L'idolatria
Nella società odierna, parlando di idoli o di idolatria si è portati subito a pensare a quelle statuette d'oro, d'argento, di legno o di altro materiale, che gli antichi popoli della terra si fabbricavano per rendere loro il culto, adorandole e attribuendo ad esse doti divine o molto spesso identificandole con delle presunte divinità. Leggendo i libri dei
profeti Isaia e Geremia, possiamo trovare la descrizione della loro fabbricazione;
statuette che raggiungevano dimensioni umane rappresentanti "dei domestici",
i cosiddetti terafim. Altre statue raggiungevano dimensioni colossali come
quella eretta nella Pianura di Dura dal re Nebucadnetsar (v. Daniele 3:1). Quindi la civilizzazione dell'uomo avrebbe sconfitto l'idolatria, a noi tanto lontana; invece non è così. Tutt'oggi l'idolatria è presente anche tra le persone cosiddette «civilizzate». Il vero senso dell'idolatria può essere sintetizzato in questa affermazione: L'idolo può essere una persona o una cosa che nel nostro cuore prende il posto di Dio: anche le cose che a noi possono sembrare banali, se occupano nel nostro cuore lo spazio che spetta a Dio, sono idoli. Inoltre, l'amore del denaro, la concupiscenza, l'avarizia, la ghiottoneria sono tutte forme di idolatria. Lo sport, il potere, il sesso, l'io dell'uomo, anche l'amore per una persona possono diventare idoli. Se si mette al posto del Creatore la creatura si entra nell'idolatria. "Fate dunque morire le vostre membra che son sulla terra: fornicazione, impurità, lussuria, mala concupiscenza e cupidigia, la quale è idolatria" (Colossesi 3:5). "Poiché voi sapete molto bene che nessun fornicatore o impuro, o avaro (che è un idolatra), ha eredità nel regno di Cristo e di Dio" (Efesini 5:5). Pensiamo per esempio alle grandi manifestazioni sportive e alla grande attenzione che suscitano; durante i periodi dei mondiali di calcio (dove viene celebrato il "dio pallone"), i giornali, la televisione, i mass-media in genere concentrano l'attenzione dell'intero globo, facendo passare in secondo piano notizie magari ben più importanti. Non c'è nulla di male nello sport o in altre cose, quando queste non invadono la vita dell'uomo al punto di diventare la cosa più importante della vita, prendendo il posto che spetta a Dio solamente. Questo esempio vale naturalmente anche per la musica, la televisione, il denaro, il cibo, e ogni altra cosa. Queste cose non contengono un male in sé ma è il valore che gli dà a volte l'uomo che le rende idoli. Anche l'amore per la propria fidanzata o moglie se ha la priorità nella propria vita al punto di causare una trascuratezza verso Dio, nel servirLo, adorarLo ed amarLo, diventa idolatria (vedi le parole di Gesù in Matteo 10:37). Quindi stiamo attenti a non cadere nell'idolatria, non pensando che essa sia necessariamente il genuflettersi davanti a una statua o il rivolgersi a pratiche occulte o esoteriche, ma dando il giusto valore ad ogni cosa e soprattutto mettendo al primo posto nelle priorità del nostro cuore e della nostra vita di tutti i giorni Gesù Cristo, il nostro Signore e Salvatore.
1.1 DIO, IL CREATORE, SI RIVELA NELLA SUA PAROLA La prima pagina della Bibbia, anzi già le prime parole, ci parlano di Dio, come creatore “dei cieli e della terra” (Genesi 1:1) Viene messo subito in evidenza l’efficacia della Parola di Dio, il legame stretto tra la “Parola creatrice” e la creazione, che non si esaurisce nell’atto creatore (già potente e meraviglioso) ma che dura nel tempo, infatti: "sia la luce e la luce fu". (Genesi 1:2-3) E la luce, così come tutto il creato, c’è ancora!
