Il
papa è infallibile?
Nel corso dei secoli
si sono succeduti centinaia di papi nella chiesa cattolica romana. I papi si definiscono
infallibili quando si pronunciano "in materia di fede e di costume".
Purtroppo, in nome della loro presunta infallibilità i papi inducono folle
immense di persone a seguire insegnamenti e cerimonie che non provengono dalla
Parola di Dio.
Del dogma dell'infallibilità papale non vi è alcuna traccia nella
Bibbia, come pure non vi è scritto che Cristo costituì Pietro "primo
papa" (si veda, in proposito, questa pagina).
Il titolo di papa fu anzi rifiutato da molti vescovi agli albori del Cristianesimo.
L'infallibilità papale fu invece introdotta ufficialmente da papa Pio IX (1870).
Si noti che anteriormente al concilio Vaticano I, molti Cattolici negavano l'infallibilità
papale. Per esempio, negli Stati Uniti era stato pubblicato il libro "Controversial
Catechism" che recava l'Imprimatur dell'arcivescovo Hughes, in cui c'era
la seguente domanda con la relativa risposta: "Domanda: i cattolici non devono
credere che il papa è infallibile? Risposta: è un invenzione dei
protestanti, e non un dogma della fede cattolica; nessuna sua decisione può
essere vincolante sotto pena di eresia, a meno che non sia accolta ed applicata
dal corpo dottrinale, cioè dai vescovi della Chiesa". Invece questa
domanda fu soppressa nell'edizione successiva del Catechism. La ragione è
evidente: dopo il concilio, l'infallibilità papale si rivelò essere
non un'invenzione dei protestanti, ma un dogma da accettare sotto pena di scomunica.
Nel seguente studio tratto da internet, l'autore cita degli esempi che dimostrano
come molti papi, nel corso dei secoli hanno sottoscritto
eresie e si sono contraddetti a vicenda. Vogliamo quindi ricordare ancora una
volta di attenerci solo al Signore come nostra guida.
* Liberio (352-366) aderì formalmente all'eresia ariana (che negava la
divinità di Gesù Cristo), sottoscrivendo la professione di fede
eretica del concilio di Sermio e giungendo perfino a scomunicare Atanasio che
difendeva la divinità di Cristo. Sia i suoi predecessori che lui stesso
avevano di già condannato l'eresia di Ario; in seguito, i suoi successori
condannarono l'eresia ariana.
* Innocenzo I (401-417) scrisse al concilio di Milevis che i neonati erano obbligati
a ricevere la comunione e che se fossero morti battezzati ma non comunicati, sarebbero
andati all'inferno. In seguito, questa dottrina è stata annullata dal concilio
di Trento nel 1562 (Sess. XXI, cap. IV), e sempre il concilio tridentino ha anatemizzato
chi la sosterrà (Sess. XXI, can. 4).
* Ormisda (514-523) nel 514 dichiarò eretici certi monaci della Scizia,
perché sostenevano che uno della Trinità aveva sofferto la morte
della croce; ma Giovanni II nel 532 dichiarò che quei monaci erano ortodossi
(cioè che sostenevano una dottrina retta).
* Vigilio (537-555) nel 553 con una dichiarazione ufficiale definì conformi
alla dottrina cattolica alcuni scritti denominati 'Tre capitoli' (che lui stesso
aveva condannato nel 548). Ma il quinto concilio ecumenico (Costantinopolitano
II) tenutosi a Costantinopoli nel maggio-giugno 553 dichiarò solennemente
che quegli stessi scritti dovevano essere considerati eretici. Ma Vigilio si risolse
ad accettare il concilio e le sue conclusioni solo l'8 dicembre. Egli ritrattò
le sue recenti posizioni contrarie alla condanna dei 'Tre capitoli', infatti scrisse
al patriarca di Costantinopoli riconoscendo il proprio errore e concludeva dicendogli:
'Pertanto ciò che ho fatto in difesa dei 'Tre capitoli' viene annullato
con la definizione del presente nostro scritto' (Epistola ad Eutichio, Patriarca
di Costantinopoli, dell'8 dicembre 553).
* Gregorio I detto Magno (590-604) disse che i bambini non battezzati vanno diritti
all'inferno e laggiù soffrono per l'eternità. Ora, questa dottrina
è condannata dalla chiesa romana perché essa dice che i bambini
se muoiono non battezzati vanno in un luogo detto limbo (di cui la Bibbia non
parla affatto) e non più all'inferno come invece affermò Gregorio
I. Sempre Gregorio affermò che chi si prendeva il titolo di vescovo universale
era precursore dell'anticristo; mentre Gregorio VII (1073-1085) affermò
che il vescovo di Roma è e deve essere chiamato vescovo universale; ecco
le sue parole: 'Solo il pontefice romano ha il diritto di essere chiamato universale'
(Dictatus papae, punto 2).
