La
dottrina del Purgatorio
a confronto con la Bibbia
La chiesa cattolica
insegna che, dopo la morte, alcune persone vanno in un luogo chiamato purgatorio,
affinché siano ulteriormente "purificate" prima di andare in
cielo.
Questa dottrina fondamentale
viene da Dio, oppure è un'altra tradizione inventata dagli uomini? La risposta
la troviamo proprio in un verso del catechismo cattolico:
"La
Chiesa [Cattolica] ha formulato la propria dottrina di fede sul Purgatorio in
modo particolare ai Concili di Firenze e di Trento" (catechismo cattolico,
pagg. 268-269, #1031).
Non è irragionevole
chiedersi da dove un gruppo di uomini abbia preso simili informazioni
sulla vita dopo la morte per poter formulare una tale dottrina.
Amici Cattolici, se
state pregando per i vostri amati defunti, credendo che essi siano in purgatorio,
sappiate che non è stato Dio a dire che essi sono in purgatorio, ma un
gruppo di leader religiosi:
"Ma al momento
presente alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini in terra. Altri sono morti
e si stanno purificando, mentre altri ancora sono in gloria..." (catechismo
cattolico, pag. 249, #954).
Ciò che turba maggiormente in questa dottrina, è che la Bibbia non
ha mai parlato dell'esistenza di un luogo simile. E la Bibbia non
insegna neppure che dopo la morte è necessaria un'ulteriore purificazione
per guadagnare l'ingresso nei cieli. Al contrario, la Parola di Dio dichiara che
la salvezza è un dono gratuito per chiunque la accetta:
"Perché
il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna
in Cristo Gesù, nostro Signore." (Romani 6:23)
"...con un solo atto di giustizia (quello di Gesù) la grazia si è
estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita." (Romani 5:18)
Potrebbe un Dio amorevole
e veritiero, offrirti la vita eterna come dono gratuito - e poi farti soffrire
per guadagnarla - e quindi mentire nella Sua Parola?
"Voi
infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene
da voi, è il dono di Dio." (Efesini 2:8)
Se credi a ciò
che dice la Bibbia, allora non serve alcun'altra purificazione per quelli che
muoiono in Cristo. Essi sono già stati purificati da Gesù:
"Tanto
più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo
di Lui salvati dall'ira." (Romani 5:9)
"...sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione
che è in Cristo Gesù." (Romani 3:24)
"Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità" (Ebrei 10:17)
L'apostolo Paolo sottolinea
questo stesso punto:
"E tali eravate
alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati
nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio."
(1 Corinzi 6:11)
I veri Cristiani sono
già stati purificati perché Gesù ha portato tutti i loro
peccati sulla croce:
"...una
volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il
peccato con il suo sacrificio." (Ebrei 9:26)
Ai figli di Dio non
viene chiesto di soffrire per essere salvati, perché sono già stati
acquistati e pagati a caro prezzo:
"Infatti
siete stati comprati a caro prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo e
nel vostro spirito, che appartengono a Dio." (1 Corinzi 6:20)
Il prezzo pagato fu
il sangue di Gesù Cristo:
"...la
chiesa di Dio, che egli (Gesù) ha acquistata con il proprio sangue."
(Atti 20:28)
CONCLUSIONE
Se la Bibbia è
così chiara su questo argomento, perché la chiesa cattolica ha istituito
una dottrina che ha persuaso membri fedeli a dare soldi a questa chiesa, in cambio
di preghiere e messe in favore dei cari defunti? A questo rispondete voi stessi.
