TUTTO
PER GRAZIA
di C. H. Spurgeon
Sermone
pubblicato giovedì, 7 Ottobre 1915 consegnato da C. H SPURGEON,
al
Metropolitan Tabernacle, Newington.
"Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede e ciò
non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno
si glori" (Efesini 2:8-9).
Delle cose su cui ho predicato a voi per molti anni questa ne è la
somma. Nell'assortimento delle mie argomentazioni ho mantenuto la
mia teologia, principalmente intorno alla salvezza degli uomini. Sono
felice di ricordare che anche quelli che della mia famiglia erano
ministri di Cristo, prima di me e in mia presenza hanno predicato
questa dottrina e nient'altro. Mio padre che ancora può dare la sua
testimonianza personale per il suo Signore, non conosce altra dottrina
e anche suo padre lo ha fatto prima di lui.
Sono condotto a ricordare questo per il fatto che una circostanza
abbastanza singolare, registrata nella mia memoria ha stabilito una
connessione di questo testo tra me e mio nonno. Ora sono passati tanti
anni. Fui incaricato di predicare in una città di un certo paese nelle
Contee Orientali. Non mi accade spesso di essere in ritardo, perché
sento che la puntualità è una di quelle piccole virtù che possono
prevenire grandi peccati. Tuttavia non abbiamo colpa se il treno fa
ritardo o che si guasti e fu così che accadde che arrivai notevolmente
in ritardo al luogo su nominato.
Come tutte le persone assennate, loro avevano già cominciato la loro
adorazione e avevano già cominciato con il sermone. Come mi avvicinavo
alla chiesa, percepivo che qualcuno era salito sul pulpito a predicare
e chi avrebbe immaginato che il predicatore era il mio caro e venerabile
nonno! Appena però lui mi vide entrare dalla porta anteriore e camminare
per tutto il percorso del corridoio centrale, subito esclamò: "Adesso
continuerà mio nipote! Lui sa predicare l'Evangelo meglio di me, anche
se lui non può predicare un Evangelo migliore; lo puoi Charles?" Dopo
aver fatto il mio viaggio tra la folla, risposi: "Tu puoi predicare
meglio di me. Prega ancora." Ma lui non l'avrebbe accettato. Dovevo
continuare il sermone e così andando sullo stesso soggetto, ritornai
dove lui aveva interrotto.
"Ebbene" disse lui, "stavo predicando su: "Voi, infatti, siete stati
salvati per Grazia". Stavo mettendo tutti avanti alla fonte e alla
sorgente della salvezza; e ora sto loro mostrando il canale di essa,
attraverso la fede. Ora tu riprendi da qui e va avanti".
Io giocavo in casa con queste verità gloriose, perché non avrei potuto
provare alcuna difficoltà nel riprendere dal filo della dissertazione
di mio nonno e congiungendo il mio filo al suo, potetti continuare
senza alcuna interruzione logica. Il nostro accordo nelle cose di
Dio ci fece facilmente essere un solo predicatore dello stesso discorso.
Andai sul punto in cui dice: "Mediante la fede" e poi procedetti al
punto successivo: "Ciò non viene da voi". Su quest'argomento stavo
spiegando la debolezza e l'impossibilità della natura umana e la certezza
che la salvezza non potesse venire da noi, quando mi sentii tirare
la coda del mio frac e il mio benamato gran signore prese di nuovo
a dire: "Quando ho parlato della nostra depravata natura umana" proseguì
il vecchio buon uomo, "so molto su questo, cari amici"; e così lui
prese a parlare di una parabola e nei successivi cinque minuti fece
una solenne e umiliante descrizione della nostra perduta fortuna,
la depravazione della nostra natura e la morte spirituale nella quale
noi fummo trovati.
