IL GIUDIZIO IMMINENTEdi Billy Graham (da "Mondo in fiamme", E.C.B.)
Questo "dio"
moderno ha gli attributi dell'amore, della misericordia e del perdono
senza quello della giustizia. Ciò significa l'inesistenza di
condanna e di punizione per il peccato. Dio è ricostruito secondo
i princìpi della tolleranza, dell'amore che abbraccia tutti,
e del benvolere universale. Ma questa specie di "dio" renderebbe il mondo impossibile, caotico, irresponsabile e votato alla distruzione di se stesso. Sarebbe impossibile all'uomo vivere con certezza e felicità. Perché abbia un significato, la vita dell'uomo deve essere basata sulla legge e su un legislatore. Il salmista diceva: "La legge dell'Eterno è perfetta, ella ristora l'anima; la testimonianza dell'Eterno è verace, rende savio il semplice. I precetti dell'Eterno son giusti, rallegrano il cuore; il comandamento dell'Eterno è puro, illumina gli occhi" (Salmo 19:7-8). La Bibbia ammonisce che "gli uomini dati al male non comprendono ciò ch'è giusto" (Proverbi 28:5). Gesù stesso espresse la Sua approvazione alla legge quando disse che "più facile è che passino cielo e terra, che un apice solo della legge cada" (Luca 16:17). La legge di Mosè ed il sermone sul monte sono criteri che non possono cambiare mai. Nessun ecclesiastico ha il diritto nel nome di Dio di sminuire queste esigenze, se non vuol incorrere nel pericolo di contaminare la legge, bestemmiare Iddio e divenir colpevole di eresia.
La Bibbia insegna che Iddio è anche un Dio di giudizio, di collera e di ira. Se la Bibbia
insegna qualcosa, questa è che Iddio giudicherà l'uomo.
Gesù ammonì ripetutamente che vi sarà un giudizio:
"Nel giorno del giudizio la sorte di Tiro e di Sidone sarà
più tollerabile della vostra" (Matteo 11:22). In tutto il Nuovo Testamento gli apostoli insegnavano che sarebbe venuto un tempo di giudizio: "Ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell'uomo ch'Egli ha stabilito" (Atti 17:31). "Tu invece, seguendo la tua durezza e il tuo cuore impenitente, t'accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere" (Romani 2:5-6). "A voi che siete afflitti, requie con noi, quando il Signor Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Iddio, e di coloro che non ubbidiscono al Vangelo del nostro Signor Gesù" (II Tessalonicesi 1:7-8). "È stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio" (Ebrei 9:27). "Una terribile attesa del giudizio e l'ardor d'un fuoco che divorerà gli avversari" (Ebrei 10:27). "Essi renderanno ragione a colui ch'è pronto a giudicare i vivi ed i morti" (I Pietro 4:5). "E i re della terra e i grandi e i capitani e i ricchi e i potenti e ogni servo e ogni libero si nascosero nelle spelonche e nelle rocce dei monti; e dicevano ai monti e alle rocce: Cadeteci addosso e nascondeteci dal cospetto di Colui che siede sul trono e dall'ira dell'Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira e chi può reggere in pié?" (Apocalisse 6:15-17). Questi sono solo alcuni delle centinaia di passi che si potrebbero citare ad indicare che vi sarà un giudizio e che allora ciascun uomo vissuto su questa terra sarà chiamato, e che nessuno sfuggirà! Togliendo alla Bibbia tutti i richiami al giudizio contenutivi essa avrebbe dimensioni molto minori.
