Il
Buddismo e l'Induismo
Induismo
L'Induismo può
sembrare una religione lontana agli occidentali, ma in realtà essa si è
diffusa largamente nella nostra cultura. Molti sono già diventati familiari
con i concetti base dell'Induismo senza neanche rendersene conto. Film come Star
Wars, o telefilm come Dharma e Greg, sono pieni di idee indù. La reincarnazione
è un concetto dell'Induismo. La meditazione trascendentale è Induismo
abilmente mascherato. La famosa canzone "My Sweet Lord" di George Harrison,
è un'invocazione indù. La filosofia New Age è Induismo in
vesti occidentali.
L'Induismo è
incredibilmente vario. Si va da quelli che credono in una sola realtà,
Brahman, a quelli che credono in numerosi dèi (qualcosa come 330 milioni
di divinità). Alcuni Indù credono che l'universo è reale;
molti invece credono che esso è un'illusione (detta "maya").
Alcuni credono che Brahman e l'universo sono una cosa sola; altri credono che
si tratta di due realtà distinte.
Nonostante le diversità
all'interno dell'Induismo, vi sono cinque capisaldi fondamentali di questa religione.
Il primo è che la realtà definitiva, chiamata Brahman,
è unità impersonale. Il film di fantascienza "L'impero colpisce
ancora" parla del concetto di "Forza": tutte le cose sono parte
della "Forza". Questo è monismo: l'idea che tutto sia una cosa
sola. Niente è distinto e separato dal resto.
Un'altra credenza dell'Induismo
è che noi siamo da Brahman e uno con Brahman. Tutto è uno, tutto
è dio, inclusi noi stessi.
L'Induismo insegna che il nostro problema è che abbiamo dimenticato che
siamo degli dèi. La conseguenza di questo è che siamo soggetti alla
Legge del Karma (un altro punto cardine dell'Induismo). È l'equivalente
della legge naturale di causa ed effetto. Non esiste perdono, non c'è alcuna
via di fuga. Il peso delle conseguenze delle proprie azioni ricade interamente
su se stessi. Le conseguenze dipendono così dal proprio karma, che può
essere buono o cattivo, e ci segue di vita in vita. Questo è un'altro concetto
Indù: il samsara, il continuo ciclo della vita, morte e rinascita,
conosciuto anche col nome di reincarnazione. Il tipo di karma che si possiede
determina il tipo di corpo in cui ci si reincarna nella vita successiva (un corpo
umano, animale, o un insetto).
L'ultimo grande pilastro
dell'Induismo è la liberazione dalla ruota della nascita, morte e rinascita.
Si può scendere dalla giostra della reincarnazione soltanto realizzando
che l'individuo è un'illusione, e che solo l'unità con Brahman è
reale. Ma non esiste alcun paradiso: soltanto, si perde la propria identità
nell'unità universale.
Buddismo
I Buddisti non credono
in un Dio personale. Il Buddismo non ha adorazione, preghiera, o lode a una persona
divina. Non offre redenzione, né perdono, né speranza del paradiso,
né giudizio finale. Il Buddismo assomiglia più a una filosofia morale,
un modo "etico" di vivere la vita.
Nel suo scritto "De
Futilitate", C.S. Lewis definisce il Buddismo "un'eresia dell'Induismo".
Il Buddismo infatti fu fondato da un Indù, Siddhartha Gautama, durante
il VI secolo a.C.
Profondamente colpito dall'aver visto quattro diverse sofferenze in un giorno,
Siddhartha si impegnò a trovare la fonte della sofferenza e il modo per
eliminarla. Si sedette sotto un fico e fece voto di non rialzarsi finché
non avrebbe ottenuto l'illuminazione. Dopo qualche tempo, ritenne di averla ricevuta
e divenne il "Buddha" (cioè, l'illuminato). Cominciò così
a insegnare le "Quattro Nobili Verità" (o "Quattro Preziose
Verità"), gli insegnamenti basilari del Buddismo.
La Prima Nobile
Verità è che la vita consiste di sofferenza.
La Seconda Nobile
Verità è che soffriamo perché desideriamo cose che sono
temporanee. Questo è il centro del Buddismo: credere che il desiderio è
la causa di tutta la sofferenza.
La Terza Nobile
Verità è che il modo per liberarsi dalla sofferenza è
eliminare ogni desiderio (sfortunatamente, è una premessa che si annulla
da sè: proporsi l'obbiettivo di eliminare il desiderio, significa desiderare
di eliminare il desiderio).
La Quarta Nobile
Verità è che il desiderio può essere eliminato seguendo
l'Ottuplice Sentiero (o "Sentiero Prezioso in Otto Punti").
Nell'Ottuplice
Sentiero, i primi due passi sono fondamentali per tutti gli altri. Il primo
passo è La conoscenza giusta, in cui si vede l'universo come temporaneo
e illusorio e si crede che la persona in realtà non esiste. Gli altri passi
sono: La conoscenza giusta, La scelta giusta, Il parlare giusto, L'azione
giusta, L'acquisto giusto, Lo sforzo giusto, La concentrazione giusta, e
L'annichilimento giusto dell'io (darsi alla meditazione e allo yoga finché
giunga la pace, o più precisamente, la vacuità).
