Il cammino cristiano




DIO GIUSTIFICA L'EMPIO

di C. H. Spurgeon

 

L'apostolo Paolo, ispirato dallo Spirito Santo, così si esprime: "A chi non opera ma crede in colui che giustifica l'empio, la sua fede è messa in conto come giustizia" (Romani 4:5).

Desidero soffermare la vostra attenzione sulle parole "Colui che giustifica l'empio". Non sono meravigliose? La parola "empio" si riferisce a tutti coloro che manifestano irriverenza ed avversione verso ciò che è pio e santo. Non vi sorprende il fatto che nella Bibbia si trovi un'espressione del genere? Chi non crede nella dottrina della croce, accusa Dio di occuparsi dei malvagi e di chiamare a Sé i più vili ed i meno meritevoli. Ebbene, la Scrittura accetta questa accusa e lo dichiara apertamente! Per bocca del Suo servitore Paolo, ispirato dallo Spirito Santo, Dio si accolla il titolo di "Colui che giustifica l'empio".
Egli rende giusti coloro che sono ingiusti, perdona quanti meritano di essere puniti e va incontro a coloro che bisognerebbe rigettare. È fin troppo ovvio pensare che la salvezza sia riservata ai buoni, che la grazia di Dio sia per i puri, per le persone sante, per quanti sono liberi dal peccato. Forse, ti è balenata nella mente l'ipotesi che se tu fossi perfetto Dio ti premierebbe, e hai pensato che, siccome non sei degno, non potrai mai avere la possibilità di godere del Suo favore. Sarai, quindi, sorpreso nel leggere un'affermazione del genere: "Colui che giustifica l'empio". Non mi meraviglio che tu sia sorpreso, poiché, malgrado tutta la mia familiarità con la grazia di Dio, non cessa mai di stupirmi. Non è sorprendente che un Dio santo possa giustificare una persona tutt'altro che santa?
Parliamo spesso della nostra bontà e di ciò che meritiamo; probabilmente pensiamo di avere qualcosa di particolare in grado di attirare l'attenzione di Dio. Ma Dio che vede al di là di ogni apparenza, sa che in noi non c'è assolutamente nulla di buono. Egli afferma che "Non c'è giusto, neppure uno". Egli sa che tutta la nostra giustizia è come "un abito sporco" e, quindi, il Signore Gesù non è venuto nel mondo per cercare la bontà e la giustizia, ma per portare bontà e giustizia e riversarla su persone che non ne hanno affatto. Egli viene non perché siamo giusti, ma per renderci tali: Dio giustifica l'empio.
Un avvocato, solitamente, entra in aula per perorare una causa di un innocente per giustificarlo davanti al tribunale dalle accuse che gli sono state mosse. Il compito dell'avvocato dovrebbe essere quello di giustificare l'innocente; egli non dovrebbe tentare di difendere il colpevole. L'uomo non ha nessun diritto o potere di giustificare il colpevole. Questo è un miracolo riservato esclusivamente a Dio. Dall'alto della Sua infinita giustizia, il Signore sa che non esiste nessuno esente dal peccato e quindi, nello splendore del Suo amore ineffabile, assume non tanto il compito di giustificare il giusto, quanto quello di giustificare chi è mancante. Dio ha trovato il modo di far comparire puro davanti a Sé il peccatore: Egli ha concepito un piano di grazia in forza del quale può trattare con perfetta giustizia il colpevole, come se questi fosse completamente esente dal peccato. Dio giustifica l'empio.
Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori. È un'opera sorprendente - qualcosa che lascia a bocca aperta soprattutto coloro che l'hanno sperimentato. Ancora oggi il più grande miracolo di cui ho udito parlare è che Dio giustifica anche me. Senza il Suo amore onnipotente mi sento del tutto indegno, pieno di corruzione, un cumulo di peccati. So con certezza di essere giustificato per la fede in Gesù e di venir trattato come se fossi perfettamente giusto; so di essere erede di Dio e coerede di Cristo; eppure, umanamente non sono che un peccatore. Io, che sono completamente indegno, sono trattato come se fossi meritevole. Sono oggetto dell'amore che riceverei se fossi sempre stato giusto; invece, non ero che un peccatore. Chi non si stupirebbe di questo? La gratitudine per un favore così grande si accompagna ad un incontenibile meraviglia.
