IL
RITORNO DI CRISTO: SIAMO PRONTI ?
(1
Tessalonicesi 5:1-11)
di Marco deFelice,
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Nel brano
di 4:13-18, Paolo ci ha insegnato vari fatti importanti che riguardano
quel che succede ai credenti che muoiono prima del ritorno di Cristo,
e cosa succederà quando Gesù ritornerà.
Nel brano che vogliamo considerare oggi, capitolo 5:1-11, Paolo spiega
come la realtà del ritorno di Cristo dovrebbe trasformare il
modo in cui viviamo. Ci esorta a vivere alla luce del ritorno di Cristo.
sarà
senza preavviso
La Bibbia
parla moltissimo del ritorno di Cristo per giudicare il mondo, sia
nell'AT che nel NT. Però, Dio NON rivela QUANDO Cristo ritornerà.
Egli ci chiama ad essere sempre pronti. È inutile parlare di
una data.
Tenendo questo in mente, leggiamo 1 Tessalonicesi 5:1,2.
1
Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che
ve ne scriva; 2 perché voi stessi sapete molto bene che il
giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte.
(1 Tessalonicesi 5:1-2)
Il punto
qui è chiaro: non c'è bisogno che vi scriva riguardo
a una data, perché voi stessi sapete molto bene che il giorno
del SIGNORE verrà senza preavviso, come un ladro viene senza
preavviso. È inutile parlare di quando verrà, la cosa
importante è sapere che quel giorno arriverà sicuramente.
le
conseguenze per chi non è già salvato
Quando Cristo
ritornerà, i non credenti non saranno pronti. Il versetto 3
ci spiega come sarà l'arrivo di Cristo per loro.
"Quando
diranno: pace e sicurezza, allora una rovina improvvisa verrà
loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno."
Tante persone
non credono veramente che Cristo ritornerà per giudicare il
mondo, e perciò, non hanno timore di Dio. Si sentono in pace
e tranquilli per quanto riguarda il giudizio finale, non perché
sanno di essere pronti, ma perché non credono che ci sarà,
o non credono che il metro di Dio sarà tanto difficile da superare.
Vediamo questo stesso atteggiamento nell'AT quando Dio stava per giudicare
Israele e poi Giuda. Egli li aveva avvertiti tante volte tramite i
profeti che avrebbe mandato il giudizio. Ma essi non credevano, e
quando arrivò quel terribile giorno, se ne stavano in pace
e tranquillità.
La situazione oggi è uguale. Dio ci dichiara che Gesù
Cristo ritornerà per giudicare il mondo. Però, le persone
non credono. Non temono il giudizio. Credono di essere al sicuro.
Perciò, quando Cristo arriverà, sarà una rovina
improvvisa per loro. Sarà una rovina terribile, eterna e totale.
In 2 Tess. 1:7-9, impariamo in cosa consisterà:
7
... quando il Signore Gesù apparirà dal cielo con gli
angeli della sua potenza, 8 in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta
di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al
vangelo del nostro Signore Gesù. 9 Essi saranno puniti di eterna
rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua
potenza.
Al ritorno
di Cristo, i non salvati saranno respinti
eternamente dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza.
La porta del cielo sarà chiusa per sempre a loro.
1 Tessalonicesi
5:3 ci fa capire che non ci sarà scampo in quel giorno. Al
momento della morte, o al momento del ritorno di Cristo per chi sarà
ancora in vita, la porta alla salvezza sarà chiusa. Non ci
sarà alcun modo di chiedere misericordia, non ci sarà
modo di chiedere un'altra possibilità. Chi non sarà
già dentro, resterà fuori, respinto per sempre dalla
presenza del Signore.
Badate
di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se non
scamparono quelli, quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava
oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle
a colui che parla dal cielo (Ebrei 12:25)
Chi non si
ravvede oggi, prima della morte, e prima del ritorno del Signore,
non avrà alcuna speranza, sarà sottoposto ad eterna rovina, respinto da Dio.
