Il concetto di monoteismo nell'antichitàmonoteismo e politeismo alla luce dell'antropologia e dell'archeologia
Testi sacri e antiche religioni 1. Nel libro della
Genesi Dio è chiamato con due nomi: "Elohim" e "Yahweh".
"Elohim" è il plurale di "El" (l'equivalente italiano
di "Dio"). Questo plurale ebraico indica, di fatto, "più
di due". Letteralmente si traduce "Dii", eppure nella Bibbia è
sempre accompagnato dal verbo al singolare. Già in Genesi 1:1 si legge
che nel principio "Elohim (i Dii) creò i cieli e la terra" (Gen.
1:1) e non "crearono" i cieli e la terra. Questo nome viene usato per
sottintendere fin dal principio la Trinità (Padre, Figlio, Spirito Santo,
tre Persone ma al tempo stesso un unico Dio). 2. Gli "dèi"
dei popoli antichi erano conosciuti con molti nomi, dunque la base dell'Ipotesi
Documentaria (JEDP), analizzata in questa serie, è priva di fondamento. 3. Il monoteismo era conosciuto già in tempi antichissimi. Il Libro egiziano dei Morti dimostra che il popolo d'Egitto originariamente credeva in un unico grande Dio e non in molti. Col passare del tempo gli attributi del vero Dio cominciarono ad essere attribuiti a nuove divinità, e in tal modo si sviluppò il politeismo. 4. Questo punto è stato ben documentato, specialmente dal famoso egittologo Sir Wallis Budge nel suo libro "Il Libro dei Morti". Ecco alcune affermazioni tratte dal libro, selezionate dal Papiro di Ani; si tratta di una lode al: "Signore dei cieli... Signore della verità... Creatore degli uomini e degli animali... Sovrano del mondo, il potente valoroso... Colui che ha steso i cieli e ha fondato la terra... Signore dell'eternità... Creatore della luce... Egli ascolta la preghiera dell'oppresso, è misericordioso verso chi Lo invoca, libera il misero dall'oppressore... Egli è il Signore della conoscenza, e la Saggezza procede dalla sua bocca. Egli crea l'erba verde di cui vivono gli armenti. Egli crea i pesci affinché abitino i fiumi, e i volatili piumati nel cielo... Gloria a Te, o Creatore di tutte queste cose, Tu che sei L'UNICO." (pp. 108-110) 5. Wallis Budge spiega: "In seguito alla lettura di questi estratti è impossibile non concludere che le idee degli antichi egizi su Dio erano di carattere molto elevato, ed è chiaro che essi avevano presente una distinzione ben netta tra Dio e gli "dèi"... Qui abbiamo un Unico Dio che non era stato creato, sussisteva da solo ed era onnipotente, e che aveva creato l'universo." (pp. 113,114) 6. Budge vede il monoteismo come il credo originale del popolo egizio, che poi corrompendosi si trasformò in politeismo. Egli spiega in modo convincente che i vari attributi dell'unico Dio furono trasferiti nel tempo a delle divinità minori che il popolo si creò: "La religione egiziana non perse mai interamente l'elemento monoteistico da cui era partita" (p. 115). 7. Budge suggerisce una somiglianza al monoteismo degli Ebrei (p. 115). Un crudo politeismo si sviluppò nella storia egiziana, portando un incremento del numero delle divinità. Questa è una conferma indiretta del fatto che si partì dal monoteismo, e non da "molti dèi". 8. Altri studiosi hanno sostenuto le tesi di Budge. Qualche esempio si trova anche nel suo libro: "In seguito ai loro studi sui testi egiziani, molti egittologi del passato - come Champollion-Figeac, de Rouge, Pierret e Brugsch - giunsero alla conclusione che gli abitanti della Valle del Nilo, fin dai tempi antichi, credevano nell'esistenza di un unico Dio, senza nome, incomprensibile ed eterno." (p. 105) 9. Il famoso egittologo Sir Flinders Petrie sosteneva queste conclusioni. In "La Religione dell'Antico Egitto" (ed. Constable) scriveva: "Nelle religioni e teologie antiche vi sono diverse classi di dèi. Alcuni, come i moderni Indù, si compiacciono di una profusione di dèi e dèe che aumentano continuamente. Altri... non cercano di servire grandi dèi, ma si rivolgono a un esercito di spiriti