Evidente è anche l’intenzione di Dio di rivelarsi ed entrare subito in stretto rapporto con la sua creatura più amata: l’uomo. Sia alla creazione, che nel corso di tutti i secoli della storia umana. Dio quindi vuole farsi conoscere, ma è lui che determina i modi, gli aspetti e i tempi della rivelazione. I passaggi biblici in cui Dio rivela qualcosa di sé, dei suoi pensieri, progetti, azioni, sono numerosissimi, e la scelta fatta in questo breve studio, riguarda solo alcuni passaggi che ci rivelano Dio, come “unico Dio”, Creatore, Salvatore, Signore di tutto l’universo, escludendo, quindi, categoricamente, ogni falsa divinità.
Dio,
l’Eterno, vuole che tutti coloro che lo temono, lo cercano e lo adorano,
sappiano e riconoscano chi egli è e ciò che desidera rivelarci di
sé e delle sue opere, e che, a loro volta, divengano suoi testimoni nel
mondo.
Leggendo queste parole, ci mettiamo, se così si può dire, nella “posizione di ascolto” ed a ciascuno di noi il Signore stesso dice:
NON VE N’È ALCUN ALTRO! Se vogliamo dunque adorare il vero Dio, facciamo attenzione a ciò che Lui stesso ci dice, ascoltiamo la sua Parola e lasciamo da parte i nostri personali (o tradizionali) modi di considerare le cose, se la Parola di Dio ci fa vedere altrimenti. Questo breve capitolo, e la lettura di alcuni versetti ci hanno finora detto che Dio è l’unico Dio, Creatore, Eterno, Salvatore, Signore dei cieli e della terra.
2. DIO E LE
IMMAGINI 2.1 PROIBIZIONE DI FARSI IMMAGINI DI DIO. Per prima cosa dobbiamo ricordare una cosa fondamentale: in Genesi sta scritto che "Dio formò l’uomo a SUA immagine…" (1:27) e non siamo autorizzati a farci un dio a NOSTRA immagine, né materiale, né mentale, ma ci è richiesto di ascoltare la sua Parola, per sapere cosa Dio ci dice e vuole da noi. Cosa dice Dio delle immagini che l’uomo fa per adorarlo? Si può immaginare Dio? Possiamo farci delle immagini, delle statue che ci “aiutino” a pensare a Lui?
Si può rappresentare Dio?
Dio, quindi, non desidera che l’uomo, anche se per adorarlo, si serva di immagini: statue, pitture, e rappresentazioni. Per quanto possano essere belle e artistiche non sono gradite a Dio. Dio non vuole essere rappresentato data l’impossibilità di immaginarlo o paragonarlo a qualcosa e VIETA, in maniera categorica, di farsi immagini di altre cose per farne oggetto di culto.
2.2 PROIBIZIONE DI ADORARE IMMAGINI. L’Eterno è un Dio “geloso”: la nostra adorazione deve essere rivolta solo a Lui.
Immagini di cose celesti, immagini di cose terrestri; immagini umane: ogni tipo di statua e immagine è categoricamente proibita.
Prostrarsi, inginocchiarsi, è indiscutibilmente segno di ADORAZIONE, infatti, quando i magi d’oriente cercano Gesù lo cercano non solo per fargli dei doni ma per adorarlo, le indicazioni dei Vangeli sono precise:
ed ancora è Satana stesso a dichiararlo quando nel tentare Gesù, dice:
ed ancora, dopo la resurrezione, Gesù riceve l’adorazione di alcune donne:
È chiaramente espressa, in tutta la Bibbia, la proibizione di farsi immagini di ogni genere: uomo, donna, altri esseri (Deuteronomio 4:16-17). Così porle su altari e colonne, inginocchiarsi, baciarle, accendere candele, incenso, fare offerte varie, portarle in processione, rivolgere loro preghiere è un’abominazione per Dio. Le immagini o immaginette, statue, reliquie, sono IDOLI. Anche il 2° comandamento proibisce l’uso di immagini:
A questo punto ci possiamo domandare se le statue che riempiono le chiese di ogni paese e città, che ornano i crocicchi e le case, servono per “aiutare a ricordarci di Dio”, o se invece CONTRASTANO apertamente la volontà di Dio, ben chiaramente espressa. Dio ha detto esplicitamente: NON vi fate immagini a scopo di culto. Ricordiamo che la sua Parola non si può annullare e non muterà mai (Salmo 119:89). A meno che, a noi, non stiano più a cuore le nostre tradizioni umane (ma Gesù condanna severamente coloro che, in un modo o in un altro lasciano la verità della Parola di Dio, per la tradizione umana!), dobbiamo riconoscere i nostri errori ed allontanarcene.
