I
vasi di Gedeone
(testo
di riferimento: Giud. 7:16-25)
La storia di Gedeone
è una tra le più belle della Parola di Dio, in cui possiamo notare
come Dio difende il Suo popolo e lo libera da ogni difficoltà. Gedeone
scelse in mezzo al popolo trecento uomini, tenendo conto non delle loro capacità,
ma del fatto di essere animati da fervido desiderio di vedere il popolo del Signore
liberato dalle mani dei Madianiti, desiderosi di essere strumenti nelle mani di
Dio. Esaminiamo il loro equipaggiamento. Gedeone cercò in mezzo al popolo
trecento uomini con dei vasi vuoti. Che cosa avrebbero potuto fare con quei vasi
vuoti? Erano vasi di terracotta, per di più molto fragili. Non è
assurdo
tutto questo? Ma l’Eterno disse a Gedeone: “Va’ con codesta
tua forza”. Quale era dunque la forza di Gedeone? Con quale arma doveva
combattere il suo esercito? Uomini equipaggiati con vasi di terracotta: un piccolo
esercito doveva combattere contro quello equipaggiato con spade e corazze dei
Madianiti.
Con i vasi ognuno doveva anche procurarsi una fiaccola e una tromba! Questi erano
gli elementi che completavano l’equipaggiamento che Dio usò per dare
vittoria al Suo popolo: dei vasi vuoti, delle fiaccole
accese dentro i vasi, delle trombe da suonare e un grido di battaglia da elevare!
1. Vasi vuoti
In Isaia 52:4 troviamo scritto: “Purificatevi e portate i vostri vasi all’Eterno”.
L’apostolo Paolo ai Corinti nella seconda Epistola cap.4:7 così scrive:
“Noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra”. Il vaso vuoto simboleggia
il credente purificato dal Signore e pronto per essere riempito del Suo divino
fuoco al fine di servirLo.
I nostri vasi devono essere necessariamente vuoti. Questo è il segreto
di una vita vittoriosa. Quando i vasi sono vuoti, quando cioè la nostra
vita è arresa a Dio, soltanto allora possiamo presentarci a Lui per essere
illuminati e riscaldati con il Suo calore divino.
I primi discepoli si radunarono nell’alto solaio nell’attesa di ricevere
la promessa di Dio. Osserviamoli mentre pregano e implorano il Signore. Nella
città di Gerusalemme c’era un gran via vai di gente e i fatti che
in quei giorni erano accaduti, non erano stati ancora dimenticati. Da un momento
all’altro era possibile qualche episodio increscioso per i discepoli, vista
la posizione che i sacerdoti del Tempio e che tutto il Sinedrio avevano preso
prima contro Gesù, e ora contro i discepoli. Ma dove si trovavano i discepoli?
Ci saremmo forse aspettati che si fossero radunati per scrivere un memoriale dei
fatti a dimostrazione che Gesù era innocente, una specie di apologia. Oppure,
al contrario, che avessero deciso di ritornare alle loro case per rifarsi una
vita normale.
Ma non fecero così! Gesù aveva detto loro: “Dimorate in Gerusalemme
finché...” Ecco dov’erano radunati: in un umile solaio che
porta alla nostra mente un altro edificio in cui circa un secolo fa avvenne un
glorioso risveglio di pentecoste. Quei cuori desiderosi, quei vasi vuoti, dovevano
essere riempiti dal Signore. “Purificatevi e portate i vostri vasi nella
Casa del Signore”. Questa profezia, già citata, di Isaia, proprio
in quella particolare circostanza, si stava avverando.
Quei discepoli dovevano vincere le forze del male e testimoniare a tutte le genti,
spandendo la Parola del Vangelo ovunque. Erano solo pochi uomini, con che cosa
erano equipaggiati? Qual era la loro arma? Attesero quaranta giorni e finalmente
nel giorno della Pentecoste quei centoventi vasi furono improvvisamente riempiti.
Dio stesso provvide a mettere in quelle brocche una gloriosa e potente fiaccola:
il battesimo di Spirito Santo.
Questo fu anche il vero successo di Gedeone: una fiaccola dentro una semplice
brocca. Il nostro successo può essere lo stesso: dobbiamo presentarci a
Dio con un cuore vuoto, con una vita arresa e Lui la riempierà della Sua
fiaccola ardente. Solo così potremo incontrare il mondo che ci circonda
per testimoniare del Vangelo e per vincere il “buon combattimento della
fede”.