animistici, demoni, o comunque li si voglia chiamare... Ma tutta la nostra conoscenza sulle posizioni originarie e sulla natura dei grandi dèi dimostra che essi si trovavano in una posizione completamente diversa da quella di questa moltitudine di spiriti. Se il concetto di un solo dio fosse solo un'evoluzione dall'adorazione di questa moltitudine di spiriti, dovremmo poter costatare che l'adorazione di molti dèi precede l'adorazione di un unico dio... Ciò che in realtà troviamo è che il monoteismo è la prima posizione teologica di cui si abbia notizia... Ovunque riusciamo a far risalire il politeismo alle sue fasi iniziali, scopriamo che esso è risultato da combinazioni di monoteismo. In Egitto anche Osiride, Iside e Oro, così noti come triade, si trovano inizialmente come unità separate in luoghi separati: Iside è una dèa vergine, e Oro è un dio solo. Ogni città sembra aver avuto un solo dio, al quale col tempo furono aggiunti altri. Allo stesso modo, le città babilonesi avevano ciascuna il loro dio supremo; la combinazione di questi e la loro alterazione in modo da coesistere in gruppi quando le case furono unite politicamente, dimostra che in principio ciascuno aveva una singola divinità" (monoteismo).
10. Anche altri popoli
erano originariamente monoteisti; conoscevano un solo vero Dio. Il Dr. Arthur
C. Custance scrisse una serie di documenti (The Doorway Papers); in uno di essi
(n. 34) egli dimostra che questa era la situazione di molti popoli, contrariamente
all'opinione di diversi studiosi. 11. Il Dr. Custance fa il punto dell'esame della storia delle civiltà antiche da parte dei primi studiosi: "...si trovarono davanti a un numero incredibile di dèi e dèe e di altre potenze spirituali minori che sembravano essere continuamente in guerra l'una con l'altra ed erano per la maggior parte estremamente distruttive." Nello stesso contesto aggiunge: "Mentre tavolette sempre più antiche venivano rinvenute e riportate alla luce, e le capacità di decifrarle aumentava, l'idea iniziale di un diffuso politeismo cominciò a sgretolarsi e ad essere rimpiazzata da qualcosa di più simile a una gerarchia di esseri spirituali organizzati in una sorta di corte con un unico Essere Supremo che le governava." (p. 3)
12. Il Dr. Custance cita anche altri studiosi; ad esempio, cita Stephen Langdon di Oxford il quale scrisse (in Semitic Mythology, Vol. V, serie Amer., p.xviii): "Può risultarmi difficile far accettare la conclusione che tanto nella religione dei Sumeri quanto in quella dei Semiti, il monoteismo ha preceduto il politeismo..." 13. Langdon sapeva bene che le sue conclusioni sarebbero state rigettate dall'estabilishment ateo. Egli continuò: "La dimostrazione e i motivi per questa conclusione, così contraria alle idee attualmente accettate, sono state rese meticolosamente e con la percezione di un criticismo avverso. Si tratta, io credo, della conclusione della conoscenza e non di un audace preconcetto." 14. Langdon era convinto che il monoteismo aveva preceduto il politeismo. Egli precisò questo punto molto chiaramente: "E' mia opinione che la storia delle più antiche civilizzazioni umane sia un rapido declino dal monoteismo a un politeismo estremo e al culto diffuso di spiriti demoniaci. E' in un senso molto reale la storia della caduta dell'uomo." 15. Langdon continuò a sostenere quest'idea, e lo presentò nuovamente, cinque anni dopo (in The Scotsman) scrivendo: "La storia della religione Sumera, che costituiva la più potente influenza culturale nel mondo antico, poteva essere tracciata mediante iscrizioni fotografiche fin quasi ai primissimi concetti religiosi dell'uomo. Le prove puntano inequivocabilmente a un monoteismo originario; le iscrizioni e i resti letterari delle più antiche popolazioni Semite indicano anche un monoteismo primitivo, e dunque l'origine totemica delle varie religioni Semitiche e di quella Ebraica è ora interamente screditata."