Ora almeno sapete che
la dottrina del purgatorio è una dottrina nata dalle menti degli uomini
e non è provenuta da Dio:
"Ora
dunque non vi è alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù,
i quali non camminano secondo la carne ma secondo lo Spirito." (Romani
8:1)
Note:
Il libro dei Maccabei, che la chiesa cattolica usa per giustificare la dottrina
del purgatorio, è un libro apocrifo, cioè non è parte delle
Sacre Scritture ispirate da Dio. Sulla storia del libro dei Maccabei (che, come
dimostrato qui, contraddice la Bibbia) c'è
da dire quanto segue: durante una battaglia, furono scoperti degli idoli sotto
gli abiti di alcuni soldati ebrei. Il loro generale, Giuda il Maccabeo, fece inviare
del denaro a Gerusalemme per offrire dei sacrifici per essi. In questo, Giuda
Maccabeo non stava seguendo l'insegnamento delle Scritture. Tra i tanti precetti
della legge mosaica, non ve ne era nessuno che raccomandava il sacrificio per
i defunti, ma solo per i vivi. Nelle Sacre Scritture non vi sono esempi di ebrei
o cristiani che hanno offerto sacrifici per i morti, né Gesù ha
mai introdotto una dottrina simile. La chiesa cattolica non accetta questi fatti
perché ciò vorrebbe dire riconoscere di essere colpevole di stare
insegnando e praticando il peccato d'idolatria.
Il libro dei Maccabei non fa parte del canone ispirato da Dio dell'Antico Testamento
e neanche della comunità Ebrea che li produsse. Gesù e gli Apostoli
non citarono mai dai Maccabei. Sono stati rigettati dal canone ispirato anche
da molti "padri della chiesa", primo fra tutti Girolamo, il traduttore
che produsse la versione latina della Bibbia detta "Vulgata", sulla
quale si basano tutte le Bibbie cattoliche.
Oltretutto i Maccabei vennero aggiunti alla Bibbia cattolica solo dopo la Riforma
(dopo il 1546, da qui il nome di "deuterocanonici" ovvero "divenuti
canonici dopo"), in quanto serviva un "alibi" per mantenere indulgenze
e quant'altro, dopo che la conoscenza biblica si stava espandendo ad opera dei
riformatori protestanti, che cominciarono a tradurre la Bibbia nella lingua del
popolo.
Si tenga presente che ai tempi di Lutero il clero cattolico aveva imposto a chi
volesse leggere la Bibbia, naturalmente in latino (quindi solo per i colti, i
ricchi o il clero) di avere una particolare autorizzazione ecclesiastica che non
era concessa a tutti; basti pensare che la Bibbia era uno dei libri "messi
all'indice" dalla chiesa cattolica.
LA DOTTRINA DEL PURGATORIO
PROVIENE DALLA BIBBIA?
Il Nuovo Testamento conosce solo due classi di persone: i salvati e i non salvati.
Esso parla dell'immediata felicità dei morti in Cristo (Luca 16:22; Luca
23:43; 2 Corinzi 5:6,8), e inoltre, riconosce un'efficacia senza limiti al sangue
di Cristo, che ci purifica "da ogni peccato". Il destino di ognuno viene
determinato in questa vita, che è il solo periodo di opportunità
menzionato. La morte chiude il periodo delle opportunità, poi segue il
giudizio secondo le opere fatte nel corpo (Ebrei 9:27; 2 Corinzi 5:10).
L'idea del purgatorio proviene dal paganesimo. Virgilio collocava le anime dei
defunti in tre luoghi diversi: Tartaro per i dannati; Campi elisi per i buoni
e un luogo di espiazione per i meno cattivi (Eneide 6, 1100-1105).
Spiegazione delle parole di Paolo ai Corinzi
Paolo disse ai Corinzi: "Io, secondo la grazia di Dio che mè
stata data, come savio architetto, ho posto il fondamento; altri vi edifica sopra.
Ma badi ciascuno comegli vi edifica sopra; poiché nessuno può
porre altro fondamento che quello già posto, cioè Cristo Gesù.
Ora, se uno edifica su questo fondamento oro, argento, pietre di valore, legno,
fieno, paglia, lopera dognuno sarà manifestata, perché
il giorno di Cristo la paleserà; poiché quel giorno apparirà
come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno. Se lopera
che uno ha edificata sul fondamento sussiste, egli ne riceverà ricompensa;
se lopera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso
sarà salvo; però come attraverso il fuoco" (1 Corinzi 3:10-15).
