I
nostri corpi, come tende
tratto da "Intromissione divina",
di Joni Eareckson Tada, ediz. ADI-Media
Quando da
piccola andavamo in campeggio al mare, pensavo che vivere in una tenda
fosse la più grande delle avventure.
Sabbia sul pavimento? Cosa importa? Le zanzare? Basta una zanzariera.
Sporco o pioggia? Non fa male a nessuno! Vivere in una tenda è
proprio divertente!
Ora, circa trent'anni dopo, la storia è diversa. A me e a mio
marito piace il campeggio, ma non posso starci per molto. Per qualche
motivo vivere in una tenda sembra diventare sempre più estenuante
ogni anno che passa. Sabbia, zanzare, sporco, pioggia? Ve la lascio!
Mi dico dopo quattro o cinque giorni!
Forse è per questo che l'apostolo Paolo (che lavorò
come costruttore di tende) paragonò la vita nei nostri corpi
alla vita in una tenda.
Una tenda
è solamente qualcosa di temporaneo. Possiamo sopportarla solo
per un po'; e ogni anno che passa troviamo sempre più estenuante
vivere in questi corpi.
Non sei contento che non dovremo gemere e bramare per sempre in queste
tende, come dice Paolo in 2 Corinzi 5?
Quando penso
a questo mi viene in mente la storia di Steve Coyle. Steve, che viveva
alle Hawaii, andava a nuotare per un'ora ogni mattina. Un giorno,
un incidente mentre si tuffava danneggiò gravemente la sua
spina dorsale. Si riprese da quell'incidente, ma tre mesi dopo ne
ebbe un altro che lo rese
tetraplegico. Persino in questo stato, Steve non si lamentò
mai della sua paralisi. Riusciva sempre ad inserire delle parole di
lode al Signore in tutte le sue conversazioni.
Mi sarebbe piaciuto che la storia fosse continuata in modo migliore,
ma la verità è che Steve fu colpito dal cancro. Soffrì
moltissimo e dopo aver perso più di 30 kg. andò con
il Signore. Come deve essere stato stanco della sua tenda!
Poco prima di morire, Steve volle mettere in versi alcuni dei suoi
pensieri. Affidò queste righe ad un'amica infermiera.
(Traduzione
letterale)
"Riguardando
ai giorni passati, / pensavo che questa tenda sarebbe durata / perché
l'avevo piantata su un terreno roccioso, / dove le tempeste non
l'avrebbero potuta abbattere. Con molto orgoglio e le mie forze,
/ piantai la tenda sulla mobile sabbia, / là però
i pioli si allentarono e la mia tenda iniziò a tremare, /
ma ero giovane e potevo sopportare / il mondo instabile nel quale
vivevo, / potevo levare la tenda e ripiantarla.
Per molti anni continuai così, / spostando questa vecchia
tenda. / Finché un giorno mi resi conto / che essa aveva
un termine che poteva essere vicino. / Così con molto timore
(ed un tale peso) / cercai Colui che aveva fatto questa tenda. Sì,
il Costruttore di tende, Lui avrebbe saputo / dove doveva andare
una tenda così malandata / per poter essere rimessa a nuovo
e i pioli risistemati.
Andai a Lui sulle mie ginocchia pregando: "Costruttore di tende,
di prego / ristora questa tenda che pensavo durasse, / questo tessuto
che si è consumato così in fretta".
Egli mi guardò con occhi amorevoli / e semplicemente indicò
il cielo. / "Non gemere per una vecchia tenda, / per pareti
di tela consumate. / Perché quella dimora che Io ho costruito
/ ti durerà per l'eternità".