La condotta etica è
molto importante nel Buddismo, sono vietate la menzogna, il furto, il bere, e
il togliere la vita a qualunque essere vivente (inclusi gli insetti).
L'Ottuplice Sentiero
è una serie di passi che non solo descrive una vita morale, ma che dovrebbe
condurre il seguace verso il Nirvana, l'obiettivo del Buddismo. Il Nirvana
non è il paradiso; è uno stato di estinzione, dove la propria essenza
- che comunque non esiste - si estingue come la fiamma di una candela, segnando
la fine del desiderio e dunque della sofferenza.
Uno dei concetti più
importanti del Buddismo è il samsara, il ciclo di nascita, morte
e rinascita. Differisce dal concetto Indù di rincarnazione in quanto il
Buddismo insegna che non esiste un "sè" che continua a vivere
nella vita successiva. Un'altro concetto importante è il Karma, che - come
nell'Induismo - segue la persona in ogni ciclo del samsara. Si noti l'incongruenza:
non esiste un "sè stesso" che continua a vivere da una vita all'altra,
eppure il karma di questo sè inesistente continua di vita in vita.
In tutto questo non
si può non vedere la ricerca del "Dio ignoto", onorato ad Atene,
e che costituì lo spunto per il famoso discorso dell'apostolo Paolo dinanzi
ai filosofi stoici ed epicurei (Atti 17:16-34). In realtà nel buddismo
ci si muove in una vaga atmosfera fumosa, piena di leggende e di miti contrastanti.
Buddha con i suoi seguaci si sono concentrati sulle supposte possibilità
umane di superare il contingente per attingere l'assoluto e, quindi, esaltando
oltre misura l'uomo, sono rimasti incastrati, chiusi, nell'angusto orizzonte umano,
piuttosto che rivolgersi all'unico vero Dio, Yahwéh, il Dio della Bibbia,
che ha mandato il suo unico Figlio nel mondo per salvare l'umanità.
Studiando un po' del buddismo ci si rende conto che l'apostolo Paolo guidato dallo
Spirito Santo aveva ragione quando diceva: "Essi sono inescusabili perché,
pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno
ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza
si è ottenebrato" (Romani 1:21).
Il Buddismo insegna
che ci sono molte vie per raggiungere la vetta della montagna, e così ci
sono molte vie per andare a Dio. Gesù invece disse: "Io sono la via,
la verità, e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me".
Dio o le religioni?
Tutte le religioni
del mondo possono essere riassunte in un concetto fondamentale: quello secondo
cui il rapporto con Dio si deve ottenere progressivamente mediante una serie di
cose da fare; bisogna, cioè, fare qualcosa per guadagnarsi un certo grado
di accesso a Dio e un rapporto con Lui.
Il Cristianesimo biblico insegna, invece, che il rapporto con Dio è un
dono gratuito di Dio, e che bisogna accostarsi con fiducia e semplicità
di cuore per poter entrare in relazione con Lui e sperimentare questa relazione.
La quintessenza delle
religioni del mondo, dove gli sforzi dell'uomo sono quelli che gli permettono
di ottenere la comunione con Dio, può essere esemplificata osservando il
Buddismo.
L'iniziato Buddista inizia con le "quattro nobili verità". Esse
insegnano che la sofferenza nasce dall'attaccamento ai desideri, e che cessato
tale attaccamento finisce anche la sofferenza. Per liberarsi dei propri desideri,
basta seguire quello che i Buddisti chiamano l'"ottuplice sentiero".
Esso consiste in tre qualità: saggezza (panna), moralità (sila)
e meditazione (samadhi). Ad ognuna di esse è collegato un elenco di cose
da fare (parola pura, pensiero puro, luogo puro, corpo puro, ecc). Ognuna di esse,
a sua volta, conduce ancora altrove.
Ecco dunque la trappola: i seguaci del Buddismo non raggiungono mai lo scopo finale,
ma gli viene insegnato che ci vorranno parecchi anni prima di poter ottenere l'appagamento
che cercano, e solo per ritornare poi nuovamente nell'interminabile circolo dell'insoddisfazione.
Inoltre il concetto di "puro" dell'ottuplice sentiero è variabile,
pertanto non esiste un solido fondamento su cui costruire.
In questo concetto
di guadagnarsi l'accesso a Dio esiste un serio problema: quale dio ingiusto vorrebbe
che noi ci avvicinassimo a lui mediante una progressione di cose da fare? E se
una persona morisse prima di aver completato quel percorso? Dio dovrebbe dire:
"Allontanati da me, tu non hai completato quel percorso".
No, questo è l'esatto opposto di tutto ciò che Dio stesso ci rivela
di Sè. Egli è amorevole, potente, benigno, giusto, paziente e misericordioso.
È per questo che la Via per andare a Lui è tanto semplice. Chiunque
può raggiungerLo indipendentemente dal punto in cui la persona si trovi
nella propria vita, qualunque sia l'età, la cultura e lo stato sociale.
