Il cammino cristiano




RICORDATI DI ME...

di C. H. Spurgeon

 

"E diceva: Gesù ricordati di me..." (Luca 23:42, 43).


La storia della redenzione del ladrone morente è un solido esempio della potenza di Cristo nel perdonare e della Sua abbondante disponibilità nel ricevere tutti coloro che si accostano a Lui, in qualsiasi stato essi si trovino. Questo meraviglioso atto di grazia non va considerato come un episodio isolato: che dire allora della salvezza di Zaccheo, della riabilitazione di Pietro o della gloriosa trasformazione di Saulo? Eppure, malgrado ogni conversione abbia in sé qualcosa di singolare, ognuna è riconducibile ad un modello comune. La situazione del ladrone, tutto sommato, è molto vicina alla condizione di ognuno di noi.

Il Signore Gesù nel momento in cui stava rivolgendosi a quel malfattore per donargli la salvezza era veramente agli estremi. Tutta la Sua gloria sembrava fosse svanita durante le angosciose ore nel Getsemani e in seguito davanti a Caiafa, Erode e Pilato; in questi momenti sulla croce, sembrava avesse proprio raggiunto il culmine della Sua umiliazione. Spogliato dei Suoi vestiti e appeso alla croce, il Signore era deriso da una folla irriverente e stava ormai ponendo fine alla Sua atroce agonia: in quel momento "Egli veniva annoverato tra i trasgressori" (Isaia 53:12) e stava pagando per ognuno di loro; ma nonostante il Suo stato di prostrazione, Gesù era ancora in grado di operare simili miracoli di grazia.

Osservate il glorioso gesto del Salvatore, compiuto mentre, svuotato della Sua gloria, diventa protagonista di uno spettacolo angoscioso, a pochi attimi dalla morte! È una meravigliosa certezza sapere che Gesù attualmente, ritornato nella gloria che Gli apparteneva da sempre, può compiere meraviglie ancora maggiori! Egli è in grado di salvare. Colui che sull'orlo della morte donò la vita eterna ad un terribile malfattore, è in grado di fare altrettanto e molto di più, ora che regna ed intercede per noi. Ogni potere Gli è stato dato in cielo e sulla terra: chi o cosa potrà mai sopravanzare la potenza della Sua grazia?

Tuttavia non è solo la momentanea debolezza del Signore Gesù che rende memorabile quest'episodio, ma anche il fatto che il malfattore stesso poteva vederLo in tutta la Sua umiliazione. Potete per un momento prendere il posto del ladrone e immaginare di contemplare un uomo agonizzante, pendere da una croce? Riconoscereste in Lui, con la stessa prontezza, il Signore della gloria, pronto a ritornare nel Suo Regno? Fu tutt'altro che una fede insignificante quella che riconobbe in Gesù il Signore e il Re! Se lo scrittore agli Ebrei fosse stato presente e avesse voluto aggiungere all'undicesimo capitolo della sua epistola una parte dedicata ai santi del Nuovo Testamento, avrebbe certamente posto a capo del suo elenco questo ladro, il quale aveva riposto la sua fede in Cristo crocifisso e morente, e che aveva gridato a Lui con fiducia ed umiltà. La fede del ladrone risalta ancora di più se consideriamo che egli stesso era ormai sopraffatto dal dolore e in procinto di morire. Non è certo facile conservare una simile consapevolezza quando si è tormentati dall'angoscia della morte. Gli ultimi barlumi di lucidità sono soffocati dagli atroci dolori del corpo. Quando si è vittima di acute sofferenze non è certo agevole esercitare quella fede che forse è caratteristica peculiare di ben altri momenti.

Quest'uomo aveva udito i sacerdoti schernire orgogliosamente il Signore Gesù e tutta la folla unita nell'unico scopo di recarGli offese e insulti. Perfino il suo collega, trascinato dall'andazzo del momento, accusava Gesù. Ed egli stesso si era lasciato coinvolgere per qualche momento dallo scherno, ma la grazia di Dio operò in lui, al punto da fargli riconoscere la sovranità di Gesù proprio nel bel mezzo di quell'orribile clamore. La sua fede non poté essere scossa da coloro che lo circondavano ed egli, un ladro agonizzante, proclamò la sua affezione per il Salvatore. Come una solida roccia in mezzo ad un torrente di schern, egli proclamò l'innocenza di Cristo che gli altri stavano disonorando. Questa fede è degna della nostra massima stima. Egli non aveva nessun membro del corpo libero, fatta eccezione per la lingua e la usò saggiamente per rimproverare il suo collega malfattore e difendere la causa del suo Signore. La sua fede scaturì in una coraggiosa confessione e in una testimonianza decisa.

Non mi sto accingendo a lodare il ladrone, ma sto celebrando la gloria della grazia divina che gli donò fede e lo salvò dalle sue miserie. Sono ansioso di mostrare quanto sia glorioso il Salvatore, che in una simile condizione di sfinimento ha potuto salvare un tale uomo e donargli una fede così grande. Per prepararlo perfettamente alla gloria eterna. Considerate quanto sia immensa la potenza dello Spirito divino che può produrre una fede simile anche in un terreno così arido e in un clima così sfavorevole.

