Intervista con un ex muezzin
Norbert Lieth, per la rivista Chiamata di Mezzanotte, ha intervistato Azad. Egli viene dalla Turchia ed è curdo. Era musulmano ed era un muezzin. Dal giorno della sua conversione a Cristo, annuncia l'Evangelo e fa il missionario anche in Turchia.
Il muezzin (termine arabo) è colui che chiama alla preghiera e che introduce alla preghiera, che annuncia per cinque volte al giorno dal minareto della moschea il tempo della preghiera. Celebra anche i matrimoni e svolge tutti gli altri compiti prescritti dalla religione islamica. È per così dire pastore e curatore di anime per la sua chiesa. Quando e come Lei ha trovato Gesù? Leggendo il Nuovo Testamento,
che in passato odiavo: ero convinto si trattasse una falsificazione fatta da cristiani
malvagi. Quando andai in prigione, in Germania, a causa di una rapina, pregai
Dio affinchè mi mostrasse la via. Ricevetti un Nuovo Testamento, lo lessi
e riconobbi che sono un peccatore e che Gesù Cristo è morto per
i miei peccati. Il 9 novembre 1987 ho potuto inchinarmi davanti a Gesù
e accettarlo come mio Signore e personale Salvatore. Qual è il suo compito oggi per il regno di Dio? Il mio popolo è stato molto trascurato nell'annuncio dell'Evangelo. Quindi il mio primo compito consiste nell'annunciare l'amore di Dio alla mia gente e al mio popolo, che è schiavizzato dall'Islam. Lo faccio, nonostante il pericolo di morte che mi minaccia, poiché l'amore di Dio, sparso nel nostro cuore tramite lo Spirito Santo, è più forte e mi «costringe» a donarmi. Un altro compito consiste nello spiegare agli uomini e soprattutto ai cristiani in Europa che cos'è l'Islam. Quindi intravedo un compito importante nel visitare le prigioni, luogo dove anch'io sono stato trovato dal Signore Gesù, e di lavorare come sorvegliante volontario, raggiungendo in tal modo le persone con l'Evangelo. Ma uno dei miei compiti più importanti consiste nel tradurre la Bibbia in lingua curda. È un lavoro che svolgo da lungo tempo, ma grazie a Dio è quasi terminato. Da quanto tempo lavora alla traduzione biblica in lingua curda e quando sarà pubblicato? Da quattordici anni, insieme a un mio amico di Haran, compio questo lavoro. Questo mio amico è stato anch'egli salvato per grazia di Dio, conoscendo il Signore Gesù come personale Signore e Salvatore, anche lui tramite la lettura di tutta la Bibbia. Prima di convertirsi, aveva letto la Bibbia per dodici anni. Dio ha creato un team con noi due. Il mio amico è un noto scrittore. Così, se Dio vuole, nel 2004 avremo tutta la Bibbia tradotta. Il nostro lavoro finale consiste nello scrivere le note a piè di pagina, attività che mi impegna per varie ore al giorno. La sua attività missionaria è impedita in qualche modo o persino minacciata? Sì, in modo
molto intenso. L'ultima volta mi è successo un paio di giorni fa, mentre
evangelizzavo a Detmold. Sono venuti alcuni miei conterranei musulmani e mi hanno
detto: «Ti faremo esplodere!» Ai cristiani tedeschi hanno detto: «Siete
tanto cari, Gesù abita nei vostri cuori», ma a me, nella mia lingua,
hanno detto: «Sei un bugiardo. Hai offeso la nostra religione e i nostri
profeti. Ti faremo esplodere!» Come giudica la differenza fra Bibbia e Corano? La Bibbia è chiaramente Parola di Dio. Tramite la Bibbia Dio mostra al mio cuore il piano di salvezza per il popolo terreno di Israele e il piano di salvezza per le nazioni. Nella Bibbia mi viene chiaramente mostrata la mia natura di peccatore, ma anche il Redentore dai peccati e la Bibbia mi da la certezza della salvezza. È questa la grande differenza fra Bibbia e Corano. Nella prima epistola di Giovanni ad esempio sta scritto: «Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio» (I Gv 5,13). Ma il Corano dice nella Sura 66, al versetto 8: «Convenitevi con cuore sincero ad Allah, forse perdonerà i vostri misfatti.» Nella Bibbia invece sta scritto: «Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità» (I Gv 1,9). Com'è la situazione dei cristiani in Turchia? Dalla fondazione della repubblica turca, sulla carta esiste libertà religiosa, ma in pratica le cose stanno diversamente. Sono tornato dalla Turchia due settimane fa: la polizia civile mi ha seguito passo passo. Quando me ne sono andato, hanno chiesto ai miei fratelli rimasti in patria: «Che cosa cercava? Che cosa vi ha raccontato?» I cristiani vivono sotto una pressione paurosa, anche se tutto sembra esteriormente tranquillo e pare ci sia libertà religiosa. Lei ha detto di essere di origine curda. Come giudica l'attuale situazione dei curdi in Turchia? Nel mondo non esiste un altro popolo che, come succede ai curdi (circa 40 milioni di persone), non può neanche parlare la propria lingua. Se i curdi pubblicano qualcosa in Turchia nella loro lingua, vengono duramente puniti per questo (nel frattempo sembra che, grazie alle pressioni dell'UE, almeno sulla carta stia cambiando qualcosa, n.d.r.). Come giudicare tutto questo? È qualcosa