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1:1 Dio, dopo aver
parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti,
1:2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli
ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato l'universo.
1:3 Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza,
e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto
la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà
nei luoghi altissimi.
1:4 Così è diventato di tanto superiore agli angeli, di quanto
il nome che ha ereditato è più eccellente del loro.
1:5 Infatti, a quale degli angeli ha mai detto: "Tu sei mio Figlio, oggi
io t'ho generato"? e anche: "Io gli sarò Padre ed egli mi sarà
Figlio"?
1:6 Di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: "Tutti gli
angeli di Dio lo adorino!"
1:7 E mentre degli angeli dice: "Dei suoi angeli egli fa dei venti, e dei
suoi ministri fiamme di fuoco",
1:8 parlando del Figlio dice: "Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in secolo,
e lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia.
1:9 Tu hai amato la giustizia e hai odiato l'iniquità; perciò
Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni".
1:10 E ancora: "Tu, Signore, nel principio hai fondato la terra e i cieli
sono opera delle tue mani.
1:11 Essi periranno, ma tu rimani; invecchieranno tutti come un vestito,
1:12 e come un mantello li avvolgerai e saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso,
e i tuoi anni non avranno mai fine".
1:13 E a quale degli angeli disse mai: "Siedi alla mia destra finché
abbia posto i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi"?
1:14 Essi non sono forse tutti spiriti al servizio di Dio, mandati a servire
in favore di quelli che devono ereditare la salvezza?
2:1 Perciò bisogna che ci applichiamo ancora di più alle cose
udite, per timore di essere trascinati lontano da esse.
2:2 Infatti, se la parola pronunziata per mezzo di angeli si dimostrò
ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione,
2:3 come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza? Questa,
dopo essere stata annunziata prima dal Signore, ci è stata poi confermata
da quelli che lo avevano udito,
2:4 mentre Dio stesso aggiungeva la sua testimonianza alla loro con segni e
prodigi, con opere potenti di ogni genere e con distribuzione dello Spirito
Santo, secondo la sua volontà.
2:5 Difatti, non è ad angeli che Dio ha sottoposto il mondo futuro del
quale parliamo;
2:6 anzi, qualcuno in un passo della Scrittura ha reso questa testimonianza:
"Che cos'è l'uomo perché tu ti ricordi di lui o il figlio
dell'uomo perché tu ti curi di lui?
2:7 Tu lo hai fatto di poco inferiore agli angeli; lo hai coronato di gloria
e d'onore;
2:8 tu hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi". Avendogli sottoposto tutte
le cose, Dio non ha lasciato nulla che non gli sia soggetto. Al presente però
non vediamo ancora che tutte le cose gli siano sottoposte;
2:9 però vediamo colui che è stato fatto di poco inferiore agli
angeli, cioè Gesù, coronato di gloria e di onore a motivo della
morte che ha sofferto, affinché, per la grazia di Dio, gustasse la morte
per tutti.
2:10 Infatti, per condurre molti figli alla gloria, era giusto che colui, a
causa del quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, rendesse perfetto,
per via di sofferenze, l'autore della loro salvezza.
2:11 Sia colui che santifica sia quelli che sono santificati, provengono tutti
da uno; per questo egli non si vergogna di chiamarli fratelli,
2:12 dicendo: "Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo
all'assemblea canterò la tua lode".
2:13 E di nuovo: "Io metterò la mia fiducia in lui". E inoltre:
"Ecco me e i figli che Dio mi ha dati".
2:14 Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure
vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva
il potere sulla morte, cioè il diavolo,
2:15 e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi
per tutta la loro vita.
2:16 Infatti, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza
di Abraamo.
2:17 Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa,
per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano
Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo.
2:18 Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può
venire in aiuto di quelli che sono tentati.
3:1 Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione,
considerate Gesù, l'apostolo e il sommo sacerdote della fede che professiamo,
3:2 il quale è fedele a colui che lo ha costituito, come anche lo fu
Mosè, in tutta la casa di Dio.
3:3 Gesù, anzi, è stato ritenuto degno di una gloria tanto più
grande di quella di Mosè quanto chi costruisce una casa ha maggior onore
della casa stessa.
3:4 Certo ogni casa è costruita da qualcuno, ma chi ha costruito tutte
le cose è Dio.
3:5 Mosè fu fedele in tutta la casa di Dio come servitore per rendere
testimonianza di ciò che doveva essere annunziato,
3:6 ma Cristo lo è come Figlio, sopra la sua casa; e la sua casa siamo
noi se manteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e la speranza di
cui ci vantiamo.
