Il cammino cristiano




Sahaja Yoga: una setta?

traduzione di A. Guidi

 

Il seguente saggio è basato su un elenco di domande compilate dal Dr. Michael Langone, direttore del Cultic Studies Journal, e pubblicato sul sito web della AFF (American Family Foundation).

La AFF raccomanda di farsi queste domande in relazione al gruppo a cui noi stessi o un membro della famiglia/amico è coinvolto, visto che spesso caratterizzano i gruppi manipolativi.


Sahaja Yoga è una setta?

Si tratta di una domanda che ho impiegato ben 9 anni lontano da SY (anche se non ufficialmente "fuori") prima addirittura di cominciare a pormela. È stata resa maggiormente difficile e dolorosa dal fatto che sono stato in Sahaja Yoga per 13 anni prima di quel momento, che all'inizio ho avuto molti contatti personali con Mataji (a volte quotidiani); dal fatto che sono stato per molti anni un "leader" di Sahaja Yoga; infine a causa della paura insidiosa e profondamente condizionante di pensare in modo anche solo lontanamente critico, per non dire negativo, su Mataji.

Chiunque sia rimasto coinvolto in Sahaja Yoga in modo abbastanza profondo sa che una convinzione profondamente mantenuta è che chiunque vada in qualche modo contro la "madre" o Sahaja Yoga perderà la protezione del divino (e qui cito Mataji: «il divino ritirerà completamente il suo appoggio e la sua attenzione da te»), con conseguenze disastrose.


1. Il gruppo si rimette completamente ad un leader vivente a cui si dimostra dedizione acritica?

Sì. Sarebbe difficile discutere, nel caso di Mataji e Sahaja Yoga. In Sahaja Yoga sono richieste totale devozione e lealtà alla "madre" - questo non dai "nuovi venuti", ma una volta che sei "dentro". Lo so per esperienza personale.

2. Il gruppo si preoccupa di portare dentro nuovi membri?

Sì. Il ritornello costante era (e sono sicuro che lo è ancora) cito Mataji: «Dovete diffondere Sahaja Yoga!». «Dobbiamo trovare gente nuova in Francia/ Svizzera/ America/ Spagna/ Portogallo/ Italia/ Russia ecc.»

3. Il gruppo si preoccupa di fare soldi / raccolta di fondi?

Sì. All'inizio non me ne rendevo conto a causa di tutte le chiacchiere sul fatto che Sahaja Yoga non costa soldi, di come l'"auto-realizzazione" sia gratuita ecc. Bene, direttamente non ci sono spese, ma poi arrivano i "Progetti India", di cui io ero responsabile, che raccolgono migliaia di dollari, e poi le collette per i puja (non so quanto ora costi un puja, sembra che il suo prezzo sia aumentato, noi attiravamo i membri più benestanti), denaro che va direttamente a Mataji e di cui non viene assolutamente reso conto.

Quando moltiplichi quelle cifre per centinaia o migliaia di devoti... inizia veramente a salire. E sono sicuro che altre raccolte sono in atto ora.

4. Domande, critiche, dubbi o dissenso sono attivamente scoraggiati o addirittura puniti?

Sì. Agli incontri introduttivi le persone che fanno troppe domande o mettono in difficoltà le affermazioni di Mataji o del presentatore vengono educatamente invitate ad andarsene, visto che non sono chiaramente ricettive. Successivamente le cose peggiorano. Ai membri del gruppo che criticano le azioni o le istruzioni della "madre", o addirittura le azioni o i dettami dei "leader" locali, viene fatto capire che sono negative, potrebbero essere possedute, e dovrebbero "prostrarsi", tirarsi le orecchie, e chiedere il perdono della "madre", meditare di più, ecc. Se rimangono refrattari, possono sentirsi dire di tenersi alla larga o addirittura di allontanarsi per un tempo indefinito.

Può essere molto traumatico, se a quel punto Sahaja Yoga è diventato il tuo mondo intero, e un sostituto della famiglia. A praticanti del Sahaja Yoga può essere detto di divorziare dal coniuge "negativo", e il congiuge "negativo" non avrà più il permesso di avere contatti con i bambini. L'ho visto accadere diverse volte.

