Risposte ai Musulmani
Le seguenti tre obiezioni ci vengono spesso rivolte dai lettori Musulmani riguardo al Messia: 1) Aisa non era il Figlio
di Dio, era solo un profeta.
Perché è importante notare da dove provengono le obiezioni? Semplicemente, perché non si trovano in nessun'altra fonte precedente al Qur'an con l'eccezione di qualche scritto gnostico. In altre parole, le affermazioni che negano che Aisa sia il Figlio di Dio non derivano dallo studio degli antichi testi, ma sono derivate prima dal Qur'an, e poi sono seguite da tentativi di convalidare le affermazioni del Qur'an. Sono state davvero provate?
L'Injil assegna continuamente a Aisa attributi divini che non assegna a nessun altro che a Dio. La testimonianza dell'Injil è che Aisa era pienamente uomo, ma anche pienamente Dio. Che fosse un uomo è ovvio. Aisa necessitava di mangiare e di riposare. Era nato, e il Suo corpo poteva morire. Quando venne ferito, sanguinò. Ma la Sua identità personale era al tempo stesso di piena Deità. Egli era il Figlio di Dio, venuto nel mondo in un corpo umano. Guardiamo alcune delle caratteristiche e degli attributi che l'Injil dà a Aisa:
L'Injil dichiara che Aisa non peccò mai. I suoi stessi discepoli lo confermano in 1 Pietro 2:22, quando l'apostolo disse che Aisa "non commise peccato, e nella Sua bocca non si è trovato inganno". Aisa stesso lo sostenne, dichiarando in Giovanni 8:46, "Chi di voi mi convince di peccato?" Come può Aisa essere solo un profeta se Egli non ha mai peccato? Tutti gli uomini peccano. Il Qur'an, gli Hadith, e l'Injil concordano su questo punto. Anche Muhammad commise degli errori. Aisa non ne commise nessuno. Riguardo ai Suoi miracoli, molti di essi erano simili ai miracoli che erano stati compiuti prima di Lui da altri profeti. Elia moltiplicò miracolosamente l'olio e la farina per la vedova (1 Re 17:16). Aisa moltiplicò miracolosamente pochi pani e pesci al punto che furono sufficienti per nutrire migliaia di persone (Giovanni 6). Eliseo resuscitò un morto (2 Re 4:17-37). Aisa resuscitò un morto (Giovanni 11), e anche molti altri (Matteo 11:5). Comunque, la differenza tra i loro miracoli e i miracoli di Aisa, si trova soprattutto in ciò che essi affermarono. Nessun profeta compì
mai miracoli affermando che quei miracoli testimoniassero la propria divinità.
L'unica cosa che i loro miracoli testimoniavano era che Dio aveva mandato quei
profeti - e questo è tutto ciò che essi affermavano. "Le opere che faccio nel nome del Padre mio, sono quelle che testimoniano di Me". Notiamo che Aisa chiama Dio 'Suo Padre'. Qualche momento dopo disse a quelli che volevano ucciderLo, "Perché mi accusate di blasfemia perché ho detto che sono Figlio di Dio?" Aisa equipara i Suoi miracoli alla Sua identità. Se Egli continuava a dire di essere il Figlio di Dio, e se stava mentendo, come poteva Dio fare quegli incredibili miracoli per mezzo di Lui? I Musulmani dicono che Muhammad era un profeta maggiore di Aisa, eppure Muhammad non compì mai dei miracoli. Anche i profeti venuti prima di Aisa compirono miracoli - Mosè, Samuele, Elia, Isaia, ecc. Perché Muhammad è maggiore di tutti questi, se non compì mai miracoli per provare chi era? Aisa ha una caratteristica che nessun altro profeta prima o dopo di Lui ha mai avuto. Egli conosceva i pensieri degli uomini, prima ancora che essi parlassero. Molte volte nell'Injil, quando i Suoi discepoli erano in disaccordo, o i Suoi nemici Lo accusavano, l'Injil dichiara che Aisa conosceva "ciò che essi stavano pensando", come se Lui potesse leggere i loro pensieri. Guardiamo questi passaggi: Matteo 12:24-26, Marco 2:7-9, Luca 5:20-22. Può Muhammad essere maggiore di Aisa se Aisa era la sola persona che conosceva i pensieri segreti degli uomini? Aisa accettò anche l'adorazione degli altri. Egli fece questo in più di un'occasione. Accettò l'adorazione dei Suoi discepoli. Accettò l'adorazione di quelli che Lui aveva guarito (Matteo 14:33 e Giovanni 9:38). Tutti gli Ebrei reputavano che questa fosse blasfemia, perché accettare di essere adorato significa mettersi al posto di Dio. Eppure Aisa fece esattamente questo, oltre a dichiarare che i Suoi miracoli attestavano il Suo essere il Figlio di Dio, e oltre al fatto che fu l'unico che ha mai vissuto una vita perfetta, e senza alcun peccato. Viste in se stesse singolarmente, queste cose possono non essere abbastanza convincenti, ma messe insieme, così come l'Injil le descrive, diventano una forte dimostrazione di chi Aisa è realmente.
