Il cammino cristiano




Il referendum sulla fecondazione assistita

contributo a cura di Alessia

 

Da qualche giorno sto riflettendo sul tema di questo referendum e sul fatto che come evangelici, salvo cambiamenti drastici dell'ultima ora non faremo sentire la "nostra opinione" a voce unita.

I quattro quesiti del referendum del 12 e 13 giugno riguardano:

1. La ricerca sugli embrioni umani
2. Limiti alla produzione di embrioni umani
3. Il diritto alla vita del concepito
4. Fecondazione eterologa

Per quanto riguarda me:
1) concordo sul numero massimo di embrioni già concordato con il divieto di congelamento dell'attuale legge. Come sono contraria all'accanimento terapeutico che non possa assicurare un risultato, così credo che Dio abbia un piano anche per quelle coppie che né naturalmente, né con aiuto medico riescano dopo qualche tentativo ad avere un bimbo che sia sangue del proprio sangue.
La possibilità del congelamento apre questioni che ora consideriamo da Star Trek ma che qualcuno ha già "collaudato", come la nascita di un bambino dopo la perdita fisica del proprio coniuge, la nascita di un bambino "quando io lo voglio" fino ad offrire a questi bambini una famiglia vecchia, egoista e "senza scrupoli".

2) non credo che sia necessario vietare una diagnosi prenatale. Sarebbe preferibile insegnare il valore della vita, in qualunque "forma" essa si presenti, anche se "diversamente abile". Delle giovani famiglie che conosco hanno portato avanti le gravidanze e cresciuto con amore i propri figli anche quando la diagnosi fetale aveva messo in evidenza gravi malformazioni del nascituro. Ritengo che sia importante difendere la posizione giuridica del feto come persona impendendo che si cominci a considerare la cellula embrionale un "semplice agglomerato chimico". Mi piace tanto ricordare la frase "Tu mi hai intessuto nel grembo di mia madre ..."

3) personalmente non concordo con la donazione "esterna" di ovuli o sperma. Di nuovo credo che Dio non sbagli quando impedisce ad una coppia di avere un bambino sangue del proprio sangue. E se la maternità è "irresistibile", ci sono tanti bambini non voluti che desidererebbero avere una famiglia amorevole in cui crescere.

4) non potremo mai fermare lo sviluppo della tecnica e della scienza ma io non desidero incoraggiare ciò che ritengo profondamente errato. Se credo che un feto sia un bambino, portatore di tutto il potenziale di crescere, se non concordo con il dare la possibilità alle persone di scegliere ulteriormente il quando far proseguire una vita "lasciata in sospeso" come se fossimo i secondi creatori, non concordo con l'utilizzo di cellule staminali per la ricerca. Quanto ci vorrebbe da questa posizione poi a giustificare la ricerca utilizzando persone "diversamente abili", "gravemente mancanti" e, anche per questo ancora più indifese?
Se speriamo di poter offrire al mondo una vita senza sofferenza, credo che abbiamo perso di vista la vita come la intende Dio. E se Dio stesso non ha evitato la sofferenza a Suo Figlio e a noi suoi figli, perché crediamo noi di poter fare di meglio?
Sinceramente mi trovo sempre più spesso a dire: "Signore, torna presto!" perché mi spaventa vedere cosa l'uomo sta cercando, inutilmente, di fare.





Nel dibattito sul referendum si inserisce la voce di Joni Eareckson-Tada, una donna cristiana evangelica divenuta tetraplegica all’età di 17 anni.

Un articolo pubblicato sul Foglio dello scorso 5 ottobre 2004 - in tempi lontani e in un contesto non collegato a quello dei prossimi referendum italiani - riporta la sua posizione:

«A differenza di Christopher Reeve, di Luca Coscioni e della ex first lady Nancy Reagan, Joni Eareckson Tada crede che sia necessario concentrarsi sullo sviluppo delle terapie che utilizzano cellule staminali adulte, cioè quelle già esistenti nel proprio corpo. [..] Joni è contraria [all'uso di cellule embrionali] e si batte con tenacia perché nessuno tocchi l'embrione. Intanto, spiega, nessuna cellula staminale derivante da un embrione umano è stata mai sperimentata su un uomo, e anche le prove fatte sugli animali continuano a dare problemi. [..]

"È disgustoso disporre della vita umana - ha detto Joni alla Cnn. - Io sono una persona disabile, esposta e vulnerabile in quanto tetraplegica e credo che le persone come me, gli anziani, i deboli, i nascituri siano in pericolo in una società che comincia a smantellare le difese intorno alla vita umana.”»


Le motivazioni di altri che sono per il no oppure per l'astensione:

  • Presentazione in power point sulla Legge 40: procreazione assistita (D. Matino)
  • Comitato Scienza & Vita - Documenti (link)
  • Quattro no per la vita - include il testo completo dei 4 quesiti referendari (link)


    Se non hai Powerpoint puoi scaricare qui un visualizzatore gratuito.


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