Molti dicono
che la condanna non si accorda con la giustizia, la misericordia e
l'amore. Ma ciò è dovuto al fatto che non capiscono
la natura di Dio. Essi ricusano di accettare la rivelazione della
natura divina che ci viene dalla Bibbia. È impossibile che vi sia giustizia senza condanna. La legge non può esistere senza una punizione. La ragione ci dice che dovrà esservi un momento in cui tutti gli Hitler, gli Stalin, e gli Eichmann saranno chiamati a render conto. Altrimenti non vi sarebbe giustizia nell'universo. Migliaia di persone malvagie hanno vissuto praticando il male ai danni di altri senza apparentemente scontare alcuna condanna in questa vita. Ma vi sarà un momento in cui i sentieri distorti saranno raddrizzati. La condanna
si armonizza con la misericordia. Il Dio che vuole essere misericordioso
deve agire con misericordia secondo i princìpi della giustizia
e della rettitudine. Il giudizio non contrasta affatto con la misericordia;
poiché se si deve offrire misericordia, il giudizio deve far
parte dell'ordine divino. Esser misericordiosi senza esser giusti
costituisce una contraddizione. La condanna si armonizza con l'amore. Un Dio d'amore deve esser un Dio di giustizia. Iddio è giusto in quanto ama. La Sua giustizia costituisce un equilibrio al Suo amore e dà valore ai Suoi atti sia di amore che di giustizia. Iddio non potrebbe esser coerente se amasse gli uomini senza provvedere alla condanna dei malvagi. La punizione del malvagio e la separazione del giusto costituisce una manifestazione del grande amore di Dio. Sul buio sfondo del giudizio dobbiamo vedere sempre la croce. L'intenso amore di Dio per l'uomo Gli fece dare il proprio Figliuolo perché l'uomo non affrontasse il giudizio. Il giudizio
è necessario per spronare la coscienza. Come impedimento al
male l'uomo ha bisogno dell'incentivo costituito dalla ricompensa
alla bontà e dalla minaccia della punizione. In quanto la sua
natura morale è tale, la punizione è un "pungolo"
necessario per la sua coscienza. Egli ha bisogno di questa minaccia
e del suo ammonimento perché gli sia impedito di compiere il
male. Questo non sarà il motivo più elevato per fare
il bene, ma è necessario viste le imperfezioni che esistono
nella natura morale dell'uomo dal tempo del giardino di Eden. Dobbiamo
prendere l'uomo per quel che è, non per quello che dovrebbe
essere, e predicare, affermare le nostre opinioni di giustizia, misericordia,
amore e giudizio sulla persona di Dio e sulla attuale imperfetta natura
umana. Non esiste "l'ideale assoluto" tranne nella irragionevole
fantasia del filosofo moderno che tesse le sue teorie filosofiche
senza tener conto della rivelazione biblica di Dio e della malattia
spirituale dell'uomo.
La Bibbia insegna che l'uomo è talmente ribelle alle leggi di Dio che un giorno schiererà i suoi eserciti contro Iddio stesso. Sarà l'ultima grande battaglia, quella di Harmaghedon. "Ed essi li radunarono nel luogo che si chiama in ebraico Harmaghedon" (Apocalisse 16:16). Sarà l'ultima guerra, l'ultimo sforzo convulso dell'uomo caduto contro la legge di Dio. Quale sarà la risposta di Dio? Una dimostrazione di misericordia? Una esibizione di tolleranza? No! Sarà la condanna. L'unica alternativa alla misericordia quando questa è disprezzata e rifiutata, è la condanna. Dio ha già offerto all'uomo il Suo amore, la Sua misericordia e il Suo perdono. Dalla croce Iddio ha detto al mondo intero il Suo amore. Ma quando quell'amore è deliberatamente respinto, l'unica alternativa è il giudizio.
Contrariamente all'opinione popolare, la Bibbia non parla affatto di un giudizio generale nel quale tutti gli uomini compariranno al cospetto di Dio in una sola occasione. La Bibbia elenca un certo numero di diversi giudizi. V'è per esempio un giudizio dei giusti al trono del giudizio di Cristo (II Corinzi 5:10). V'è un altro giudizio delle nazioni (Matteo 25:31-46). V'è anche un giudizio dei malvagi già morti, davanti al gran trono bianco (Apocalisse 20:11-13). Questi giudizi di diversi soggetti in momenti diversi e per differenti fini formano negli avvenimenti presentati nei testi profetici della Scrittura il quadro composito del giudizio.
Questa condanna
si attuò alla croce. La Scrittura dice: "Colui che
non ha conosciuto peccato, Egli l'ha fatto esser peccato per noi,
affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui"
(II Corinzi 5:21). Per questa ragione la Scrittura insegna: "Non
v'è dunque ora alcuna condanna, per quelli che sono in Cristo
Gesù" (Romani 8:1). La legge
dice: "Il salario del peccato è la morte"
(Romani 6:23), e ancora: "L'anima che pecca sarà quella
che morrà" (Ezechiele 18:4). Io meritavo il giudizio
e la morte, ma Cristo ha subìto il giudizio e la morte per
me. Cristo stesso ha detto: "In verità, in verità
io vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato,
ha vita eterna; e non viene in giudizio ma è passato dalla
morte alla vita" (Giovanni 5:24). Nessuna affermazione potrebbe
dire in maniera più chiara che il vero credente in Gesù
Cristo non verrà in giudizio. Quel giudizio è già
avvenuto. "Ti sei gettato dietro alle spalle tutti i miei
peccati" (Isaia 38:17).
In base a
quel che ho appena detto, questo potrebbe sembrare una contraddizione.