Per rendere ancora più vivido e chiaro l'insegnamento, Paolo
paragona la rovina improvvisa di coloro che non sono salvati alle
doglie di una donna incinta. Una donna incinta non sa esattamente
il giorno e l'ora in cui inizieranno le doglie. Ma esse inizieranno,
senza possibilità di scampo. Così è per il giudizio
di Dio. Non si conosce il giorno, ma arriverà sicuramente.
Quanto sarà terribile per coloro che avranno rifiutato di cercare
Dio con tutto il loro cuore. Quando Cristo ritornerà, sarà
per essi una terribile sorpresa.
v.
5:4-7 restiamo svegli, come figli della luce
Iniziando
al v.4, Paolo descrive quanto sarà diverso per chi è
veramente salvato. Leggiamo i vv.4-7.
4
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno
abbia a sorprendervi come un ladro; 5 perché voi tutti siete
figli di luce e figli del giorno; noi non siamo della notte né
delle tenebre. 6 Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e
siamo sobri; 7 poiché quelli che dormono, dormono di notte,
e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte. (1 Tessalonicesi
5:4-7)
v.4
quel giorno non dovrà sorprenderci
Per noi che
siamo veramente salvati, il ritorno di Cristo non deve sorprenderci.
Non conosciamo la data, ma sappiamo che Cristo ritornerà.
Supponiamo che mia madre mi scriva, e dica che arriverà, senza
dirmi la data. Non so la data, ma quando arriverà, non sarò
sorpreso, anzi, sarò gioioso. Pur non conoscendo la data, giorno
per giorno, guarderò dalla finestra, sperando di vederla. Quando
finalmente la vedrò, avrò grande gioia. Così
sarà per coloro che aspettano il ritorno di Cristo. Essi non
saranno sorpresi di vederLo.
Ascoltiamo alcuni versetti che parlano di come un credente deve vivere,
alla luce della realtà del ritorno di Cristo.
Ormai
mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto
giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche
a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione. (2 Timoteo 4:8)
12 E ci insegna a rinunziare all'empietà e alle passioni mondane,
per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo,
13 aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro
grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù. (Tito 2:12-13)
11 Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali
non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà,
12 mentre attendete e affrettate la venuta del giorno di Dio, in cui
i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si scioglieranno!
(2 Pietro 3:11-12)
La verità
in questi versetti è chiara. Ogni vero figlio di Dio vive in
attesa del ritorno di Cristo. Non sa il momento, ma non vede l'ora.
Quando Cristo ritornerà, il vero credente non sarà sorpreso.
Sarà gioioso.
Che contrasto con coloro che non sono salvati! Non stanno aspettando
il ritorno di Cristo. Saranno sorpresi, con un terribile spavento
ed un terrore che durerà per tutta l'eternità.
v.5
siamo figli della luce
Al v.5, abbiamo
letto che siamo figli della luce. Prima della salvezza, eravamo figli
delle tenebre. Quando Cristo ci ha salvato, ci ha trasportati dalle
tenebre alla luce. Leggiamo di questo in Colossesi 1:12,13:
ringraziando
con gioia il Padre che vi ha messi in grado di partecipare alla sorte
dei santi nella luce. Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio. (Colossesi
1:13)
Prima della
salvezza, eravamo nelle tenebre, schiavi del peccato, come gli altri.
Ora, siamo nel regno di Cristo, nella luce. Perciò, è
essenziale camminare nella luce.
Efesini 5 parla dell'importanza di non avere come compagnia chi ancora
cammina nelle tenebre.
5
Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro
(che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e
di Dio. 6 Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è
per queste cose che l'ira di Dio viene sugli uomini ribelli. 7 Non
siate dunque loro compagni; 8 perché in passato eravate tenebre,
ma ora siete luce nel Signore. Comportatevi come figli di luce, 9 poiché
il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà,
giustizia e verità, 10 esaminando che cosa sia gradito al Signore.
