delle regole chiare ai genitori, in mancanza delle quali mostrano
disorientamento e smarrimento. Bisogna comunque esercitare la correzione con pazienza
ed amore soprattutto spiegando i motivi, che inducono a praticarla.
Il salmista scrive:
"Camminerò con cuore integro, dentro la mia casa. Non mi proporrò
nessuna cosa malvagia... non mi lascerò contagiare" (Salmo 101:2,3).
Purtroppo viviamo in un mondo dove con gran facilità, senza che ce ne rendiamo
conto, possiamo essere contagiati soprattutto sul piano morale e spirituale.
Indubbiamente, essere genitori oggi è forse più difficile di ieri.
La nuova generazione di bambini è più vulnerabile all'inganno delle
precedenti.
Al contrario della
maggioranza dei bambini d'oggi, noi genitori e nonni siamo cresciuti in una cultura
diversa, per lo meno esteriormente, in qualche modo basata sui valori cristiani.
I racconti che udivamo dai genitori o nonni, tendevano a rafforzare la visione
del cristianesimo.
Anche se non eravamo ancora credenti, normalmente accettavamo i limiti morali
e spirituali tradizionali.
L'apostolo Paolo in 2 Tim.1:5 ci dice che anche per Timoteo fu utile l'insegnamento
cristiano ricevuto da piccolo: "Ricordo infatti la fede sincera che è
in te, la quale abitò prima in tua nonna Loide e in tua madre Eunice, e,
sono convinto, abita pure in te"; e in 3:15-17: "...e che fin
da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti
la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.
Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere,
a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato
per ogni opera buona".
Nei racconti di un tempo per i ragazzi, ad esempio, si vinceva senza chiedere
potere o forza ai poteri occulti, senza andare a chiedere aiuto alla cosiddetta
magia "buona" per superare la magia "cattiva".
Le attività sociali non includevano giochi con pratiche occulte. Né
gli amici a scuola tentavano di alterare la loro coscienza e invocare la presenza
di qualche spirito. Infine, la sperimentazione occulta non era un'opzione.
Lo scopo nascosto dell'avversario è che i bambini come conseguenza familiarizzino
attraverso televisione, libri, fumetti, musica, cinema, ecc. con l'occultismo,
la violenza e il sesso esplicito al punto da non farci nemmeno più tanto
caso e credere che tutto ciò sia del tutto naturale, così come ai
tempi di Geremia 8:12: "Essi saranno confusi perché commettono
delle abominazioni; non si vergognano affatto, non sanno che cosa sia arrossire..."
Per questo la fede del bambino molto più oggi di qualche decade fa è
minacciata.
L'importanza
di dire "no"
(articolo tratto
dal sito www.genitori.it)
Negli ultimi anni pedagogisti
e psicologi di fama internazionale si sono soffermati, sempre più spesso
e sempre più preoccupati, a considerare i risultati di un educazione troppo
permissiva dei giovani d’oggi, individuando come uno dei problemi fondamentali
il fatto che i genitori non sanno più dire di no ai propri figli: questo
perché una contrapposizione netta con i figli crea dubbi, ansietà
e sensi di colpa (soprattutto in genitori poco presenti), e anche perché
è faticoso e comporta delle responsabilità educative che non ci
si vuole più prendere ( diciamo la verità, accontentare i loro capricci
è più comodo e ce lo possiamo permettere anche economicamente).
C’è una sorta di impotenza di fronte al bambino che non vuol mangiare,
non vuol dormire nel suo letto, vuole un determinato giocattolo...o all’adolescente
che risponde male, non rispetta l’orario di rientro a casa (tanto sa che
resterà impunito), che vuole a tutti i costi il pantalone firmato...
Questa assenza di norme e regole fa sentire i figli soli, senza guida nelle varie
tappe della loro crescita con tutti i problemi che ne conseguono: bambini di due-tre
anni travolti dalla loro stessa aggressività, con problemi di insonnia
o di alimentazione e di distacco dai genitori (soprattutto dalla madre); bambini
con disturbi dell’apprendimento e malesseri psicosomatici; e soprattutto
una diffusa incapacità a tollerare le frustrazioni e la sofferenza che
si estende dall’infanzia all’adolescenza (e oltre!).
Dunque dobbiamo re-imparare a dire di “no”! E non parlo di quei “no”
che offendono e limitano la libertà, bensì di quelli che accrescono
la libertà perchè insegnano ai figli a non essere schiavi del superfluo,
a diventare responsabili, a conquistarsi le cose e quindi ad avere più
fiducia in sé stessi e a raggiungere la giusta autonomia.
Concludo con qualche breve consiglio pratico: educhiamo i figli a seguire delle
regole fin da piccoli, poche, adeguate all’età, semplici (e da mantenere
con coerenza e unità da parte dei genitori); insegnamogli il rispetto per
i genitori; lasciamo che si conquistino le cose con un minimo di sforzo; insegnamo,
anche attraverso la punizione se necessario, che ogni azione ha le sue conseguenze.
Tutto questo deve però avvenire in un clima di allegria, confidenza e gioco
(anche il gioco ha le sue regole).
Infine ad un’unica domanda consiglio di non rispondere “no”,
come ormai troppo spesso avviene: “mi fate un fratellino?”.
Si vedano anche:
Educare: Noi, i nostri figli e Cristo
Tragedia negli USA: dov'era Dio?
Il compromesso della TV nella vita dei credenti
La TV e i mercanti di mode (link esterno)
I giovani e l'esoterismo
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