Il cammino cristiano




La legge e la grazia

due riflessioni

 

ANTICO O NUOVO TESTAMENTO?

La Bibbia dice che dobbiamo "dividere rettamente" la Parola di Dio, ma molto spesso tanti sono in disaccordo su come farlo. Tante volte finiscono col dire: si prende quel che ci piace e si lascia quel che non ci piace. Ma questo non è dividere rettamente le Scritture!

Ecco il principio per dividere rettamente la Parola di Verità: Ogni principio presente nell'Antico Testamento che viene ripetuto nel Nuovo Testamento è per noi oggi.

Come esempio, prendiamo in esame uno dei libri del Nuovo Testamento: la prima epistola ai Corinzi. Essa fu scritta dall'apostolo Paolo, che era un predicatore della grazia; egli predicava che non siamo sotto la legge mosaica ma sotto la grazia, e di questo egli ha scritto in continuazione. Senza dubbio egli è un predicatore del Nuovo Testamento.
Notiamo però che nell'intero capitolo di 1 Corinzi 10 egli, per dimostrare qualcosa, usa costantemente le Scritture dell'Antico Testamento. Osserviamo i versi 1 e 2: "Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, passarono tutti attraverso il mare, furono tutti battezzati nella nuvola e nel mare..."
Questo brano fa riferimento a Esodo 13 e 14, dove leggiamo della nuvola, della divisione del Mar Rosso e di come gli Israeliti vi passarono attraverso sulla terra asciutta, cosa che simboleggiava il battesimo. Erano praticamente ricoperti d'acqua, sebbene non una goccia li sfiorò. Paolo sta facendo riferimento all'Antico Testamento. Guardiamo anche il verso 3: "E tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale." Si riferisce a Esodo 16, quando Dio diede la manna dal Cielo. Essa venne chiamata cibo spirituale. Verso 3: "E tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: perché bevvero dalla Roccia spirituale che li seguiva: a quella Roccia era Cristo." Questo si riferisce a Esodo 17, quando Mosè prese il suo bastone e colpí la roccia, e Dio fece zampillare l'acqua dalla dura pietra. Notate come Paolo fa riferimento a parecchi fatti del Vecchio Testamento. Verso 5: "Ma con molti di loro Dio non si compiacque: poiché furono abbattuti nel deserto". Si riferisce a Numeri 13 e 14. Essi si rifiutarono di andare nella terra di Israele per ereditarla, e dubitando di Dio dissero, "non riusciremo a prenderla", cosí molti di loro morirono. Ora guardiamo il verso 6: "Or queste cose avvennero per servire da esempio a noi, affinché non siamo bramosi di cose cattive, come lo furono costoro". Dunque, non è sbagliato usare l'Antico Testamento per insegnare ai Cristiani del Nuovo Testamento a fare cose giuste. Paolo lo ha usato, al pari degli altri apostoli.

Ma continuiamo. Verso 7: "Neppure siate idolatri, come furono alcuni di loro, come è scritto: Il popolo si sedette per mangiare e bere, e si alzò per divertirsi". Qui si riferisce a Esodo 22:6. L'Apostolo dice "non siate cosí". Verso 8: "Neppure commettiamo fornicazione, come alcuni di loro commisero, e ne caddero in un giorno ventitremila." Sta parlando di Numeri 25. Verso 9: "Neppure tentiamo Cristo, come anche alcuni di loro tentarono, e furono distrutti dai serpenti". Si parla di Esodo 17 (ricordiamo il serpente di rame innalzato in mezzo al campo). Guardiamo il verso 10: "Neppure mormorate, come alcuni di loro mormorarono, e furono distrutti dal distruttore". Si trova, tra i diversi posti, in Esodo 15,16 e 17: infatti essi mormorano parecchie volte.
Ora guardiamo il verso 11: "Ora tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per ammonizione a noi, sui quali sono arrivati gli ultimi tempi". Due volte in questo capitolo, nel verso 6 e nel verso 11, Paolo ci dice senza dubbio che quelle parole dell'Antico Testamento sono per noi, oggi. È stolto e inconsistente obiettare dicendo che non si può applicare l'Antico Testamento a noi oggi. Qui Paolo molto chiaramente sottolinea verso su verso, esperienza su esperienza nel Vecchio Testamento, per dimostrare qualcosa che i Cristiani dovrebbero fare proprio oggi. E non è finita qui. Nel resto del capitolo egli procede nella stessa maniera.

Possiamo perciò prestare fede all'Antico Testamento. Qual è però la regola da seguire? Ogni principio dell'Antico Testamento ripetuto nel Nuovo Testamento è per noi oggi.
Non c'è dubbio che la salvezza è solo per grazia e non per opere, poiché è scritto:
"l'uomo è giustificato mediante la fede, senza le opere della legge" (Rom. 3:28), e noi non siamo sotto la legge, ma sotto la grazia. Ciò, però, non toglie che l'Antico Testamento contiene molti insegnamenti cui faremmo bene a prestare attenzione, poiché furono scritti "per servire da esempio a noi" (1 Cor. 10:6).

