Il cammino cristiano




Le elezioni USA 2004

a cura di Giambattista Mendicino

 

Le recenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti hanno attirato l’attenzione dei media sul mondo evangelico statunitense, che avrebbe giocato un ruolo decisivo nella rielezione alla Casa Bianca del repubblicano George Bush.
Dobbiamo purtroppo segnalare che l’atteggiamento dei media, sempre caratterizzato da diffidenza, scarso rispetto, ignoranza, verso tutto ciò che si dichiara cristiano ma non appartiene alla chiesa maggioritaria nel nostro Paese, ha assunto toni di inusitata violenza, anche a causa della grande impopolarità dell’amministrazione Bush, causata soprattutto dalle scelte di politica estera.

Ovunque, sulla carta stampata come in TV, gli evangelici sono stati dipinti come oscurantisti, nemici della ragione e bel buon senso, bigotti, “fondamentalisti” violenti dediti alla guerra santa contro cattolici, islamici, ebrei, fanatici sostenitori dello “scontro di civiltà” e fomentatori di guerre di religione.
L’espressione “cristiano fondamentalista”, grazie all’uso che ne fanno i mezzi di comunicazione, è diventato sinonimo di intolleranza e rozzezza culturale. Il termine ‘fondamentalista’ “quasi sempre è sinonimo di fanatismo religioso o violenza sacra” 1.

Questo uso scorretto della terminologia religiosa da parte dei media rende necessaria qualche spiegazione.
Per capire cosa davvero vuol dire fondamentalista occorre fare un breve excursus storico: ”All’inizio del XX secolo, il liberalismo teologico stava procedendo ad una radicale revisione della fede cristiana storica. Esso si nutriva del rifiuto dell’autorità della Scrittura, di scetticismo nei confronti del soprannaturale, di ottimismo antropologico e di fiducia nelle possibilità della scienza. […] Il fondamentalismo si configurò come una reazione di chi assumeva come presupposto quello dell’autonomia della scienza critica e si poneva come giudice del canone biblico mettendo in discussione le fondamenta del cristianesimo storico” 2.

Alcuni teologi evangelici che si opponevano all’allontanamento dalla fede cristiana storica, scrissero una serie di piccoli libri in cui venivano difese e ribadite alcune verità fondamentali (i cosidetti fundamentals, da cui derivò il termine “fondametalismo”) cui non era possibile rinunciare e che non potevano essere messe in discussione. Questi capisaldi della fede cristiana erano: l’ispirazione e l’inerranza delle Sacre Scritture; la divinità di Gesù Cristo; la sua nascita verginale; la redenzione universale per mezzo del sacrificio vicario di Gesù; la sua resurrezione corporale e la certezza della sua seconda venuta.

I fondamentalisti, come vennero definiti, non erano altro che dei cristiani che consideravano patrimonio irrinunciabile del cristianesimo storico, alcune precise verità di fede.
Purtroppo, nei decenni successivi, questo termine è stato arbitrariamente associato ad altri contesti, religiosi o politici, in cui il ricorso alla violenza anche fisica viene considerato legittimo, assumendo una valenza decisamente negativa, anche quando riferito all’originario contesto evangelico in cui il termine era stato coniato, ma per ben altri motivi, come abbiamo visto.

L’essere seguaci di Gesù è incompatibile con qualunque forma di violenza, sia essa fisica, verbale, psicologica o di altra natura. Gesù è definito nella Scrittura il “Principe della pace” (Isaia 9:5). Tra i suoi insegnamenti non si trova mai alcun incitamento alla violenza. Al contrario, Egli ha sempre insegnato, ai Suoi discepoli di ogni epoca, ad amare anche i loro nemici:

“Ma io vi dico: amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano, e pregate per quelli che vi maltrattano e che vi perseguitano”
(Matteo 5:44)

“Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano. A chi ti percuote su una guancia, porgigli anche l'altra; e a chi ti toglie il mantello non impedire di prenderti anche la tunica”
(Luca 6:27-29)

Ed i discepoli dopo di Lui continuarono a diffondere il messaggio di pace del Maestro:

“Benedite quelli che vi perseguitano. Benedite e non maledite.”
(Romani 12:14)

“non rendete male per male, od oltraggio per oltraggio, ma, al contrario, benedite; poiché a questo siete stati chiamati affinché ereditiate la benedizione.”
(1 Pietro 3:9)

Se tutti nel mondo applicassero questi insegnamenti, se le parole di Gesù fossero il fondamento di tutti, sicuramente non vedremmo più nessun essere umano subire violenza da parte di un proprio simile.
Gli insegnamenti del Nuovo Testamento sono incompatibili con qualunque tipo di violenza. Chiunque la pratichi in nome di Cristo, semplicemente non è un vero cristiano.

In ogni società in cui le parole del Vangelo hanno realmente trovato consenso, i frutti sono stati pace, solidarietà e libertà. Non è un caso che la prima compiuta espressione di libertà religiosa per tutti si attuò nella Pennsylvania, lo stato fondato dal quacchero William Penn nel 1682. Non è un caso nemmeno che lo stesso Penn fu il primo occidentale a stipulare un accordo con i nativi americani in cui afferma di voler ripudiare ogni forma di guerra nei confronti degli indiani d’America. Il filosofo Voltaire osserverà che questo è l’unico trattato della storia che non sia stato giurato 3 ma che in compenso non è stato violato...

E come non ricordare, per restare in tempi a noi più vicini, gli effetti della predicazione di Martin Luther King; eppure era uno di quelli che i giornalisti potrebbero definire, stavolta senza sbagliare, un “evangelico fondamentalista”.
Oggi, a più di trecento anni dalla dichiarazione di William Penn, nei paesi in cui la maggioranza segue altre religioni o filosofie, la libertà religiosa è un’utopia ben lontana dal trovare attuazione, perfino in quelli a maggioranza buddista, religione che in occidente gode fama di essere aperta e tollerante.

Non si può tacere il fatto che ci siano alcuni contesti del variegato panorama protestante degli Stati Uniti, in cui si siano verificati dei deprecabili episodi di violenza (ci riferiamo ad alcuni casi di attentati ai danni di medici e cliniche abortiste), che vi siano persone che operano una indebita commistione tra cristianesimo (o meglio, una propria personale visione del cristianesimo) e attivismo politico di stampo strettamente conservatore, se non addirittura reazionario. Questo però non è da imputare agli insegnamenti biblici, il cui scopo non è di realizzare una teocrazia su questa terra. Gesù stesso ebbe a dire “Il mio regno non è di questo mondo” (Giovanni 18:36) a chi voleva vedere in lui un capo, un liberatore politico. Anche in questi casi però i media, tranne poche eccezioni, attribuiscono queste posizioni indiscriminatamente a tutto il mondo evangelico, operando delle ingiustificate generalizzazioni e semplificazioni, allo scopo di colpire negativamente l’immaginario del lettore, piuttosto che di fornire un’informazione obiettiva.


Note:
1) E. Pace - R. Guolo, I fondamentalismi, ed. Laterza, p. 3
2) P. Bolognesi - L. De Chirico, Il movimento evangelicale, ed. Dehoniane, p. 54
3) I quaccheri rifiutano di giurare, secondo l’insegnamento del Nuovo Testamento, cfr. Matteo 5:34, Giacomo 5:12)


I documenti presenti su questo sito possono essere fatti circolare liberamente, purché senza ricarichi. I documenti sono distribuiti come freeware e restano di proprietà dei loro rispettivi autori.