Adesso entriamo nel vivo del sermone. Prima di tutto notate che quest'uomo fu l'ultimo amico di Gesù sulla terra; secondariamente considerate che lo stesso uomo fu il primo compagno di Gesù alla porta del paradiso e, infine, considerate l'ultimo sermone di Gesù offertoci tramite questo meraviglioso atto di grazia.

1. IL LADRONE CROCIFISSO: L'ULTIMO AMICO DI GESÙ SULLA TERRA

Quali strane compagnie attorniarono Cristo quando Egli camminò su questa terra! Non si accompagnò al religiosi FariseI o ai colti Sadducei, ma fu conosciuto come "l'amico dei pubblicani e dei peccatori". Quanto mi rallegro di questo aspetto! Egli mi ha dato la certezza che non rifiuterà di essere mio amico! Quando il Signore ha scelto me come Suo amico non ha ricevuto di certo nessun onore o vantaggio. Pensate forse che Egli abbia ottenuto qualche utilità nel diventare vostro amico? No, di certo: se Gesù non si fosse chinato non sarebbe potuto venire a me e se Egli non avesse cercato il più indegno, Egli non sarebbe mai venuto a cercare te. Per questo siamo grati al Signore: Egli è venuto "non per chiamare i giusti, ma i peccatori a ravvedimento" (Luca 5:32). Il sommo Medico trascorse molto tempo con i malati. Egli si recò nel luoghi dove avrebbe potuto prestare soccorso in modo efficace. I sani non hanno bisogno del medico: essi non possono apprezzarLo, né tanto meno possono usufruire delle Sue capacità; per questo motivo Gesù non preferiva la compagnia di coloro che si definivano sani. Ebbene, dopo tutto, il Signore ha ricavato un certo profitto quando ci ha salvato: ha trovato, infatti, le persone adatte verso le quali manifestare la Sua grazia e benevolenza. In noi il Suo amore ha trovato il luogo giusto per colmare il terribile abisso delle nostre necessità e dei nostri peccati: "Egli ha compiuto grandi cose per noi e noi siamo nella gioia" (Salmo 126:3).

Malgrado tutto questo qualcuno potrebbe disperarsi e dire: "Il Signore non degnerà di uno sguardo un peccatore come me". Voglio farti notare che l'ultimo amico di Cristo sulla terra fu un peccatore e certamente non un peccatore qualunque. Egli non soltanto aveva infranto le leggi di Dio, ma anche quelle degli uomini perché era un ladro. Qualcuno lo ha chiamato "brigante" e credo che questo sarebbe stato per lui il nome più appropriato. I briganti di un tempo erano sia ladri che assassini. Quest'uomo doveva essere un predone senza scrupoli. Questa ragione sarebbe diventata un pretesto per saccheggiare le sue vittime alla prima opportunità.
La sua carriera di criminale si concluse davanti ad un tribunale romano, il quale, a parere dello stesso imputato, emise una giusta condanna. Il malfattore fino a poco prima di essere inchiodato sulla croce giaceva nella sua cella, nell'attesa di essere giustiziato per i suoi molti crimini. Pensate, costui fu l'ultima persona con la quale il Signore fu unito su questa terra. Quale grande amore per i peccatori! A quale punto Egli si è abbassato per poter raggiungere gli abissi del genere umano! Prima di lasciare la terra, il Salvatore usò una grazia incomparabile per il più indegno degli uomini, pronunciando delle parole che si possono annoverare tra le più sublimi dell'intera Scrittura, dichiarandogli: "Oggi tu sarai con me in paradiso". Immagino che nessuno dei lettori si sia trovato mancante di fronte alla legge o sia stato accusato di delitti contro l'ordine pubblico, ma se ci fosse tra voi un individuo simile, vorrei cogliere l'occasione per invitarlo a trovare perdono e salvezza ai piedi di Gesù Cristo.

Amico, puoi accostarti al Salvatore con piena libertà, perché prima dite lo ha fatto quel ladrone. Egli fu il tipico esempio di chi aveva veramente toccato il fondo, il massimo della perversione. Tuttavia, nonostante la sua colpevolezza egli non presentò alcuna scusa, né cercò di coprire i suoi peccati. Sebbene fosse caduto nelle mani della giustizia e gravasse su di lui una pesante condanna, tutto questo non gli impedì di affidarsi a Gesù, sussurrandogli un'umile preghiera e ricevendo salvezza proprio in quel medesimo istante. Ancora oggi Gesù salva altre persone proprio come accadde a quell'uomo. Lasciatemi dire con molta schiettezza che Egli non potrà dimenticarsi di me. Nessuno è escluso dall'infinita pietà di Cristo, quindi, per quanto enormi siano le tue colpe, se hai fiducia, Gesù salverà proprio te.