5. Vengono usate tecniche di intorpidimento mentale (cioè meditazione, litanie, rituali lunghissimi, mancanza di sonno) per sopprimere i dubbi sul gruppo e sul/i suo/i leader?

Sì. Si passa molto tempo in meditazione collettiva e individuale, si cantano adorazioni a Mataji, si ascoltano nastri o si guardano video di Mataji, e così via. Quando ho iniziato io, ci veniva detto di alzarci alle 4 di mattina per meditare (e poi affrontare un'intera giornata di lavoro). Per dissipare i dubbi viene detto sempre di andare in «consapevolezza senza pensiero», di sollevarsi sopra i propri pensieri, di «mettere l'attenzione sulla madre».

6. I leader hanno dettami, a volte molto dettagliati, su cosa i membri devono pensare e come devono agire e sentire?

Sì. Mataji ha esposto linee guida su come vestirsi, cosa mangiare (in cima alla lista ci sono zucchero bianco, riso bianco, canna o ceci arrostiti), cosa non mangiare (funghi, formaggi fermentati, e tra le altre cose neppure una goccia d'alcol) e, cosa molto seria, vengono combinati matrimoni tra persone che non si conoscono, e vengono ordinati divorzi tra persone che si amano davvero, e gli viene detto che sono troppo attaccati ai bambini e devono mandarli a qualche scuola Sahaja Yoga.

Ad alcuni è stato ordinato di trasferirsi in un'altra città o addirittura paese per "dare inizio a Sahaja Yoga" in quella località.

7. Il gruppo è elitario, pretendendo di avere per se stesso, i suoi leader e i suoi membri uno status speciale, nobile?

Sì. Mataji si è proclamata incarnazione di Adi Shakti, il "potere primordiale di Dio" che ha soffiato la vita in tutte le cose. Ha insegnato ai suoi seguaci come fare lunghissime cerimonie (puja) per venerarla come tale, e anche nella forma di altre divinità (panteismo) come Krishna, Shiva, Adi Guru, Vishnumaya, Durga, ecc.
La credenza fondamentale, in Sahaja Yoga, è che la salvezza spirituale può essere ottenuta solamente attraverso Mataji e riconoscendo "chi lei è" (vedi sopra).

8. Il gruppo ha una mentalità polarizzata "noi - contro - loro"?

Sì. In Sahaja Yoga si fa un gran parlare di compassione e di salvare gli altri, ma quando questi altri non vogliono essere "salvati" vengono liquidati come negativi, posseduti, o addirittura "satanici". Compresi familiari ed amici.

9. Il leader del gruppo si ritiene responsabile davanti all'autorità (es. polizia, ufficiali di frontiera, ufficio tasse ecc.)?

Beh, se tu sei "Dio" (si veda dichiarazione n. 7) sei sopra a tutto, no? Si vedano dichiarazioni precedenti nell'elenco, come contrabbando, rifiutarsi di rendere il denaro preso a prestito da un seguace, ecc.

10. La leadership induce nei membri sensi di colpa per controllarli?

Sì. E per esperienza personale aggiungerei paura, confusione, e vergogna. In Sahaja Yoga c'è uno sforzo continuo per essere più dedicati alla "madre", e per diffondere Sahaja Yoga, per essere meno attaccati, più in "consapevolezza senza pensiero", più capaci di "sentire le vibrazioni" e così via.

Ed in qualsiasi momento la persona può essere "retrocessa", rimproverata da Mataji o dal leader locale, o trovata, in qualche modo, carente. Anche i premi a intermittenza vengono usati in questo modo. E tutto questo infonde un senso di dipendenza ansiosa.

11. Il gruppo insegna che i suoi presunti nobili fini giustificano mezzi che i membri avrebbero considerato immorali prima di entrare nel gruppo?

Sì. Un esempio di questo è l'approccio morbido di vendita con i "nuovi". Si parla molto, dietro le quinte, di come "far entrare gente nuova". La realtà di Sahaya Yoga, delle sue credenze («la madre è l'incarnazione di Dio») e pratiche (puja per la fotografia e la persona della "madre") vengono tenute nascoste ai nuovi, e per parecchio tempo.