Per quanto una simile realtà possa risultare sorprendente, vorrei che notassi quanto questa renda accessibile l'Evangelo. Se Dio giustifica l'empio, allora può giustificare anche te. Non è proprio questa la tua condizione? Non sei convertito, questo difetto ti calza a pennello: vissuto senza Dio, non hai praticato la giustizia, in altre parole non sei che un empio. Forse non hai mai frequentato un luogo di culto, sei vissuto senza preoccuparti del Signore e della Sua Parola anzi, ne hai provato avversione; ciò conferma che sei stato empio. Ancora più triste è il fatto che forse hai persino dubitato dell'esistenza di Dio. Hai vissuto su questa terra, ricolma di prove della presenza Dio, ma fino ad ora, hai chiuso gli occhi di fronte alle evidenze della Sua potenza e divinità. Sei vissuto come se Dio non esistesse. In effetti saresti stato molto contento se avessi potuto dimostrare a te stesso con certezza che Dio non esiste. Probabilmente sei vissuto molti anni in questo modo, fino a radicarti nelle tue cattive abitudini lasciando così Dio totalmente al di fuori della tua vita.
Forse, la tua forma d'empietà non è poi così dichiarata: infatti, hai praticato regolarmente tutte le forme esteriori di religiosità, senza, però, parteciparvi con il cuore. Per quanto ti sia incontrato con il popolo di Dio, non hai mai incontrato Dio personalmente; forse hai perfino fatto parte della corale, senza, però, lodare il Signore con il cuore. Sei vissuto senza amore per Dio, senza rispetto verso i Suoi comandamenti. Bene, sei proprio il tipo di persona alla quale è diretto l'Evangelo: l'Evangelo di Dio che giustifica l'empio. Tutto ciò non solo è meraviglioso, ma è anche assolutamente alla tua portata. È proprio quello che ti serve. Non è forse vero? Come vorrei che tu lo accettassi! Se sei un uomo sensato comprenderai l'immensità della grazia di Dio che viene incontro ad uno come te, per questo dirai: "Egli giustifica l'empio! Perché non dovrei anch'io essere giustificato, perché non in questo momento?".
Infatti, così deve essere: la salvezza di Dio è per coloro che non la meritano. È del tutto comprensibile che questa affermazione sia contenuta nella Bibbia perché, nessuno ha bisogno di essere giustificato se non chi è consapevole di non essere affatto giusto. Se qualcuno dei lettori si sente a posto, non vorrà di certo essere giustificato. Gli sembrerà di fare bene il proprio dovere anzi, sarà quasi dell'avviso che il cielo sia in obbligo nei suoi confronti.
A cosa ti serve un Salvatore o la misericordia divina? A cosa ti serve la giustificazione? Sarai già stanco di leggere il mio libro, perché non tratta argomenti che ti possano interessare. Se ti stai dando queste arie ascoltami attentamente: sarai perduto, come è vero che ora vivi!
Voi uomini che vi ritenete giusti, la cui giustizia sta tutta nelle vostre opere, siete ingannatori o ingannati, perché la Scrittura, che non può mentire, dichiara apertamente: "Non c'è alcun giusto, neppure uno". In ogni caso, non ho nessun Evangelo da predicare a chi si reputa giusto, no, nemmeno una parola. Gesù Cristo stesso non venne per chiamare i giusti, ed io non ho alcuna intenzione di fare ciò che Egli non fece. Se ti chiamassi, non verresti e quindi non ti chiamerò in questo modo. Ti chiedo piuttosto di guardare alla tua presunta giustizia fino a quando ti renderai conto di che razza di autoinganno si tratti. Ha la consistenza di una ragnatela. Falla finita! Abbandonala! Le uniche persone che comprendono la propria necessità di giustificazione sono quelle che si rendono conto della propria ingiustizia. Hanno bisogno che sia fatto qualcosa che possa renderle giuste di fronte al trono del giudizio divino. Fidati di questo: il Signore fa soltanto ciò che è necessario. La Sapienza infinita non si cimenta mai in ciò che non serve. Gesù non intraprende mai qualcosa di superfluo. Rendere giusto chi già si ritiene giusto non è compito di Dio - sarebbe il compito per uno sciocco; ma rendere giusto chi è ingiusto è l'opera dell'amore e della misericordia infinita. Giustificare l'empio è un miracolo degno di Dio!
