Il nuovo politeismo
si interessa alle spiritualità non monoteistiche in genere: in Italia soprattutto
la celtica, la greca, la romana. Espressione tipica - per quanto oggi operante
su scala limitata - di questa corrente in Lombardia sono i Centri neo-ellenici
di religiosità politeista, creazioni del critico d’arte milanese
Antonino De Bono, che i seguaci definiscono "padre spirituale del neo-politeismo
italiano". Dopo alcune esperienze nel mondo politico - all’interno
del Partito Socialista Italiano - e sindacale torinese, nel 1953 si trasferisce
a Milano, dove - rivedendo le sue idee politiche - compie una lunga rielaborazione
del suo pensiero, sino ad approdare a una fusione fra il primo fascismo "dottrinario"
di Mussolini (1883-1945) degli anni 1919-1920 e taluni spunti del pensiero populista,
socialista e rivoluzionario. Queste prospettive lo portano a fondare un "partito
d’assalto", subito proibito dalla polizia. Sull’onda di un’apertura
verso gli studi tradizionali e nell’intento di tracciare una verità
storica al di là di quelli che De Bono definisce i "falsi dei vincitori",
lo stesso indaga il passato e compie quella che definisce una revisione generale
del pensiero religioso, filosofico, magico e militare. È in questo clima
caratterizzato dal tentativo di riconquista del passato che, nel 1977, fonda una
casa editrice e dà alle stampe la rivista Arte più Arte, che si
occupa delle avanguardie artistiche, ma anche dei secoli d’oro della pittura
italiana.
Sempre trasportato dal suo ideale, nel 1985 De Bono fonda Il Teurgo, rivista bimestrale
di mistica iniziatica, trascendentale e religiosità politeista, rivalutando
l’opera dei filosofi neo-platonici e ripristinando la teurgia. La rivista,
visti anche i costi di realizzazione, esce solo per otto numeri; in essi si tenta
di rivoluzionare il pensiero contemporaneo e, in particolare, si chiede la revisione
da parte del cristianesimo della figura di Gesù Cristo, considerato un
mago e un operatore dell’occulto. Questa tesi caratterizza peraltro tutto
il pensiero di Antonino De Bono, il quale accusa Gesù "di essersi
vantato di essere il Cristo. L’Unto del Signore, il Messia, inviato dal
Padre Eterno sulla Terra. Un’empietà che il Sinedrio condannò
con la morte sulla croce" (Antonino De Bono, "Arte più Arte",
Milano 1999, p. 7).
All’interno del movimento sorto intorno a Il Teurgo si crea da subito una
corrente fortemente anti-cristiana, che trova però l’opposizione
di De Bono, il quale - in seguito - rende ragione della sua posizione attribuendola,
oltre che all’intrusione di elementi di rottura di tipo culturale, anche
alle convinzioni cristiane della moglie - la scrittrice Anna Maria Mafrice - che
rischiano di scontrarsi con idee eccessivamente anti-cristiane, ponendo così
a rischio il loro matrimonio. Fra il 1985 e il 1986, sempre a cura di De Bono,
nascono i Centri neo-ellenici di religiosità politeista, di cui il fondatore
è nominato presidente, che attirano in alcune occasioni l’attenzione
dei mass media italiani. Nell’ambito milanese collaborano con il fondatore
una ventina di persone, fra i quali la pittrice e scrittrice Silvia Spiccia, detta
la "papessa" perché dirige l’ufficio delle "donne
neo-elleniche" italiane. Antonino De Bono continua a essere piuttosto noto
grazie alle sue opere e corsi: tiene fra l’altro lezioni presso l’Università
della Terza Età e delle Tre Età di Milano.
Egli si dichiara erede della tradizione neo-platonica e predica il ritorno alla
natura in chiave ecologica che gli permette di incontrare spiritualità
nordiche e celtiche. Il contatto con gli dèi e gli spiriti della natura
può fruire di una completa liturgia, la cui pratica peraltro non sembra
frequente. Nel 1988, dalle pagine della rivista Il Teurgo, il fondatore offre
un’accurata descrizione di tale liturgia, da svolgersi in apposite "sale
di culto". Una forma circolare della sala è "preferita, perché
sollecita maggiormente l’afflusso del prana da parte della comunità":
la notazione mostra i consueti contatti fra milieu magico e neo-paganesimo. Al
centro di tre tripodi il Teurgo - con una veste bianca di lino decorata sul cuore
da una spirale, simbolo dell’universo -, aiutato da due assistenti, dà
inizio alla cerimonia. Preceduto dal canto del Carme Secolare di Orazio, il Teurgo
illustra un punto di dottrina misterica. Avanzano quindi alcuni bambini vestiti
di bianco che recano su vassoi bacche, petali, foglie, boccioli e frutta. Il Teurgo
ne raccoglierà alcune manciate e le brucerà sui tripodi laterali
in offerta agli dèi; brucerà quindi incenso sul tripode centrale,
invocherà la benedizione degli dei e farà cantare di nuovo il Carme
Secolare. Al tempio - precisa ancora il rituale - "è fatto divieto
di introdurre estranei" (A. De Bono, "La liturgia neo-ellenica",
Il Teurgo, anno IV, n. 1-4, gennaio-settembre 1988, p. 7).