che infrange i diritti umani, i comandamenti divini, tutto, è una cosa inumana. Tuttavia, amo i turchi perché l'amore di Dio è stato sparso nel mio cuore tramite lo Spirito Santo. Prima li odiavo ma da quando sono cristiano prego ogni giorno per la Turchia. È giusto sostenere, come si dice, che i curdi derivino dai Medi? No di certo. Sono convinto che i curdi facciano parte di due tribù e mezza di Israele (Ruben, Gad e la mezza tribù di Manasse), rimaste sul lato orientale del Giordano. Queste sono state anche le prime tribù fra tutte quelle d'Israele a finire in prigionia. Mi annovero come facente parte del popolo d'Israele. Sono e resto discendenza di Abraamo. Com'è l'atteggiamento della politica e dei media turchi nei confronti di Israele? Ottimo. La Turchia e Israele hanno governi alleati fra loro. Ad esempio collaborano a livello militare, ma la popolazione è pervasa da un odio profondo contro Israele. Qual era la sua posizione di musulmano nei confronti di Israele, e come è cambiata oggi da cristiano? In passato, odiavo
israeliani ed ebrei senza averne mai conosciuto uno. Questo derivava dal veleno
inoculatomi dall'Islam. Ma nella Bibbia sta scritto: «Se dunque il Figlio
vi farà liberi, sarete veramente liberi» (Gv 8,36). Quando giunsi
alla fede e mi accorsi con la Parola di Dio che Israele è il Suo popolo
terreno, ho chiesto perdono per i miei pensieri e oggi non passa giorno in cui
non preghi per Israele e Gerusalemme e non benedica nel nome di Gesù il
popolo ebraico. Come giudica l'evangelizzazione fra stranieri in Germania? Si fa abbastanza? Che altro si potrebbe fare e su cosa bisognerebbe concentrarsi? Non si fa abbastanza. Dopo essermi convertito, sono diventato anch'io evangelista e opero fra gli stranieri in Germania. Molti di loro sono alla ricerca. Sta a noi cristiani amare gli stranieri e presentargli realmente il Signore Gesù con il nostro esempio di vita. L'amicizia è molto importante e anche il coraggio di invitarli. Ci sono molti musulmani aperti in Europa. È importante fare attenzione a non parlare loro «dall'alto in basso». Bisognerebbe cercare di non creare altri muri ma anzi di creare ponti verso il loro cuore. Il punto in cui bisogna fare particolare attenzione è nel non cominciare a dire subito che Gesù è Dio. È molto più importante spiegare loro il peccato originale e portarli avanti fino alla conversione. Non si può spiegare a un cieco come sia il colore rosso. Devi prima aprirgli gli occhi. Solo così riconoscerà chi è Gesù e tutto il resto verrà da sé. A cosa fare particolare attenzione, se si vuole portare a Cristo un musulmano? Spesso i musulmani mi hanno detto: «I cristiani parlano contro di noi.» In altre parole, vuoi dire che quando predichiamo l'Evangelo essi credono che siamo automaticamente contro di loro. Ma riconoscono comunque che i cristiani hanno qualcosa che loro non possiedono e cioè la certezza della fede. Sono pienamente convinto del fatto che Gesù Cristo è venuto per «cercare e salvare ciò che era perduto». Se andiamo dai musulmani con questa meravigliosa e gioiosa speranza, essi lo vedono. Se mi maledicono io li benedico. Prego per loro, piango per loro e con loro. Essi lo vedono e dicono: «Noi non ci riusciamo!» Se andiamo da loro con un cuore ardente, spinti dall'amore di Cristo, riconosceranno che abbiamo qualcosa che a loro manca. Che opinione ha delle profezie della Bibbia riguardanti i nostri tempi? Crede che viviamo negli ultimi tempi (i tempi che precedono il rapimento della chiesa e il ritorno di Gesù)? Sì. Dal 1948, Dio ha nuovamente riunito il Suo popolo, secondo la Sua Parola. Questo è per me il primo segno che il Signore Gesù sta per ritornare. Un altro segno sono gli attuali eventi e la mancanza di amore fra i cristiani. Nel Suo discorso sugli ultimi tempi, il Signore ha detto: «Poiché l'iniquità aumenterà, l'amore dei più si raffredderà» (Mt 24,12). Se qualcuno non vede che tutto questo accade realmente, è davvero cieco. L'amore fra noi cristiani è molto importante, ma purtroppo mi accorgo che manca anche fra veri cristiani. Se il mio fondamento non fosse la Parola di Dio, sarei fuggito già da molto tempo. Ma tutto ciò ha una valenza profetica, poiché il Signore Gesù ha anche detto: «Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?» (Le 18,8). Sono convinto che viviamo negli ultimi tempi. La ringraziamo di cuore per questo colloquio e Le auguriamo ricche benedizioni divine. Anch'io La ringrazio e La incoraggio con queste parole: «ma ringraziato sia Dio, che ci da la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo. Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore!» (I Co 15,57-58). Ed: «Egli da forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato. I giovani si affaticano e si stancano; i più forti vacillano e cadono; ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano» (Is 40,29-31). Si vedano anche: I
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