3:7 Perciò, come dice lo Spirito Santo: "Oggi, se udite la sua voce,
3:8 non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione, come nel giorno
della tentazione nel deserto,
3:9 dove i vostri padri mi tentarono mettendomi alla prova, pur avendo visto
le mie opere per quarant'anni!
3:10 Perciò mi disgustai di quella generazione, e dissi: "Sono sempre
traviati di cuore; non hanno conosciuto le mie vie";
3:11 così giurai nella mia ira: "Non entreranno nel mio riposo!""
3:12 Badate, fratelli, che non ci sia in nessuno di voi un cuore malvagio e
incredulo, che vi allontani dal Dio vivente;
3:13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, finché si può dire:
"Oggi", perché nessuno di voi s'indurisca per la seduzione
del peccato.
3:14 Infatti siamo divenuti partecipi di Cristo, a condizione che manteniamo
ferma sino alla fine la fiducia che avevamo da principio,
3:15 mentre ci viene detto: "Oggi, se udite la sua voce, non indurite i
vostri cuori, come nel giorno della ribellione".
3:16 Infatti, chi furono quelli che dopo averlo udito si ribellarono? Non furono
forse tutti quelli che erano usciti dall'Egitto, sotto la guida di Mosè?
3:17 Chi furono quelli di cui Dio si disgustò per quarant'anni? Non furono
quelli che peccarono, i cui cadaveri caddero nel deserto?
3:18 A chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli
che furono disubbidienti?
3:19 Infatti vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro incredulità.
4:1 Stiamo dunque attenti: la promessa di entrare nel suo riposo è ancora
valida e nessuno di voi deve pensare di esserne escluso.
4:2 Poiché a noi come a loro è stata annunziata una buona notizia;
a loro però la parola della predicazione non giovò a nulla non
essendo stata assimilata per fede da quelli che l'avevano ascoltata.
4:3 Noi che abbiamo creduto, infatti, entriamo in quel riposo, come Dio ha detto:
"Così giurai nella mia ira: "Non entreranno nel mio riposo!""
E così disse, benché le sue opere fossero terminate fin dalla
creazione del mondo.
4:4 Infatti, in qualche luogo, a proposito del settimo giorno, è detto
così: "Dio si riposò il settimo giorno da tutte le sue opere";
4:5 e di nuovo nel medesimo passo: "Non entreranno nel mio riposo!"
4:6 Poiché risulta che alcuni devono entrarci, e quelli ai quali la buona
notizia fu prima annunziata non vi entrarono a motivo della loro disubbidienza,
4:7 Dio stabilisce di nuovo un giorno - oggi - dicendo per mezzo di Davide,
dopo tanto tempo, come si è detto prima:
"Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!"
4:8 Infatti, se Giosuè avesse dato loro il riposo, Dio non parlerebbe
ancora d'un altro giorno.
4:9 Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio;
4:10 infatti chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie,
come Dio si riposò dalle sue.
4:11 Sforziamoci dunque di entrare in quel riposo, affinché nessuno cada
seguendo lo stesso esempio di disubbidienza.
4:12 Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata
di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l'anima dallo
spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del
cuore.
4:13 E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui;
ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo
render conto.
4:14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso
i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo.
4:15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi
nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in
ogni cosa, senza commettere peccato.
4:16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere
misericordia e trovar grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.
5:1 Infatti ogni sommo sacerdote, preso tra gli uomini, è costituito
per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici
per i peccati;
5:2 così può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti,
perché anch'egli è soggetto a debolezza;
5:3 ed è a motivo di questa che egli è obbligato a offrire dei
sacrifici per i peccati, tanto per sé stesso quanto per il popolo.
5:4 Nessuno si prende da sé quell'onore; ma lo prende quando sia chiamato
da Dio, come nel caso di Aaronne.
5:5 Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto
sommo sacerdote, ma la ebbe da colui che gli disse: "Tu sei mio Figlio;
oggi ti ho generato".
5:6 Altrove egli dice anche: "Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine
di Melchisedec".
5:7 Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì
preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato
esaudito per la sua pietà.
5:8 Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì;
5:9 e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di
salvezza eterna,
5:10 essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec.
5:11 Su questo argomento avremmo molte cose da dire, ma è difficile spiegarle
a voi perché siete diventati lenti a comprendere.
5:12 Infatti, dopo tanto tempo dovreste già essere maestri; invece avete
di nuovo bisogno che vi siano insegnati i primi elementi degli oracoli di Dio;
siete giunti al punto che avete bisogno di latte e non di cibo solido.
