Lo
Gnosticismo
1. Lo gnosticismo nell'antichità
Con il termine "gnosticismo"
si designa un gruppo di correnti filosofico-religiose dell'antichità,
che hanno avuto la loro massima diffusione nei secoli II e III d.C. nei maggiori
centri culturali dell'area mediterranea, come Roma e Alessandria d'Egitto.
In certi casi si tratta di scuole fondate da personaggi noti, come Basilide, Marcione
o Valentino - tutti vissuti nel secolo II -, in altri casi di gruppi di cui non
si conoscono i fondatori e la cui denominazione deriva da elementi dottrinali:
per esempio, gli ofiti attribuiscono un ruolo importante al serpente, in greco
ofis; i cainiti si richiamano a Caino, e così via.
E' appurato che lo
gnosticismo non ha origine da una degenerazione del cristianesimo, ma invia ad
elementi derivati da varie religioni misteriche, dalle correnti magico-astrologiche
dell'Oriente, dall'ermetismo, alla qabbalah e dal giudaismo alessandrino (Aristobulo,
Filone), dalle filosofie ellenistiche. Questo insieme dottrinario, tutt'altro
che coerente e compatto, ha poi trovato nel cristianesimo il suo punto di approdo.
Si suole inoltre distinguere una gnosi volgare (Cerinto, Carpocrate, Simon Mago,
Menandro), divisa anche in numerosissime sette (che, non richiamandosi ad alcun
caposcuola, vengono dette in generale degli ofiti per il comune culto del serpente,
ma anche dei barbelioti, perati, cainiti ecc.), in cui prevalgono le pratiche
magiche e gli elementi astrologia Iranico-babilonese; e una gnosi dotta, che ha
il suo centro principale ad Alessandria ed ti rappresentata da figure in cui è
notevole l'impegno speculativo (Basilide, Valentino, Marcione).
Elemento comune alle
varie tendenze gnostiche è l'insistenza sull'elemento «conoscitivo»,
inteso come illuminazione riservata a pochi iniziati, in virtù della quale
essi pervengono alla visione del divino e alla loro personale salvezza; di fronte
a questa conoscenza privilegiata, la fede non riveste alcuna importanza. Altro
elemento comune è l'esasperato dualismo di spirito e materia, anima e corpo,
che produce sia atteggiamenti spiccatamente ascetici sia il rifiuto di ogni legge
morale (considerata indifferente e «inferiore» alla gnosi), donde
una totale libertà di godimento, in particolare dei piaceri sessuali. Le
dottrine gnostiche di maggiore impegno speculativo fanno largo uso del concetto
neoplatonico di emanazione.
Fino al ritrovamento
nel 1945 a Nag Hammadi, nell'Alto Egitto, di un'intera biblioteca gnostica, gli
studiosi disponevano di scarsi testi originali e integrali, ritrovati nel corso
del tempo, e le fonti per lo studio delle teorie gnostiche erano costituite per
lo più da descrizioni e da citazioni contenute nelle confutazioni da parte
di autori cristiani, che scrivono in difesa dell'ortodossia, come Ireneo, vescovo
di Lione (sec. II) nell'opera Denuncia e confutazione della pseudo-gnosi.
Il cristianesimo nei
primi secoli fu attaccato dallo gnosticismo tanto dall'esterno, cioè
da movimenti che si ponevano dichiaratamente in posizione alternativa a esso,
quanto dall'interno, da gruppi che cercavano d'infiltrarsi in ambienti
cristiani con false dottrine rifacendosi talvolta a scritti come i vangeli apocrifi
- cioè non riconosciuti dalla Chiesa Cristiana.
2. Dualismo radicale
Un carattere fondamentale
dello gnosticismo è il dualismo radicale. Anche nelle Sacre Scritture esiste
un dualismo fra Dio creatore da una parte e l'uomo e l'universo dall'altra,
ma tanto la creatura quanto il creato corrispondono a un progetto divino e questo
conferisce loro dignità: l'uomo è fatto a immagine e somiglianza
di Dio, e la creazione contiene l'impronta del creatore. Per lo gnosticismo,
invece, esiste una differenza abissale fra Dio e la realtà materiale: lo
spirito è sostanzialmente estraneo all'universo e il rapporto con
il mondo materiale non può contribuire in nessun modo all'elevazione
spirituale dell'uomo.
