Il cammino cristiano




L'evangelo è per i vivi

meditazione tratta dal sito Dio parla oggi

 

Per tutto v'è il suo tempo: ...un tempo per nascere e un tempo per morire; ...un tempo per cercare e un tempo per perdere...

Cercate l'Eterno, mentre lo si può trovare; invocatelo, mentr'è vicino.


(Ecclesiaste 3:1-8 - Isaia 55:6)


La maggior parte delle persone, specie nei paesi cattolici, si aspetta che ci si occupi della loro anima dopo la morte. C'è anche qualcuno che, cosciente di una prossima fine, lascia delle direttive riguardo alla propria sepoltura, alla cerimonia religiosa durante la quale sarà opportuno evocare i grandi argomenti abituali: Dio, l'eternità, il perdono dei peccati, la grazia, la vita eterna.
Purtroppo, da questa predicazione il defunto non potrà più trarre alcun giovamento.

Quanto a coloro che saranno venuti ad accompagnarlo fino alla tomba, perchè dovrebbero ragionare diversamente da come ragionava un tempo il loro amico scomparso? "Noi siamo vivi", si ode spesso commentare; "L'aldilà non ci riguarda ancora! L'Evangelo è affare per i morti; ce ne preoccuperemo quando toccherà a noi - speriamo il più tardi possibile - passare dall'altra parte".

Nessuno si inganni, allora sarà troppo tardi. I discorsi più pii, il più bell'elogio funebre pronunciato davanti ad una bara non porteranno ormai alcun mutamento alla sorte del defunto. Se egli non ha accettato la salvezza per grazia durante il tempo della propria vita, non avrà più occasione di farlo. È riservato agli uomini di morire una volta - dice la Bibbia - dopo di che viene il giudizio.

"Eccolo ora il tempo accettevole; eccolo ora il giorno della salvezza". (II Corinzi 6:2)

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