Al contrario, sia a parole che a fatti Aisa affermò di essere l'unigenito Figlio di Dio. Guardiamo alcuni passaggi dall'Injil dove Aisa dice direttamente di essere il Figlio di Dio: In Giovanni 1:48-50
leggiamo: In Giovanni 3:16-18,
Aisa disse di Sè stesso: In Giovanni 11:3-4,
Aisa dichiara di essere il Figlio di Dio: In Matteo 26:63-64
Aisa conferma di essere il Figlio di Dio, il Cristo promesso da Dio: Quest'ultima affermazione è particolarmente importante. In questo passaggio, Aisa viene ufficialmente accusato di blasfemia, che era un'offesa capitale sotto la legge giudaica. Comunque, a quel tempo, gli Ebrei erano sotto il dominio romano, e non avevano il diritto legale di mettere a morte le persone senza il permesso del governo romano. In quel passaggio, a Aisa viene chiesto se Lui è il Cristo, il Figlio di Dio. La risposta di Aisa è: "Tu l'hai detto" (cioè, "è come tu hai detto"). Alcuni Musulmani dicono
che la risposta che Aisa diede era solo un modo per svincolarsi dalle accuse. Eppure,
durante quel confronto Aisa rimase in silenzio. Se gli accusatori avessero frainteso
la sola risposta che Aisa gli aveva dato, certamente Egli avrebbe corretto il loro
errore. Così come in precedenza aveva accettato l'adorazione in tanti casi,
così Egli avrebbe potuto rifiutare di essere riconosciuto come Figlio di
Dio, e di essere condannato per questo motivo. Eppure Egli non rifiutò
quel riconoscimento. C'è ancora un altro motivo per accettare le parole di Aisa nel brano in Matteo, dove riconosce di essere il Figlio di Dio. In quel passaggio, Aisa viene confrontato con un'accusa legale. E' come quando un uomo viene chiamato davanti al giudice in tribunale e il giudice gli chiede: "Come ti dichiari?" E l'avvocato difensore risponde: "Colpevole", o "Non colpevole". Questo è ciò che stava accadendo in Matteo 26:62-64. L'Injil dichiara che Aisa "chiamava Dio Suo Padre, facendosi uguale a Dio" (Giovanni 5:18). Le altre accuse sollevate contro di lui erano false e non ebbero successo, perché Aisa le negò o sfidò i suoi accusatori a portare dei testimoni - ma quando fu accusato di aver detto di essere il Figlio di Dio, Egli non si tirò indietro, anzi rispose: "è come tu dici". In pratica è come se a un processo l'imputato si dichiarasse "colpevole" di ciò che è stato accusato. L'accusa per Aisa era di aver detto di essere il Cristo (cioè il Messia), il Figlio di Dio. Anche l'apostolo Giovanni cita ciò che gli Ebrei dissero ai Romani al termine del processo: "I Giudei gli risposero: «Noi abbiamo una legge, e secondo questa legge egli deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio»" (Giovanni 19:7). Se queste affermazioni di Aisa non erano abbastanza, allora guardate le tante altre affermazioni di altri uomini che erano stati testimoni della Sua vita. L'intero scopo della scrittura dell'Injil è di testimoniare che Aisa è il Figlio di Dio. Se Aisa è il Figlio di Dio, che ha vissuto una vita perfetta e senza peccato, che ha compiuto grandi miracoli a testimonianza della Sua identità, e che ha accettato l'adorazione degli uomini, a cosa servirebbe un altro profeta? Aisa ha davvero predetto la venuta di Muhammad?