Quando lui aveva esposto le sue argomentazioni in una maniera molto
graziosa, il suo nipote si permise continuare, con grande gioia del
caro vecchio uomo; perché ora e allora lui direbbe, in tono gentile,
"Bene! Bene!" Una volta lui disse: "Diglielo di nuovo, Charles" ed
io ovviamente glielo ripetei. Era per me un gradito esercizio portare
la mia azione in testimonianza ad una verità di così vitale importanza,
che è così profondamente impressa nel mio cuore. Mentre sto annunciando
questo messaggio, mi sembra di sentire ancora quella cara voce che
mi dice: "Diglielo di nuovo". Non sto contraddicendo la testimonianza
degli antenati che ora sono con Dio. Se mio nonno potesse ritornare
sulla terra, mi troverebbe dove mi ha lasciato, costante nella fede
e attaccato a quella forma di dottrina che fu consegnata una volta
per sempre ai santi.
Maneggerò brevemente il testo, in modo da ricavare alcune asserzioni.
La prima asserzione è contenuta chiaramente nel testo:
LA
SALVEZZA È ATTUALE
L'apostolo dice: "Voi siete salvati". Non "voi sarete", o "voi
potete essere"; ma "voi siete salvati". Lui non dice: "Voi siete salvati
in parte" e neppure "pieni della speranza
di salvezza"; ma "per Grazia voi siete salvati". Permetteteci di essere
chiari su questo punto così com'è e permetteteci di non scordare che
noi sappiamo che noi siamo salvati. In questo momento noi o siamo
o non siamo salvati. Questo sia chiaro. A che categoria apparteniamo?
Spero che, mediante la testimonianza dello Spirito Santo, noi possiamo
essere così rassicurati della nostra salvezza da poter cantare: "Il
Signore è la mia forza e la mia canzone; lui è divenuto anche la mia
salvezza." Su questo non mi dilungherò, ma passerò a fare attenzione
al prossimo punto.
LA
SALVEZZA ATTUALE DEVE ESSERE RICEVUTA PER GRAZIA
Se possiamo dire di qualsiasi uomo, o di qualsiasi genere di persone:
"Voi siete salvati", noi dobbiamo farlo ma premettendo le parole "per
Grazia". Non c'è altra salvezza attuale a meno che cominci e finisca
"per Grazia". Non penso che qualcuno in questo grande mondo pretenda
di predicare o di possedere una salvezza attuale e poi ometta di dire
che quelli che credono di essere salvati lo siano solamente per Grazia.
Nessuno nella Chiesa di Roma proclama di essere salvato subito, completamente
e per l'eternità. Tale professione di fede sarebbe giudicata eretica.
Pochi cattolici possono sperare di entrare nel cielo quando muoiono,
ma la maggior parte di loro ha, davanti agli occhi, la misera prospettiva
del purgatorio. Noi vediamo le continue richieste di preghiere per
le anime trapassate e questo non avverrebbe se quelle anime fossero
salvate e glorificate col loro Salvatore. Messe in suffragio per il
riposo dell'anima, indicano l'incompletezza della salvezza che Roma
ha da offrire. Per buono che possa essere, da quando la salvezza Papale
è mediante le opere e anche se la salvezza per le buone opere fosse
possibile, mai nessun uomo potrebbe essere sicuro di aver compiuto
abbastanza per assicurarsi la sua salvezza.
Fra quelli che indugiano in mezzo a noi, troviamo molti che sono nello
stesso tempo estranei alla dottrina della Grazia e questi non sognano
mai di possedere una salvezza attuale. Probabilmente loro hanno fiducia
di poter essere salvati quando muoiono; hanno una mezza speranza,
dopo anni d'attenta santità, loro possono, forse, infine essere salvati;
ma, per essere salvati ora e per sapere che sono salvati, la salvezza
è completamente lontana da loro e anzi pensano che ciò sia una presunzione.
Non ci può essere salvezza attuale a meno che non si fondi su punta
base: "Per Grazia voi siete salvati". È una cosa molto singolare che
a nessuno sia venuta in mente di predicare una salvezza "attuale"
mediante le opere. Suppongo che sarebbe stato troppo assurdo. Essendo
le opere non ancora terminate, la salvezza sarebbe incompleta; oppure,
essendo completa la salvezza, il motivo principale del legalista,
assertore della salvezza per opere, sarebbe concluso.