Sono
“pezzi di legno”, dice Dio stesso, per bocca del profeta Isaia:
Quale efficacia può avere un “pezzo di legno”? Senza altri commenti, leggiamo cosa dice a proposito il profeta Geremia:
E’ competenza dell’artigiano, saper scegliere il pezzo di legno adatto per trarne, secondo una ben precisa domanda commerciale, delle statue sacre o degli oggetti di uso profano. E i profeti come Geremia e Isaia, e apostoli come Paolo, cercano di aprire gli occhi ai loro contemporanei (ed anche a noi) sulla vacuità di farsi un idolo e poi pregarlo.
2.4 COSA NE PENSA DIO DI QUELLI CHE SI RIVOLGONO ALLE STATUE ? "Non hanno intelletto quelli che portano il loro idolo di legno e pregano un dio che non può salvare." (Isaia 45:20) Pensiamo alle innumerevoli processioni, che quasi quotidianamente attraversano l’una o l’altra delle nostre città e villaggi; le statue sono portate a spalla a volte in estenuanti viaggi e corse, tra le grida della folla, come al tempo del profeta Isaia.
Anche
nel Nuovo Testamento, l’apostolo Paolo esorta a “fuggire l’idolatria”
arrivando a dire che il culto reso agli idoli, è in realtà “reso
ai demoni e non a Dio” (1 Corinti 10:19-20).
2.5 È TOLLERABILE AGLI OCCHI DI DIO L’IDOLATRIA? Per l’antico Israele la proibizione era totale, severa, incontestabile. L’appartenenza al popolo di Dio, lo doveva differenziare dagli altri popoli, e dai loro usi. Nello stretto rapporto, tra Dio ed il suo popolo, non suoni strana l’espressione che segue, poiché l’Eterno si è spesso paragonato allo sposo della infedele Israele.
Facciamo dunque nostra l’esortazione di Paolo:
e quella
dell’apostolo Giovanni:
3. BISOGNA
CERCARE DEI MEDIATORI ? Certe chiese, luoghi intenzionalmente destinati ad accogliere fedeli che rendono culto a Dio, sono molto spesso dedicate agli idoli. Portano infatti il nome di “santi”, cioè di persone ritenute pie, da tempo morte e che vengono onorate con statue, feste, processioni, insomma proprio con tutto ciò che Dio non vuole! Possiamo umilmente chiederci se siamo “fedeli” a Dio facendo ciò che egli ci domanda, o invece a lui “infedeli”? La maggior parte delle statue collocate dentro e fuori le chiese cattoliche, non rappresentano neppure il nostro Signore Gesù (Dio non vuole nessun tipo di statua, ma sarebbe umanamente più logico) ma sono statue raffiguranti altre persone. Di alcuni di questi cosiddetti “santi” esistono solo leggende, pie tradizioni e non documenti storici. Recentemente il Papa stesso ha dichiarato che alcuni dei santi tra i più venerati, non erano neppure mai esistiti [nel nuovo calendario liturgico 1969 sono stati eliminati: santa Filomena, santa Veronica, san Gennaro (poi ristabilito), ecc]. La funzione mediatrice dei santi, è una pura invenzione umana. Maria, la mamma di Gesù, e i santi raffigurati nelle immagini, sono dei morti non ancora risuscitati e la Bibbia vieta, con parole severe, qualunque contatto, o tentativo di contatto con l’aldilà.
Nel
capitolo 11 della lettera agli Ebrei vengono citati i “testimoni della fede”,
cioè credenti che ci sono di esempio, ma non una sola parola ci spinge
alla loro “venerazione”. Sono infatti presentati solo per incoraggiare
la nostra fede e perseveranza, affinché “non ci perdiamo d’animo”
(II Corinti 4:1).