Secondo i teologi cattolici, la frase "sarà salvo però come
attraverso il fuoco" significa che il giusto dopo avere penato nel purgatorio
per un certo tempo, sarà salvato in paradiso, perché il fuoco lo
avrà purificato da ogni residuo di peccato. A sostegno di questa interpretazione
essi citano le idee di Agostino di Ippona e Gregorio Magno (quest'ultimo credeva
che il purgatorio si trovasse sulla terra). Queste parole di Paolo non si riferiscono
affatto ad un fuoco purificatore esistente in qualche luogo visibile o invisibile
dove le anime degli uomini vanno per essere purificate dai loro peccati, ma al
"fuoco" del giorno di Cristo, il che è un'altra cosa.
Diamo la spiegazione delle parole di Paolo. L'apostolo aveva predicato Cristo
a Corinto e molti in seguito alla sua predicazione credettero nel Signore, dopodiché
furono battezzati. Fu lui quindi a porre il fondamento (Cristo Gesù) di
quella casa spirituale (la chiesa) di Corinto. Ma dopo di lui a Corinto erano
giunti altri che avevano edificato dell'altro "materiale" sul fondamento
da lui posto. E lui a questo proposito dice a ciascuno di badare a come edifica
sopra il fondamento, perché nessuno può togliere il fondamento che
è Cristo Gesù per metterne un altro; e perché nel giorno
di Cristo sarà ricompensata solo la fatica impiegata per edificare "oro,
argento e pietre di valore" (cioè, cose che hanno valore) perché
alla prova del fuoco rimarranno; mentre la fatica impiegata per edificare "legno,
fieno, e paglia" non sarà premiata, e colui che ha edificato questo
"materiale" sarà salvato, però, come uno che è
passato attraverso il fuoco (cioè, come una persona scampata a un incendio
perdendo nelle fiamme i propri averi e le cose per cui ha faticato); dunque senza
alcun premio, perché le sue opere erano vane.
Riflessioni su altri esempi usati per giustificare l'idea del purgatorio
Un esempio extrabiblico
citato da alcuni è il diario di Perpetua. In questo diario, una donna di
nome Perpetua parla di una sua visione e infine scrive: "Mi svegliai e compresi
che la pena gli era stata rimessa...". Queste parole non possono in alcun
modo giustificare la dottrina del purgatorio; inoltre è evidente che non
è ammissibile basarsi su delle visioni per avvalorare una dottrina che
non ha nessun fondamento scritturale, e che nella chiesa del primo secolo non
era né insegnata né creduta da alcuno.
Diversi cattolici per
giustificare il purgatorio citano Agostino, il quale era convinto che "non
si può negare che le anime dei defunti possono essere aiutate dalla pietà
dei loro cari". Ancora una volta si tratta di una dottrina senza fondamento
biblico. E soprattutto, i cattolici dovrebbero ricordare che proprio Agostino
disse: "Che cosa vogliono dire le parole 'Io edificherò la mia chiesa
su questa pietra?' Su questa fede, su quello che è detto: Tu sei il Cristo,
il figlio di Dio vivente"; e anche: "Sopra questa pietra che tu hai
confessato, io edificherò la mia chiesa, imperocchè Cristo era la
pietra". La chiesa cattolica invece dice che Pietro è la "pietra",
e sulla loro interpretazione basano l'idea che la chiesa cattolica appartiene
a Pietro ed è la sola vera Chiesa Cristiana.
Vediamo ora i passi
biblici che i cattolici citano per giustificare l'idea del purgatorio. Uno di
questi è 2 Samuele 12,1-19. Essi vi "vedono" il purgatorio in
quanto "qui è evidente una colpa rimessa e tuttavia una pena da estinguere".
In realtà è chiaro che nel brano si parla di una punizione IN VITA,
non dopo morti.
Un altro brano spesso
citato dai cattolici è Matteo 5:25-26. Ma qui le parole di Gesù
si riferiscono alle liti fra fratelli, perché prima di dire quelle parole
egli disse: "Se dunque tu stai per offrire la tua offerta sull'altare, e
quivi ti ricordi che il tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia quivi la
tua offerta dinanzi all'altare, e và prima a riconciliarti col tuo fratello;
e poi vieni ad offrire la tua offerta" (Matteo 5:23,24).