5:13 Ora, chiunque usa il latte non ha esperienza della parola di giustizia,
perché è bambino;
5:14 ma il cibo solido è per gli adulti; per quelli, cioè, che
per via dell'uso hanno le facoltà esercitate a discernere il bene e il
male.
6:1 Perciò, lasciando l'insegnamento elementare intorno a Cristo, tendiamo
a quello superiore e non stiamo a porre di nuovo il fondamento del ravvedimento
dalle opere morte e della fede in Dio,
6:2 della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione
dei morti e del giudizio eterno.
6:3 Questo faremo se Dio lo permette.
6:4 Infatti quelli che sono stati una volta illuminati e hanno gustato il dono
celeste e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo
6:5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo futuro,
6:6 e poi sono caduti, è impossibile ricondurli di nuovo al ravvedimento
perché crocifiggono di nuovo per conto loro il Figlio di Dio e lo espongono
a infamia.
6:7 Quando una terra, imbevuta della pioggia che vi cade frequentemente, produce
erbe utili a quelli che la coltivano, riceve benedizione da Dio;
6:8 ma se produce spine e rovi, è riprovata e prossima a essere maledetta;
e la sua fine sarà di essere bruciata.
6:9 Tuttavia, carissimi, benché parliamo così, siamo persuasi
riguardo a voi di cose migliori e attinenti alla salvezza;
6:10 Dio infatti non è ingiusto da dimenticare l'opera vostra e l'amore
che avete dimostrato per il suo nome con i servizi che avete resi e che rendete
tuttora ai santi.
6:11 Soltanto desideriamo che ciascuno di voi dimostri sino alla fine il medesimo
zelo per giungere alla pienezza della speranza,
6:12 affinché non diventiate indolenti ma siate imitatori di quelli che
per fede e pazienza ereditano le promesse.
6:13 Infatti, quando Dio fece la promessa ad Abraamo, siccome non poteva giurare
per qualcuno maggiore di lui, giurò per sé stesso,
6:14 dicendo: "Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente".
6:15 Così, avendo aspettato con pazienza, Abraamo vide realizzarsi la
promessa.
6:16 Infatti gli uomini giurano per qualcuno maggiore di loro; e per essi il
giuramento è la conferma che pone fine a ogni contestazione.
6:17 Così Dio, volendo mostrare con maggiore evidenza agli eredi della
promessa l'immutabilità del suo proposito, intervenne con un giuramento;
6:18 affinché mediante due cose immutabili, nelle quali è impossibile
che Dio abbia mentito, troviamo una potente consolazione noi, che abbiamo cercato
il nostro rifugio nell'afferrare saldamente la speranza che ci era messa davanti.
6:19 Questa speranza la teniamo come un'àncora dell'anima, sicura e ferma,
che penetra oltre la cortina,
6:20 dove Gesù è entrato per noi quale precursore, essendo diventato
sommo sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedec.
7:1 Questo Melchisedec, re di Salem, era sacerdote del Dio altissimo. Egli andò
incontro ad Abraamo, mentre questi ritornava dopo aver sconfitto dei re, e lo
benedisse.
7:2 E Abraamo diede a lui la decima di ogni cosa. Egli è anzitutto, traducendo
il suo nome, Re di giustizia; e poi anche re di Salem, vale a dire Re di pace.
7:3 È senza padre, senza madre, senza genealogia, senza inizio di giorni
né fin di vita, simile quindi al Figlio di Dio. Questo Melchisedec rimane
sacerdote in eterno.
7:4 Pertanto considerate quanto sia grande costui al quale Abraamo, il patriarca,
diede la decima del bottino!
7:5 Ora, tra i figli di Levi, quelli che ricevono il sacerdozio hanno per legge
l'ordine di prelevare le decime dal popolo, cioè dai loro fratelli, benché
questi siano discendenti di Abraamo.
7:6 Melchisedec, invece, che non è della loro stirpe, prese la decima
da Abraamo e benedisse colui che aveva le promesse!
7:7 Ora, senza contraddizione, è l'inferiore che è benedetto dal
superiore.
7:8 Inoltre, qui, quelli che riscuotono le decime sono uomini mortali; là
invece le riscuote uno di cui si attesta che vive.
7:9 In un certo senso, nella persona d'Abraamo, Levi stesso, che riceve le decime,
ha pagato la decima;
7:10 perché egli era ancora nei lombi di suo padre, quando Melchisedec
incontrò Abraamo.
7:11 Se dunque la perfezione fosse stata possibile per mezzo del sacerdozio
levitico (perché su quello è basata la legge data al popolo),
che bisogno c'era ancora che sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di
Melchisedec e non scelto secondo l'ordine di Aaronne?