16. Non tutti gli studiosi hanno accettato queste conclusioni, poiché si oppongono alle idee dell'estabilishment sull'evoluzione della religione. Comunque, rispondendo alle argomentazioni contrarie, il Dr. Custance ha dimostrato che nuovi scavi a Tell Asmar (Eshnunna), qualche miglio a sud della moderna Bagdad, hanno confermato le conclusioni di Langdon. 17. Il Dr. Custance cita anche altri studiosi. Uno è il Dr. Henry Frankfort, sul suo terzo referto preliminare sugli scavi: "Oltre ai risultati più tangibili, i nostri scavi hanno dimostrato un fatto nuovo, di cui gli studenti delle religioni babilonesi dovranno da ora in poi tenere conto. Abbiamo ottenuto, per la prima volta per quanto ne sappiamo, materiale religioso completo nella sua installazione sociale. Possediamo una quantità coerente di prove, drivate in quantità quasi uguali da un tempio e dalle case abitate da quelli che adoravano in quel tempio. Siamo così in grado di trarre conclusioni, che non sarebbe stato possibile trarre studiando i ritrovamenti da soli. Ad esempio, abbiamo scoperto che le rappresentazioni sui sigilli dei cilindri, che sono solitamente collegati a vari dèi, possono invece essere tutti fatti rientrare in un quadro coerente in cui un singolo dio è adorato in questo tempio e forma la figura centrale. Sembra, pertanto, che a questo punto i suoi vari attributi non venivano considerati come divinità separate nel panteon Sumero-Accadiano." 18. Queste conclusioni circa un antico monoteismo sono vere anche per altre culture. Il Dr. Custance cita da Max Muller, uno studioso tedesco che era "tra le autorità più conosciute di quest'area". In Lectures on the Science of Language, Muller scriveva: "La mitologia, che era la rovina del mondo antico, è in realtà una malattia del linguaggio. Un mito è una parola, ma una parola che, dall'essere un nome o un attributo, è passata a ricevere un'esistenza sostanziale. La maggior parte degli dèi pagani dei greci, dei romani, degli indù e di altri popoli, non sono altro che nomi poetici, cui gradualmente fu permesso di assumere una personalità divina mai contemplata dai loro ideatori originari." 19. "Eos era il nome dell'alba prima che 'diventasse' una dea, la moglie di Tithonos, il declinare del giorno. Fatum, o Fato, indicava originariamente quello che era stato detto dalla divinità; significava che ciò che era stato detto da Giove non poteva essere cambiato - neanche da Giove stesso. In seguito, il Fato divenne una potenza autonoma, persino più grande di Giove stesso." 20. "Zeus originariamente era il cielo luminoso, in sanscrito "Dyaus". Molte storie parlavano di lui come del dio supremo, e avevano un significato solo nell'indicare il cielo luminoso, il Danae antico, conservato da suo padre nella prigione buia dell'inverno." 21. "Nessuno dubita
che Luna era semplicemente il nome della luna; allo stesso modo del nome Lucina,
anch'esso derivato da lucere, cioè brillare. Anche Ecate era un antico
nome per la luna, il femminile di Ekatos e di Ekatebolos, il sole lontano; e Pirra,
l'Eva dei Greci, non era altro che un nome per la terra rossa, e in particolare
Tessalia. 22. Il Dr. Custance afferma (p. 10): "Per quanto poco Muller abbia condiviso la visione Cristiana della storia spirituale dell'umanità, egli ha però ammesso liberamente: "Vi è un monoteismo che precede il politeismo dei Veda; e anche nell'invocazione degli innumerevoli dèi, il ricordo di un Dio, uno e infinito, appare dietro alla nebbia della fraseologia idolatra come il cielo blu che è nascosto dalle nuvole che passano." (Citato da: Storia della Letteratura Sanscrita)"
23. Il Dr. Custance ha discusso del concetto di monoteismo in altre antiche culture. Lo spazio e il tempo ci impediscono di elaborarle tutte qui in dettaglio, ma egli lo ha fatto riguardo alla Cina, la Grecia, Roma, e il Medio Oriente (pp. 10-14). 24. Egli dichiara: "Le prove dimostrano che l'uomo ha cominciato dalla vera Luce e oggi la sua comprensione è sempre più ottenebrata. La prova di ciò tra le popolazioni primitive si trova in ogni angolo del mondo dove popolazioni simili esistono ancora o sono esistite in tempi recenti. E paradossalmente scopriamo che spesso, più primitivi sono, più semplice e più pura è la loro fede." Il Dr. Custance elabora queste argomentazioni con abbondanti prove, che toccano un ampio gruppo di popolazioni.