Se un fratello ha qualcosa contro di noi perché gli abbiamo fatto un torto,
prima di offrire i nostri sacrifici spirituali a Dio dobbiamo andare dal fratello
offeso e chiedergli perdono per riconciliarci con lui. Se non facciamo così,
Dio ci punirà per il torto commesso contro di lui (Gesù lo sottolineò
ancora in Matteo 6:14,15) e ci farà pagare fino all'ultimo il debito che
abbiamo commesso con il fratello, in terra e non in qualche luogo immaginario
chiamato purgatorio.
Altri ancora citano
il fatto che Gesù andò ad annunciare la salvezza agli spiriti (1
Pietro 3,19). Queste "anime prigioniere" sarebbero, secono i cattolici,
anime nel purgatorio.
In realtà, Gesù dopo la sua risurrezione andò in quella parte
del soggiorno dei morti che l'Antico Testamento chiama figurativamente "il
seno d'Abramo", dove prima della venuta di Cristo si trovavano anche i credenti
morti in fede (come Abrahamo).
Prima di salire al Padre (Giov. 20,17), Gesù andò ad annunciare
a quelle anime la salvezza per grazia che era ora possibile mediante il sacrificio
espiatorio che Gesù aveva appena compiuto sulla croce: "È per
questo che è detto: Salito in alto, egli ha menato in cattività
un gran numero di prigionieri ed ha fatto dei doni agli uomini. Or questo "è
salito" che cosa vuol dire se non che egli era anche disceso nelle parti
più basse della terra? Colui che è disceso, è lo stesso che
è salito al disopra di tutti i cieli, affinché riempisse ogni cosa"
(Efesini 4:8-10).
Un altro passo è
quello della parabola del padrone della messe e degli operai ad ore. Questa parabola
parla semplicemente di quelli che hanno faticato di più per il Padrone
della messe (i primi apostoli, martiri, ecc. che hanno avuto l'incarico di diffondere
il Vangelo nel mondo) e via via fino a noi, i lavoratori dell'ultima ora. Il Signore
dà un diverso e giusto premio a ciascuno, ci sono ultimi che sono primi
e viceversa, ma la paga, la vita eterna, è la stessa per tutti: "Amico,
non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro?"
Infine, l'ultimo passo
che vogliamo considerare è quello in cui Paolo menziona gli spiriti dei
giusti "portati a perfezione".
Questo passo non sottintende affatto un presunto purgatorio. La spiegazione è
semplice, se si intende il brano nel contesto delle altre dottrine cristiane.
Anzitutto, va ricordato
che persino il più giusto tra gli uomini, con la sola eccezione del Figlio
di Dio, è peccatore e "cade sette volte" (Proverbi 24:16).
"Non c'è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi
mai" (Ecclesiaste 7:20).
"Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati
gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo
Gesù" (Romani 3:23,24).
I credenti sono resi
perfetti mediante l'imputazione immeritata della giustizia perfetta di Cristo,
la giustizia perfetta di Colui che ha adempiuto TUTTA la santa legge di Dio, e
che ci viene messa in conto mediante la fede. "Ma anche per noi, ai quali
sarà pure messo in conto; per noi che crediamo in colui che ha risuscitato
dai morti Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a causa delle
nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione."
(Romani 4:24,25)
Siamo stati santificati
"mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre."
(Ebrei 10:10)
Ed è sempre e solo grazie a Lui che siamo purificati da ogni peccato, se
dimoriamo in Lui: "Ma se camminiamo nella luce, com'egli è nella luce,
abbiamo comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci
purifica da OGNI peccato." (1 Giovanni 1:7).
Come cristiani riconosciamo
dunque che è Cristo Gesù è l'unico che per noi è "sapienza,
giustizia, santificazione e redenzione" (1 Corinzi 1:30), e non un ipotetico
purgatorio.
Qual è oggi, nel nostro Paese tradizionalmente cattolico, l'opinione comune
sull'Aldilà in generale e sul purgatorio in particolare?
Purtroppo moltissimi italiani cattolici non solo non sanno quasi più spiegare
cosa sia il purgatorio ma, addirittura, hanno scarsissima fede nella vita futura,
post-mortem, della quale - dicono - nulla si sa.
Questo vuol dire,
in pratica, che quegli italiani sono atei, fedeli solo per tradizione o compiacenza
famigliare e nazionale alla religione cattolica. È chiaro che nella massa
della gente non vi è fede in Dio (quella vera, basata sulla Parola di Dio)
e che la situazione odierna al riguardo si rivela drammatica perchè quasi
sempre ci si affida a tradizioni umane.
