Il cammino cristiano




L'orgoglio


L'orgoglio, coi suoi parenti stretti (amor proprio, suscettibilità, vanità), è il peccato di cui si diffida di meno e quello che è più duro a morire.
Ognuno di noi può verificarlo. Madame de Stael diceva sul suo letto di morte: "Sapete ciò che muore per ultimo nell'uomo? È l'amor proprio".

Dio detesta l'orgoglio più di ogni altra cosa, perché dà all'uomo un posto che appartiene a Dio solo.
L'orgoglio ci priva della comunione con Dio e attira i suoi castighi, perché Dio resiste agli orgogliosi (1 Pietro 5:5).
Non si può dunque fare un torto maggiore al prossimo di quelli che si fa lusingandolo e nutrendo il suo orgoglio: "L'uomo che lusinga il prossimo, gli tende una rete davanti ai piedi" (Prov. 29:5).
Siamo pur certi che il nostro discernimento è troppo limitato per permetterci di apprezzare il grado di pietà del nostro fratello.

Dio solo, che sonda i cuori, discerne, al di là dell'apparenza delle nostre parole e delle nostre azioni, i nostri pensieri segreti e i motivi che ci spingono ad agire.
"Non giudicate nulla prima del tempo, finché sia venuto il Signore, il quale metterà in luce quello che è nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio" (1 Cor. 4:5).
Nell'attesa ricordiamoci che il giudizio più sicuro e migliore è quello che portiamo su noi stessi, quando sappiamo stimare gli altri superiori a noi stessi.

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