Quel peccatore fu illuminato e risvegliato dalla grazia di Dio. Immagino che prima di allora non si sia mai seriamente soffermato sulla figura di Gesù. Secondo gli altri Evangelisti, pare che egli stesso in un primo momento si sia unito al suo collega nello schernire Gesù, Infatti è scritto: "Anche i ladroni che erano crocifissi con Lui lo beffavano". Ma improvvisamente si dovette convincere che l'uomo che stava morendo accanto a lui era Qualcuno che andava al di là dell'umano. Si sporse a leggere il titolo affisso sopra il Suo capo: "Questo è Gesù, il Re dei Giudei". Convinto della sua veridicità, lanciò il suo appello al Messia, nel quale aveva scoperto il Re e si abbandonò fiducioso nelle Sue mani.
Caro lettore, comprendi che nello stesso momento in cui l'uomo riconosce in Gesù il Cristo di Dio può riporre in Lui la fiducia per essere salvato?

Un giorno, un certo predicatore, mi chiese con scetticismo: "Ma via, tu credi veramente che sia possibile per un uomo vissuto nel peccato per cinquant'anni, ottenere istantaneamente la salvezza tramite il sangue di Gesù?" La risposta fu ed è: Sì! Noi crediamo fermamente che in un solo istante, attraverso il prezioso sangue di Gesù Cristo, l'anima più nera possa essere resa pura. Noi crediamo che in un batter d'occhio i peccati di sessanta o di settanta anni possano essere interamente perdonati e che la vecchia natura, fino ad allora nutrita dal male, possa ricevere la ferita mortale nello stesso momento in cui la vita eterna comincia a sbocciare nell'anima del peccatore. Così accadde a quel ladrone. Egli, all'improvviso, aprì gli occhi alla convinzione che gli avrebbe donato la salvezza. Cari amici, anche se mai prima d'ora vi siete aperti ad una fede viva, anche se fino a questo momento avete vissuto una vita senza Dio, se in questo istante state sentendo il vostro spirito svegliarsi e comprendere che il Figlio di Dio è venuto nel mondo per salvare i peccatori, posso assicurarvi che voi, riponendo fiducia in Lui, sarete immediatamente salvati. Mentre leggete la Parola di Dio il miracolo della grazia possa compiersi in voi, ad opera di Colui che è ritornato nella gloria pienamente in grado di portare salvezza!

Desidero farvi notare qualcos'altro in maniera molto semplice. Quest'uomo, l'ultimo amico di Gesù sulla terra, era un peccatore miserabile. Spesso mi trovo ad incontrare delle persone nella medesima condizione. Hanno vissuto una vita sfrenata, licenziosa e dissoluta e infine cominciano ad avvertire su di loro i fulmini della tempestosa ira di Dio sperimentano una sorte di inferno terrestre, preludio delle sofferenze eterne. Il rimorso, come un velenoso aspide, li morde continuamente, infuocando il loro interiore. Cercano invano riposo, sono tormentati giorno e notte, sentendo nel cuore una terribile voce che dice: "Stà sicuro: i tuoi peccati ti ritroveranno" (Numeri 32:23). Ed essendo stati ritrovati si sentono stretti nella forte morsa della convinzione delle loro colpe. Il ladrone si trovava in una condizione simile: era agli estremi e sapeva di non poter vivere a lungo. La crocifissione gli sarebbe stata fatale e presto le sue gambe sarebbero state spezzate per porre fine alla sua spregevole esistenza. Egli aveva da vivere soltanto poche ore, soltanto lo spazio che intercorre tra il pomeriggio e il tramonto del sole. Ma quel tempo non risultò insufficiente per il Salvatore: Egli è in grado di salvare! Personalmente, quando mi trovo davanti ai moribondi angosciati per le loro colpe non faccio altro che ripetere loro che la grazia di Dio li può raggiungere anche nell'ultimo istante della loro vita. Anche se la morte dovesse piombare improvvisamente su loro, credendo in Gesù saranno salvati, salvati immediatamente. Gesù è l'unico in grado di donare un nuovo cuore e uno spirito ben saldo, Egli è l'unico capace di cancellare tutti i peccati. Come vorrei poter esprimere la gloriosa grazia di Dio con parole adatte! Cristo Gesù è stato visto per l'ultima volta in compagnia di un peccatore pentito, per il quale ha avuto soltanto parole di compassione. Vieni pure, tu che sai di essere colpevole ed Egli ti riceverà con la stessa grazia!

Per di più, quest'uomo era incapace di compiere qualsiasi opera buona. Se la salvezza fosse stata ottenibile per le buone opere, non avrebbe potuto essere salvato, dal momento che il peccato lo incatenava mani e piedi all'albero del giudizio. Qualunque opera buona che avesse compiuto sarebbe stata soffocata dalla moltitudine dei suoi peccati. Avrebbe potuto dire qualcosa, ma niente di più; non avrebbe potuto compiere il bene e se la redenzione fosse stata legata ad una vita fondata sulle buone opere, certamente la salvezza non sarebbe mai stata sua. Questo peccatore non avrebbe potuto mostrare dei segni dì ravvedimento: aveva così poco da vivere... Non avrebbe potuto neppure dedicarsi a una vita contemplativa meditando sulle sue colpe per mesi ed anni: la sua vita si misurava ormai in minuti, e di lì a poco sarebbe sprofondato nell'abisso. La fine era ormai molto vicina, ma ad un tratto il suo destino eterno venne propiziato dal Redentore, il quale prima del tramonto del sole lo portò con Sé in paradiso.

