Il
laccio dell'indipendenza
Tornate
all'Eterno, vostro Dio, perché Egli è misericordioso e pietoso,
lento all'ira e pieno di bontà.
Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; si converta egli all'Eterno
che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare.
(Gioele 2:13 - Isaia 55:7)
Ieri, arrivando in ufficio, sorprendo una collega, Sonia, in lacrime. Nonostante
il mio imbarazzo, tento di parlarle e mi confida il suo problema. È sola
con due bambini; il marito l'ha lasciata e gli deve cedere l'alloggio. Chiedo:
"E i suoi genitori?" Ella alza il capo e, con una tristezza pur mista
a una punta d'orgoglio, mi confessa: "Li ho lasciati diciassette anni fa
e non li ho più rivisti!"
Sono più numerosi di quanto pensiamo i giovani che, come Sonia, aspirando
all'indipendenza, lasciano la famiglia, per ritrovarsi, dopo qualche anno, soli
e pieni di rimpianti!
La Bibbia ci parla di un'epoca in cui, in Israele, ognuno faceva quello che gli
pareva bene (Giudici 17:6; 21:25). C'era a quel tempo uno spaventoso decadimento
morale ed accadevano cose abominevoli. Per descrivere la condizione attuale del
mondo pur cristianizzato, si potrebbe usare la stessa espressione. Ognuno vuoi
essere indipendente, fare "quello che gli pare bene", sovente con le
peggiori conseguenze.
Indipendenza da Dio, indipendenza dai genitori, dal coniuge, dalla società...
e poi? La solitudine, l'emarginazione, la perdita di dignità e d'ogni amicizia
solida. Ma, per quanto si sia andati in basso, è ancora possibile il ritorno
verso Dio, poiché "egli non si stanca di perdonare". Ritornare
a lui è tenere conto della sua Parola, è confidarsi nel suo amore.
Allora la vita ritrova il proprio vero significato e dipendere da Dio diventa
una vera gioia.
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