Considera questo: se da qualche parte del mondo ci fosse un medico che avesse scoperto dei rimedi sicuri a chi ci si rivolgerebbe? Forse a coloro che sono perfettamente in salute? Non penso proprio. Mettetelo in una zona dove non c'è neppure un ammalato e si sentirebbe fuori posto. Non avrebbe niente da fare. "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati", disse il Signore. Non è altrettanto chiaro che i rimedi della grazia e della redenzione sono per tutti i malati nello spirito? Non possono essere per i sani, a loro non servirebbero a nulla.
Se tu, caro amico, ti senti malato spiritualmente, sappi che il Medico è "venuto nel mondo per sanare te". Se sei completamente rovinato a causa del tuo peccato, sei proprio la persona alla quale il piano della salvezza si rivolge. Io sostengo che Dio, nel Suo amore, aveva in mente proprio te quando ideò il piano della grazia. Supponi che un uomo mosso da grande generosità abbia deciso di condonare i debiti di tutti coloro che gli devono del denaro; è chiaro che questo vale solo per coloro che gli sono veramente debitori. Una persona gli deve un milione, un'altra cinquanta; ognuno non deve far altro che presentare il proprio conto e il proprio debito gli verrà condonato. Ma per quanto una persona possa essere generosa non potrà mai condonare un debito a chi non gli deve nulla. Esula dal potere dell'Onnipotente perdonare chi pensa di non aver peccato. Il perdono quindi non può essere per te che affermi di non aver alcuna colpa. Il perdono può essere riservato soltanto al colpevole; la grazia unicamente al peccatore. Sarebbe assurdo perdonare quanti non hanno bisogno di perdono e far grazia a coloro che non hanno mai commesso peccato.
Pensi di essere perduto perché sei un peccatore? Ebbene, questo è il motivo per cui puoi essere salvato. Proprio perché riconosci di essere un peccatore ti voglio incoraggiare a credere che la grazia è per uno come te.
La verità più bella è che Gesù cerca e salva ciò che è perduto. Egli mori compiendo un'autentica espiazione a favore di veri peccatori. Quando le persone non giocano con le parole, quando non si definiscono "miserabili peccatori" per falsa modestia, sono molto contento di poterle incontrare. Mi piace parlare anche tutta una notte con dei peccatori in buona fede. L'albergo della misericordia non chiude mai le proprie porte a persone del genere né durante la settimana, né di domenica. Il nostro Signore Gesù Cristo non mori per peccati immaginari, ma il Suo sangue fu versato per lavare quelle macchie che nessun altro avrebbe potuto togliere.
Se uno si sente un "sporco" peccatore, egli è esattamente il tipo di persona che Gesù Cristo è venuto a rendere puro. Un predicatore dell'Evangelo un giorno presentò un messaggio basato sul testo biblico: "Ora la scure è posta alla radice dell'albero" e il sermone fu tale che uno astanti gli disse: "Si direbbe che lei abbia predicato a criminali. Il suo sermone avrebbe dovuto essere presentato in qualche carcere". "Oh no", replicò il buon uomo, "se avessi predicato in una prigione non avrei preso spunto da questo testo. Avrei predicato sul versetto che dice: "Certa è questa parola e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori". proprio così. La legge è per chi si reputa giusto, per umiliare il suo orgoglio; l'Evangelo è per il perduto, per eliminare la sua disperazione.
Se non sei perduto, a cosa ti serve un Salvatore? Il Pastore andrebbe a cercare pecore che non si sono mai perse? Perché la donna spazzerebbe la casa in cerca delle moneta che non sono mai cadute in terra? No, la medicina è per l'ammalato, il perdono è per il colpevole, la liberazione per quanti sono prigionieri, l'apertura degli occhi per i ciechi. Come può essere spiegata l'esistenza di un Salvatore, la Sua morte sulla croce e l'intero Evangelo della grazia se si elimina il presupposto che gli uomini sono colpevoli e meritevoli di condanna? Il peccatore è la ragione stessa per la quale esiste l'Evangelo. Amico mio, se non meriti niente, se ti ritieni degno solamente di condanna e di perdizione, allora sappi che sei proprio il tipo di persona per il quale l'Evangelo è stato predisposto e proclamato. Dio giustifica l'empio.