Così, i comandamenti presenti nell'Antico Testamento (non uccidere, non rubare, non servire altri dèi, non concupire, ecc.) sono insegnati anche nel Nuovo Testamento, e noi credenti siamo tenuti ad osservarli per ubbidire a Dio. Allo stesso modo, l'omosessualità era una pratica che Dio nell'Antico Testamento dichiarò di avere in abominio (cfr. Lev. 18:22-29), e vediamo che essa è condannata esplicitamente anche nel Nuovo Testamento (cfr. 1 Cor. 6:9-10, Rom. 1:27, 1 Tim. 1:9-10).

Non troveremo mai un verso del Nuovo Testamento che dice di osservare il sabato. Questa è la ragione per cui non lo facciamo. In esso non troveremo nessun verso che dice che dobbiamo sacrificare un animale. E infatti non lo facciamo. Come pure, non ci viene imposto di pagare la decima (nel Nuovo Testamento essa è citata solo da Gesù riguardo ai Farisei, e da Paolo nel discorso su Abraamo e Melchisedec). E così via.

Ma qualunque cosa comandata nell'Antico Testamento e ribadita dal Nuovo Testamento è per noi oggi.




NESSUN GIUSTO?

La Parola di Dio afferma che non esiste alcun uomo che possa ritenersi giusto, e che "non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno" (Eccl. 7:20, Rom. 3:10).
Essa ci dice anche che a causa del peccato entrato nel mondo a causa dell'uomo, l'umanità è caduta; ma ci dà anche la buona notizia (evangelo) che Dio stesso ha provveduto la salvezza, dando per la nostra salvezza il suo proprio Figlio, Cristo Gesù (Rom. 5:17-19), la Parola eterna e vivente di Dio (Giov. 1:1).

Eppure la Parola di Dio ci parla spesso di giusti, ad esempio in 1 Pietro 3:12 leggiamo: "perché gli occhi del Signore sono sui giusti e i suoi orecchi sono attenti alle loro preghiere; ma la faccia del Signore è contro quelli che fanno il male". E anche: "Vi dico che così ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento" (Luca 15:7, si vedano anche i versetti Luca 23:50 e Matteo 1:19).

Oltre a questo, è scritto che "chi pratica la giustizia è giusto, com'Egli è giusto" (1 Giovanni 3:7). Gesù infatti invitò ad osservare i comandamenti (Matteo 19:16-21) e a compiere il bene.

Dunque? Esistono dei giusti oppure no? E la giustizia, si ottiene per mezzo delle opere che compiamo?

I credenti "giudaizzanti" (ad es. alcuni gruppi messianici) credono che sia così, e che non si è salvati per la grazia di Dio ma per le opere che facciamo.

Ai credenti del suo tempo che la pensavano così, l'apostolo Paolo rispose giustamente: "Se la giustizia si ottenesse per mezzo della legge, Cristo sarebbe dunque morto inutilmente" (Galati 2:21). A che scopo credere che Gesù (Yeshua) era il Messia promesso, se per la loro giustificazione continuavano a fondarsi sulla propria giustizia anziché in ciò che ha fatto il Signore?

Torniamo alla domanda: "esistono i giusti?". La parola "giusto" non è usata nel senso di giustificato o salvato, ma nel senso di retto di cuore. I vari Giuseppe e Maria, Lot, Simeone, e altri che la Scrittura definisce "giusti" in quanto uomini retti e timorati di Dio, non erano giustificati per la loro giustizia ma per la loro fede.

Come può l'uomo, peccatore, praticare la giustizia? Quale uomo ama il Signore secondo il comandamento: "con TUTTO il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il prossimo come te stesso" (Luca 10:27) ?
E quale uomo non ha mai trasgredito neppure per sbaglio un comandamento? "Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma la trasgredisce in un punto solo, si rende colpevole su tutti i punti" (Giacomo 2:10).

La realtà è che se per essere giustificati e salvati da Dio bisognasse fare affidamento sull'osservanza della legge mosaica, non ci sarebbe speranza per alcun uomo. Ma, "la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede. Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore; perché siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù" (Galati 3:24-26).

"Infatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica».
E che nessuno mediante la legge sia giustificato davanti a Dio è evidente, perché il giusto vivrà per fede.
Ma la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse».
Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»), affinché la benedizione di Abraamo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù, e ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso."
(Galati 3:10-14)

Concludendo, dunque, sebbene l'ubbidienza ai comandamenti sia fondamentale per ogni cristiano (vedi Giovanni 14:15 e Matteo 5:18), non è su questo o sulle opere che facciamo che possiamo basare la nostra salvezza, ma unicamente sul sacrificio di Gesù Cristo, l'Agnello di Dio. Le opere e l'ubbidienza seguiranno spontaneamente a ogni vera conversione del cuore, e in proporzione alla nostra fedeltà, amore e consacrazione al Signore (ecco il perché delle parole di Gesù in Matteo 25:34-50).

"A Lui che ci ama, e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno e dei sacerdoti del Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen."
(Apocalisse 1:5)


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