11 Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto
denunciatele; 12 perché è vergognoso perfino il parlare
delle cose che costoro fanno di nascosto. (Efesini 5:5-12)
Avendo la
grande benedizione di appartenere alla luce, camminiamo nella luce.
il
dunque: v.6 non dormiamo
Al v.6, arriviamo
ad un importante dunque. Finora, Paolo ci ha ricordato delle meravigliose
benedizioni che abbiamo in Cristo. In Cristo, abbiamo una speranza
viva, così che, anziché temere il ritorno di Cristo,
possiamo aspettarlo con gioia. Per la grazia di Dio siamo diventati
figli di Dio. Ora, egli spiega come dovremmo vivere alla luce di questa
realtà. Leggiamo i vv.6,7:
6
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri; 7 poiché
quelli che dormono, dormono di notte, e quelli che si ubriacano, lo
fanno di notte. (1 Tessalonicesi 5:6-7)
Alla luce
di tutto questo, e alla luce della realtà del ritorno di Cristo,
Paolo ci esorta a non dormire come gli altri, ma a vegliare e a essere
sobri. Consideriamo il senso dell'esortazione di non dormire.
Per capire meglio questa esortazione, consideriamo il sonno fisico.
Quando una persona è veramente addormentata, sa poco o niente
della realtà intorno a sé. In quel momento, i suoi sogni
sono la sua realtà.
Spiritualmente, è molto simile. Dormire in senso spirituale
vuol dire non essere coscienti delle realtà spirituali intorno
a noi. Per esempio, vuol dire vivere senza tenere conto del pericolo
spirituale e delle conseguenze spirituali che ci sono per ogni decisione
della vita. Vuol dire agire e decidere in base alle cose del mondo,
e non alle verità spirituali.
Chi pecca dorme spiritualmente, perché è sveglio ai
piaceri del peccato, ma addormentato alla realtà del giudizio.
Quindi, in base al fatto che siamo figli della luce, salvati per mezzo
di Gesù Cristo, Paolo ci esorta a rimanere svegli alla realtà
spirituale. Anziché dormire, dobbiamo vegliare. Dobbiamo valutare
tutte le cose alla luce dell'eternità, alla luce della Parola
di Dio.
Ogni decisione ha un'importanza spirituale. Perciò vegliare
non vuol dire solamente seguire Cristo nelle decisioni importanti,
ma anche nel modo di gestire quello che facciamo nel nostro tempo
libero, o come spendiamo i soldi, o come ci rilassiamo, o quali amici
frequentiamo. Dio ci chiama ad essere svegli, spiritualmente preparati
e attenti, in tutta la nostra vita. Non è un comandamento limitato.
Dobbiamo renderci conto che ogni decisione deve essere una decisione
spirituale. Dobbiamo valutare tutte le cose nella nostra vita alla
luce della nostra crescita spirituale. Dobbiamo essere spiritualmente
svegli in ogni cosa. Solo così siamo spiritualmente svegli
anziché addormentati.
vv.
6,7 sobri e non ubriachi
Oltre a non
dormire e a rimanere svegli, Paolo ci esorta ad essere sobri, a non
ubriacarci. Nel NT, il senso della parola "sobrio" non è
riferito tanto all'alcol, quanto a un modo di essere tranquilli, seri
e attenti.
Se pensiamo a cosa vuol dire essere sobri e ubriachi in senso fisico,
possiamo capire meglio come Dio vuole che viviamo. Una persona ubriaca
è controllata dall'alcol. Non riesce a concentrarsi bene. Ha
i sensi intorpiditi. Questa è l'ubriachezza fisica.
Si può essere ubriachi anche in senso spirituale. Per esempio,
quando una persona è molto piena dei pensieri del mondo, o
degli impegni mondani, o delle preoccupazioni della vita, o dei piaceri
e dei divertimenti della vita, questo è un tipo di ubriachezza
spirituale, che rende i sensi spirituali intorpiditi.
Per esempio, nella parabola del seminatore e dei quattro tipo di terra,
Gesù parla di quelle persone in cui la verità viene
soffocata dai pensieri della vita.
Contrariamente a questo, Dio ci chiama ad essere sobri, cioè,
a non essere così presi dai tanti pensieri della vita da non
riuscire a essere attenti alle cose spirituali. Dobbiamo restare spiritualmente
svegli in ogni momento.