25. Le cosiddette popolazioni primitive avevano quest'idea di un solo grande Dio. Sempre il Dr. Custance afferma: "Senza dubbio la ricerca più interessante sul monoteismo dei popoli primitivi è quella di Wilhelm Schmidt. Sebbene l'opera consistesse originariamente di molti volumi in tedesco, nel 1930 fu pubblicata una traduzione in inglese condensata in un singolo volume." (Citato da: "The Origin and Growth of Religion: Facts and Theories", xvi, p. 302) 26. "Schmidt prima analizza la storia del pensiero sull'origine della religione e il suo sviluppo durante l'ultimo secolo. Egli indica brevemente che Herbert Spencer fu il primo a dare una interpretazione evoluzionistica della "religione", notando che in questo anticipò di sette anni Darwin, come dimostrato dal suo articolo, The Development Hypothesis, apparso in The Leader del 20 Marzo 1852." 27. "Sulla base delle prove attuali è ora chiaro che Spencer era completamente in errore. Spencer sosteneva che i popoli primitivi avevano cominciato ad adorare i loro antenati e che, mentre le civilizzazioni si sviluppavano, questi antenati si raggrupparono 'naturalmente' in gerarchie, le gerarchie divennero ranghi, e i ranghi più elevati furono considerati divinità." 28. E' dunque evidente che molti studiosi moderni sono in errore circa le loro idee sul monoteismo. E' venuto prima il monoteismo, non il politeismo. Il Dr. Custance sottolinea: "Ciò che Schmidt prova conclusivamente è che se le culture primitive vengono raggruppate sulla base del loro livello culturale e questi gruppi vengono sistemati in ordine ascendente, si trova che i gruppi più in basso hanno il concetto più puro di Dio... dai meri cacciatori ai pastori nomadi, ai coltivatori... si scopre fin dall'inizio una fede in un Essere Supremo che non ha né moglie né famiglia." 29. "Sotto di Lui e creati da Lui c'è la prima coppia da cui discende la tribù. Secondo Schmidt troviamo questa forma di credenza tra i Pigmei dell'Africa Centrale, gli Australiani del sud-est, gli abitanti del centro-nord della California, i primitivi Algonkins, ed entro certi limiti anche i Koryaka e gli Aimu." 30. "La falsità
delle teorie di Spencer è qui dimostrata dal fatto che il culto degli antenati
è sviluppato molto debolmente nelle più antiche culture, mentre
una religione monoteistica vi si trova già in modo chiaro e inequivocabile... 31. In quanto all'animismo,
si suppone che esso si sia sviluppato dall'idea che l'uomo ha un'anima, e che
perciò tutte le cose viventi (incluse le piante) avrebbero un'anima o almeno
una "realtà interiore". Così, teoricamente, l'uomo si
sarebbe mosso lungo un percorso evoluzionistico dal credere che l'intero mondo
degli spiriti era personale - arrivando all'animismo e al poli-demonismo (e al
timore di demoni che andavano placati). 32. Nonostante i molti punti di vista contrari, le prove storiche e di altro tipo rigettano l'animismo come la religione "originaria", e indicano che il popolo Giudeo e altri oltre ai Cristiani hanno conosciuto l'unico e vero Dio. 33. Questa posizione è confermata anche dagli studi di uno scrittore moderno, Don Richardson. Nel suo libro "Eternity In Their Hearts" (ed. Regal Books, 1981), egli sfida la conclusione di studiosi come Huxley, Spencer, Tylor e altri: "Costoro avevano appassionatamente ridimensionato ogni pretesa sulle origini soprannaturali della religione. La religione, affermavano essi, si è evoluta mentalmente proprio come le forme biologiche si sono evolute fisicamente. Ma intanto, nel deserto Kalahari, nella foresta Ituri, e in mille altri luoghi, alcuni giovani antropologi stavano arrivando a interrogativi più profondi. Cominciarono a chiedere agli animisti: 'Cosa ne pensate, chi ha fatto il mondo?', ed erano sconvolti dal sentirsi rispondere, spesso con un sorriso felice, il nome di un unico Essere supremo che viveva in cielo. 'E' buono o cattivo?',