La salvezza deve essere per Grazia. Se un uomo si è perso per il peccato,
come può essere salvato se non attraverso la Grazia di Dio? Se lui
ha peccato, lui è condannato; e come può lui, da se stesso, invertire
quella condanna? Supponi che lui si attenesse alla legge per tutto
il resto della sua vita, lui avrà fatto solo allora quello che avrebbe
dovuto fare prima e lui sarà ancora un servitore inutile. Che ci deve
fare del suo passato? Come potrà cancellare i vecchi peccati? Come
potrà essere ritrattata la vecchia rovina? Secondo le Sacre Scritture
e secondo il senso comune, la salvezza potrà essere solamente concessa
mediante il libero favore di Dio.
La salvezza nel tempo presente deve venire dal favore gratuito di
Dio. Le persone possono contendere per la salvezza per opere, ma tu
non sentirai che chiunque sostenga il suo proprio argomento dicendo:
"Sono salvato per quello che ho fatto". Quella sarebbe una vanità
di bricconeria alla quale pochi uomini andrebbero. L'orgoglio potrebbe
afferrarlo non appena lui si vanta in modo così stravagante. No, se
siamo salvati, deve essere per la libera Grazia di Dio. Nessun uomo
professa di essere un esempio di salvezza da un punto di vista contrario
a quello offerto dalla salvezza per Grazia. La salvezza, per essere
completa deve essere mediante la Grazia gratuita. I santi, quando
sopraggiunge la morte, non concludono mai le loro vite sperando nelle
loro buone opere. Quelli che invariabilmente hanno maggiormente vissuto
vite sante e utili, guardano alla libera Grazia nei loro momenti conclusivi.
Non sono mai stato al capezzale del letto di un uomo devoto che riposasse
una qualsiasi fiducia nelle sue proprie preghiere, o nel pentimento,
o nella religiosità. Ho sentito uomini molto santi che citano in morte
le parole: "Gesù Cristo entrò nel mondo per salvare i peccatori."
Infatti, gli uomini che si avvicinano maggiormente al cielo e i più
preparati a ciò, i più semplici mettono la loro fiducia nei meriti
del Signore Gesù e più intensamente aborriscono ogni fiducia in loro
stessi. Se ciò accade nei nostri ultimi momenti, quando il conflitto
è quasi al di sopra di noi, molto più dobbiamo sentirlo essere così
mentre noi siamo nel mezzo della lotta, cioè durante la vita. Se un
uomo è completamente salvato in questo tempo di guerra, come può essere
se non per Grazia. Mentre lui deve piangere sul peccato che sovrabbonda
in lui, mentre lui deve confessare innumerevoli deficienze e trasgressioni,
mentre il peccato è presente in tutto ciò che fa, come può credere
di essere completamente salvato se non la gratuita Grazia di Dio?
Paolo parla di questa salvezza come se appartenesse agli Efesini:
"Per Grazia voi siete salvati." Gli Efesini si erano dati ad arti
esoteriche curiose e ad opere di divinazione. Avevano fatto in pratica
un'alleanza coi poteri delle tenebre. Ora se proprio questi furono
salvati, ciò deve essere solo per Grazia. Così è anche con noi: la
nostra condizione originale e il carattere rende certo il fatto che,
se salvò tutti, noi lo dobbiamo attribuire alla libera Grazia di Dio.
So che è così proprio nel mio caso; e credo che la stessa regola regga
bene anche per il resto dei credenti. Chiarito sufficientemente quest'argomento,
passiamo ad un'altra osservazione:
L'ATTUALE
SALVEZZA PER GRAZIA DEVE AVVENIRE MEDIANTE LA FEDE.