Quel malfattore credette in Gesù e confessò la sua fede. Egli confidò in Cristo. La sua fede riconobbe Gesù come Signore e Lo proclamò quando disse: "Signore, ricordati di me". Egli aveva riposto in Gesù una fiducia tale da desiderare che il Salvatore gli dedicasse un solo pensiero: questo era tutto ciò che stava chiedendo.

Miei cari lettori, la cosa che non va in molti di voi è che pur sapendo chi è il Salvatore, vi ostinate a non
confidare in Lui. La fiducia è l'atto che salva. Forse anni fa vi trovavate nella situazione ideale per confidare in Gesù, ma ora siete così lontani da Lui che neppure potete immaginare. Il ladrone non ebbe esitazioni: afferrò l'unica speranza alla sua portata. Non si convinse della realtà del potere messianico del nostro Signore in maniera teorica e superficiale, ma trasformò la sua intuizione di fede in una palpitante occasione di preghiera e devozione: "Signore, ricordati di me quando sarai nel tuo Regno". Possano molti di voi, tramite l'infinita grazia divina, confidare nel Signore proprio adesso. Sarete salvati, certamente lo sarete e se così non fosse allora io stesso dovrei rinunciare a tutte le mie speranze. Coloro che sono stati salvati hanno semplicemente guardato al Salvatore e hanno trovato in Lui la vita e continuano a vivere soltanto perché hanno il loro sguardo posato sul Vivente.

Come conseguenza di questa fede salvifica, il ladrone sussurrò la sua umile ma fervente preghiera. Chiedere a Gesù di ricordarsi di lui potrebbe sembrare cosa da poco, ma essendo l'unica supplica che egli poteva rivolgere, la elevò con tutto il suo cuore. Solo pensando al Regno celeste egli ebbe un'idea così chiara della gloria del Salvatore, da comprendere che se Gesù si fosse ricordato di lui in quel luogo, la sua redenzione eterna sarebbe stata assicurata. Giuseppe, in prigione, si rivolse al capo dei coppieri chiedendogli di ricordarsi di lui quando sarebbe stato riammesso al potere, ma egli se ne dimenticò. Il nostro Giuseppe Celeste però, non dimentica mai un peccatore che grida a Lui dalla profonda prigione del peccato: nel Suo regno Egli ricorda i lamenti e le sofferenze di tutte le anime oppresse dal rimorso del male. Pensi non sia opportuno pregare proprio in questo momento per assicurarti un posto nella memoria del Signore Gesù?

Nonostante abbia tentato di descrivervi quest'uomo e abbia fatto del mio meglio per ritrarvelo in ogni suo
aspetto, avrò fallito il mio obiettivo se non sono riuscito a farvi comprendere che qualunque fosse il suo carattere, egli non fu stato altro che un riflesso di quello che voi stessi siete. Se siete stati dei grandi peccatori, se avete vissuto senza alcun interesse nei riguardi delle cose eterne, siete alla stregua di quel ladro, ma anche voi, potete fare come lui credendo in Gesù e rimettendo le vostre anime nelle Sue mani. Egli avrà pietà di voi come ebbe compassione per quel brigante condannato a morte. Gesù affermò un giorno: "Colui che viene a me io non lo caccerò fuori" (Giovanni 6:37): quindi, se voi andate a Lui con fede, chiunque voi siate, Egli per nessuna ragione, vi caccerà via. Vi rendete conto? Sentite dentro di voi che la vita eterna vi appartiene? Spero di poter gioire nel vedervi partecipi di questa gloriosa verità.

Sono poche le persone che amano intrattenere rapporti con anime particolarmente afflitte e disperate: io sono in quel piccolo numero. Ricevo continuamente lettere da parte di gente angosciata. Non ne conosco il motivo; certamente non perché possegga qualche speciale dono di consolazione, ma con piacere offro me stesso nel confortare i bisognosi, e questi ultimi sembrano intuire la mia disponibilità. Quale grande gioia provo nel vedere un'anima disperata trovare pace! Quanto desidero che tutti voi, che avete il cuore spezzato al pensiero di non poter trovare perdono, veniate al Signore e confidando in Lui possiate entrare nella Sua pace! Non ha Egli detto: "Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati ed io vi darò riposo"? (Matteo 11:28). Andate a Lui e quel riposo sarà vostro.

2. IL PRIMO COMPAGNO DI GESÙ ALLA PORTA DEL PARADISO

Non voglio speculare circa il luogo nel quale il nostro Signore si recò quando lasciò il corpo. Sembrerebbe, a detta delle Scritture, che Egli sia disceso nelle parti più profonde della terra "affinché riempisse ogni cosa". Ma Egli deve aver attraversato la regione della morte molto rapidamente. Egli morì probabilmente alcune ore prima del ladrone e durante questo periodo la gloria eterna rischiarò il mondo sotterraneo; ma fu trasferito davanti alla porta del paradiso proprio nel momento in cui il ladrone stava entrando nell'eternità.