* Onorio I (625-638) approvò ed insegnò la eresia dei monoteliti.
Per questa sua presa di posizione fu condannato come eretico dal sesto concilio
ecumenico nel 681. I papi successivi, confermarono la condanna: tra questi Leone
II che nel 682 scrisse all'imperatore Costantino dicendo 'di scomunicare tutti
gli eretici, tra cui Onorio che non fece risplendere la dottrina apostolica in
questa chiesa di Roma'.
* Adriano II (867-872) dichiarò valido il matrimonio civile, mentre Pio
VII (1800-1823) lo condannò.
* Pasquale II (1099-1118) ed Eugenio III (1145-1153) autorizzarono il duello,
mentre Giulio II (1503-1513) e Pio IV (1559-1565) lo proibirono.
* Giovanni XXII (1316-1334) nel 1331 insegnò che le anime dei santi non
avevano la vista di Dio prima della risurrezione della carne. Questa eresia fu
condannata dal suo successore Benedetto XII (1334-1342). E sempre Giovanni XXII
nella Bolla Cum inter nonnullos del 1323 affermò: 'Dire che Cristo e gli
apostoli non possedevano nulla significa travisare le Scritture'; secondo lui
quindi Cristo e gli apostoli non erano vissuti poveri. Questo innanzi tutto contrasta
la Parola di Dio, e in secondo luogo è in piena contraddizione con quello
che avevano affermato i suoi predecessori Onorio III, Innocenzo IV, Alessandro
IV, Bonifacio VIII.
* Sisto V (1585-1590) nel 1590 fece pubblicare una edizione della Vulgata (che
lui personalmente aveva riscritto per correggerne gli errori che esistevano nelle
edizioni pubblicate fino a quel tempo) e con una bolla dichiarò: 'Nella
pienezza del potere apostolico, decretiamo e dichiariamo che questa edizione...
approvata per l'autorità concessaCi dal Signore, dev'essere accolta e considerata
come vera, legittima, autentica e incontestata in tutte le discussioni pubbliche
e private, nelle letture, nelle prediche e nelle spiegazioni'. Poco tempo dopo
la pubblicazione della 'sua' Vulgata Sisto V morì. Ma la Vulgata da lui
pubblicata fu trovata piena di errori. Il cardinale Bellarmino allora per salvare
l'onore di Sisto V suggerì al suo successore Gregorio XIV (1590-1591) di
correggerla e di presentarla al pubblico con il nome di Sisto adducendo delle
scuse. Ecco cosa ebbe a dichiarare nella sua autobiografia il Bellarmino: 'Alcune,
persone, la cui opinione aveva grande peso, ritenevano che dovesse essere proibita
pubblicamente; io non ero dello stesso avviso e dimostrai al Santo Padre che,
invece di proibire la versione della Bibbia in questione, sarebbe stato meglio
correggerla in modo tale da poterla pubblicare senza danni all'onore di papa Sisto.
Ciò si poteva fare eliminando il più presto possibile le modifiche
sconsigliabili e pubblicando poi il volume con il nome di Sisto e una prefazione
in cui si spiegava che nella prima edizione si erano verificati alcuni errori
dovuti alla fretta dei tipografi e di altre persone' (in sostanza il cardinale
gli suggerì di mentire). La Vulgata di Sisto dopo essere stata corretta
fu pubblicata nel 1592 da Clemente VIII (1592-1605) che fu costretto a ritirare
le copie della precedente Vulgata che erano state messe in commercio.
* Paolo V (1605-1621) nel 1616 fece ammonire Galileo Galilei il quale sosteneva
che la terra oltre a muoversi su se stessa gira attorno al sole. In un documento
del Santo Uffizio datato 25 Febbraio 1616 si legge: 'L'Illustrissimo S(ignor)
Cardinal Millino notificò all'Assessore e al Commissario del Santo Officio,
che riferita la censura dei Padri Teologi sulla proposizione del matematico Galileo,
che il sole sia il centro del mondo e immobile di moto locale, e che la terra
si muove anche di moto diurno, il Santissimo (Paolo V) ha ordinato all'Ill.mo
S(ignor) Cardinal Bellarmino, di chiamare dinanzi a sé il predetto Galilei,
e di ammonirlo ad abbandonare la detta opinione; e se rifiuterà di obbedire,
il P(adre) Commissario, di fronte ad un notaio e ai testimoni, lo precetti perché
si astenga totalmente dall'insegnare, difendere o comunque trattare quella dottrina
od opinione; se non acconsentirà sia carcerato'. E così fece il
Bellarmino, e il Galileo diede le garanzie richieste. Ma nel 1632 (sotto Urbano
VIII) il Galileo fece stampare il libro Dialogo di Galileo Galilei delli due Massimi
Sistemi del Mondo, Tolemaico e Copernicano in cui sotto la forma di un dialogo
sosteneva quelle convinzioni che non avrebbe dovuto diffondere. E così
l'Inquisizione lo chiamò a Roma e lo processò condannandolo di eresia.
