L'eutanasia
Eutanasia
e "morte umana" sono temi che si inseriscono continuamente nelle conversazioni
e discussioni, sia di chi è d'accordo, che di chi vi si oppone. Una delle
organizzazioni promotrici dell'eutanasia si chiama "Exit". Assieme ad
altre associazioni analoghe, Exit si adopera per l'eutanasia attiva a favore dei
cosiddetti "malati terminali". Exit significa via d'uscita, o uscita
d'emergenza. Ma lo è sul serio?
Chi si occupa della questione, si rende veramente conto che l'eutanasia non comporta
soltanto problemi medici, ma anche giuridici ed etici?
Quella di favorire
o provocare coscientemente la morte di un paziente somministrando un medicinale
attraverso un'iniezione è un'azione estremamente grave e definitiva. È
anche una chiara e netta contraddizione con il principio etico, secondo il quale
il medico giura di conservare la vita umana.
Nessuno ha il diritto di mettere mano alla propria vita o a quella altrui, qualunque
sia la condizione. La Bibbia definisce questo inequivocabilmente come peccato.
Chiunque si pone al di là del comandamento divino "non uccidere",
chiunque egli sia, qualunque sia la fede che afferma di professare, si rende colpevole,
anche se ha come motivo la compassione per il malato.
Lo studio che segue è stato tratto da un sito evangelico.
EUTANASIA
L'eutanasia
(dal greco euthanasìa, “buona morte”) può essere
definita come qualsiasi atto volto ad accelerare o a causare la morte di una persona
per finalità umanitarie.
L'eutanasia si propone di porre fine a una situazione di sofferenza tanto
fisica quanto psichica non più tollerabile da parte del malato; ovviamente
questo presuppone che non esista trattamento terapeutico che possa, anche temporaneamente,
offrire sollievo.
Bisogna anzitutto fare una differenza tra eutanasia attiva e passiva, e suicidio
assistito:
- L'eutanasia
attiva consiste nel determinare o accelerare la morte mediante il diretto
intervento del medico, utilizzando farmaci letali.
- Il suicidio assistito indica invece l'atto mediante il quale
un malato si procura una rapida morte grazie all'assistenza del medico:
questi prescrive i farmaci necessari al suicidio su esplicita richiesta del paziente,
e lo consiglia riguardo alle modalità di assunzione. In tal caso viene
a mancare l'atto diretto del medico che somministra in vena i farmaci al
malato.
- Il termine eutanasia passiva, infine, viene utilizzato per indicare
la morte del malato determinata dalla sospensione dei farmaci, o dall'astensione
del medico dal compiere degli interventi che potrebbero prolungare la vita stessa.
Un esempio potrebbe essere rappresentato da un neonato gravemente deforme, con
breve aspettativa di vita, colpito da polmonite; il medico allora potrebbe non
praticare alcuna terapia al neonato aspettando l'evoluzione della patologia.
In quest'ultimo caso riteniamo sia più corretto parlare di astensione
terapeutica che di eutanasia.
Attualmente in Italia,
per il codice penale l'eutanasia attiva è paragonabile all'omicidio
volontario o, nel caso in cui sia stato il malato a chiedere la propria morte,
all'omicidio consenziente (artt. 575 e 579). In alcuni Paesi (come l'Olanda
e il Belgio) è stata recentemente legalizzata.
Come Cristiani, sappiamo che lo stesso Dio che ci ha donato la vita ha stabilito
per noi un giorno in cui dovremo lasciare questo mondo (Eccl. 3:2), e che nelle
Sue mani c'è la vita e la morte di ciascuno di noi (1 Sam. 2:6).
La morte può arrivare naturalmente o può essere provocata; ci sono
uomini che muoiono in modo naturale senza alcuna sofferenza, e altri che purtroppo
vengono colpiti da gravi malattie che li consumano giorno per giorno con difficili
sofferenze, giorni che diventano difficili non solo per il malato ma anche per
chi gli è accanto; è in questi casi che si è tentati di decidere
per una soluzione rapida: l'eutanasia.
Non ci sentiamo assolutamente in grado di giudicare quanti hanno deciso di praticarla,
perché ci rendiamo conto di quanto difficile e delicata sia la situazione,
ma come Cristiani possiamo e dobbiamo interessarci di cosa ne pensa Dio. Di sicuro
nella Bibbia non troveremo un solo passo che parla specificamente dell'eutanasia,
ma per grazia abbiamo lo Spirito Santo che ci insegna e ci guida in ogni situazione
che possiamo incontrare durante la nostra vita.
Un verso che può darci luce su questo argomento è il verso 16 del
Salmo 139, dove leggiamo: “I Tuoi occhi videro la massa informe del mio
corpo, e nel Tuo libro erano già scritti tutti i giorni che erano stati
fissati per me, anche se nessuno di essi esisteva ancora”. Alla luce di
versi come questo ci rendiamo ancora conto che l'eutanasia non rientra nella volontà
di Dio; l'uomo che non conosce Dio si ritiene libero di decidere per la sua
vita, ma noi abbiamo affidato a Lui la nostra vita e quindi anche la nostra morte.
Se Egli permette la sofferenza ci darà anche la forza di sopportarla, e
inoltre noi crediamo ancora nei miracoli e sappiamo che anche quando tutto sembra
finito Dio è potente da trasformare le cose.
I nostri pensieri si scontreranno con il pensiero della maggior parte delle persone,
come da sempre la fede si scontra con la mera razionalità, ma come figli
di Dio vogliamo seguire l'unico pensiero per noi indiscutibile, cioè
quello di Dio.
Per noi tutti è difficile vedere le sofferenze altrui, ma il nostro compito
è quello di pregare perché Dio è in grado di ristabilire
una persona che ormai è data per spacciata dagli uomini o da se stessa.
Pensiamo a Giobbe, un uomo integro e retto, che venne a trovarsi in condizioni
disperate, al punto da maledire il giorno della sua nascita, e da dire a Dio:
“L'anima mia preferisce soffocare e morire piuttosto che questa vita”
(Giob. 7:15). La sua carne era consumata al punto da staccarsi dalle ossa ed egli
pensava di dipartirsi da questa terra, ma Dio intervenne ristabilendolo completamente.
Infine, un discorso a parte vogliamo farlo per quanto riguarda l'eutanasia
passiva, o meglio, l'astensione terapeutica, che come abbiamo detto consiste
nel rifiutare il cosiddetto “accanimento terapeutico”; questo discorso
ovviamente riguarda le patologie irreversibili al 100%. In questi casi crediamo
sia giusto anche per un Cristiano poter rifiutare che macchine per la respirazione
e sonde gastriche prolunghino i suoi giorni. Anzi, chi ha fatto un incontro con
Cristo a maggior ragione può aggrapparsi a Lui nei momenti drammatici della
propria esistenza e accrescere così la propria fede sapendo che Dio è
più potente di un farmaco o di una macchina.
(Relazione a cura dei
giovani della comunità evangelica "La grazia dell'Eterno")
Si veda
anche:
Aborto: lo sterminio silenzioso
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