Il vero Cristianesimo,
però, rifugge da ogni tipo di tradizione umana, atea o cattolica o protestante
che sia; e non vi è vero Cristianesimo senza pratica e perseveranza dei
comandamenti di Gesù, e senza fede e speranza nella vita eterna.
Il Nuovo Testamento
insegna che, in Dio e mediante Cristo, l'uomo può ricevere la salvezza
ma, si badi bene, solo durante la sua esistenza terrena. Dopo la
morte l'anima non può più operare ai fini della propria salvezza,
né i viventi nulla possono per essa.
Ma, allora, perchè il purgatorio?
Il purgatorio non esisterebbe senza il concetto cattolico di peccato veniale e
mortale (di cui la Bibbia non parla affatto, dato che il peccato è uno
soltanto: è "la violazione della Legge di Dio", come insegna
la prima Lettera di Giovanni 3,4).
Come per altre
formulazioni, anche nel caso del purgatorio i teologi fanno ricorso alla Sacra
Scrittura, alla Tradizione e al Magistero della chiesa cattolica romana. Non di
meno, poiché nella Bibbia nulla si dice riguardo al purgatorio (e infatti
è una dottrina falsa che fu inventata per primo dal filosofo Platone, 400
anni prima di Cristo), la sua esistenza fu messa in dubbio da molti.
Ebbene, il purgatorio,
al pari di altre dottrine cattoliche, nasce soltanto tra il 1100 e il 1250 d.C.,
vale a dire in quel sec. XII in cui il cattolicesimo latino esplode (rinnovamento
monastico, la scolastica) insieme con il sistema feudale; e la concezione cattolica
dell'Aldilà si realizza a pieno con Dante Alighieri il quale, nella sua
celebre opera letteraria "La Divina Commedia", descrive la triplice
ripartizione Inferno, Purgatorio (luogo di pena) e Paradiso (luogo di premio).
In tale opera, redatta poco più di 100 anni dalla nascita del purgatorio
(ossia tra il 1302 e il 1321 d.C.), l'immaginazione dantesca contribuisce a diffondere
l'idea del tutto infondata della triplice divisione.
La speranza, dunque,
che il peccato non decida tragicamente il destino dell'anima spinge a vivificare
la fede nel "secondo regno, dove l'umano spirito si purga e di salir al cielo
diventa degno". Parlare, però, del purgatorio quale luogo necessario
all'ascesa celeste secondo i versi di Dante appena citati, equivale a credere
alla parola umana invece che alla Parola di Dio!
Nessuna via di mezzo nell'Aldilà
Concludendo, il purgatorio non esiste. Esiste, invece, l'Aldilà
(come chiaramente insegna il Vangelo di Luca 16,19-31), dove tutti dovremo comparire
davanti al tribunale di Dio per rendere conto di come abbiamo operato nella nostra
vita terrena: taluni andranno a vita eterna, ma "a coloro invece che contendono
e non ubbidiscono alla verità, ma ubbidiscono all'ingiustizia, spetta indignazione
ed ira" (Lettera ai Romani 2,7-8).
Nell'Aldilà,
dunque, non ci saranno vie di mezzo: o paradiso o inferno. E il purgatorio è
una via di mezzo.
Jacques Le Goff, noto
medievalista francese, nel 1982 ha pubblicato in Francia il libro "La Naissance
Du Purgatoire" (La Nascita Del Purgatorio). Esso spiega come agli albori
del XIII secolo la chiesa cattolica si "impadronì" di un "luogo"
che pareva al di là delle influenze di ogni struttura umana, di uno "spazio"
che si era sempre pensato proprio di essenze trascendenti l'umanità: la
Divinità, il Fato, la Morte. Una conquista di tale importanza avvenne grazie
a una invenzione, quella del Purgatorio. Quella cioè di un "terzo
luogo" dove si "ripara", un luogo dove c'è ancora speranza
vivendo tra i patimenti.
Quanti sono stati allevati nel cattolicesimo sono a considerare il Purgatorio
come un "posto" al di là del tempo, alla pari di Paradiso e Inferno.