Il brano termina non con un incoraggiamento alla venerazione di martiri o santi defunti, ma con un imperativo categorico:
Non solo qui non c’è nessuna indicazione alla “dulia” (culto di venerazione dei santi) ma c’è una raccomandazione ben ferma: prendete pure esempio dalla loro fede, ma “guardando a Gesù”. Si può inoltre notare che, in questo capitolo, neppure un accenno viene fatto a Maria, madre di Gesù. Se veramente le appartenesse tutto ciò che oggi di lei si dice (Immacolata, Ausiliatrice, ecc.) non avrebbe avuto diritto ad almeno un po’ di posto nella lista ed un accenno di venerazione?
È a Dio direttamente che ci si deve rivolgere, nel nome di Gesù Cristo (suo Figliolo), l’unico che ci garantisce di poter accedere al Padre. Infatti:
Gesù
stesso, parlando con i suoi discepoli, dichiara di essere “l’unica
via”, infatti nel vangelo di Giovanni leggiamo queste sue parole:
Gesù è l’unico Salvatore, l’unico nome “nel quale è la nostra salvezza” e l’apostolo Pietro, con coraggio testimonia che:
Nostro unico Salvatore, mediatore ed intercessore è Gesù Cristo; non vi sono altri intermediari:
Ed ancora:
3.3 GLI APOSTOLI NON VOGLIONO ESSERE ADORATI Si può aggiungere che gli apostoli stessi, ancora in vita, RIFIUTAVANO categoricamente qualunque forma di venerazione a loro rivolta.
Qualcuno
può obiettare che Pietro, dopo la morte, è in uno stato differente
rispetto a quando era sulla terra, quindi se ne dedurrebbe che si possa venerarlo,
poiché è spirito vivente nel cospetto di Dio.
Vi sono numerosi esempi di “santi” morti prima della fine della stesura dei Vangeli: (Giovanni Battista) e degli Atti (Santo Stefano primo martire, Giacomo, ecc.) che potrebbero, a ragione, ricevere la venerazione dei credenti rimasti. Invece in nessuno di questi libri, né nelle lettere, né in Apocalisse vediamo che i credenti viventi preghino o invochino questi santi e martiri, né incitino altri a farlo. Come mai? L’apostolo Paolo, fa una affermazione estremamente interessante scrivendo ai Filippesi:
Qui
l’apostolo Paolo dice espressamente che sa di essere più utile, anzi
“necessario” a loro, se rimane vivo, e non morto.
Se il “partire e l’essere con Cristo”, cioè morire ed essere nella gloria, fossero non solo una gioia per Paolo, ma la possibilità di intercessione per i Filippesi, un aiuto per loro, l’apostolo non si sarebbe espresso nei termini inequivocabili che abbiamo letto. I “santi” sono utili agli uomini da vivi, non da morti. Anche il più grande “santo”, cioè credente, da MORTO non può fare NULLA per i vivi e viceversa. È un’abominazione terribile il crederlo; il culto dei morti è di origine satanica.
3.4 GLI ANGELI NON VOGLIONO ESSERE ADORATI Il discorso della venerazione come idolatria, non cambia neppure in relazione agli angeli: infatti neppure gli angeli (spiriti viventi al cospetto di Dio) vanno venerati. Vediamo infatti cosa dice la Parola di Dio a questo proposito.
ADORA IDDIO! Questa esortazione fatta da un angelo all’apostolo Giovanni (che essendo uomo aveva le stesse caratteristiche nostre) deve essere presa alla lettera (e da subito) da coloro che vogliono veramente restare nell’obbedienza alla volontà di Dio. Dobbiamo adorare Iddio direttamente, senza la mediazione di statue che dovrebbero aiutarci a ricordarlo, senza la mediazione di persone che ne prendono il posto… Dobbiamo adorare Iddio senza l’intermediazione dei cosiddetti “santi”; adorare Dio in “spirito e verità” (Giovanni 4:23). Cristo Gesù è l’unico intermediario tra Dio e gli uomini, egli che è Dio rivelatosi in carne:
Gesù cristo è vivente, oggi e in eterno! Ricordiamoci che dobbiamo dare a Dio il culto che lui desidera, e non quello che fa piacere a noi, e che ci viene tramandato dalla tradizione umana.