Un altro centro politeistico con qualche influenza in Lombardia, noto soprattutto
per una feroce critica al cristianesimo, è attivo a Marostica (Vicenza)
con il nome di Istituto Mediterraneo di Studi Politeistici. L’attività
dei "politeisti vicentini" inizia nel 1986 con la pubblicazione sul
bollettino Pagus di un "Manifesto politeista", fortemente polemico nei
confronti del cristianesimo. Il politeismo viene presentato come una religiosità
radicata nell’esperienza naturale e che rifiuta la distinzione fra il divino
e il mondo. Dopo avere celebrato il "ritorno degli dei", il gruppo vicentino
- con contatti in altre località venete - ha costituito diverse istituzioni,
fra cui una Federazione Pagana. Una radio di Padova trasmette periodicamente una
trasmissione su stregoneria, paganesimo e politeismo. Avvicinandosi ad alcune
espressioni della Wicca, l’Istituto e la Federazione rappresentano l’esempio
di un paganesimo che ritiene suo dovere svolgere anzitutto - e soprattutto - una
dura polemica contro il cristianesimo, le sue fonti e le sue manifestazioni istituzionali.
(brano tratto dal
sito del centro studi di M. Introvigne)
(Il
seguente brano è parte di un dialogo che ho trovato su un gruppo di discussione,
tra una persona che si definiva "pagano politeista" e un cristiano.
Ho pensato di condividere con i lettori questo brano, sia perché attinente
all'argomento, sia perché nella domanda del primo si riscontra una posizione
frequente non solo tra i pagani ma anche tra persone che aderiscono ad altre filosofie)
"In cosa crederebbe un cristiano se nessuno gli avesse mai parlato di Dio,
della Bibbia, dello Spirito ecc. ecc.? Questa è la chiave per entrare nel
mio ordine di idee, cioè per comprendere quello che io chiamo paganesimo."
Ci ho pensato. Credo
che il nodo sia in quello che tu dici: "il paganesimo è la forma innata
del credere" e di conseguenza il cristianesimo diventa una forzatura, qualcosa
di aggiunto, quindi umano, inventato. Dopotutto hai ragione, almeno per la prima
parte.
Guardiamo i bambini. Tutti i bambini fanno i "monelli", nessuno glielo
ha mai dovuto insegnare. Dobbiamo invece insegnargli a essere bravi, la generosità,
a rispettare gli altri. Perchè?
La spiegazione cristiana è semplice e chiara. Esiste un peccato presente
in chiunque fin dalla nascita. È, in un certo senso, "naturale".
Il punto è questo: tu consideri tutto ciò che è naturale
come buono, cosa che non è.
Se non ci fossero leggi la gente ruberebbe e ammazzerebbe liberamente. Senza autorità
c'è il caos (pensa solo ai saccheggi di quando se ne è andato Saddam
Hussein - o quello che succede quando va via la luce nelle grandi metropoli).
Quindi anche il paganesimo, ammesso che si tratti di qualcosa di naturale, non
è necessariamente buono.
Se capisci questo capisci anche perchè un Dio buono abbia voluto aggiustare
le cose. Esattamente come un padre corregge con amore la via dei figli per il
loro bene. In realtà Dio ha fatto molto di più. È venuto tra noi
e ha preso il nostro posto. Perchè?
Perchè era necessario. Lui oltre ad essere un Dio d'amore è anche
un Dio giusto che non sopporta il male e con questo suo atto ci ha dato la possibilità
di tornare ad avere comunione con Lui, il creatore.
Quindi tornando alla
tua domanda il nostro Dio è intervenuto nella storia, ha ispirato la Bibbia,
ha parlato attraverso degli uomini proprio perchè altrimenti sarebbero
rimasti "naturalmente" dei pagani...
Però prima che
ci lasci bollandoci come creduloni dogmatici e illogici ti vorrei fare una piccola
sfida.
Prima di convertirmi facevo ragionamenti molto, molto simili ai tuoi. Però
ero anche una persona coerente. Mi sono detto: se devo rifiutare qualcosa devo
prima conoscerlo... così ho iniziato a leggere la Bibbia e ho cambiato
idea. Nota bene che non ho dovuto affatto "mollare" il cervello per
convertirmi, anzi, la cosa incredibile è che una volta che dici, sì,
è possibile, allora tutto diventa chiaro e perfettamente logico.
Quindi ti chiederei due cose se vuoi essere coerente con quello che dici: 1) Prova
a leggere la Bibbia senza pregiudizi. 2) Chiedi direttamente a Dio di mostrarsi
se c'è - credo che questa sia la cosa più logica e normale da farsi
per valutare tutte le possibilità. Se sei sincero ti garantisco al 100%
che risponderà.