Una salvezza attuale deve avvenire mediante la Grazia e la salvezza
per Grazia deve avvenire attraverso la fede. Tu non ti puoi impadronire
della salvezza per Grazia, mediante altri mezzi se non per fede. Hai
bisogno delle auree pinze della fede per portare via questo carbone
vivente posto sull'altare. Suppongo che sarebbe stato possibile, se
Dio l'avesse voluto, che quella salvezza potesse essere concessa per
opere, invece che per Grazia; perché se Adamo avesse rispettato perfettamente
la legge di Dio, lui avrebbe ancora fatto quello che a lui fu concesso
di fare; ma anche così, se Dio l'avesse ricompensato, la ricompensa
stessa sarebbe dovuta essere secondo la Grazia, in quando il Creatore
non deve nulla alla creatura. Questo sarebbe stato un sistema molto
difficile per lavorare, mentre l'oggetto di ciò era perfetto; ma nel
nostro caso non funzionerebbe per tutti. La salvezza nel nostro caso
vuole dire liberazione dalla colpa e dalla rovina e questo non poteva
fondarsi sopra una misura di buone opere, in quando noi non siamo
nella condizione di compierne alcuna. Supponi che io ti predichi che
tu come peccatore devi fare certi lavori e che poi tu saresti salvato;
e supponi che tu potessi compierli; tale salvezza non potrebbe essere
considerata come una Grazia, ma come un debito. Appreso in tale maniera,
ciò ti sarebbe ricompensato come la ricompensa di un'opera fatta e
tutto il suo aspetto sarebbe stato cambiato. La salvezza per Grazia
può solo essere afferrata dalla mano di fede: il tentativo di sovrapporre
su di essa il fare certi atti di legge causerebbe l'evaporazione alla
Grazia: "Perciò, è mediante la fede che interviene la Grazia." "Se
è per Grazia, allora non è più per opere: altrimenti la Grazia non
è più la Grazia. Ma se è per opere, allora non c'è più la Grazia:
altrimenti le opere non sono più opere."
Alcuni tentano di sovrapporre alla salvezza per Grazia, l'uso di cerimonie;
ma non è così. Tu sei battezzato da bambino, confermato e spinto a
ricevere "il santo sacramento" da mani sacerdotali, oppure Tu sei
battezzato da adulto, iscritto ad una chiesa e partecipi alla cena
del Signore: questo ti porta la salvezza? Ti chiedo: "Ce l'hai la
salvezza?" "Come osi chiedermelo?" Se tu proclamassi un tal genere
di salvezza, allora io sono sicuro che non ci sarebbe nella tua mente
la salvezza per Grazia.
Di nuovo, tu non può basare la salvezza per Grazia attraverso i tuoi
sentimenti. La mano di fede è costruita per afferrare una salvezza
attuale per Grazia. Ma le sensazioni non sono adatte per quello scopo.
Se tu vai dicendo: "Devo sentire che sono salvato. Devo sentire prima
molto dolore e poi molta gioia oppure non ammetterò che sono salvato",
tu troverai che questo metodo non risponderà. Come tu non puoi sperare
di vedere col tuo orecchio, o assaggiare col tuo occhio, o sentire
col tuo naso, così non puoi credere sentendo: è l'organo sbagliato.
Dopo che tu hai creduto, tu puoi godere la salvezza sentendo le sue
influenze paradisiache; ma sognare di afferrarla con i tuoi propri
sentimenti è così sciocco come tentare di afferrare la luce del sole
col palmo della mano, oppure il vento del cielo tra le ciglia dei
tuoi occhi. C'è un'assurdità essenziale in tutto questo discorso.
Inoltre, l'evidenza prodotta per le sensazioni è diversa da persona
a persona. Quando i tuoi sentimenti sono pacati e deliziosi, essi
sono subito sconvolti e sopraggiungono agitazione e tristezza. Il
più incostante degli elementi, le più deboli creature, le circostanze
più spregevoli possono affondare o possono elevare il tuo spirito:
uomini esperti vengono a pensare sempre meno delle loro attuali emozioni,
man mano che loro riflettono sullo scarso affidamento che si può avere
tramite di esse. La fede riceve la legge di Dio concernente il Suo
modo di perdono gratuito e così porta salvezza all'uomo credente;
ma sentendo, riscaldandosi in seguito ad appassionati appelli, conducendosi
ai limiti del delirio verso una speranza che sfida ma non esamina,
si conducono in giro in un genere di ballo del mendicante arabo "derviscio"
fatto di eccitamento e tutto è in agitazione, come il mare agitato
che non può rimanere. Dalle sue ebollizioni e dalle sue furie tempestose,
le sensazioni sono adatte per lasciarsi andare a tiepidezza, abbattimento,
disperazione e a tutti i mali simili. Le sensazioni sono una sorta
di oscuri e tempestosi fenomeni, nei quali non può fondarsi alcuna
fiducia circa le verità eterne di Dio.