7:12 Poiché, cambiato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un
cambiamento di legge.
7:13 Infatti, queste parole sono dette a proposito di uno che appartiene a un'altra
tribù, della quale nessuno fu mai assegnato al servizio dell'altare;
7:14 è noto infatti che il nostro Signore è nato dalla tribù
di Giuda, per la quale Mosè non disse nulla riguardo al sacerdozio.
7:15 E la cosa è ancor più evidente quando sorge, a somiglianza
di Melchisedec, un altro sacerdote
7:16 che diventa tale non per disposizione di una legge dalle prescrizioni carnali,
ma in virtù della potenza di una vita indistruttibile;
7:17 perché gli è resa questa testimonianza: "Tu sei sacerdote
in eterno secondo l'ordine di Melchisedec".
7:18 Così, qui vi è l'abrogazione del comandamento precedente
a motivo della sua debolezza e inutilità
7:19 (infatti la legge non ha portato nulla alla perfezione); ma vi è
altresì l'introduzione di una migliore speranza, mediante la quale ci
accostiamo a Dio.
7:20 Questo non è avvenuto senza giuramento. Quelli sono stati fatti
sacerdoti senza giuramento,
7:21 ma egli lo è con giuramento, da parte di colui che gli ha detto:
"Il Signore ha giurato e non si pentirà: "Tu sei sacerdote
in eterno"".
7:22 Ne consegue che Gesù è divenuto garante di un patto migliore
del primo.
7:23 Inoltre, quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché
la morte impediva loro di durare;
7:24 egli invece, poiché rimane in eterno, ha un sacerdozio che non si
trasmette.
7:25 Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo
di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per
loro.
7:26 Infatti a noi era necessario un sommo sacerdote come quello, santo, innocente,
immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli;
7:27 il quale non ha ogni giorno bisogno di offrire sacrifici, come gli altri
sommi sacerdoti, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo; poiché
egli ha fatto questo una volta per sempre quando ha offerto sé stesso.
7:28 La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a debolezza;
ma la parola del giuramento fatto dopo la legge, costituisce il Figlio, che
è stato reso perfetto in eterno.
8:1 Ora, il punto essenziale delle cose che stiamo dicendo è questo:
abbiamo un sommo sacerdote tale che si è seduto alla destra del trono
della Maestà nei cieli,
8:2 ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore, e non un
uomo, ha eretto.
8:3 Infatti, ogni sommo sacerdote è costituito per offrire doni e sacrifici;
è perciò necessario che anche questo sommo sacerdote abbia qualcosa
da offrire.
8:4 Ora, se fosse sulla terra, egli non sarebbe neppure sacerdote, poiché
vi sono coloro che offrono i doni secondo la legge.
8:5 Essi celebrano un culto che è rappresentazione e ombra delle cose
celesti, come Dio disse a Mosè quando questi stava per costruire il tabernacolo:
"Guarda", disse, "di fare ogni cosa secondo il modello che ti
è stato mostrato sul monte".
8:6 Ora però egli ha ottenuto un ministero tanto superiore quanto migliore
è il patto fondato su migliori promesse, del quale egli è mediatore.
8:7 Perché se quel primo patto fosse stato senza difetto, non vi sarebbe
stato bisogno di sostituirlo con un secondo.
8:8 Infatti Dio, biasimando il popolo, dice: "Ecco i giorni vengono, dice
il Signore, che io concluderò con la casa d'Israele e con la casa di
Giuda, un patto nuovo;
8:9 non come il patto che feci con i loro padri nel giorno in cui li presi per
mano per farli uscire dal paese d'Egitto;
perché essi non hanno perseverato nel mio patto, e io, a mia volta, non
mi sono curato di loro, dice il Signore.
8:10 Questo è il patto che farò con la casa d'Israele dopo quei
giorni, dice il Signore: io metterò le mie leggi nelle loro menti, le
scriverò sui loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il
mio popolo.
8:11 Nessuno istruirà più il proprio concittadino e nessuno il
proprio fratello, dicendo: "Conosci il Signore!" Perché tutti
mi conosceranno, dal più piccolo al più grande di loro.
8:12 Perché avrò misericordia delle loro iniquità e non
mi ricorderò più dei loro peccati".
8:13 Dicendo: "Un nuovo patto", egli ha dichiarato antico il primo.
Ora, quel che diventa antico e invecchia è prossimo a scomparire.
9:1 Certo anche il primo patto aveva norme per il culto e un santuario terreno.