2. Fiaccole dentro
i vasi
C’è una domanda che dobbiamo farci: con che cosa stiamo riempiendo
oggi i nostri vasi del cuore? Stiamo presentando a Dio la nostra vita, chiedendoGli
di riempirla con la fiaccola ardente del Suo amore? Il peccato, l’orgoglio,
i rancori, la tiepidezza, le cose vane di questo mondo sono le cose che riempiono
i vasi dei cuori di molti: sono soltanto spazzatura! Il Salmista dice: “Se
nel mio cuore avessi avuto di mira l’iniquità, il Signore non mi
avrebbe ascoltato” (Salmo 66:18). L’ira, 1’invidia, la corsa
al danaro, il divertimento, i sentimenti di malizia, l’inimicizia, i pettegolezzi,
le concupiscenze, le cose frivole riempiono oggi molti vasi e la fiamma della
potenza di Dio non trova più posto per manifestarsi.
Se Cristo ha svuotato i nostri vasi purificandoli, se Lui ci ha liberati, ora
dobbiamo essere riempiti del Suo Spirito. I nostri cuori, una volta svuotati delle
cose del mondo, non potranno poi rimanere vuoti per sempre. Altrimenti qualcun
altro ci penserà a farlo: «Signore, fa’ che la fiamma del risveglio
continui ad accendere il nostro cuore, trasformare le nostre menti, illuminare
la nostra vita!».
C’è un altro aspetto da considerare: le fiaccole dovevano essere
nascoste dentro i vasi e solo successivamente potevano essere mostrate ai nemici.
Prima d’ogni cosa il calore delle fiaccole doveva riscaldare quei vasi,
mentre all’esterno ancora nulla appariva.
La stessa cosa accadde ai primi discepoli del Signore, e così deve avvenire
anche per ciascuno di noi. Dobbiamo chiedere a Dio che il Suo Fuoco riscaldi prima
noi e poi potrà manifestarsi al momento opportuno: il fuoco dell’entusiasmo
e del fervore della proclamazione del Vangelo, dopo aver riscaldato e conquistato
noi stessi, conquisterà altri e le potenze del male fuggiranno.
3. Brocche che devono
essere rotte
I vasi spezzati esprimono una vita intera, una vita che dopo essere stata infiammata
con il fuoco di Dio, poi si ritrae, per far in modo che il popolo veda soltanto
la luce di Cristo. Fino a quando vorremo tenere la nostra vita tutta intera, per
glorificare se stessa, Dio non potrà essere glorificato. Ricordiamo che,
se il vaso non viene spezzato, la fiamma che è in esso contenuta potrà
anche correre il rischio di spegnersi.
4. Suono delle trombe
e grido di battaglia
Dopo che si fecero suonare le trombe, che i vasi furono spezzati e furono mostrate
le fiaccole all’esercito nemico, venne il momento in cui Dio poté
iniziare a combattere per il Suo popolo.
Il popolo di Israele aveva fatto quel che Dio aveva comandato; ora Dio era pronto
a compiere tutto il resto.
In Numeri 29:1 leggiamo che le trombe dovevano essere suonate dal popolo di Israele
nei giorni di solennità o in altre occasioni come ad esempio in caso di
guerra o di invasione nemica (Neh.4:20) o per annunziare un giudizio divino e
insieme al giudizio il ristabilimento del Suo popolo (Isa.27:13).
Quando Israele stava per suonare le trombe, Dio stesso annunziava il Suo giudizio
contro gli Amalechiti e nel contempo la liberazione del Suo popolo.
Anche le sette trombe dell’Apocalisse avranno questo scopo. Le profezie
dell’Antico Testamento dovevano richiamare il popolo a lasciare il peccato,
recando l’annunzio che Dio sarebbe intevenuto punendo, se non Lo avessero
ascoltato.
La tromba di Dio sta suonando anche oggi e quel suono sta dicendo a ciascuno di
noi: «Svegliatevi, perchè Gesù sta per ritornare!» Svegliamoci,
dunque! Il nostro grido di battaglia sia sempre un grido di vittoria.
Dio non ci ha salvati per essere solo dei credenti mediocri, tiepidi, incapaci
di annunziare il giudizio e nel contempo il giorno della salvezza dell’Eterno.
Dove sono i Gedeone di Dio? Non potremo mai sbaragliare l’esercito infernale
con le armi della convinzione, del proselitismo, delle organizzazioni ecclesiastiche,
con le armi di una chiesa conformista, sincretistica, mondanizzata, con i metodi
di una cultura del “tutto lecito”. Questa non è la vera tromba
di Dio.
Dobbiamo presentare a Dio i nostri cuori perché Lui li purifichi, chiedendoGli
che li riempia di Spirito Santo secondo la promessa di Gesù.
Presentiamoci al combattimento con un cuore rotto, contrito, umile, nella consapevolezza
che non dobbiamo mostrare noi stessi, ma soltanto Cristo. Infine sia il nostro
grido di battaglia come la tromba di Dio, l’annunzio di ravvedimento, l’annunzio
della liberazione e della vittoria contro ogni potenza nel nome di Cristo.
Autore: Michele Rutigliano
(da Risveglio Pentecostale, luglio-agosto 2004)
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