Ma non si tratta di giudizio nel senso di condanna, bensì di
valutazione. Sarà il momento in cui Cristo darà le ricompense
ai Suoi: "Poiché dobbiamo tutti comparire davanti al
tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione
delle cose fatte quand'era nel corpo, secondo quel che avrà
operato, o bene, o male" (II Corinzi 5:10). Ogni opera
compiuta da un seguace di Cristo alla gloria di Dio costituisce "oro,
argento, pietre di valore". Ma l'opera fatta da un seguace di
Cristo per proprio interesse personale o per ambizione sarà
"legno, fieno, paglia" e sarà bruciata. I credenti
riceveranno una ricompensa al trono del giudizio di Cristo. Questa
ricompensa viene a volte indicata nelle Scritture col nome di "premio"
(I Corinzi 9:24). A volte è chiamata "corona" (I
Corinzi 9:25; Filippesi 4:1; I Tessalonicesi 2:19).
Di esso si
parla in Apocalisse 20:11-13, dove l'apostolo Giovanni dice: "Poi
vidi un gran trono bianco e Colui che vi sedeva sopra, dalla cui presenza
fuggirono terra e cielo; e non fu più trovato posto per loro.
E vidi i morti, grandi e piccoli, che stavan ritti davanti al trono;
ed i libri furono aperti; e un altro libro fu aperto, che è
il libro della vita; e i morti furon giudicati dalle cose scritte
nei libri, secondo le opere loro. E il mare rese i morti ch'erano
in esso; e la morte e l'Ades resero i loro morti ed essi furon giudicati,
ciascuno secondo le sue opere". Gli scettici
dei nostri giorni rideranno e metteranno in ridicolo l'idea di un
giudizio imminente. Risero alla predizione del diluvio fatta da Noè.
Risero di Geremia che prediceva la distruzione di Gerusalemme. Risero
di Lot che ammoniva gli uomini di Sodoma che Iddio avrebbe fatto cadere
fuoco e zolfo. Risero di Amos che mise in guardia Israele sul giudizio
che incombeva. Ma tutti questi giudizi si avverarono. "Iddio
dunque ... fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove,
abbiano a ravvedersi, perché ha fissato un giorno, nel quale
giudicherà il mondo con giustizia" (Atti 17:30-31). La Scrittura contiene numerosi ammonimenti circa quel gran giorno a venire, quel giorno di giudizio. Questo sarà il giorno profetizzato in Proverbi 1:24-31: "Ma poiché, quand'ho chiamato avete rifiutato d'ascoltare, quand'ho steso la mano nessun vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non ne avete voluto sapere, anch'io mi riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando lo spavento vi piomberà addosso; quando lo spavento vi piomberà addosso come una tempesta, quando la sventura v'investirà come un uragano, e vi cadranno addosso la distretta e l'angoscia. Allora mi chiameranno, ma io non risponderò; mi cercheranno con premura ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la conoscenza e non hanno scelto il timor dell'Eterno e non hanno voluto sapere dei miei consigli e hanno disdegnato ogni mia riprensione, si pasceranno del frutto della loro condotta, e saranno saziati dei loro propri consigli". In quel gran
giorno gli uomini si rivolgeranno a Dio chiedendoGli misericordia,
ma sarà troppo tardi. In quel giorno gli uomini cercheranno
Iddio, ma non potranno trovarLo. Sarà troppo tardi. Vi saranno anche persone che hanno compiuto l'opera del Signore, persone attive nella chiesa che hanno fatto cose magnifiche. Ma Gesù dice: "Io non vi conobbi mai". Quale cosa spaventosa! Pensavano che le loro buone opere li avrebbero salvati. Dovrebbe farci rinsavire il sapere che un giorno Gesù Cristo sarà il giudice. "Il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudizio al Figliuolo" (Giovanni 5:22). Da giovane
il giudice Warren Candler aveva esercitato l'avvocatura. Uno dei suoi
clienti era stato accusato di assassinio ed il giovane avvocato compì
ogni sforzo possibile per far assolvere il suo cliente dall'accusa.
V'erano delle circostanze attenuanti e l'avvocato le sfruttò
nella sua difesa davanti alla giuria. Erano inoltre presenti in aula
gli anziani genitori dell'accusato. Il giovane avvocato fece leva
sovente sulle simpatie e sulle emozioni dei giurati con frequenti
richiami ai timorati genitori dell'imputato. Cristo è oggi il nostro avvocato, il nostro Salvatore, disposto a perdonare, a purificarci ed a dimenticare. Verrà però un giorno tremendo in cui Egli sarà il nostro giudice.
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