4. L’IDOLATRIA ESISTE ANCORA
4.1 IL CULTO IDOLATRA ESISTEVA SOLO NELL’ANTICHITÀ? No! Ai tempi di Abramo (circa 1800 a.C.) l’idolatria era diffusa e praticata ovunque e ai tempi in cui Israele era un regno, minacciava il popolo di Dio, ma non si deve pensare che essa sia relegata al passato. L’apostolo Paolo, soggiornando ad Atene, soffriva nel vedere “la città piena di idoli” (siamo nel 60 d.C. circa). "…Or mentre Paolo li aspettava ad Atene, lo spirito gli si inacerbiva dentro a vedere la città piena di idoli." (Atti 17:16) Lo stesso Paolo scriveva invece, poco dopo, ai Tessalonicesi, questo elogio: "…vi siete convertiti dagli idoli a Dio per servire l’Iddio vivente e vero…" (1:9) Se 2.000 anni prima di Cristo, l’uomo era idolatra, se lo era anche ai tempi di Cristo, possiamo dire, che l’uomo non è cambiato neppure oggi 2.000 anni dopo Cristo. Infatti il progresso scientifico e tecnologico non ha migliorato il cuore dell’uomo, che, se non si converte a Dio, resta insanabilmente maligno incline al male (Geremia 17:9).
Quanto Paolo prediceva, si sta realizzando sotto i nostri occhi: gli uomini cercano il dio denaro, il dio piacere, il dio egoismo, il dio ateismo, il dio IO. E nel futuro, le cose, miglioreranno? La Bibbia ci dice di no. Anche negli ultimi giorni, predetti dal libro dell’Apocalisse, si riparla di idolatria, di statue di idoli, malgrado i giudizi spaventosi cui sarà sottoposta l’umanità.
Se fino ad ora abbiamo visto come non sia richiesta da Dio, anzi sia energicamente vietata, la fabbricazione di immagini e statue per adorarle, non si può pensare che sia meno grave l’idolatria che certe persone manifestano per altre persone. Basti pensare al ”delirio” che suscitano gli “idoli” sportivi, o della canzone, o del cinema. Anche alcuni oggetti di uso comune, hanno assunto la funzione di idoli. Fa parte del linguaggio corrente, dire: l’automobile è il suo idolo… come mi piace questa pelliccia, io adoro il visone… io non credo in niente altro che nella scienza …nella politica…. nell’uomo….nella pace…. (che poi è sempre credere nell’uomo), ecc. Ci sono anche altre più nascoste e tenaci forme di idolatria, che potrebbero restare nei meandri bui del nostro cuore tortuoso, se la Parola di Dio non li svelasse. Infatti, l’idolatria è anche nascosta nel cuore.
Se
i precedenti versetti non ci riguardano, forse siamo tra quelli a cui sono rivolti
quelli seguenti….
L’avarizia,
la cupidigia, la ribellione, l’orgoglio, sono tutte forme di idolatria.
Il peccato di idolatria riguarda MOLTI, è un peccato molto più diffuso di quanto non si pensi.
4.3 COSA FARE PER CHI SI SENTE COLPEVOLE DAVANTI A DIO. La Parola di Dio, citata in questa ricerca sull’idolatria, parla chiaro: molti uomini sono idolatri, molti non conoscono il vero Dio, molti lo offendono addirittura con pratiche idolatre che Dio reputa abominevoli. Che fare?
Deve
ravvedersi anche chi è stato idolatra senza rendersene conto, in buona
fede, seguendo ciò che gli era stato insegnato?
Ed
ancora…
Ravvedersi,
pentirsi, rivolgersi a Dio, chiedere ed ottenere il perdono, credere alla Parola
di Dio, tutto ciò è necessario per chi vuole adorare il vero Dio.
Gesù Cristo è venuto sulla terra proprio per salvarci dai nostri peccati, ha preso su di sé la condanna che sarebbe stata per ciascuno di noi. Non c’è peccato che non possa essere perdonato e la Parola di Dio, quando ci fa vedere il nostro peccato, lo fa perché ci possiamo ravvedere, pentire e convertire, lasciando il peccato e scegliendo Dio e la sua Via. Chi si sente colpevole davanti a Dio, ha una speranza, purché esprima il pentimento e richieda a Dio, il perdono:
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