Ma a sostenere queste affermazioni, non è uno qualsiasi ma nientemeno che
Jacques Le Goff, il grande medievalista francese, erede di Marc Bloch, "signore"
della Nouvelle Histoire, condirettore di quegli "Annali" che hanno rivoluzionato
il modo di fare la ricerca storica.
Le Goff spiega: prima del XIII secolo né la parola Purgatorio né
la sua rappresentazione esistevano. Come ha dichiarato al settimanale parigino
"L'Express", l'invenzione del Purgatorio ebbe un ruolo nella grande
mutazione dell'Occidente del XII-XIII secolo. Per arrivare all'invenzione del
Purgatorio, infatti, ci è voluto del tempo: la Bibbia non ne parla affatto
(come ribadiranno, in epoca della Riforma, i Protestanti) ma il concetto andò
sviluppandosi adagio in seno alla chiesa cattolica. Il concetto di un terzo luogo
intermedio tra Inferno e Paradiso dove non ci fosse né salvezza né
dannazione era anche un'idea estranea all'uomo medievale.
Con il Purgatorio - immaginazione potente che godè di un pubblicitario
di eccezione, Dante Alighieri - la chiesa cattolica "prende possesso"
dell'Aldilà e, attraverso di esso, anche dell'Aldiqua. Con esso, la morte
finiva di essere il momento cruciale in cui tutto è giocato, momento di
frontiera tra vita e eternità. "Si può parlare - afferma Le
Goff - di una vera e propria dilatazione delle occasioni di salvezza".
Da quel momento tra vivi e morti inizia uno scambio attivo. Di qua le messe per
aiutare l'anima del penitente a liberarsi più in fretta dal Purgatorio,
di là il rapporto individuale con l'Oltretomba. E in questa situazione
grottesca e antibiblica è la chiesa cattolica, osserva Le Goff, che gestisce
la "politica" del Purgatorio. Così la giurisdizione ecclesiastica
si estende all'Aldilà che era di Dio. La folla di anime in attesa del Purgatorio
si trova legata al mondo dei vivi. E i fedeli vengono gradualmente abituati (quasi
legati) a un nuovo repertorio di gesti, preghiere, offerte.
"Le indulgenze - dice Le Goff - queste chiavi del Paradiso, ne sono l'esempio
celebre e remunerativo". La chiesa cattolica stabilisce in terra un potere
spirituale, ma anche economico, vastissimo. L'operazione, sostiene il libro, è
teologica, ma l'operazione teologica non fa che sanzionare un'idea che già
si era profondamente radicata nell'inconscio collettivo, nell'immaginazione popolare.
In un'epoca confusa come il Medioevo, in cui gli spiriti viaggiavano in "strani
universi" e tornavano a preoccupare i viventi, la chiesa cattolica seppe
far buon viso a cattivo gioco: appropriandosi del Purgatorio seppe incanalare
un'offensiva che non poteva contenere. "Se si vuole - dice lo storico - è
il grande rinserramento dei morti. Per fare questo, per portare Immaginazione
e Potere a coincidere, la chiesa cattolica ebbe bisogno di rendere "visibile"
il Purgatorio, di descriverlo, di dargli un'immagine reale. E il trionfo visuale
del Purgatorio avviene grazie all'Opera di un grandissimo propagandista, Dante
Alighieri e la sua seconda Cantica. In fondo, prima di Le Goff che porta dimostrazioni
e prove, due poeti avevano percepito lo sforzo geniale dantesco: sia Chateaubriand
("le purgatoire surpasse en poesie le ciel et l'enfer"), che Ezra Pound
avevano per il Purgatorio una predilezione assoluta."
Con tutto questo (forse proprio per questo carattere, misterioso sognante e nuovo)
l'idea del Purgatorio non si affermò poi tanto facilmente. La stessa invenzione
teologica fu, seppure mal avversa, abbastanza cauta: il Purgatorio diviene dogma
solo nel XVI secolo.
Ci rendiamo conto della tragedia?
Si vedano anche:
I libri apocrifi (che la chiesa cattolica
usa per giustificare la dottrina del purgatorio)
La tradizione cattolica
Risposte ai miei amici cattolici
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