Nel verdetto emanato contro di lui nel 1633 si legge: '... Diciamo, pronuntiamo,
sententiamo e dichiariamo che tu, Galileo suddetto, per le cose dedotte in processo
e da te confessate come sopra, ti sei reso a questo S Off.o vehementemente sospetto
d'heresia, cioè d'haver tenuto e creduto dottrina falsa e contraria alle
Sacre e divine Scritture, ch'il sole sia centro della terra e che non si muova
da oriente ad occidente, e che la terra si muova e non sia centro del mondo, e
che si possa tenere e difendere per probabile un'opinione dopo essere stata dichiarata
e diffinita per contraria alla Sacra Scrittura...'. E Galileo fu costretto ad
abiurare le sue convinzioni e difatti affermò giurando sul Vangelo: '...
abiuro, maledico e detesto li suddetti errori et heresie, e generalmente ogni
et qualunque altro errore, heresia e setta contraria alla S.ta Chiesa...'. Nel
1822 Pio VII ratificò un decreto dell'Inquisizione autorizzando tutti i
trattati copernicani sull'astronomia, mentre nel 1835 le opere di Copernico, Keplero
e Galileo furono tolti dall'Indice dei libri proibiti. Questo equivalse a dire
che Paolo V e Urbano VIII, nell'insegnare che la terra era immobile e che il sole
gli girava attorno e nel condannare come eretica la tesi di Galileo secondo la
quale la terra ruota attorno a se stessa e attorno al sole, errarono (vedere anche questa pagina).
* Pio IX (1846-1878) nel 1854 decretò l'immacolata concezione di Maria,
dottrina questa che va apertamente contro la Scrittura che insegna che solo Gesù
è stato concepito senza peccato. Ma quello che vogliamo fare notare è
che essa fu condannata da diversi predecessori di Pio IX (come Gelasio I, Gregorio
detto Magno, Innocenzo III e Leone Magno) ed è contraria all'unanime consenso
dei cosiddetti padri.
Questi non sono che alcuni degli esempi di eresie e di contraddizioni che annullano
la dottrina dell'infallibilità del papa. Come può quindi affermare
Giuseppe Perardi nel suo Manuale del Catechista che 'non ci fu mai Papa che abbia
insegnato una dottrina la quale abbia meritato censura; il Papa insegnò
sempre la verità, riprovò l'errore negli altri richiamandoli alla
verità' (Giuseppe Perardi, op. cit., pag. 209) e che egli non può
errare quando definisce dottrine circa la fede?
Come ha potuto questo teologo cattolico fare tali affermazioni, quando papa Adriano
VI nel 1523 disse: 'Se per Chiesa romana si intende il suo capo o pontefice, è
indiscutibile che egli possa errare anche su argomenti concernenti la fede. Lo
fa quando predica l'eresia nei propri giudizi o nelle proprie decretali. In verità
molti pontefici romani furono eretici, e l'ultimo di essi fu papa Giovanni XXII
(1316-1334)' (citato da Peter de Rosa in op. cit., pag. 217)?
E come ha potuto Pio IX, davanti a tanti esempi di papi che hanno insegnato cose
false, dichiarare errata la seguente affermazione: 'I Romani Pontefici (...) in
definire cose di fede e di costumi errarono' (Sillabo degli Errori, XXIII)?
I teologi cattolici dicono addirittura che le decisioni dei papi sono parte della
tradizione che deve essere venerata al pari della Scrittura. Come fanno a dire
ciò, e come possono fidarsi di questa loro tradizione che si contraddice
da sé e contraddice la Parola di Dio?
(da uno scritto di G. Butindaro)
"Invano mi
rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Avendo
tralasciato il comandamento di Dio vi attenete alla tradizione degli uomini ...
Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione
vostra!" (Marco 7:7,8)
"Ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente
eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno
addosso una rovina immediata. Molti li seguiranno nella loro dissolutezza; e a
causa loro la via della verità sarà diffamata." (2 Pietro
2:1-2)