Chi è costui che attraversa la porta del cielo insieme al Re di Gloria? È forse il migliore amico del Redentore? Qualche onorato martire? Forse un apostolo fedele? Un patriarca come Abramo, o un re come Davide...
Ammirate e siate sbigottiti dalla sovrana grazia di Dio. Colui che si intrattiene col Re di Gloria sulla porta del paradiso è un ladro, strappato dall'artiglio della morte eterna. Eppure non fu salvato in modo meno onorevole di altri, né giunse alla gloria in maniera più progressiva. È proprio vero che sono gli ultimi ad essere i primi nel Regno di Dio! Notate il significato della scelta del nostro Signore. Il compagno del Re dei re, per il quale il cherubino ritira la sua spada fiammeggiante non è un grande uomo, ma un malfattore appena convertito. E perché? Immagino che il Signore con questo gesto abbia voluto mostrare la grandiosità del Suo piano. Sembrò che Egli stesse dicendo a tutte le potenze celesti: "Porto con me un misero peccatore, egli è un esempio del resto dell'umanità".

Avete mai sentito narrare di quell'uomo che sognò di trovarsi davanti alla porta del paradiso e che rimase estasiato udendo il canto di un gruppo di venerabili personaggi che percorrevano il sentiero della gloria? Nel momento in cui essi varcarono la soglia celeste il paradiso risuonò di acclamazioni e canti di gioia. Chiedendo l'identità di quelle persone gli fu risposto che si trattava della compagnia dei profeti. Egli sospirò e disse: "Ahimè, non sono certo uno di loro!" Indugiò ancora un poco e vide avvicinarsi un altro gruppo di personaggi splendenti, i quali furono assunti in gloria tra gli "Alleluia", e quando ancora una volta chiese chi fossero costoro e da dove venissero, la risposta fu: "Costoro fanno parte della gloriosa compagnia degli apostoli". Ancora una volta l'uomo sospirò dicendo: "Non posso entrare con loro". In seguito vide arrivare un altro gruppo di uomini vestiti di bianco, che recavano palme nelle loro mani e che marciavano tra gloriose acclamazioni verso la città d'oro. Egli apprese che costoro facevano parte del nobile esercito dei martiri della fede e, ancora una volta, singhiozzando egli disse: "Non posso certamente aggregarmi a loro". Infine egli udì le voci di una grande folla e vide una moltitudine avanzare solennemente e tra i mille volti egli distinse le fattezze di Rahab la meretrice, Maria di Magdala, Davide e Manasse, e in particolar modo notò il ladrone che morì alla destra di Gesù. Anche questa moltitudine entrò senza esitare attraverso la porta della gloria. A questo punto egli chiese ansiosamente: "Chi sono costoro?" e la risposta fu: "Questo è la schiera dei peccatori salvati per grazia". Immaginate quale fu la gioia di quell'uomo nel poter dire: "Posso unirmi a loro"! Nondimeno egli pensava che all'avanzare di questo grande esercito non ci sarebbe stato alcun suono di acclamazione e che lo stesso sarebbe entrato nella gloria silenziosamente, ma, al contrario, gli sembrò di sentire un'esplosione dì "Alleluia" sette volte maggiore delle precedenti, in segno di lode all'Iddio d'amore. Infatti, c'è festa in presenza degli angeli di Dio quando dei peccatori si ravvedono (cfr. Luca 15:10). Voglio invitare ogni individuo che non potrà mai aspirare a servire Cristo, né tanto meno soffrire per Lui, ad accostarsi alla porta che Gesù ha aperto per lui e per tutti gli altri peccatori che hanno creduto.

Notate il luogo al quale il nostro Signore ha chiamato questo penitente. Gesù, infatti, disse: "Oggi tu sarai con me in paradiso". Il significato della parola paradiso è "giardino", un giardino ricolmo di delizie. Il giardino dell'Eden è un tipo del paradiso. Sappiamo anche che paradiso significa "cielo", perché l'apostolo Paolo parla di un uomo che è stato trasportato in paradiso, chiamandolo "terzo cielo" (2Corinzi 12:2). Il Salvatore trasportò questo ladrone morente in un giardino di infinite delizie e farà la stessa cosa con ogni peccatore che crede in Lui. Se stai credendo in Lui, presto sarai con Lui.
Prestate attenzione a Colui che accompagna il ladrone: "Oggi tu sarai in paradiso con me". Se il Signore Gesù avesse detto soltanto: "Oggi tu sarai con me", non avremmo avuto bisogno di ulteriori aggiunte, perché Egli stesso rappresenterebbe il paradiso per noi, ma Gesù ha specificato il luogo perché diversamente nessuno avrebbe mai saputo dove si stava recando. Medita su quest'aspetto, tu che sei oppresso sappi che sei destinato a dimorare per sempre con il Signore. O creatura misera e bisognosa, sei erede della Sua gloria, della Sua perfezione, della Sua benedizione. Sarai come Egli è, dove Egli è. Il Signore Gesù, guardando nei tuoi occhi pieni di lacrime sta dicendo: "Un giorno, o fragile anima, sarai con me". Mi sembra quasi di sentirti dire: "Questa è una benedizione troppo grande per un peccatore come me", ed Egli replicare: "Io ti amo di un amore eterno e quindi ti condurrò con amore finché non sarai dove sono io".

