Testimonianza
di Farid
Farid,
un ex musulmano, racconta alcune sue esperienze con Gesù
"AFFINCHÈ
GLI UOMINI VEDANO LE VOSTRE BUONE OPERE E GLORIFICHINO IL VOSTRO "PADRE"
CHE E' NEI CIELI."
Quando ero da poco
convertito a Cristo lavoravo con tre colleghi nello stesso reparto di una azienda.
Noi quattro avevamo turni diversi, perciò non ci vedevamo e non ci parlavamo
mai. Avevamo un ufficio in comune, dove ognuno di noi aveva un armadietto chiuso
a chiave per i nostri attrezzi e per le tute.
Alla fine del mese ricevetti il mio stipendio e misi i soldi nel mio armadietto,
per non perderli durante il lavoro. Finito il mio turno andai a casa, dimenticando
però di portare con me lo stipendio. Il giorno successivo scoprii sbigottito
che qualcuno aveva forzato l'armadietto ed aveva rubato i soldi. Subito emerse
il mio vecchio me stesso. L'unica cosa che mi venne in mente era la vendetta!
Invece di pensare ai versetti biblici che parlano del perdono, ricordai soltanto
i testi del corano che insegnano la vendetta.
Sospettando che uno dei miei colleghi avesse rubato i soldi, decisi di forzare
i loro armadietti e di bruciare tutto ciò che contenevano. Presi un martello
e lo alzai per rompere le serrature. Ad un tratto una mano invisibile mi prese
per il polso impedendomi di attuare il mio proposito. Spaventato mi misi a sedere.
Che cosa mi stava succedendo? Allora sentii una voce sommessa, piena di compassione
e d'amore. Quella voce mi sussurrava: "Caro figlio, non vendicarti. Non fare
posto al diavolo". Obiettai dicendo: "Ma Signore, lo stipendio è
l'unico mio reddito: Adesso chi si prenderà cura di mia moglie e dei miei
figli?" Il Signore rispose: "Ricordati ciò che è scritto:
"Gettate ogni vostra preoccupazione sul Signore, perché Egli ha cura
di voi". Allora gli dissi: "Allora spegni Tu la rabbia rovente che riempie
tutto il mio essere. Dimmi cosa devo fare".
Il Signore mi ordinò di prendere un pezzo di carta e di scrivere queste
parole: A te fratello, che hai aperto l'armadietto, mi dispiace di non aver niente
di valore da darti. Se hai bisogno di qualcosa di specifico scrivimelo e Dio provvederà.
Per dimostrare che sto parlando sul serio, non riparerò la serratura. Infine
ti auguro che la pace di Dio riempia la tua vita e che la grazia del nostro Signore
Gesù Cristo ti circondi". Firmai con le parole: "il tuo amico
che ti ama, malgrado ciò che è successo".
Dopo aver messo la
lettera nel mio armadietto fui invaso da una gioia grandissima. Non vedevo l'ora
di arrivare a casa, per raccontare ai miei familiari questa grande vittoria. Mia
moglie fu completamente d'accordo con ciò che avevo fatto. Mi incoraggiò:
"Pensa a ciò che il Signore ci ha promesso: non ti lascerò
e non ti abbandonerò". Pur essendo impressionato da quelle parole
fui assalito ugualmente dalle preoccupazioni. Come avrei potuto comprare cibo
per la mia figlioletta? Come avrei pagato l'affitto? Quella notte non riuscii
a dormire. Dopo ore che mi girai e rigirai nel letto mi alzai e andai sul balcone,
dove pregai a lungo il Signore, chiedendogli di darmi pace. Mentre stavo per rientrare
in casa fu buttato un sasso sul balcone: attaccato al sasso c'era una lettera
di un altro cristiano che, per ragioni di sicurezza, non vedevo più da
mesi. La lettera conteneva una somma di denaro uguale al mio stipendio. Quando
è Fedele il Signore!
Quella però non fu l'ultima sorpresa che il Signore aveva in serbo per
me. Quando il giorno successivo arrivai in ufficio, uno dei miei tre colleghi
mi stava aspettando. Era un musulmano molto osservante. Con una voce che tradiva
il suo impaccio mi disse: "Non so come dirtelo, ma ti chiedo perdono. Io
ho forzato il tuo armadietto. Ieri ho trovato il tuo messaggio e le tue parole
mi hanno toccato profondamente. Ho rubato i tuoi soldi e li ho usati per i miei
figli malati. Appena potrò te li restuirò". Ma io gli dissi:
"Puoi tenerli, non ne ho più bisogno, perché Dio mi ha mandato
altri soldi". Non fu semplice convincere il mio collega che stavo parlando
sul serio, ma infine ci riuscii. "Ma allora devi rispondere a una mia domanda",
mi disse. "Chi ti ha insegnato a comportarti cosi?" Naturalmente conoscevo
la risposta, ma avevo paura di spiegargli la causa della trasformazione del mio
carattere. Come avrebbe reagito un musulmano come lui alla notizia della mia conversione?
Perciò risposi vagamente: "L'ho imparato da Dio e dai suoi comandamenti".
Lui non si accontentò e mi chiese ancora: "Dove hai trovato quei comandamenti?"
"Te lo dirò un'altra volta", risposi, sperando che se ne dimenticasse.
Il mio collega invece era impressionato da ciò che era successo al punto
da rifarmi sempre la stessa domanda. Infine decisi di dargli un Nuovo Testamento.
Ne rimase sconvolto: "Ma questa è una Bibbia! Allah! Perdonami per
favore!" esclamò. Io dissi: "Sì, è un Nuovo Testamento,
ma se davvero vuoi conoscere la risposta alla tua domanda, devi leggere questo
libro". Per un momento tacque, poi l'accettò con mani tremanti. Dopo
un mese il mio collega si rivolse a me dicendo: "Ho letto queste parole:
Chi crede e sarà battezzato sarà salvato". Eccomi qua, io credo".
Più tardi ho considerato: E' proprio vero ciò che ha detto Gesù:
"Gli uomini vedranno le vostre buone opere e glorificheranno il vostro Padre
che è nei cieli".
GLORIA AL NOSTRO DIO PER AVERCI DATO GESÙ IL NOSTRO MAESTRO.
Si vedano anche:
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Spiegazioni su Gesù ai lettori musulmani