Ora facciamo un passo che ci porterà ancora più lontano:
LA SALVEZZA
PER GRAZIA, ATTRAVERSO LA FEDE, NON VIENE DA NOI.
La salvezza e la fede e tutte le opere della Grazia, non vengono da
noi. Innanzi tutto loro non sono dovuti a nostri antichi meriti: loro
non sono la ricompensa di antichi buoni tentativi. Nessuna persona
non "nata di nuovo" ha vissuto così bene che Dio è costretto a dargli
un'ulteriore Grazia e dargli la vita eterna; in altre parole non è
più lontano dalla Grazia, ma dal debito. La Salvezza c'è data, non
guadagnata da noi. La nostra prima vita è sempre come un vagabondaggio
lontano da Dio e la nostra nuova vita di ritorno a Dio è sempre un'opera
di misericordia immeritata, riversata su quelli che grandemente ne
hanno bisogno, ma che non lo meritavano mai. Non viene da noi, nel
più ancestrale significato, cioè che non proviene dalla nostra bravura
dimostrata in origine. La salvezza viene dall'Alto; non è mai prodotta
in mezzo a noi. Può la Vita eterna essere prodotta dalle costole nude
della morte?
Alcuni ci sfidano a dire che la fede in Cristo e la nascita nuova,
sono solamente la conseguenza di buone opere, che si producono segretamente
in noi per natura; ma in questo, come il loro padre, parlano di se
stessi.
Signori, se un erede di collera produce buone opere, diventerà sempre
più buono per andare... nel luogo preparato per il diavolo e i suoi
angeli! Tu puoi prendere un uomo non nato di nuovo e lo istruisci
nel modo migliore, ma lui rimane e deve rimanere per sempre, morto
nel peccato, a meno che un potere più alto entrerà in lui e lo salverà
da lui stesso. La Grazia apporta dentro il cuore un elemento completamente
estraneo. Non migliora e non perpetua; uccide e vivifica. Non c'è
continuità tra lo stato di natura e lo stato di Grazia: l'uno è oscurità
e l'altro è luce; l'uno è morte e l'altro è vita. La Grazia, quando
viene a noi, è come un tizzone lasciato cadere nel mare, dove si sarebbe
certamente spento, non era esso di una certa qualità miracolosa che
impedisce le inondazioni e sovrappone il suo regno di fuoco e di luce
nelle profondità.
La salvezza per Grazia, attraverso la fede non viene da noi nel senso
che essa è il risultato del nostro potere. Noi siamo obbligati a vedere
la salvezza come un atto divino, cioè come una creazione, o una provvidenza,
o una risurrezione. Ad ogni punto del processo della salvezza questa
frase è adatta: "Non viene da voi". Dal primo desiderio di salvezza
al pieno ricevimento di essa mediante la fede, ciò è sempre e solo
da Dio e non da noi. L'uomo crede, ma quella fede è solamente un risultato
di un più forte impianto di vita divina in mezzo all'anima dell'uomo
ad opera di Dio Stesso. Anche la maggiore volontà di essere salvati
per Grazia non viene da noi, ma è il dono di Dio. Qui sta il nocciolo
della questione. Prendiamo un uomo che non crede per niente in Gesù:
sarebbe un suo dovere ricevere Gesù, che sarebbe Colui che Dio ha
mandato come propiziazione per peccati del mondo. Ma quell'uomo non
crederà mai in Gesù; lui preferisce qualsiasi cosa alla fede nel suo
Redentore. Quell'uomo non ha il cuore per credere in Gesù a vita eterna,
a meno che lo Spirito di Dio non lo convinca di giudizio e costringa
la sua volontà. Chiedo che qualche persona salvata guardi indietro
alla sua conversione e spieghi come avvenne. Tu ti rivolgesti a Cristo
e credesti nel Suo Nome: questi erano i tuoi atti e le tue azioni.
