Sulla
bilancia di Dio
L'apostolo
scrive: "Considero... di essere trovato in Lui non con una
giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede
in Cristo: la giustizia che viene da Dio." (Filippesi 3:9)
Nel cielo, in Paradiso, nessuno potrà dire: "sono qui perché
l'ho meritato". La migliore azione fatta dal miglior credente sarebbe comunque
un'opera imperfetta. Pesata da Dio, sarebbe trovata mancante. "Manchiamo
tutti in molte cose" (Giacomo 3:2).
Davanti a Dio è impossibile conservare un'alta opinione di se stessi. Bisogna
confessare come ha fatto Abramo: "Io non sono che polvere e cenere"
(Genere 18:27), o come Giobbe che dice: "Ecco, io sono troppo meschino"
(Giobbe 40:4). Eppure entrambi questi patriarchi erano uomini eccezionali. La
Bibbia dice che tutte le nostre azioni giuste sono come "un abito sporco"
(Isaia 64:5). Persino gli apostoli, i profeti e i martiri non sono altro che dei
peccatori perdonati.
Ognuno di noi ha bisogno del Salvatore. Il più umile dei riscattati sarà
posto nel favore di Dio, e questo solo in virtù dell'opera di Gesù
Cristo; infatti Gesù ha subìto al suo posto il giudizio che i suoi
peccati meritavano.
Quest'opera che il Signore Gesù ha compiuto rende perfettamente giusto
chi crede in Lui, e gli dà accesso alla presenza di Dio, rivestito per
grazia della Sua giustizia.