Gli studiosi distinguono
due tipi principali di dualismo gnostico: il tipo iranico ammette la contrapposizione
di due princìpi in lotta fra di loro e considera il mondo materiale come
il dominio di una potenza negativa, mentre la speculazione siriaco-egizia - secondo
lo storico delle religioni e filosofo Hans Jonas (1903-1993) - fa "derivare
il dualismo stesso, e la conseguente situazione del divino nel sistema di creazione,
dall'unica e indivisa fonte dell'essere, per mezzo di una genealogia
di stati divini personificati che si evolvono l'uno dall'altro e descrivono
il progressivo oscuramento della Luce originaria in categorie di colpa, errore
e fallimento. Questa interna "involuzione" divina termina nella decadenza
completa dell'alienazione di sé che è questo mondo".
Caratteristica di molti
sistemi gnostici è pure la descrizione mitologica dei passaggi intermedi.
Tanto ammettendo un processo di degenerazione o di "devoluzione", con
la comparsa di uno stato inferiore, quanto la creazione da parte di un essere
malvagio, il demiurgo, né la creazione del mondo né l'ordine
di natura corrispondono alla volontà dell'Essere Supremo. Le leggi
di natura sarebbero dettate dal demiurgo che, orgoglioso del proprio dominio,
cerca d'indurre l'uomo a riprodursi, aumentando e prolungando la condizione
di alienazione dello spirito nella materia.
3. Dualismo antropologico
All'irriducibilità
fra Essere Supremo e natura corrisponde quella fra spirito e materia, e, a livello
antropologico, fra anima e corpo. Lo spirito corrisponde a una particella divina,
con la vocazione a riunirsi all'Essere Supremo e quindi eterna, mentre il
corpo costituisce solo il carcere in cui l'anima è prigioniera o esiliata,
ed è destinato a dissolversi nel nulla.
Certi sistemi gnostici
inseriscono questa teoria in una visione astrologica, del tutto pagana, basata
sulla concezione geocentrica. Per unirsi al corpo lo spirito deve arrivare sulla
terra e attraversare una dopo l'altra le sfere dei pianeti. In questa "caduta"
nel mondo sublunare, prima di penetrare nel corpo materiale, lo spirito riceve
una specie d'involucro, il "corpo astrale", che cresce al passaggio
da ogni sfera planetaria. Alla fine lo spirito risulta rivestito, occultato da
queste stratificazioni, che sono il presupposto delle corrispondenze cosmiche
e delle influenze astrali condizionanti l'esistenza umana.
Nella condizione terrena
l'uomo avrebbe dimenticato la sua origine e si troverebbe come in uno stato
di ebbrezza, di sonno o di oblio, che lo porterebbe ad assoggettarsi alle leggi
demiurgiche della natura e alle influenze cosmiche. Per alcuni sistemi gnostici
non tutti gli uomini sarebbero in grado di pervenire alla conoscenza, alla gnosi,
e quindi di superare la condizione di alienazione. Secondo il sistema valentiniano,
per esempio, gli uomini per nascita sono di tre tipi diversi: gli "spirituali"
hanno la possibilità di pervenire alla conoscenza e, una volta arrivati
a tale livello, sono al di sopra delle leggi; gli "psichici" hanno bisogno
per la loro realizzazione delle leggi e delle dottrine di una religione, mentre
gli "ilici" sono incapaci di superare i condizionamenti materiali. Solo
con un atto di ricordo o di risveglio l'uomo, o almeno chi ha la necessaria
vocazione, può riconoscere la propria natura spirituale e affrontare la
via della liberazione progressiva dai condizionamenti subiti al passaggio di ogni
sfera. Questo è possibile per mezzo di un processo descritto come ascesa
dell'anima, in cui l'adepto, percorrendo a ritroso l'itinerario
della caduta, deve affrontare a ogni sfera gli esseri spirituali a essa preposti,
gli arconti, e riuscire a passare grazie alle formule e alle parole di passo apprese
nell'iniziazione gnostica.