Vorrei rendere questo concetto in modo accessibile a tutti. Mi auguro di esservi riuscito ma, in ogni modo, per quanto io possa sforzarmi di renderlo comprensibile, soltanto il Signore può fare in modo che l'uomo lo assimili pienamente. Inizialmente, ad una persona dalla coscienza risvegliata, appare del tutto sorprendente che la salvezza sia proprio per lei: essere colpevole e perduto. Crede di dover porre qualche rimedio alla sua condizione, manifestando così sincero ravvedimento. "Oh", pensa tra sé, "devo comportarmi in una determinata maniera" il che è vero, poiché deve comportarsi in un modo ben preciso quale conseguenza della salvezza; ma la salvezza viene a lei prima che abbia manifestato i frutti della salvezza stessa. Viene a lei, mentre merita unicamente l'appellativo di "empia". Questo è ciò che una persona è esattamente quando l'Evangelo la raggiunge per giustificarla.
Vorrei quindi esortare coloro che sentono di non aver nulla di buono, niente che li possa raccomandare al Signore, a credere che il nostro Dio di grazia ha il potere e il desiderio di accoglierli senza alcuna raccomandazione, per perdonarli spontaneamente, non perché essi siano buoni, ma unicamente perché Egli è buono. Dio non fa risplendere il Suo sole sui giusti e sugli ingiusti? Non dà fruttifere donando pioggia e sole anche alle nazioni empie? Persino Sodoma ebbe il suo sole e Gomorra la rugiada. L'immensa grazia divina sorpassa la mia e la tua comprensione e vorrei che tu la considerassi nel modo appropriato. Quanto sono alti i cieli al di sopra della terra, tanto i Suoi pensieri sono più alti dei nostri. Egli può rimettere i peccati abbondantemente. Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori: il perdono è per i colpevoli.
Non cercare di rimetterti a nuovo per apparire qualcosa di diverso da ciò che sei in realtà; vieni, piuttosto, a Colui che giustifica l'empio così com'è.
Un grande artista dipinse un quadro in cui rappresentava i vari gruppi sociali della città nella quale viveva è intendeva includere in quell'opera alcuni personaggi caratteristici di quella comunità. C'era un mendicante, scarmigliato, lacero e sporco che era conosciuto da tutti e nel quadro c'era un posto adatto a lui. L'artista disse a questo individuo rozzo: "Ti pagherò bene se verrai a posare nel i studio". Questi venne, ma fu subito riconsegnato alla attività di accattonaggio, poiché si era lavato il viso, si era pettinato e aveva indossato un vestito decoroso. C'era bisogno di lui in qualità di mendicante e non era stato invitato per ricoprire un ruolo diverso. Allo stesso modo l'Evangelo ti accoglierà nei suoi cortili solo se verrai in qualità di peccatore. Non cercare di riformarti, vieni immediatamente per ricevere la salvezza. Dio giustifica l'empio, per questo motivo puoi essere accettato proprio nello stato in cui ti trovi ora: nel tuo stato peggiore.
Vieni così come sei, vieni al Padre Celeste con tutti i tuoi peccati. Vieni a Gesù con tutta la tua sciattezza, sporco, nudo, inadatto tanto a vivere quanto a morire. Venite, voi che siete i mendicanti della creazione; venite voi che non sperate nulla se non la morte. Vieni, tu che hai nel cuore la disperazione, che preme sul tuo petto come un orribile incubo. Vieni e chiedi al Signore di giustificare un altro empio ancora. Perché non dovrebbe farlo? Venite, perché la Sua infinita misericordia è proprio per quelli come voi. Mi servo del linguaggio del testo, e non potrei renderlo più forte: il Signore stesso fa uso di questo epiteto: "Colui che giustifica l'empio". Egli rende giusti e degni di essere trattati come tali coloro che per natura sono empi. Non è questa una meravigliosa verità indirizzata proprio a te? Non alzarti dalla sedia fin quando non avrai considerato bene tutto ciò.

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(Sermone tratto dal sito Cristiani Evangelici, pubblicato con permesso)



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