Non esiste alcuna testimonianza storica che i primi Cristiani abbiano mai creduto che Aisa avesse predetto la venuta di Muhammad. Certamente se il Signore avesse voluto far sapere che qualcuno di più grande doveva venire, Egli lo avrebbe detto, per prepararci a quell'incontro. Teniamo presente che la venuta di Aisa era così importante e fondamentale per l'umanità che Dio ha dato oltre 300 profezie sulla Sua venuta nell'Antico Testamento della Scrittura. Tutte quelle profezie si sono adempiute precisamente (vedi qui e qui). Eppure non vi è neppure una singola profezia nella Scrittura riguardo alla venuta di Muhammad. Qualche insegnante islamico ha fatto notare che Aisa disse che Egli avrebbe inviato "un altro consolatore" (Giovanni 14:16). Costoro intendono la parola greca "Paracleto" (Consolatore) come riferimento a Muhammad. In realtà, se si legge il brano in questione ci si accorge immediatamente che non è un riferimento a Muhammad. In Giovanni 15:26 Aisa chiama "Paracleto", o "Consolatore", lo Spirito della Verità (cioè lo Spirito Santo). Egli dice che lo Spirito della Verità viene da Dio, e testimonia di Aisa (non di qualcuno o di qualcos'altro all'infuori di Lui). Ciò che è più importante, all'inizio della discussione sul Paracleto in Giovanni 14:16-17, Aisa afferma molto chiaramente: "Egli sarà con voi per sempre". Chiaramente, Muhammad non "sta con noi per sempre". Come può allora Muhammad essere maggiore di Aisa quando più di 300 profezie hanno predetto in dettaglio la venuta di Aisa, mentre non esiste alcuna profezia riguardante Muhammad?
Muhammad è maggiore di Aisa? Come abbiamo visto:
Il Qur'an dice: "Allah non ama lo sleale, il peccatore" (Sura 4:107). Dice anche: "I miscredenti non credano che la dilazione che accordiamo loro sia un bene per essi. Se gliela accordiamo, è solo perché aumentino i loro peccati. Avranno un castigo avvilente." (Sura 3:178). Ma Dio ha dato la Sua verità nell'Injil, che è completamente differente da ciò che dice il Qur'an.
"Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi." (Romani 5:8) Il Messia (il Cristo)
è morto per te. Dio ha fatto questo perché il Suo amore per te è
grande quanto la Sua pazienza, che attende che tu possa arrivare a conoscerLo. "Il Signore... è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento." (2 Pietro 3:9) Anche se l'amore di Dio per te, e la Sua pazienza verso di te, sono così grandi, c'è un'altra verità che spiega perché non conosci il Suo amore personalmente.
"Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Romani 3:23). "...poiché non c'è uomo che non pecchi..." (1 Re 8:46). Il peccato è
parte della nostra natura dell'uomo, che ama fare le cose a modo suo, ribellandosi
a Dio e al Suo piano amorevole per noi. Ma Dio è così perfetto e
puro, che nessuno di noi può soddisfare da solo la Sua santità. C'è un'altra verità che ci rende possibile conoscere Dio, sperimentare il Suo amore, ed essere parte del Suo piano d'amore.
La buona notizia non è che Aisa è venuto a parlarti di Dio. La buona notizia è che Egli è lo stesso Dio che ha voluto dimostrarti personalmente il Suo amore per te sulla croce. "Io sono la via, la verità, e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me." (Giovanni 14:6) Aisa divenne il mezzo per condurci a Dio, quando morì sulla croce al nostro posto, prendendo su di Sè la condanna per i nostri peccati. Dopo tre giorni, Egli resuscitò dai morti, per non morire mai più, come dimostrazione di chi Lui è, e del Suo amore per noi. "Cristo morì per i nostri peccati... fu seppellito... è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture... apparve a Cefa, poi ai dodici. Poi apparve a più di cinquecento..." (1 Corinzi 15:3-6). Sapere queste cose non è abbastanza. C'è una verità alla quale dobbiamo ubbidire per ricevere la salvezza e la certezza della vita eterna.
"Deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge... fissando lo sguardo su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio..." (Ebrei 12:1-2) "A tutti quelli che l'hanno ricevuto Egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel Suo nome" (Giovanni 1:12). "Se confessiamo
i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci
da ogni iniquità."
"Signore Aisa, io credo che Tu sei il Figlio di Dio che morì per i miei peccati sulla croce, e che sei risorto per sempre. Confesso di non aver vissuto una vita che ti potesse piacere, perché non credevo a ciò che Tu hai detto nell'Injil. Ti chiedo di perdonarmi, e di salvarmi. Grazie, perché Tu hai perdonato i miei peccati. Grazie per avermi salvato e avermi fatto conoscere Te, il Figlio di Dio, e il Tuo amore. Ti prego, aiutami a vivere per te con tutto il mio cuore, e tutta la mia vita, per amarTi e servirTi come Tu hai amato me. Dammi la forza di vivere per te, e di condividere il Tuo amore e la Tua verità con gli altri. Grazie per avermi ascoltato e risposto". Hai rivolto la tua
preghiera al Signore? Se si, allora secondo la promessa di Dio, tu sei ora un
Suo figlio mediante la fede che hai in Lui! Il Signore ha dato Se stesso per te,
e per prepararti un luogo perché tu possa stare con Dio per l'eternità.
Lui ti ha amato con tutto Se stesso, fai lo stesso anche tu.
Si vedano anche:
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