In questo processo
l'uomo deve staccarsi anche dagli elementi materiali della propria individualità,
riconoscendo che il proprio spirito è solamente una scintilla dell'Essere
Supremo e a esso identico, in altri termini di essere egli stesso Dio.
La concezione negativa
dell'esistenza terrena e della vita condiziona profondamente anche i rapporti
fra i sessi. Il piacere sessuale è visto come una specie di esca con cui
il demiurgo induce l'uomo a riprodursi, e così lo gnostico deve astenersi
da ogni attività sessuale, oppure evitare di procreare. Effettivamente
nei movimenti gnostici si possono osservare tanto un ascetismo radicale quanto
il libertinismo, comportamenti opposti ma che presentano un elemento comune: il
disprezzo per la vita.
4. Il rifiuto della
narrazione biblica
L'identificazione del
Dio creatore, benigno e giusto della Bibbia, con il demiurgo, quindi con una figura
negativa, maligna e perversa, comporta pure un rovesciamento nella valutazione
dei singoli personaggi biblici, il che porta ad aberrazioni come l'idealizzazione
di chi ha infranto le leggi del Creatore (ad esempio, Caino).
Il paradiso terrestre diventa una specie di giardino incantato in cui il Dio biblico
tiene Adamo ed Eva nell'ignoranza. Nell'Apocrifo di Giovanni, si legge
addirittura che Gesù Cristo il Salvatore incita i progenitori a mangiare
il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, con un'interpretazione
che introduce una netta frattura fra il Dio creatore dell'Antico Testamento
e il Salvatore che proclama l'emancipazione dalla Legge.
Se alcuni studiosi
hanno considerato eccessivo e di parte l'impegno degli apologisti cristiani
nel combattere lo gnosticismo e nel considerarlo estraneo al cristianesimo, nonostante
le pretese di alcuni gruppi di rappresentarne addirittura la tradizione più
autentica, i ritrovamenti di Nag Hammadi confermano le tesi degli apologisti.
Ad esempio, uno dei testi ritrovati è La Sofia di Gesù Cristo,
in cui viene descritto Cristo che ammaestra alcuni discepoli rispondendo
alle loro domande: ebbene, risulta essere trascrizione in forma di dialogo di
un testo gnostico più antico, Eugnosto il Beato, forse risalente al primo
secolo a.C., quindi conferma l'origine precristiana o almeno non cristiana
di temi fondamentali per lo gnosticismo, anche prescindendo dal fatto che contatti
secolari con il cristianesimo possono aver portato a una certa cristianizzazione
di un gnosticismo originariamente estraneo a esso.
5. Implicazioni sociali
Le teorie gnostiche
non sono prive di conseguenze sociali: infatti, se la concezione della realtà
terrena come "acosmica", "senza ordine", mette in discussione
l'esistenza del diritto naturale, il giudizio negativo sulla vita e sulla
procreazione mina le basi stesse della società, della famiglia e della
civiltà in genere.
6. Elementi gnostici nel Medioevo e nel mondo moderno
Se la rilevanza dello
gnosticismo declina a partire dal secolo IV, dopo il quale per gli studiosi non
si può più parlare di gnosticismo in senso vero e proprio, il fenomeno
sopravvive anche in quelli successivi, assume nuove forme e raggiunge talvolta
dimensioni inquietanti, come con i catari. Scienze pagane come l'alchimia
e l'astrologia, nonché la pubblicazione da parte dell'umanista
Marsilio Ficino (1433-1499), nel 1463, del Corpus Hermeticum, una raccolta
di scritti sapienziali di epoca ellenistica attribuiti a Ermete Trismegisto, contribuiscono
alla diffusione di temi gnostici nella cultura rinascimentale.
In epoca contemporanea
oltre a movimenti, per lo più elitari, che si richiamano esplicitamente
a correnti gnostiche del passato, non sono mancati tentativi d'identificare
caratteri gnostici in fenomeni culturali moderni anche molto diversi: dalla mancanza
di senso dell'esistenza terrena, come nel caso del nichilismo oppure dell'esistenzialismo,
al rifiuto di accettare la realtà naturale con progetti d'interventi
radicali, come nel caso delle manipolazioni genetiche.