L'enfasi del testo cade sull'immediatezza di tutto questo: "In verità ti dico, oggi sarai con me un paradiso".

"Oggi". Non giacerai nel purgatorio per secoli, né dormirai nel limbo per innumerevoli anni; sarai introdotto nel paradiso subito e subito ne godrai. Il peccatore era ormai vicino alle porte dell'inferno, ma l'onnipotente misericordia lo sollevò fino alla gloria eterna. Quale cambiamento! Dalla croce alla corona, dall'angoscia del Calvario allo splendore della Nuova Gerusalemme! In poche ore il miserabile venne trasportato nei luoghi altissimi per sedere insieme al santi. "Oggi sarai con me in paradiso". Potete percepire la trasformazione di questo peccatore, nelle sozzure dell'iniquità il pomeriggio; vestito di vesti bianche e accolto tra i beati al tramonto del sole? O glorioso Salvatore, quali meraviglie sei in grado di compiere e quanto rapidamente sai lavorare i cuori!

Prestate attenzione alla maestà della grazia del Signore che traspare dalle parole del testo. "In verità ti dico".
Il Signore esprime la Sua volontà nel salvare quest'uomo. Colui che parla secondo giustizia, è l'Iddio "che ha misericordia di chi vuole avere misericordia e compassione di chi vuole avere compassione". Egli parla dall'alto della Sua autorità. Non sono forse parole maestose? Ciò che dice non può essere contraddetto. Egli possiede le chiavi dell'inferno e della morte: chi può impedire l'adempimento delle Sue parole?

Ma, alla maestà della Sua grazia, Cristo Gesù aggiunge una particolare garanzia. Egli dice "In verità". Il nostro Signore, dalla croce ritorna al modo usuale di esprimersi nei riguardi dei Suoi fedeli. Egli era solito dare inizio ai Suoi sermoni dicendo: "In verità, in verità io vi dico"; e ora, morente sulla croce, si esprime nella Sua maniera preferita. Il Signore non usò mai giurare. La Sua affermazione più forte fu sempre: "In verità, in verità".
Con questa potente dichiarazione il malfattore ottenne l'assoluta e incontestabile certezza che sebbene gli rimanesse poco da vivere, ben presto sarebbe stato in paradiso col suo Salvatore.

Vi ho già fatto notare che Gesù attraversò la porta del paradiso in compagnia di un individuo da Lui stesso riscattato. Per quale motivo tu ed io non potremmo anche noi attraversare quella stessa porta rivestiti della Sua giustizia, lavati col Suo sangue e fiduciosi della Sua potenza? Uno di questi giorni gli angeli potrebbero dire di te e di me: "Chi è colei che sale dal deserto appoggiata all'amico suo?" (Cantico dei Cantici 8:5). Gli angeli stessi si meraviglieranno nel vedere ognuno di noi entrare nella gloria. Se tu hai vissuto una vita di peccato fino a questo momento e se in un istante ti pentirai e sarai introdotto nel cielo, quale meraviglia ci sarà nel vedere proprio te in quel luogo di delizia!

Nella chiesa cristiana dei primi secoli Marco Caio Vittorino si convertì al Signore, ma essendo un uomo anziano ed avendo sempre avuto una pessima reputazione, il pastore dubitò di lui. Nonostante questo, egli diede una chiara prova di aver realizzato il cambiamento divino, cosicché tutti lo acclamarono dicendo: "Vittorino è diventato un cristiano!". Che qualcuno di voi possa essere salvato! Quanta gioia proveremmo per voi! Perché no! Non risulterebbe alla gloria di Dio? La salvezza di questo grande uomo ha reso proverbiale la grande misericordia del nostro Dio fino al giorno d'oggi: per quale motivo non potreste esserne voi l'oggetto? Tutti i santi griderebbero: "Alleluia, Alleluia!", udendo che qualcuno di voi è stato trasportato dalle tenebre alla meravigliosa luce del Salvatore Credete in Gesù e tutto questo diventerà una realtà.

3. L'ULTIMO SERMONE DI GESÙ

Anche il diavolo a volte vorrebbe predicare. Sì, Satana vuole prendere la parola, ma non può e non deve essere preso in considerazione. Non mi meraviglierei se egli venisse a te, al termine di questo brano sussurrandoti: "Vedi, puoi essere salvato alla fine dei tuoi giorni. Piantala con i pentimenti e la fede, sarai perdonato ugualmente sul letto di morte".

