Il cammino cristiano




La Shoà

da uno scritto di G. Ruggeri


Il documento vaticano sull'olocausto nazista e le responsabilità cattoliche lascia delusi. Perchè ambiguamente, pur riconoscendo le colpe del clero cattolico, sfugge nell'attribuzione di responsabilità del proprio vescovo di Roma, Pio XII. Al di là di ogni valutazione umanitaria, che conduce allo sgomento per qualsiasi sterminio, va considerato il significato del popolo ebraico per un cristiano: che il cristianesimo ha origine nell'ebraismo, che i padri della fede Abramo, Mosè e tutti gli altri furono ebrei, che Cristo Gesù fu anche Lui ebreo secondo la carne; che il nostro "ideologo" neotestamentario, fu "ebreo di ebrei", come amò definirsi. Allora una posizione a difesa dei propri fratelli ebrei, di quel popolo a cui appartengono i patti e le promesse, doveva essere limpida e incontestabile. Gesù Cristo sulla terra amò il suo popolo fino alla morte: il primo luogo dove Gesù predicava erano le sinagoghe. Anche il cuore di Paolo batteva forte per il suo popolo (basta leggere le sue epistole).

Gesù Cristo ha annunciato che avrebbe dato volontariamente e spontaneamente la propria vita per noi, senza che alcuno avesse la facoltà di toglierla, e quindi, ha implicitamente vietato a qualsiasi uomo di pronunciare verdetti di condanna su chicchessia per la sua morte. Inoltre, Gesù stesso ha invocato il perdono di Dio Padre sui suoi aguzzini, e pertanto, impone a tutti i suoi seguaci analogo atteggiamento di completo ed incondizionato perdono (senza contare che, da un punto di vista teologico, la responsabilità della morte di Gesù della croce è imputata a tutta l'umanità, senza eccezione alcuna, anche se storicamente essa fu determinata dai fatti descritti nei vangeli).

Ma le radici dell'odio verso il popolo di Israele, grandemente amato da Dio e dai Suoi, e grandemente odiato dai nemici di Dio, sono ataviche. Eletti da Dio per diffondere la Sua Parola (ancora oggi conservano nella sua integrità la parola di Dio senza aggiunte; i libri dell'Antico Testamento sono rimasti invariati nel loro testo masoretico), furono massacrati dagli Egiziani: gli storici calcolano che morirono 600.000 Ebrei e solo la minor parte riuscì a fuggire con Mosè fuori dall'Egitto. La loro storia è una persecuzione continua, spesso senza una ragione plausibile. Pietro l'Eremita condusse le prime "crociate" per conquistare Gerusalemme e sterminandone furiosamente gli abitanti. Senza contare poi tutti quei luoghi dove hanno trovato ostilità e resistenze. In Germania furono accusati di portare la peste nera. Qui, delle persone, in processione al seguito di un crocifisso, diedero vita ad uno storico massacro di ebrei per l'espiazione dei propri peccati. Altrettanta insofferenza mostrarono gli Inglesi nel XII-XV secolo, la Francia di Luigi VIII (gli Ebrei furono banditi da tutte le regioni della Francia), e la cattolicissima Spagna. Per finire all'apocalittico sterminio nazista, dove ne morirono ben 6 milioni.

Anche se vi furono singole iniziative eroiche di alcuni cattolici, quello che più indigna è il silenzio-assenso di quel papa, Pio XII. Non si può dire che non avesse visto: il 16 ottobre 1943 venivano rastrellati a Roma mille e più ebrei e ne tornarono solo 17; "il tutto sotto le finestre del papa", come ha commentato l'ambasciatore tedesco in Italia Von Weizsacher. Non rappresentava certo l'amore di Cristo, con gli occhi chiusi sullo stermino del popolo eletto di Dio, né tantomeno l'immagine di un Giovanni Battista che non ebbe paura di contrastare, con tutta la sua valenza, la malvagità di un re Erode, forse più temibile di Mussolini. E nemmeno un seguace di san Paolo che usò una grande franchezza di fronte al "divino imperatore" Cesare, forse più temibile di Hitler. No, chiamiamolo piuttosto un buon stratega politico, un piccolo Cavour che con buona diplomazia cerca di mantenere il proprio staterello con i suoi privilegi intatti. Se poi verrà pure beatificato, si lascerà ad imperitura memoria questo modello temporale, rappresentativo per la base cattolica.

