Quando ti senti senza forzeda un sermone di C. H. Spurgeon
"...mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi" (Romani 5:6).
Qualcuno potrebbe affermare, confessando la propria impossibilità: "La mia mancanza di forza consiste principalmente nel fatto che non riesco a pentirmi sufficientemente". Molti hanno un'idea piuttosto strana di ciò che è il ravvedimento! Molti immaginano che sia necessario versare fiumi di lacrime, elevare lamenti, ed affrontare un'infinità di situazioni angosciose. Da dove proviene una concezione tanto sbagliata? L'incredulità e la disperazione sono peccati, quindi non vedo come possano essere componenti fondamentali di un vero ravvedimento; eppure molti li considerano parte integrante di una vera esperienza cristiana. Queste persone sono in errore. Tuttavia so quello che intendono, perché nei giorni in cui ero all'oscuro della verità anch'io mi sentivo allo stesso modo. Desideravo ravvedermi, ma pensavo di non essere in grado di farlo, e tuttavia non stavo facendo altro che pentirmi. Per quanto possa sembrare strano, mi pareva di non riuscire ad avere le giuste emozioni. Mi mettevo in un angolo e piangevo perché non ero in grado di piangere sufficientemente e sperimentavo una profonda amarezza perché non riuscivo ad essere amareggiato per il mio peccato. Che confusione creiamo quando nella nostra incredulità cominciamo a giudicare la condizione in cui veniamo a trovarci! Interiormente mi attanagliava l'ansia perché pensavo di avere il cuore duro come una pietra. Ero affranto al pensiero di non essere in grado di sperimentare un cuore rotto. Ora capisco che stavo dimostrando proprio i requisiti che credevo di non possedere, ma allora non sapevo orientarmi nel labirinto delle mie emozioni. La persona che si ravvede
veramente non è mai soddisfatta del proprio ravvedimento. Non possiamo
pentirci in maniera perfetta così come non siamo in grado di vivere in
maniera perfetta. Per quanto le nostre lacrime possano essere pure, ci sarà
sempre un po' di sporcizia in esse: persino nel migliore dei ravvedimenti ci sarà
qualcosa di cui ravvedersi. Ma ascolta! Ravvedersi significa pentirsi sinceramente
del peccato commesso, impegnarsi a vivere una vita santa, sviluppare una nuova
visione riguardo a Cristo e alle cose di Dio. Questo implica il ravvedimento,
ma non ci si deve fermare lì; la cosa fondamentale è la conversione
dal peccato a Cristo. Se c'è questa conversione, avrai realizzato l'essenza
del vero pentimento. Un'altra situazione
che manifesta tutta la vulnerabilità umana è quella di chi afferma:
"Sono tormentato da terribili pensieri. Dovunque io vada pensieri blasfemi
mi perseguitano. Spesso, mentre lavoro, un suggerimento malvagio mi opprime e
persino a letto i mormorii del maligno non mi fanno dormire. Non riesco a sfuggire
a questi terribili attacchi". Amico, so cosa intendi dire perché
anch'io sono stato perseguitato da questa belva. È più facile abbattere
uno sciame di mosche con la spada che sottomettere i pensieri quando vengono guidati
dal diavolo. Non mi meraviglio che tu ti senta senza forza per poter fermare questi
insidiosi ed abominevoli pensieri che insidiano la tua anima, ma ti voglio ricordare
le parole del versetto che stiamo considerando: "Mentre eravamo ancora senza
forza Cristo a suo tempo è morto per gli empi". Gesù conosceva
le nostre condizioni; vedeva che non eravamo in grado di vincere questo avversario
così infido; sapeva che saremmo stati intimoriti da lui, ma persino allora,
vedendoci in quella condizione, Cristo morì per gli empi. Getta l'ancora
della tua fede su questa verità. Il diavolo stesso non può dirti
che non sei empio; allora credi che Gesù morì proprio per uno come
te. Ricorda il modo con il quale Martin Lutero controbattè il diavolo con
la sua stessa arma. "Ma tu sei un peccatore" disse il diavolo a Martin
Lutero. "Sì" rispose questi e "Gesù è morto
per salvare i peccatori". In questo modo lo sconfisse sul suo stesso terreno.
Se rimani fermo su questa verità i tuoi pensieri blasfemi che non hai la
forza di cacciare se ne andranno da soli, perché Satana vedrà che
non avrà senso continuare a ricorrere ad essi per tormentarti. Un ultimo esempio di
umana incapacità è rappresentato da coloro che affermano: "La
mia debolezza consiste nel fatto che non riesco a mantener fede ai propositi fatti.
Ascolto la predicazione la domenica e ne rimango colpito, ma durante la settimana
mi incontro con un cattivo compagno e tutti i miei buoni propositi spariscono.
I miei colleghi non credono in nulla, dicono cose terribili e non so come reagire,
quindi mi vedo sopraffatto". Conosco molto bene anche questa situazione
e tremo per la persona che vi si trova impelagato, ma posso dire che se c'è
un'attitudine veramente sincera, la grazia divina può venire incontro alla
debolezza umana. Lo Spirito Santo può scacciare il maligno che incute paura
in quell'individuo. Egli può rendere coraggioso un codardo. Ricorda che
non devi rimanere in questo stato. Alzati in piedi e guardati attorno, vedrai
che non sei stato creato per essere come un rospo sotto un erpice, in pericolo
di vita sia che tu ti muova, sia che rimani fermo. Questo non è valido
solo a livello spirituale, ma per ogni aspetto della vita umana. Io potrò
fare molte cose per piacere ai miei amici, ma non mi arrischierò mai ad
andare all'inferno per risultare loro gradito. Potrebbe essere una cosa positiva
fare questo o quello per amicizia, ma non avrebbe senso perdere l'amicizia di
Dio per mantenere buoni rapporti con gli uomini. "Lo so" dice quell'uomo,
"ma nonostante questo non riesco a trovare il coraggio. Non riesco ad espormi.
Non riesco a stare fermo nei miei sentimenti". Bene, anche per te vale la
stessa parola: "Mentre eravamo ancora senza forza Cristo a suo tempo è
morto per gli empi". I
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