L'elmo
della salvezza
da
uno scritto di Giacinto Butindaro
"Rivestitevi
della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le
insidie del diavolo; il nostro combattimento infatti non è contro sangue
e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo
mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono
nei luoghi celesti.
Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere
nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.
State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi;
rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi
lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo
della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno.
Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la
parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera
e supplica" (Efesini 6:11-18).
Abbiamo letto: "Prendete anche l'elmo della salvezza" (verso 17). Siccome
l'elmo, il soldato se lo mette sul capo, e Paolo dice che dobbiamo prendere "per
elmo la speranza della salvezza" (1 Tess. 5:8), noi credenti, che abbiamo
creduto al Vangelo di Cristo, ci dobbiamo armare di questo pensiero, e cioè
che noi siamo stati salvati in speranza. Ora, fermo restando che noi che abbiamo
creduto siamo stati salvati dai nostri peccati ed abbiamo la vita eterna in Cristo
Gesù nostro Signore rimane il fatto che ancora non abbiamo ottenuto "la
redenzione del nostro corpo" (Rom. 8:23); questa è la ragione per
cui noi diciamo di aspettare quella che Paolo chiama "la piena redenzione
di quelli che Dio s'è acquistati" (Ef. 1:14), la quale sarà
manifestata quando il nostro Signore Gesù apparirà dal cielo. È
proprio così fratelli; per questo noi figliuoli di Dio in questa tenda,
che è la nostra dimora terrena, "gemiamo" (Rom. 8:23), perchè
desideriamo che ciò che è mortale (il nostro corpo) sia sopravvestito
della nostra abitazione che è celeste. Noi sappiamo che questo nostro buon
desiderio sarà esaudito alla risurrezione dei giusti, quando al suono della
tromba di Dio i morti in Cristo risusciteranno ed i santi che saranno trovati
viventi saranno mutati in un batter d'occhio per andare insieme ai risorti ad
incontrare il Signore nell'aria. Quello è il giorno della nostra salvezza
che noi vediamo avvicinarsi in gran fretta e che abbiamo speranza di vedere. È
vero che quando parliamo della nostra redenzione parliamo di qualche cosa che
non vediamo ma d'altronde non può essere altrimenti perchè "la
speranza di quel che si vede, non è speranza; difatti, quello che uno vede,
perchè lo spererebbe egli ancora?" (Rom. 8:24); ma noi abbiamo la
fede che Dio ci ha dato, la quale è certezza di cose che si sperano, e
sorretti da questa fede, con la pazienza prodotta dalle nostre afflizioni e mediante
la consolazione delle Scritture noi aspettiamo ciò che non vediamo, sicuri
che il Signore Gesù ci salverà dall'ira a venire quando in quel
giorno verrà con gli angeli della sua potenza a prendere tutti i suoi eletti,
per portarci nel cielo. Per entrare nel Paradiso di Dio dobbiamo possedere un
corpo immortale ed incorruttibile perchè "carne e sangue non possono
eredare il regno di Dio" (1 Cor. 15:50), e per ottenerlo dobbiamo aspettare
quel giorno: Dio ha stabilito così, è il suo disegno, quindi fratelli
continuiamo ad attendere il Signore perchè di certo Egli al tempo fissato
da Dio apparirà dal cielo "a quelli che l'aspettano per la loro salvezza"
(Ebr. 9:28) e ci darà un corpo glorioso e potente con il quale potremo
ereditare il Regno eterno del nostro Signore Gesù Cristo.
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