Attraverso un dono gratuito - Gesù. "E la testimonianza è
questa: Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel Figlio suo.
Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita."
(1 Giov. 5:11-12)
È una scelta
semplice. Puoi vagare in cerca di qualcosa che riempia e soddisfi la tua vita,
o puoi scegliere l'unico che può realmente soddisfare quel vuoto. Io ho
fatto questo passo di fede e non me ne sono mai pentito. Non ti importa della
tua vita dopo la morte? Vuoi scegliere oggi la vita, e conoscere Dio?
Se desideri leggere
la Bibbia da solo, comincia dal Vangelo di Giovanni e chiedi a Dio di parlare
al tuo cuore, e potrai renderti conto dell'amore che Gesù Cristo, il Salvatore,
ha per te. Invitalo nella tua vita e potrai fare un'esperienza personale con Lui.
LA
TESTIMONIANZA DI UN EX ZAZEN
(tratta dal sito dell'associazione "Ricerche" di G. Farina)
Per l'ideale che avevo il Dio della Bibbia era troppo personale per me, inoltre
da buon anarchico (ero molto giovane) non potevo pensare o non volevo pensare
ad un Dio creatore e sovrano. Mi buttai a leggere libri di buddismo. Ricordo che
la libreria dove mi rifornivo aveva libri celesti di buddismo e libri gialli di
psicologia: ebbene, io scelsi i libri celesti! Da lì a diventare un praticante
buddista il passo è breve. Si proponeva una certa elevazione della mente
umana e dello spirito se si praticava la meditazione regolarmente; visto che avevo
molto tempo a disposizione, mi proposi di dedicarmi con assiduità a questa
pratica. In breve divenni uno zazen. Ricordo che andai a Torino per conoscere
la sede, una delle 3 presenti in italia, quelle vie di Torino che potrebbero essere
paragonate ai carruggi di Genova. Non trovai nulla, solo un negozio di vasai.
Ma il fatto che lo zen era descritto come una meraviglia mi fece continuare da
solo in casa; del resto veniva proposto come un nuovo metodo contro le malattie
nervose da uno psichiatra giapponese, il titolo era "meditazione zen come
terapia".
Quindi iniziai a respirare, a mangiare e dormire come un vero praticante zen:
finchè non divenne per me unabitudine tale da non riuscire più
a liberarmene. Ciò che mi prometteva libertà era diventata per me
fonte di schiavitù. Inevitabile lo scompenso psichico: il pensiero di sforzarmi
per trovarmi nel cosmo solo e senza riferimenti, abbandonato a me stesso, calcolando
che quello era il destino di tutti gli umani mi sconvolse a tal punto che la nevrosi
prese il soppravvento.
Sembra strano, ma tutte le pratiche orientali che importiamo in occidente, sembrano
portare felicità. Poi, piano piano ti spiegano che la vita è illusione
e inconsapevolezza. Ti insegnano che Dio non esiste e questo rende tutto più
triste e poco accettabile, ma ormai quando si è anni che si fa pratica,
ebbene, ci si convince che è l'unica verità! Ero terrorizzato perchè
la vita aveva perso qualsiasi scopo, l'unico era quello di spezzare il ciclo delle
reincarnazioni! Come spiegare questa angoscia senza che la gente sorridesse o
mi prendesse per matto? E cosa spiegare in un mondo occidentale della filosofia
orientale?
Mi rivolsi quindi ad uno psicologo. Ricordo con affetto questa persona: allora
era veramente l'unico appiglio che avevo per la realtà! Tuttavia l'unica
cosa che poteva fare era darmi un aiuto morale. Ma che dire dello stato spirituale?
La Bibbia è chiara: le cose occulte appartengono all'Eterno. Ero in compromesso
con il mondo dell'occulto. Infatti, se esaminate la pratica zen e la pratica per
diventare medium, trovate che è straordinariamente uguale! Se leggete il
libro "ho parlato con gli spiriti" di Victor Ernest, trovate in prima
pagina queste parole: La sorella dell'autore esercitandosi sempre più
a lasciare la mente vuota, del tutto priva di pensieri, divenne infine un medium.
E la mente vuota è per lo zen l'illuminazione, la consapevolezza. Cosa
quindi poteva fare una psicologa di fronte a questo? Tra l'altro certamente non
credeva in cose del genere!
Per anni pregai per uscire dall'inferno dove ero entrato. Ma purtroppo, come succede
a tutti quanti fanno pratiche occulte, ebbene, dopo tanti anni ancora l'influsso
e l'abitudine acquisita restava nella mente. Mi ricordo che appunto respiravo
a mia insaputa nella maniera zen, sedevo a volte nella maniera zen, insomma, mi
dovetti proprio lasciare liberare dal Signore. Devo dire che l'ignoranza spirituale
nel mio caso ha fatto molto. Non sapere le potenze del male cosa possono fare,
non essere consapevoli di cosa sono capaci, e soprattutto non conoscere la verità
è il male spirituale del mondo. Attenti, non giocate con le cose occulte.
Deuter. 29,28: "Le cose occulte appartengono al Signore nostro Dio, ma
le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli per sempre".