9:2 Infatti fu preparato un primo tabernacolo, nel quale si trovavano il candeliere,
la tavola e i pani della presentazione. Questo si chiamava il luogo santo.
9:3 Dietro la seconda cortina c'era il tabernacolo, detto il luogo santissimo.
9:4 Conteneva un incensiere d'oro, l'arca del patto tutta ricoperta d'oro, nella
quale c'erano un vaso d'oro contenente la manna, la verga di Aaronne che era
fiorita e le tavole del patto.
9:5 E sopra l'arca c'erano i cherubini della gloria che coprivano con le ali
il propiziatorio. Di queste cose non possiamo parlare ora dettagliatamente.
9:6 Questa dunque è la disposizione dei locali. I sacerdoti entrano bensì
continuamente nel primo tabernacolo per compiervi gli atti del culto;
9:7 ma nel secondo, non entra che il sommo sacerdote una sola volta all'anno,
non senza sangue, che egli offre per sé stesso e per i peccati del popolo.
9:8 Lo Spirito Santo voleva con questo significare che la via al santuario non
era ancora manifestata finché restava ancora in piedi il primo tabernacolo.
9:9 Questo è una figura per il tempo presente. I doni e i sacrifici offerti
secondo quel sistema non possono, quanto alla coscienza, rendere perfetto colui
che offre il culto,
9:10 perché si tratta solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni,
insomma, di regole carnali imposte fino al tempo di una loro riforma.
9:11 Ma venuto Cristo, sommo sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso un
tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo,
cioè, non di questa creazione,
9:12 è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue
di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato
una redenzione eterna.
9:13 Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa
su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurar la purezza
della carne,
9:14 quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì
sé stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza
dalle opere morte per servire il Dio vivente!
9:15 Per questo egli è mediatore di un nuovo patto. La sua morte è
avvenuta per redimere dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, affinché
i chiamati ricevano l'eterna eredità promessa.
9:16 Infatti, dove c'è un testamento, bisogna che sia accertata la morte
del testatore.
9:17 Un testamento, infatti, è valido quando è avvenuta la morte,
poiché rimane senza effetto finché il testatore vive.
9:18 Per questo neanche il primo patto fu inaugurato senza sangue.
9:19 Infatti, quando tutti i comandamenti furono secondo la legge proclamati
da Mosè a tutto il popolo, egli prese il sangue dei vitelli e dei capri
con acqua, lana scarlatta e issopo, asperse il libro stesso e tutto il popolo,
9:20 e disse: "Questo è il sangue del patto che Dio ha ordinato
per voi".
9:21 Asperse di sangue anche il tabernacolo e tutti gli arredi del culto.
9:22 Secondo la legge, quasi ogni cosa è purificata con sangue; e, senza
spargimento di sangue, non c'è perdono.
9:23 Era dunque necessario che i simboli delle realtà celesti fossero
purificati con questi mezzi. Ma le cose celesti stesse dovevano essere purificate
con sacrifici più eccellenti di questi.
9:24 Infatti Cristo non è entrato in un luogo santissimo fatto da mano
d'uomo, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora alla presenza
di Dio per noi;
9:25 non per offrire sé stesso più volte, come il sommo sacerdote,
che entra ogni anno nel luogo santissimo con sangue non suo.
9:26 In questo caso, egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla creazione
del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato
per annullare il peccato con il suo sacrificio.
9:27 Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di
che viene il giudizio,
9:28 così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per
portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato,
a coloro che lo aspettano per la loro salvezza.
10:1 La legge, infatti, possiede solo un'ombra dei beni futuri, non la realtà
stessa delle cose. Perciò con quei sacrifici, che sono offerti continuamente,
anno dopo anno, essa non può rendere perfetti coloro che si avvicinano
a Dio.
10:2 Altrimenti non si sarebbe forse cessato di offrirli, se coloro che rendono
il culto, una volta purificati, avessero sentito la loro coscienza sgravata
dai peccati?
10:3 Invece in quei sacrifici viene rinnovato ogni anno il ricordo dei peccati;
10:4 perché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga
i peccati.
10:5 Ecco perché Cristo, entrando nel mondo, disse: "Tu non hai
voluto né sacrificio né offerta ma mi hai preparato un corpo;
10:6 non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.
10:7 Allora ho detto: "Ecco, vengo" (nel rotolo del libro è
scritto di me) "per fare, o Dio, la tua volontà"".
10:8 Dopo aver detto: "Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici,
né offerte, né olocausti, né sacrifici per il peccato"
(che sono offerti secondo la legge),
10:9 aggiunge poi: "Ecco, vengo per fare la tua volontà". Così,
egli abolisce il primo per stabilire il secondo.
