Il Perdonoil perdono cristiano, perdonare il prossimo, il perdono dei peccati
La legge del perdono è la grande rivoluzione spirituale che il cristianesimo ha introdotto nel mondo. Per gli antichi esisteva la legge del "fai come ti è stato fatto". Se uno ti spezza un dente, spezza anche tu il dente all'avversario, se uno ti acceca un occhio, cava l'occhio al tuo avversario. Ed i giudei, che erano educati religiosamente, dicevano di perdonare fino a tre volte. L'apostolo
Pietro parlando con Gesù va oltre: "Signore,
quante volte perdonerò mio fratello se pecca contro di me?
Fino a sette volte? E Gesù a lui: Non ti dico fino a sette
volte, ma fino a settanta volte sette" (Matteo 18:21-22).
Gesù non voleva porre un limite matematico facendo pensare
che si dovesse perdonare 490 volte e poi si è liberi di vendicarsi.
No, egli esclude in senso assoluto il sentimento di vendetta, dovendosi
perdonare sempre, senza limiti. Gesù ha realizzato pienamente queste parole nella sua vita, non solo perdonando un gran numero di peccatori, ma chiamando "amico" Giuda Iscariota, pur sapendo che stava per tradirlo. E quando sul legno della croce, inchiodato, sente l'insulto dei suoi carnefici, Egli dice: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno" (Luca 23:34). In Matteo
18 vi è la parabola del servitore spietato. Essa inizia dicendo
che il Regno dei Cieli è simile a un re che volle fare i conti
con i suoi servitori. Gliene fu presentato uno che era debitore di
diecimila talenti, una somma rilevante che corrisponde a 60 milioni
delle nostre lire. Ma il servitore non aveva di che pagare. Il re
dispose che fosse venduto schiavo lui insieme alla moglie ed i figli.
Ma egli gettatosi ai piedi del re disse: "Abbi pazienza con
me, e ti pagherò tutto". La parabola
aggiunge una parola che è valida per noi: "Così
vi farà anche il Padre mio celeste, se ognuno di voi non perdona
di cuore al proprio fratello". Il che significa che
il Signore non ci userà misericordia se a nostra volta
non usiamo misericordia. Il debito del nostro fratello è piccolo,
rispetto a quello che abbiamo noi col Signore. La nostra ribellione
a Dio costituisce il debito impagabile dei diecimila talenti. Dio
perdona solo se a nostra volta perdoniamo di cuori i nostri debitori. Vogliamo
concludere ricordando l'insegnamento biblico riguardante il perdono
dei peccati e la salvezza. Ogni essere umano è peccatore per
natura, e a causa del peccato è caduto, separato in modo irrimediabile
da Dio, e condannato alla morte eterna. Questa è la condizione
di tutto il genere umano, nessuno escluso. Dio, essendo santo e giusto, deve condannare
il peccato, e ciò implica la morte del peccatore (Ebrei 9:22).
Ma, nella sua misericordia e amore, Dio ha dato all'uomo la possibilità
di essere perdonato da ogni peccato, reso giusto, riconciliato con
Dio e, da creatura di Dio, diventare figlio di Dio. Questo però può avvenire a una sola condizione: che vi siano il ravvedimento e la fede in Gesù Cristo. Bisogna cioè riconoscere umilmente davanti al Signore il proprio stato di peccatori caduti e separati da Lui, abbandonare i propri peccati e credere in Gesù. "Io vi dico che così vi sarà in cielo più allegrezza per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti i quali non han bisogno di ravvedimento" (Luca 15:7). Non c'è perdono senza il ravvedimento. "Ravvedetevi dunque e convertitevi, onde i vostri peccati siano cancellati" (Atti 3:19). "Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da rimetterci i peccati e purificarci da ogni iniquità" (1 Giovanni 1:9). "Poiché
Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figliuolo,
affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna"
(Giovanni 3:16).
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