era la consueta seconda domanda. "Buono, ovviamente", era immancabilmente
la risposta. 34. Questo naturalmente contrasta con le idee che molti studiosi moderni si sono fatti. Ma, come Richardson dice: "Cominciarono a scoprire quello che migliaia di missionari avevano già scoperto per un centinaio di anni - che circa il 90% delle religioni popolari sono permeate da presupposizioni monoteistiche. Essi sapevano, naturalmente, che Huxley, Tylor e gli altri ne sarebbero stati delusi, per non dire imbarazzati. Alcuni ricercatori possono aver archiviato questo aspetto della loro ricerca per evitare di mettere in imbarazzo i loro "gran sacerdoti" della scienza. E in ogni caso, queste rivelazioni successive non trovarono posto nei primi libri di testo. Risultato: l'antropologia e il pubblico svilupparono un "punto cieco" collettivo! Andrew Lang rimase da solo a protestare contro la soppressione di questi dati contraddittori." 35. "Finalmente,
nel 1920 il Dr. Wilhelm Schmidt, un austriaco, decise di compilare un elenco di
"nomi dell'Onnipotente" che i ricercatori avevano scoperto in giro per
il mondo. 36. "In esso egli rende omaggio a Andrew Lang prima di lui per aver - secondo le parole dell'antropologo Gordon Fraser - 'fatto conoscere al pubblico i fatti, in un tempo in cui era quasi un suicidio intellettuale osare opporsi alla dottrina dell'evoluzione e ai suoi gran sacerdoti'. Fraser stesso, oggi 82enne, ha passato gran parte della sua vita espandendo la ricerca di Lang e Schmidt. La trattazione completa di G. Foucart sul soggetto nell'Encyclopedia of Religion and Ethics conferma la conclusione di questi tre uomini: "La natura, il ruolo, e le caratteristiche di questo 'dio del cielo' universale può essere nascosta sotto le forme più diverse, ma egli è sempre riconoscibile in modo più o meno chiaro dagli storici delle religioni e sempre identico nella sua definizione essenziale... Il 'dio del cielo' ha regnato ovunque. Il suo regno copre ancora l'intero mondo civilizzato. Nessun motivo storico o proto-storico può essere assegnato come causa, né possono la migrazione delle razze o la diffusione dei miti e del folclore offrire la pur minima giustificazione dei fatti. L'universalità del 'dio del cielo' e l'uniformità delle sue caratteristiche essenziali sono la conseguenza logica dell'uniformità del sistema primitivo della cosmogonia." 37. Il Re Salomone lo disse in modo molto più conciso: "Dio ha perfino messo nei cuori degli uomini il pensiero dell'eternità"! (Ecclesiaste 3:11) 38. Richardson elabora i dati di tribù dopo tribù, dimostrando che c'erano inni la cui teologia era chiaramente coerente con la fede in un unico vero Dio. Eccone una selezione, dal popolo Karen di Burma: "Y'wa è
eterno, la sua vita è lunga. 39. Queste persone si riferivano a Lui chiaramente come al Creatore. Un altro inno lo esaltava come tale: "Chi ha creato
il mondo al principio? 40. Un altro inno ringrazia il Dio unico per la sua onnipotenza e onniscienza, pur riconoscendo una mancanza di relazione con Lui: "L'onnipotente
è Y'wa; in Lui non abbiamo creduto. 41. Sembra quasi che queste persone conoscessero la narrazione della Bibbia sulla creazione. Richardson afferma: "La storia della caduta dell'uomo e del suo allontanamento da Dio secondo i Karen contiene paralleli incredibili con il capitolo 1 del libro della Genesi: Y'wa formò il