10:10 In virtù di questa "volontà" noi siamo stati santificati,
mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre.
10:11 Mentre ogni sacerdote sta in piedi ogni giorno a svolgere il suo servizio
e offrire ripetutamente gli stessi sacrifici che non possono mai togliere i
peccati,
10:12 Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per
sempre, si è seduto alla destra di Dio,
10:13 e aspetta soltanto che i suoi nemici siano posti come sgabello dei suoi
piedi.
10:14 Infatti con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che
sono santificati.
10:15 Anche lo Spirito Santo ce ne rende testimonianza. Infatti, dopo aver detto:
10:16 "Questo è il patto che farò con loro dopo quei giorni,
dice il Signore, metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò
nelle loro menti", egli aggiunge:
10:17 "Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro
iniquità".
10:18 Ora, dove c'e perdono di queste cose, non c'è più bisogno
di offerta per il peccato.
10:19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo
per mezzo del sangue di Gesù,
10:20 per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso
la cortina, vale a dire la sua carne,
10:21 e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio,
10:22 avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i
cuori aspersi di quell'aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e
il corpo lavato con acqua pura.
10:23 Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare;
perché fedele è colui che ha fatto le promesse.
10:24 Facciamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci all'amore e alle
buone opere,
10:25 non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare,
ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno.
10:26 Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza
della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati;
10:27 ma una terribile attesa del giudizio e l'ardore di un fuoco che divorerà
i ribelli.
10:28 Chi trasgredisce la legge di Mosè viene messo a morte senza pietà
sulla parola di due o tre testimoni.
10:29 Di quale peggior castigo, a vostro parere, sarà giudicato degno
colui che avrà calpestato il Figlio di Dio e avrà considerato
profano il sangue del patto con il quale è stato santificato e avrà
disprezzato lo Spirito della grazia?
10:30 Noi conosciamo, infatti, colui che ha detto: "A me appartiene la
vendetta! Io darò la retribuzione!" E ancora:
"Il Signore giudicherà il suo popolo".
10:31 È terribile cadere nelle mani del Dio vivente.
10:32 Ma ricordatevi di quei primi giorni, in cui, dopo essere stati illuminati,
voi avete dovuto sostenere una lotta lunga e dolorosa:
10:33 talvolta esposti agli oltraggi e alle vessazioni; altre volte facendovi
solidali con quelli che erano trattati in questo modo.
10:34 Infatti, voi simpatizzaste con i carcerati e accettaste con gioia la ruberia
dei vostri beni, sapendo di possedere una ricchezza migliore e duratura.
10:35 Non abbandonate la vostra franchezza che ha una grande ricompensa!
10:36 Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà
di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso. Perché:
10:37 "Ancora un brevissimo tempo e colui che deve venire verrà
e non tarderà;
10:38 ma il mio giusto vivrà per fede; e se si tira indietro, l'anima
mia non lo gradisce".
10:39 Ora, noi non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione,
ma di quelli che hanno fede per ottenere la vita.
11:1 Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà
che non si vedono.
11:2 Infatti, per essa fu resa buona testimonianza agli antichi.
11:3 Per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio;
così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti.
11:4 Per fede Abele offrì a Dio un sacrificio più eccellente di
quello di Caino; per mezzo di essa gli fu resa testimonianza che egli era giusto,
quando Dio attestò di gradire le sue offerte; e per mezzo di essa, benché
morto, egli parla ancora.
11:5 Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più
trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato
via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio.
11:6 Or senza fede è impossibile piacergli; poiché chi si accosta
a Dio deve credere che egli è, e che ricompensa tutti quelli che lo cercano.
11:7 Per fede Noè, divinamente avvertito di cose che non si vedevano
ancora, con pio timore, preparò un'arca per la salvezza della sua famiglia;
con la sua fede condannò il mondo e fu fatto erede della giustizia che
si ha per mezzo della fede.
11:8 Per fede Abraamo, quando fu chiamato, ubbidì, per andarsene in un
luogo che egli doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere
dove andava.
11:9 Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera,
abitando in tende, come Isacco e Giacobbe, eredi con lui della stessa promessa,
11:10 perché aspettava la città che ha le vere fondamenta e il
cui architetto e costruttore è Dio.
11:11 Per fede anche Sara, benché fuori di età, ricevette forza
di concepire, perché ritenne fedele colui che aveva fatto la promessa.
11:12 Perciò, da una sola persona, e già svigorita, è nata
una discendenza numerosa come le stelle del cielo, come la sabbia lungo la riva
del mare che non si può contare.