In senso pratico, mentre gli altri bevono, ovvero, mentre si riempiono
con pensieri sulle cose del mondo, noi, sapendo che siamo in una guerra
spirituale, dobbiamo stare attenti. Mentre gli altri fissano i pensieri
sulle cose di questo mondo, sulla sicurezza economica, sul divertimento,
su tutte quelle cose che il mondo offre, noi dovremmo fissare il nostro
sguardo e la nostra attenzione sulle cose di Dio. Questo è
il senso dell'esortazione di svegliarci ed essere sobri.
v.7
i non salvati
Quelli che
dormono, e quelli che si ubriacano, lo fanno di notte. La notte rappresenta
le tenebre, quando si è lontani dalla luce. Le persone che
commettono peccati, si tengono lontane da Dio. Se chi si definisce
credente cammina nelle tenebre, non mostra di appartenere veramente
a Dio. Camminiamo nella luce, in modo sobrio!
v.
5:8 l'armatura del credente
Allora Dio
ci esorta ad essere sobri. Il versetto 8 ci aiuta a capire come possiamo
applicare quest'esortazione.
Ma
noi, che siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza
della fede e dell'amore e preso per elmo la speranza della salvezza.
(1 Tessalonicesi 5:8)
Il modo di
restare svegli e sobri è rivestirci con la corazza della fede
e dell'amore e prendere per elmo la speranza della salvezza. Consideriamo
come fare questo in senso pratico.
La parola "rivestire" è un verbo che indica azione.
Bisogna farlo, ogni giorno. Chi lavora in ospedale in certi reparti
si copre con guanti di protezione, e lo fa ogni giorno. Similmente,
dobbiamo rivestirci ogni giorno con questa corazza.
La corazza della fede indica la fede in Cristo. In senso pratico,
vuol dire porre la fede in Dio anziché nelle cose di questo
mondo. Vuol dire credere alle verità della Parola di Dio anziché
ai consigli del mondo e al nostro discernimento. Questa fede diventa
una forte corazza che ci protegge dai pericoli spirituali. Questo
è un aspetto del rimanere svegli e sobri.
Poi, siamo chiamati ad avere anche la corazza dell'amore. Abbiamo
già visto in questa lettera quanto è importante crescere
sempre di più nell'amore gli uni per gli altri. Quando abbiamo
la corazza dell'amore, cerchiamo il bene degli altri, anziché
solo il nostro bene e le nostre preferenze. Impegnarci ad amare veramente
gli altri è una forte difesa contro il peccato.
Un'altra parte dell'armatura che ci protegge e che ci permette di
stare svegli e sobri è prendere l'elmo della speranza della
salvezza.
In pratica, vuol dire sperare nel ritorno di Cristo, anziché
nelle cose di questo mondo. Una persona non salvata spera in qualsiasi
cosa tranne che in Dio. C'è chi spera nella sua religione,
chi spera nei soldi, chi in se stesso, chi nella carriera. Un figlio
di Dio deve sperare nel ritorno di Cristo. Questo diventa un elmo
che protegge i suoi pensieri dai tanti inganni del mondo. Anche questo
fa parte dell'essere sobri e svegli.
Invito ciascuno di voi a valutare se stesso, per riconoscere in che
cosa sta sperando.
Dobbiamo proteggere i nostri pensieri, con l'elmo della speranza della
salvezza. È quella l'unica speranza degna per un figlio di
Dio. È l'unica speranza che non ci deluderà.
v.
5:9-10 la base della salvezza: Cristo
Per concludere
questi pensieri, Paolo ci ricorda del fondamento della nostra speranza,
quello che ci permette di vivere nella luce, e non più nelle
tenebre.
v.9-10.
"Dio infatti non ci ha destinati a ira, ma ad ottenere salvezza
per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo, il quale è
morto per noi affinché, sia che vegliamo sia che dormiamo,
viviamo insieme con lui."
Le persone
intorno a noi sono destinate all'ira di Dio, se non si ravvedono e
non si convertono a Cristo. Quest'ira durerà per tutta l'eternità.
Per mezzo dell'opera di Cristo sulla croce per noi, noi che siamo
veramente salvati non siamo destinati più ad ira, perché
Gesù Cristo ha già subito l'ira di Dio per noi.