mondo in principio. Le persone appartenenti al popolo Karen avevano "testardamente seguito la loro religione popolare nonostante gli incessanti tentativi dei birmani di farli diventare Buddisti"... ed essi aspettavano l'arrivo di un fratello bianco da tempi immemorabili, uno che gli avrebbe portato un Libro il cui autore era Y'wa il Dio supremo. 42. Richardson ha riportato molte altre notizie. I suoi scritti dovrebbero essere considerati in ogni seminario teologico e in ogni college biblico! Egli ha anche dimostrato come il termine greco Deos (Dio) ha attraversato alterazioni di pronuncia e alterazioni geografiche, diventando Deos in un'area, Deus in un'altra, e Theos in una terza area. Bastò un ulteriore passo per arrivare a Zeus, un "grande dio" della mitologia greca. I significati gradualmente cambiarono, ma il concetto originario può essere prontamente tracciato alla stessa fonte. 43. Richardson cita diverse famose autorità secolari per evidenziare come queste scoperte hanno "turbato gli evoluzionisti più di qualunque altro fenomeno culturale". Essi non capiscono perché "dei bigotti ignoranti eppur dotati di spirito pratico, possano insistere così fermamente che esiste un Dio vero che è il Creatore dell'umanità". 44. La teoria evoluzionistica si aggrappa all'idea che al concetto di un solo Essere Supremo si sia arrivati solo dopo essere passati, nel tempo, dalle credenze in dèi inferiori, feticci, e politeismo. Ora essi scoprono che le cosiddette tribù "primitive" hanno idee avanzate circa l'unico vero Dio - e dunque sul monoteismo! Ciò è stato imbarazzante per gli atei, che rigettano il concetto di un unico vero Dio: "Gli evoluzionisti, spiega Andrew Lang, sentivano che l'uomo non avrebbe mai postulato una gerarchia di dei, ad esempio, fino a quando ciò non gli fosse stato suggerito da un'analogia terrena - il sorgere di un'aristocrazia nella società umana! Neppure, essi dicevano, l'uomo avrebbe potuto "sognarsi" un Dio supremo, prima dell'evoluzione di un concetto chiamato monarchia nel governo umano! Dato che aristocrazie e monarchie non si trovano nelle cosiddette società "primitive", la teoria degli evoluzionisti ne usciva ridicolizzata, se le culture più semplici ovunque nel mondo si dimostravano piene di concetti altamente sviluppati di un Dio Supremo. E questo è esattamente ciò che queste culture "più semplici" hanno fatto, a migliaia!" 45. Un'ultima citazione da Richardson: "Ancora oggi, se chiedete agli antropologi secolari di commentare le origini e il significato delle presupposizioni monoteistiche nelle migliaia di religioni popolari, la loro risposta solitamente sarà: "Non sappiamo come il concetto abbia avuto origine né quale significato possa avere". Interessante! Ogni qualvolta le cosiddette menti "scientifiche" pensano di avere le prove per negare l'esistenza di Dio, non aspettano di trovare prove solide ma corrono subito a strombazzare - come fece Huxley - le implicazioni anti-religiose di quelle prove davanti al pubblico. Ma non appena una di quelle menti "scientifiche" si trovano davanti a qualcosa che dimostra l'esistenza di Dio, si applicano immediatamente a cercare una minima incoerenza nel discorso e la usano per giustificare il loro rigetto in blocco di tutte le prove." Grazie a Dio per il racconto ispirato della creazione - nel Libro di Dio, la Bibbia!
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