A loro viene detto che il Sahaja Yoga li aiuterà a rilassarsi, che non c'è da pagare, che aiuterà i disturbi fisici e mentali, migliorerà le relazioni con gli altri ecc. Quando ero attivo in Sahaja Yoga lo ritenevo un fatto naturale - dopo tutto la Verità era troppa per i nuovi, e non volevamo che scappassero via. Ho impiegato molto tempo prima di rendermi conto che, in realtà, stavo praticando una forma di inganno.

12. La subordinazione dei membri al gruppo causa rottura di legami con famiglia e amici e rinuncia ad obiettivi ed attività personali che li interessavano prima di entrare nel gruppo?

Sì. Questo succede quasi sempre in Sahaja Yoga. Vengono troncati i legami con i familiari - madre, padre, nonni, fratelli, sorelle, cugini... che esprimono giustificata preoccupazione o scetticismo, e rifiutano di entrare in Sahaja Yoga, o che addirittura abbiamo apertamente parlato contro. All'inizio Mataji mi disse che mia madre era "satanica". Mia mamma ha dei difetti, senza dubbio. Ma satanica? No. Tuttavia all'epoca prendevo le parole di Mataji come verità e mi comportavo di conseguenza.

Dimostrava altrettanto dispezzo nei confronti di mio padre. Fortunatamente sono entrambi ancora vivi, e sono riuscito a ricucire i miei rapporti con loro. Altri non sono stati così fortunati. I membri di Sahaja Yoga vengono incoraggiati a cercare di convertire i loro familiari, ma neppure di spendere troppe energie con loro (e qui cito Mataji: «Non dovresti essere così attaccato alla tua famiglia, dar fastidio alla madre, chiedermi di aiutare questo o quello!»); se la conversione non riesce, staccarsi completamente da loro che sembrano frivoli ed egoisti.

Inoltre i membri vengono incoraggiati a rinunciare ad attività come sport, letture o viaggi di piacere, campeggio o escursioni a piedi, cinema (a meno che non sia un film che piace a Mataji, come Chariots of Fire), ecc. Queste attività vengono permesse solo se in qualche modo in relazione alla pratica del Sahaja Yoga, per esempio fare cose per la "madre", viaggiare per diffondere Sahaja Yoga o andare in India per l'India Tour (per diffondere il Sahaja Yoga), recarsi all'aperto in mezzo alla natura per cerimonie Sahaja Yoga e così via.

13. Si pretende che i membri devolvano tempo eccessivo al gruppo?

Sì. Per il "Sahaja Yogi" la devozione alla "madre" e la diffusione della sua parola devono avere la precedenza su tutto. Si passa moltissimo tempo nella programmazione di incontri introduttivi, nel tenere incontri pubblici, nel fare i riti di devozione, nel "lavorare sulle proprie vibrazioni", nel guardare o ascoltare nastri di Mataji, nello scrivere su Sahaja Yoga, nello scervellarsi su come arrrivare ai media ecc.

14. I membri vengono incoraggiati o viene loro imposto di vivere e socializzare solamente con altri membri?

Sì. Naturalmente la faccenda non viene posta in questi termini. Ma quando Sahaja Yoga diventa l'intero centro dell'attenzione di una persona, diventa sempre più difficile relazionarsi con gli esterni su un livello che non sia puramente superficiale. E, se le persone mostrano una devozione promettente, vengono incoraggiate a trasferirsi nell'"ashram" locale.

Quando sono stato invitato a trasferirmi nel primissimo "ashram" di Londra nell'estate del 1977, lo considerai un grandissimo onore: ero stato accettato come parte della "elite", avevo accesso a Mataji, cosa non concessa ai nuovi arrivati o agli estranei, avevo accesso al circolo più ristretto della "conoscenza". Roba pesante. All'improvviso ci si trova in questa situazione, ed è inevitabile che il contatto con non-Sahaja Yoga scompaia.

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