11:13 Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse,
ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e
pellegrini sulla terra.
11:14 Infatti, chi dice così dimostra di cercare una patria;
11:15 e se avessero avuto a cuore quella da cui erano usciti, certo avrebbero
avuto tempo di ritornarvi!
11:16 Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò
Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, poiché ha preparato
loro una città.
11:17 Per fede Abraamo, quando fu messo alla prova, offrì Isacco; egli,
che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito.
11:18 Eppure Dio gli aveva detto: "È in Isacco che ti sarà
data una discendenza".
11:19 Abraamo era persuaso che Dio è potente da risuscitare anche i morti;
e riebbe Isacco come per una specie di risurrezione.
11:20 Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose
future.
11:21 Per fede Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e
adorò appoggiandosi in cima al suo bastone.
11:22 Per fede Giuseppe, quando stava per morire, fece menzione dell'esodo dei
figli d'Israele e diede disposizioni circa le sue ossa.
11:23 Per fede Mosè, quando nacque, fu tenuto nascosto per tre mesi dai
suoi genitori, perché videro che il bambino era bello, e non ebbero paura
dell'editto del re.
11:24 Per fede Mosè, fattosi grande, rifiutò di essere chiamato
figlio della figlia del faraone,
11:25 preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio, che godere per breve
tempo i piaceri del peccato;
11:26 stimando gli oltraggi di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto,
perché aveva lo sguardo rivolto alla ricompensa.
11:27 Per fede abbandonò l'Egitto, senza temere la collera del re, perché
rimase costante, come se vedesse colui che è invisibile.
11:28 Per fede celebrò la Pasqua e fece l'aspersione del sangue affinché
lo sterminatore dei primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti.
11:29 Per fede attraversarono il mar Rosso su terra asciutta, mentre gli Egiziani
che tentarono di fare la stessa cosa, furono inghiottiti.
11:30 Per fede caddero le mura di Gerico dopo che gli Israeliti vi ebbero girato
attorno per sette giorni.
11:31 Per fede Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, avendo
accolto con benevolenza le spie.
11:32 Che dirò di più? Poiché il tempo mi mancherebbe per
raccontare di Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide, Samuele e dei profeti,
11:33 i quali per fede conquistarono regni, praticarono la giustizia, ottennero
l'adempimento di promesse, chiusero le fauci dei leoni,
11:34 spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, guarirono
da infermità, divennero forti in guerra, misero in fuga eserciti stranieri.
11:35 Ci furono donne che riebbero per risurrezione i loro morti; altri furono
torturati perché non accettarono la loro liberazione, per ottenere una
risurrezione migliore;
11:36 altri furono messi alla prova con scherni, frustate, anche catene e prigionia.
11:37 Furono lapidati, segati, uccisi di spada; andarono attorno coperti di
pelli di pecora e di capra; bisognosi, afflitti, maltrattati
11:38 loro il mondo non era degno), erranti per deserti, monti, spelonche e
per le grotte della terra.
11:39 Tutti costoro, pur avendo avuto buona testimonianza per la loro fede,
non ottennero ciò che era stato promesso.
11:40 Perché Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, in modo che
loro non giungessero alla perfezione senza di noi.
12:1 Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande
schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente
ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta,
12:2 fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.
Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando
l'infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.
12:3 Considerate perciò colui che ha sopportato una simile ostilità
contro la sua persona da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate
perdendovi d'animo.
12:4 Voi non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato,
12:5 e avete dimenticato l'esortazione rivolta a voi come a figli: "Figlio
mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d'animo quando
sei da lui ripreso;
12:6 perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti
coloro che riconosce come figli".
12:7 Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli;
infatti, qual è il figlio che il padre non corregga?
12:8 Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro
parte, allora siete bastardi e non figli.
12:9 Inoltre abbiamo avuto per correttori i nostri padri secondo la carne e
li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo forse molto di più al Padre
degli spiriti per avere la vita?
12:10 Essi infatti ci correggevano per pochi giorni come sembrava loro opportuno;
ma egli lo fa per il nostro bene, affinché siamo partecipi della sua
santità.
12:11 È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia,
ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in
coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa.
12:12 Perciò, rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti;
12:13 "fate sentieri diritti per i vostri passi", affinché
quel che è zoppo non esca fuori di strada, ma piuttosto guarisca.
12:14 Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale
nessuno vedrà il Signore;
12:15 vigilando bene che nessuno resti privo della grazia di Dio; che nessuna
radice velenosa venga fuori a darvi molestia e molti di voi ne siano contagiati;
12:16 che nessuno sia fornicatore, o profano, come Esaù che per una sola
pietanza vendette la sua primogenitura.