Gesù il Cristo, i suoi grandi servitori come l'apostolo Paolo, che hanno amato Israele più della loro stessa vita, sono tutt'altra cosa.
Due considerazioni delimitano la nostra delusione. Se la chiesa cattolica non ha avuto rispetto per la Parola di Dio, tanto da aggiungere 6 o 7 libri apocrifi non inclusi nella Scrittura ebraica, durante il Concilio di Trento del 1500, come se fossero una virgola in più, distruggendo così quella sacralità del "Libro" al centro del cuore di ogni ebreo, non c'è molto da meravigliarsi del silenzio-assenso di fronte allo sterminio della razza ebraica. Se poi ricordiamo ancora che il "dogma" dell'infallibilità papale è tuttora in vigore, anche di fronte alle scempiaggini e viltà più crude che la storia dei papi ci ha voluto regalare, perché aspettarsi una pubblica ammissione di colpa di un suo predecessore? Papa Pio IX aveva stabilito il dogma dell'infallibilità papale nel 1870. Come poter dire che 75 anni dopo un altro papa ha fallito?

Grazie a Dio, per noi l'unica infallibilità è in quei 66 libri della Sacra Bibbia che non potrà mai passare prima della terra stessa. Grazie a Dio, quel sionismo profetizzato dalle Scritture 2500 anni prima (Ezec. 36:33-35) si è adempiuto con la costituzione dello Stato di Israele nel 1948. Ed è meglio fermarsi con le rivisitazioni storiche. Per non andare indietro al periodo dell'inquisizione o delle crociate. E andando oltre, giungere alle origini.

 

Nota sul termine Shoà:
La parola "shoà", di origine biblica, indica annientamento, una catastrofe improvvisa, individuale o collettiva, causata dall’ira di Dio o dalla ferocia di un nemico. Con esso si designa oggi la persecuzione e lo sterminio degli ebrei scatenata in Europa soprattutto dai nazisti di Hitler dalla fine degli anni Trenta e per tutto il periodo della seconda guerra mondiale, e culminata con l’annientamento di circa sei milioni di persone nei numerosi campi di sterminio situati principalmente in Germania e in Polonia.

Nota sul protestantesimo in Germania:
La tedesca "Chiesa del Reich", formata sotto leader scelti da Hitler, venne riconosciuta formalmente dal Reichstag il 14 luglio 1933. Il Congresso dei Deutsche Christen (lett. Cristiani Germanici) aveva adottato i seguenti due principi: 1) Dio mi ha creato tedesco e vuole che mi batta per il mio germanesimo; 2) Servire in guerra non è una violazione della coscienza cristiana (cfr. Time, 17 aprile 1933).
Il 13 novembre si tenne un imponente raduno nel Palazzetto dello Sport di Berlino ad opera di un cosiddetto "Movimento Tedesco della Fede Cristiana". I responsabili del raduno proposero di abbandonare l'Antico Testamento (in quanto "ebraico") e di modificare gli insegnamenti del Nuovo Testamento affinché potessero appoggiare il Socialismo Nazionale. Da qui nacque "Una Nazione, una Razza, un Führer", un voto di approvazione ad Hitler che portò l'esclusione dei cristiani ebrei da tutte le chiese.
I Deutsche Christen sostennero Hitler con una teologia di stampo nazista. Più preoccupati a seguire il Socialismo Nazionale che a obbedire a Cristo, ciechi guide di ciechi, il teologo Wieneke-Soldin equiparava la Croce alla svastica, mentre Hossenfelder predicava che combattere nelle fila del Reich era volere di Dio.
Hans Kerrl, Ministro nazista degli Affari di Culto, dichiarò: "Il Partito sostiene... il Cristianesimo Positivo, e il Cristianesimo Positivo è il Socialismo Nazionale... Il Socialismo Nazionale è fare la volontà di Dio... La volontà di Dio si rivela nel sangue tedesco... Che il Cristianesimo consista nella fede in Cristo come Figlio di Dio è qualcosa che mi fa ridere... Il vero Cristianesimo è rappresentato dal Partito... Il Fuehrer è l'araldo di una Nuova Rivelazione".
Il regno di terrore della GESTAPO contro i cristiani iniziò nell'autunno del 1935 con l'arresto di 700 pastori. La vita e la personalità eroica di personaggi come il protestante Dietrich Bonhoeffer (1906-1945) ed altri martiri testimoniarono l'assoluta incompatibilità fra il dettato evangelico e il torbido e fosco paganesimo del regime hitleriano. Bonhoeffer fu tra i principali promotori della cosiddetta "Chiesa confessante" che rappresentò in Germania la resistenza cristiana al nazismo.



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