Ma che cosa ti causò questa conversione? Quale forza sacra ti convertì
dal peccato alla rettitudine? Attribuisci a te questo rinnovamento
singolare, oppure all'esistenza di un qualche cosa migliore di te
che non è ancora stato scoperto nel tuo prossimo inconvertito? No.
Confessa, che tu saresti stato quello che lui ora è, se non ci fosse
stato qualche cosa di potente che ti comunicò la primavera della Sua
volontà, illuminò la tua comprensione e ti guidò ai piedi della croce.
Con gratitudine noi confessiamo l'episodio; è stato così. La salvezza
per Grazia, attraverso la fede non è da noi e nessuno di noi si sognerebbe
di portare qualsiasi gloria a noi in seguito alla nostra conversione,
o a qualsiasi altro effetto della Grazia che è fluito dalla prima
causa divina. Ultima considerazione:
"PER
GRAZIA VOI SIETE SALVATI MEDIANTE LA FEDE; E CIÒ NON VIENE DA VOI:
È IL DONO DI DIO"
La salvezza può essere chiamata "Theodora" o "dono di Dio": e qualche
anima salvata può essere soprannominata Dorotea, che è un'altra forma
della stessa espressione. Moltiplica le tue frasi e chiamala come
vuoi, ma la vera salvezza ha tracciato in te la sua benedizione che
è tutta contenuta nel dono ineffabile, che è costituito dalla gratuita
e smisurata benedizione di amore divino.
La salvezza è il dono di Dio, in opposizione a una retribuzione. Quando
un uomo paga a un altro il suo salario, lui fa quello che è giusto;
e a nessuno viene in mente di lodarlo eccessivamente per questo. Ma
noi lodiamo il nostro Dio Gesù Cristo per la salvezza che ci ha donato,
perché essa non è il pagamento di un debito, ma il dono della Grazia.
Nessun uomo può entrare a vita eterna sulla terra, o in cielo, come
un debito di Dio, ma come un dono. Noi diciamo: "Nulla è più gratuito
di un dono". La salvezza è anche così, semplicemente e completamente
un dono di Dio, tanto che nulla potrà mai essere più gratuito. Dio
la concede perché lui sceglie di darla, secondo quel grande passo
biblico: "Io avrò misericordia di chi avrò misericordia, avrò compassione
di chi avrò compassione." Tu sei del tutto colpevole e condannato
e il grande Re perdona colui che vuole fra di voi. Questa è una sua
prerogativa reale. Lui salva nella Sua infinita sovranità della Grazia.
E Lui vuole che tutti voi siate salvati. La salvezza è il dono di
Dio: ciò è da dire completamente così, in opposizione alla teoria
della crescita spirituale. La salvezza non è una naturale produzione
fra di noi: è portata da una terra straniera e piantata nel nostro
cuore da mani paradisiache. Salvezza è nella sua interezza un dono
proveniente da Dio. Se tu desideri di averla, essa è là, completamente.
Desideri averla come un dono perfetto? Tu risponderai: "No; la produrrò
nella mia officina." Tu non puoi contraffare un'opera così rara e
costosa per la quale proprio Gesù spese il Sangue della Sua Vita.
Qui c'è un indumento senza linea di giunzione, tessuta da cima a fondo:
la tunica. Ti coprirà e ti renderà glorioso. Desideri averla? Tu risponderai
ancora: "No; sederò al telaio e mi confezionerò una veste da solo!"
Sciocco e orgoglioso che non sei altro! Tu filatore di ragnatele!
Tu tessitore di sogni! Oh! Che tu possa prendere liberamente quello
che Cristo sulla croce dichiarò essere compiuto! È il dono di Dio:
ovvero, è eternamente sicuro in opposizione ai doni degli uomini che
passano presto via. "Non come il mondo dà, io ti do", dice il nostro
Signore Gesù.
Se il mio Signore Gesù del Dio ti dà la salvezza in questo momento,
Tu ce l'hai e ce l'hai per sempre. Lui non se la riprenderà mai indietro;
e se lui non la prende da Te, chi potrà togliertela? Se lui ora ti
salva attraverso la fede, tu sei salvato e tanto salvato che Tu non
perirai mai, né qualcuno potrà strapparti dalla Sua mano. Possa essere
così di ognuno di noi!
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