Invece dell'ira, siamo destinati ad ottenere la salvezza. Per mezzo
dell'opera di Cristo, il nostro destino è avere la vita eterna,
la piena comunione con Dio stesso. I problemi di oggi, le prove, le
difficoltà, saranno tutti dimenticati. Invece, avremo gioia,
senza misura, avremo cuori soddisfatti, come non sono stati mai soddisfatti
in questa vita. Questo è ciò che aspetta ogni figlio
di Dio.
Questa meravigliosa salvezza è per mezzo del nostro Signore
Gesù Cristo. È impossibile ottenere la salvezza per
contro proprio. La salvezza che abbiamo ricevuto è totalmente
per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo.
Nel v. 10, Paolo parla di un risultato del fatto che Cristo è
morto per noi.
"il
quale è morto per noi affinché, sia che vegliamo sia
che dormiamo, viviamo insieme con lui".
Il senso
di vegliare e dormire qui è il senso che abbiamo visto nel
capitolo 4, quando si parlava di quei credenti che erano ancora in
vita, e quelli che avevano lasciato i loro corpi nella morte fisica.
La verità del v.10 è che dal momento che Cristo ci ha
salvati, noi saremo sempre con Lui, sia che siamo fisicamente in vita,
sia che abbiamo lasciato questo corpo con la morte fisica, che qui
viene chiamata "dormire".
Grazie a Dio, non dobbiamo aspettare la fine del mondo per dimorare
in Cristo. Chi è salvato, già è in Cristo, e
può dimorare in Cristo ogni giorno. Infatti, Dio ci esorta
a dimorare in Cristo. Se abbiamo il cuore fisso su Lui, se confessiamo
i nostri peccati giorno per giorno, allora dimoreremo in Cristo, e
avremo già un assaggio della gioia dell'eternità.
v.
5:11 il perciò: possiamo consolarci a vicenda
Paolo conclude
questo brano con un meraviglioso perciò. Ascoltiamo il v.11:
Perciò,
consolatevi a vicenda ed edificatevi gli uni gli altri, come d'altronde
già fate. (1 Tessalonicesi 5:11)
Perciò,
considerando la viva speranza che abbiamo alla luce del ritorno di
Cristo, considerando che per mezzo dell'opera di Cristo non siamo
più schiavi delle tenebre, e che abbiamo la certezza che staremo
sempre con Cristo, alla luce di queste meravigliose verità,
possiamo veramente consolarci ed edificarci.
Chi non ha Cristo può solo consolare con parole vuote. Senza
Cristo non c'è alcuna vera consolazione. Invece chi è
in Cristo può veramente consolare altri veri credenti con le
verità che non cambieranno mai. Le verità di Dio possono
darci pace in qualsiasi prova.
In più, possiamo edificarci l'un l'altro. Edificare vuol dire
rendere più forte. Possiamo edificare aiutandoci l'un l'altro
a conoscere meglio le verità di Dio.
conclusione
Quindi fratelli,
ricordiamo che Cristo ritornerà! Non sappiamo il giorno, ma
sappiamo che sarà il giorno più importante per ogni
persona nel mondo, perché in base alla propria condizione quel
giorno, ciascuno di noi passerà l'eternità o in grandi
tormenti, o in una gioia immensa.
Dio esorta noi che sappiamo di essere salvati per l'opera di Cristo,
a non dormire più, ovvero, a restare pienamente svegli e sobri,
riconoscendo l'importanza di ogni nostra decisione e pensiero. Non
dobbiamo riempirci la testa di tanti pensieri in modo da essere spiritualmente
assopiti.
Abbandoniamo ogni peccato, e qualunque cosa che potrebbe rallentare
la nostra crescita. Poniamo tutta la nostra fiducia in Dio, e non
nei soldi, né nella carriera, né in altre persone, né
in noi stessi, ma completamente e solamente in Dio.
Cerchiamo oggi di dimorare di più nella presenza di Dio, di
goderLo di più, giorno per giorno. Consoliamoci l'un l'altro,
e impegniamoci a edificarci l'uno con l'altro. Grazie a Dio per l'opera
di Cristo, che ci ha trasportato dalle tenebre alla luce eterna! Viviamo
in attesa del ritorno di Cristo!
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