Amici, voi sapete bene chi è colui che vorrebbe rovinarvi con questa subdola proposta. Aborrite le sue perfide seduzioni. Non dimostratevi ingrati davanti alla bontà di Dio. Non provocate il Signore approfittando della Sua pazienza. Una simile condotta sarebbe indegna ed ingrata. Non correte il rischio di cadere in questo terribile abisso. Il Signore accetta tutti coloro che si pentono, ma come puoi prevedere di pentirti? È vero che un ladrone fu salvato, ma l'altro fu irrimediabilmente perduto. Uno fu salvato e quindi non dobbiamo disperare, l'altro fu perduto e quindi non possiamo approfittarne. Cari lettori, spero che voi non stiate correndo un rischio così tremendo, al punto da fare della misericordia di Dio una copertura per continue trasgressioni. Se vi trovate in questa posizione posso solo dirvi che la vostra condanna sarà inevitabile e voi stessi ve la siete tirata addosso.

Considerate ora l'insegnamento concernente la potenza del Signore nel salvare. Gesù era pronto a trapassare, i Suoi piedi erano ormai sulla soglia della casa del Padre. All'improvviso si fece avanti questo povero peccatore proprio all'ultimo istante e il Salvatore, anziché respingerlo, gli sorride dichiarando che Egli stesso non sarebbe entrato senza di lui. C'era stato tanto tempo a disposizione per entrare in orario e noi, al posto di Gesù avremmo risposto: "Hai atteso l'ultimo momento; io sto per entrare e non posso aspettarti". Il Signore era ormai in preda agli spasimi della morte ma malgrado ciò, attendeva quel criminale morente per fargli varcare la porta del cielo in Sua compagnia. Meraviglioso Salvatore: Egli salva con estrema facilità i peccatori per i quali è morto con estremo dolore! Gesù ama risparmiare i peccatori da una condanna senza possibilità di ripensamenti. Certamente voi proverete molta gioia nell'essere salvati, ma una simile gioia non eguaglia quella sperimentata da Gesù nel salvarvi. Contemplate la Sua bontà!
Egli viene a voi pieno di tenerezza, con le lacrime agli occhi, misericordia nelle mani e amore nel cuore.
Riponete la vostra fiducia in Colui che è il Grande Salvatore del più grandi peccatori. Vorrei poter vedere le vostre trasgressioni allontanarsi una volta per tutte, annullate dal sommo artefice del perdono.

Un altro aspetto che emerge da questa storia è la fede operante del ladrone. Quell'uomo credette che Gesù era Cristo e quindi si appropriò della salvezza offertagli. Egli disse: "Signore, ricordati di me". Gesù avrebbe potuto dire: "Cosa ho a che fare con te e tu che rapporti hai con me? Che relazione può esserci tra un ladro e Colui che è Perfetto?" Molti si tengono il più lontano possibile dalla gente malfamata. Potrebbero veder contaminata la propria innocenza. La società insegna che non bisogna familiarizzare con persone poco raccomandabili Non si dovrebbe neppure farsi vedere in loro compagnia poiché ciò porterebbe solo discredito. Bugie! Può forse qualcuno o qualcosa screditare maggiormente noi che siamo già peccatori?

Se ogni persona si confrontasse con la giustizia di Dio, ciascuno avrebbe la misura del degrado interiore ed esteriore che lo caratterizza. Dopo tutto, esiste qualcuno peggiore di ognuno di noi, davanti al nitido specchio della Parola divina? Ogni uomo, fosse anche il più perverso dei peccatori, può aggrapparsi a Cristo. Se ricordo bene Agostino chiamò il ladrone "latro laudabilis et mirabilis" un ladro degno di essere lodato ed ammirato perché osò appropriarsi del Salvatore e della Sua opera. In questo senso egli va ammirato. Prendi il Signore affinché ti appartenga e Lo avrai. Gesù è possesso comune di tutti i peccatori che se ne appropriano con audacia. Chiunque lo desidera avrà il piacere di avere a casa propria il Signore. Prendi Gesù con forza, come i predatori afferrano la loro preda, poiché il regno dei cieli tollera la violenza di una fede audace. Prendete Gesù ed Egli non allontanerà da voi.
"Oggi tu sarai con me in paradiso": voglio farvi notare che tale fede ebbe un effetto immediato. Il ladrone ha appena creduto e Cristo gli dona il sigillo della completa salvezza, trasportandolo prontamente nella Sua gloria eterna, per sempre insieme a Lui. Cari amici, se in quest'istante crederete, la vostra salvezza sarà immediata.