12:17 Infatti sapete che anche più tardi, quando volle ereditare la benedizione,
fu respinto, sebbene la richiedesse con lacrime, perché non ci fu ravvedimento.
12:18 Voi non vi siete avvicinati al monte che si poteva toccar con mano, e
che era avvolto nel fuoco, né all'oscurità, né alle tenebre,
né alla tempesta,
12:19 né allo squillo di tromba, né al suono di parole, tale che
quanti l'udirono supplicarono che più non fosse loro rivolta altra parola;
12:20 perché non potevano sopportare quest'ordine: "Se anche una
bestia tocca il monte sia lapidata".
12:21 Tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: "Sono
spaventato e tremo".
12:22 Voi vi siete invece avvicinati al monte Sion, alla città del Dio
vivente, la Gerusalemme celeste, alla festante riunione delle miriadi angeliche,
12:23 all'assemblea dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice
di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti,
12:24 a Gesù, il mediatore del nuovo patto e al sangue dell'aspersione
che parla meglio del sangue d'Abele.
12:25 Badate di non rifiutarvi d'ascoltare colui che parla; perché se
non scamparono quelli, quando rifiutarono d'ascoltare colui che promulgava oracoli
sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla
dal cielo;
12:26 la cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa promessa:
"Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo".
12:27 Or questo "ancora una volta" sta a indicare la rimozione delle
cose scosse come di cose fatte perché sussistano quelle che non sono
scosse.
12:28 Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo
riconoscenti, e offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore!
12:29 Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante.
13:1 L'amor fraterno rimanga tra di voi.
13:2 Non dimenticate l'ospitalità; perché alcuni praticandola,
senza saperlo, hanno ospitato angeli.
13:3 Ricordatevi dei carcerati, come se foste in carcere con loro; e di quelli
che sono maltrattati, come se anche voi lo foste!
13:4 Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il letto coniugale non sia
macchiato da infedeltà; poiché Dio giudicherà i fornicatori
e gli adùlteri.
13:5 La vostra condotta non sia dominata dall'amore del denaro; siate contenti
delle cose che avete; perché Dio stesso ha detto: "Io non ti lascerò
e non ti abbandonerò".
13:6 Così noi possiamo dire con piena fiducia: "Il Signore è
il mio aiuto; non temerò. Che cosa potrà farmi l'uomo?"
13:7 Ricordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annunziato la parola
di Dio; e considerando quale sia stata la fine della loro vita, imitate la loro
fede.
13:8 Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno.
13:9 Non vi lasciate trasportare qua e là da diversi e strani insegnamenti;
perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia, non da
pratiche relative a vivande, dalle quali non trassero alcun beneficio quelli
che le osservavano.
13:10 Noi abbiamo un altare al quale non hanno diritto di mangiare quelli che
servono al tabernacolo.
13:11 Infatti i corpi degli animali il cui sangue è portato dal sommo
sacerdote nel santuario quale offerta per il peccato, sono arsi fuori dell'accampamento.
13:12 Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio
sangue, soffrì fuori della porta della città.
13:13 Usciamo quindi fuori dall'accampamento e andiamo a lui portando il suo
obbrobrio.
13:14 Perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma
cerchiamo quella futura.
13:15 Per mezzo di Gesù, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio
di lode: cioè, il frutto di labbra che confessano il suo nome.
13:16 Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune
ciò che avete; perché è di tali sacrifici che Dio si compiace.
13:17 Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi
vegliano per la vostra vita come chi deve renderne conto, affinché facciano
questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di
alcuna utilità.
13:18 Pregate per noi; infatti siamo convinti di avere una buona coscienza,
e siamo decisi a condurci onestamente in ogni cosa.
13:19 Ma ancor più vi esorto a farlo, affinché io vi sia restituito
al più presto.
13:20 Or il Dio della pace che in virtù del sangue del patto eterno ha
fatto risalire dai morti il grande pastore delle pecore, il nostro Signore Gesù,
13:21 vi renda perfetti in ogni bene, affinché facciate la sua volontà,
e operi in voi ciò che è gradito davanti a lui, per mezzo di Gesù
Cristo; a lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
13:22 Ora, fratelli, sopportate con pazienza, vi prego, la mia parola di esortazione
perché vi ho scritto brevemente.
13:23 Sappiate che il nostro fratello Timoteo è stato messo in libertà;
con lui, se viene presto, verrò a vedervi.
13:24 Salutate tutti i vostri conduttori e tutti i santi. Quelli d'Italia vi
salutano.
13:25 La grazia sia con tutti voi.
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