La salvezza è istantanea perché il passaggio dalle cose terrene alle cose eterne è altrettanto tempestivo. Se riflettete su quest'aspetto, vi accorgerete che l'inferno o il paradiso non sono poi così lontani. Prima che l'orologio scandisca nuovamente l'ora potreste trovarvi nell'eternità. Il sottile velo che ci separa dalle cose invisibili potrebbe lacerarsi da un momento all'altro. Cari nel Signore, l'eternità è una realtà, una realtà vicina e palpabile. "Oggi, - disse Gesù al ladrone - fra tre o quattro ore al massimo, sarai con me in paradiso". La distanza che ci separa dal balzo estremo è facilmente quantificabile e se risultasse difficile misurare tale distanza sarebbe a causa della sua brevità, piuttosto che a modito della sua lunghezza.
Potessimo noi, invece di occuparci di cose insignificanti, realizzare la realtà delle cose eterne! In questo preciso momento qualcuno potrebbe vedere dentro di sé l'evidenza dell'inferno o del paradiso. In ogni chiesa accade che qualcuno che ascolta abitualmente la Parola muoia prima che arrivi la Domenica successiva.
Potrebbe succedere proprio in questa settimana. Pensateci, e lasciate che le cose eterne vi impressionino un po' di più, dato che sono così vicine. Sappiate che se crederete in Gesù, sarete già pronti per il paradiso.
Potreste avere ancora venti, trenta o quarant'anni per glorificare Cristo e se così sarà, siate riconoscenti per questo privilegio; ma nel caso in cui la vostra vita non si prolungasse che di un'altra ora, la morte istantanea non potrebbe compromettere il fatto che, avendo creduto in Dio, siete già da ora pronti per il cielo. Se qualsiasi altra cosa al di fuori della fede fosse stata necessaria per rendervi adatti al paradiso, il ladrone in questione avrebbe dovuto indugiare un po', invece egli stesso passò dallo stato di grazia del pomeriggio, allo stato di gloria della sera. Se il pentimento sul letto di morte risulta veramente sincero, un uomo deceduto dopo appena cinque minuti dal suo primo atto di fede è da considerarsi salvato, alla stregua di chi ha servito il Signore cinquanta anni. Sarà la vostra fede sincera a condurvi all'istante in paradiso anche se non potrete essere in grado di manifestare buone opere e altre evidenze della grazia di cui siete stati oggetto. Colui che investiga l'animo umano leggerà sulle tavole del tuo cuore la fede e ti accetterà attraverso Gesù Cristo, anche se esteriormente nessuna opera di ravvedimento risulterà visibile.

Concludo affermando che il caso del ladrone non è eccezionale. Ho cominciato dicendo questo e voglio porre fine al mio sermone nella stessa maniera perché alcuni discutibili evangelisti sono terribilmente timorosi di predicare con disinvoltura la libera grazia di Dio. Ho letto da qualche parte e sono convinto che corrisponda al vero, che alcuni ministri di culto predicano l'Evangelo con la stessa cautela che mostra un asino nel brucare il cardo spinoso. Contrariamente a quanto fanno questi ministri, io voglio dichiararlo con forza, con audacia, e senza alcun timore. Se qualcuno dovesse abusare della grazia di Dio, ciò non dipende certamente dalla mia franchezza nel predicare. Del resto, si può andare all'inferno per aver sovvertito l'Evangelo, ma anche per qualsiasi altro motivo. Non è mio compito prevedere cosa potrà macchinare la mente di un vile, ma il mio mandato è quello di proclamare l'Evangelo nella pienezza della sua grazia, e questo continuerò a fare. Se quello del ladrone fosse stato un caso eccezionale e se, dunque, il Signore non fosse solito operare in questo modo, la Parola di Dio avrebbe specificato con cura un particolare così importante. Sarebbe stata elevata una barriera tra quest'episodio e qualsiasi altro e il Signore, senza dubbio, avrebbe fatto notare al ladrone morente l'esclusività del suo trattamento. Se dovessi concedere un favore esclusivo ad una persona, gli intimerei di non riferirlo a nessuno, per evitare di vedermi assediato da tanti altri individui con le medesime aspettative. Allo stesso modo, se il Salvatore avesse voluto fare di questo caso un'eccezione, avrebbe bisbigliato al ladrone: "Oggi sarai con me in paradiso, ma bada che nessuno lo sappia". No, il Signore parlò apertamente e coloro che gli stavano attorno sentirono bene ciò che disse. Per di più gli scrittori del Vangelo hanno riportato l'episodio con estrema cura. Se questo fosse stato un caso eccezionale non si troverebbe nella Parola di Dio.
Nessun uomo ufficializza le proprie intenzioni su un giornale se dentro di sé sente di non poter soddisfare le aspettative del pubblico. Il Salvatore ha pubblicato questa meraviglia della grazia sul quotidiano del Vangelo, perché desidera ripetere questo miracolo ogni giorno. Il campione è uguale alla massa; per questo motivo Gesù ci offre questo saggio della misericordia divina.
Egli è capace di salvare fino all'ultimo istante proprio come ha fatto con il ladrone morente. Il caso non sarebbe stato inserito per incoraggiare speranze impossibili da soddisfare. Qualunque cosa sia stata scritta è finalizzata al nostro insegnamento e non è diretta a suscitare in noi delusioni e perplessità. Vi prego, quindi, venite e credete in Gesù in questo preciso momento. Credete in Lui interamente, credete in Lui solamente, credete in Lui immediatamente.

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(Sermone tratto dal sito Cristiani Evangelici, pubblicato con permesso)



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