I
ROTOLI DI QUMRAN
studio
a cura della Chiesa Evangelica di Salerno
Introduzione
Probabilmente nell'aprile
del 1947, un ragazzo beduino di nome Muhàmmad ed-Dib (Maometto il Lupo),
appartenente ad una tribù Taamira proveniente dalla Transgiordania e diretta
a Betlemme, per commerciare, mentre inseguiva una capra, nella zona della sorgente
di Fashcha, nello Wadi Qumran, tirò un sasso in una delle tante caverne
della zona.
Il sasso produsse un suono come di cocci infranti. Il sasso aveva colpito una
giara contenente un antico rotolo. Cominciava in questo modo una delle più
importanti scoperte archeologiche del XX° sec.
Il ragazzo esplorò insieme ad un compagno la grotta, ai suoi occhi si presentarono
una serie di giare cilindriche munite di coperchio, ritte e disposte in modo ordinato;
altre giare erano rovesciate e senza coperchio, altre ancora erano infrante.
Le giare contenevano
pacchi avvolti in un tessuto simile al lino uniformemente ricoperti di pece oppure
cera. Ciascun pacco conteneva un rotolo manoscritto.
I ragazzi portarono il pacco con il rotolo che avevano aperto ai propri conoscenti
della tribù, con la speranza di rivenderlo a Bethlemme.
Il rotolo venne acquistato da un mercante di nome Chalil Iskander Salim, soprannominato
Kando, un individuo appartenente alla chiesa Giacobita; costui credendo che il
rotolo contenesse un testo in siriaco antico, la lingua usata nella liturgia della
sua chiesa, lo portò a Gerusalemme al Metropolita mar Athanasius Yeshue
Samuel, che subito riconobbe la scrittura ebraica, anche se non seppe decifrarla.
Nel frattempo, agli inizi di luglio, i beduini si rifecero vivi con Kando per
vendergli altri rotoli, ma una serie di contrattempi fecero in modo che costoro
tentassero la vendita con un mercante ebreo che però non potè acquistarli
non disponendo della somma richiesta.
Il Metropolita seppe scoraggiare i beduini, dal vendere al mercante ebreo i rotoli,
convincendoli a non andare nella zona ebraica della città per evitare di
essere truffati o magari impiccati.
I beduini, minacciati tra l'altro di avere seri guai con la giustizia nel caso
non avessero ceduto ad un prezzo ragionevole i rotoli in loro possesso, ne vendettero
ben 5 al Metropolita che li portò al monastero di S. Marco.
Il Metropolita riuscì
a convincere i beduini a mostrargli il luogo del ritrovamento, che fu oggetto
di un rapido sopralluogo in agosto.
I rotoli per essere identificati, vennero portati in Siria nel Libano per tornare
ancora a Gerusalemme senza che nessun studioso fosse stato in grado di comprenderne
nè l'antichità, nè il contenuto.
Frattanto il prof. E. L. Sukenik, insegnante presso l'Università ebraica,
potè tramite un amico venire a contatto con i rotoli e stabilire non solo
che erano autentici ma anche antichissimi.
Dapprima si accorse che uno dei rotoli, molto danneggiato nella parte inferiore,
conteneva il libro di Isaia (identificato con 1QIs-b), che un altro conteneva
un testo sconosciuto, chiamato in seguito "Guerra dei figli della luce contro
i figli delle tenebre" (1Q M dove la M sta per Milhamah = guerra); e che
infine un terzo rotolo conteneva inni simili ai Salmi biblici, e pertanto venne
chiamato "Canti di azioni di grazie" (1QH dove H sta per Hoddayot= canti
di lode).
Il Sukenik in seguito acquistò personalmente dai beduini tutto quanto era
ancora in loro possesso: giare e pergamene.
Nel febbraio del 1948,
il Metropolita prese contatto con la "American School of Oriental Research"
(oggi W. Albright Institute of Archeological Research), spacciando i rotoli come
rinvenuti nella biblioteca del monastero. Il dottor J.C. Trever si accorse subito
della peculiarità dei testi, e dopo una lunga opera di persuasione riuscì
a fotografarli in bianco e nero. Inoltre riuscì a stabilire che essi contenevano
un testo completo e poco danneggiato del libro di Isaia (1Q Is-a), un testo commentato
del profeta Habacuc (1Q pHab), un testo settario chiamato "La regola della
Comunità" (1QS, dove S sta per serek, "regola"), e un rotolo
che impegnò molto per lo srotolamento chiamato in seguito "Apocrifo
della Genesi" (1Q 20).
Successivamente il
prof. Albright in modo autonomo confermò l'antichità dei reperti,
datandoli verso il 100 a.C.
Il 14 maggio del 1948 le truppe inglesi lasciarono la Palestina e il 15 maggio
fu proclamato lo Stato d'Israele, a cui fece subito seguito la guerra.
Il Metropolita inviò
i rotoli negli Stati Uniti, decisione che si rivelò giusta il 16 maggio
il monastero giacobita fu in buona parte distrutto. Il primo giugno del 1954 un
annuncio sul Wall Street Journal poneva in vendita i 4 rotoli. Il figlio di E.L.
Sukenik, il prof. Y.Yadin, avvertito dell'annuncio fece in modo che lo Stato di
Israele acquistasse per 250.000 dollari il lotto. I rotoli andarono a costituire
insieme agli altri già in possesso di Israele il fondo del Museo di Gerusalemme
("Santuario del Libro").
Sul New Yorker apparve nel 1955 un articolo dal titolo "I rotoli del Mar
Morto". In esso l'autore riproponeva le tesi di Dupont-Sommer: la setta giudaica
della "Nuova Alleanza" richiamava quella creata da Gesù Cristo.
Sia Gesù che il Maestro di Giustizia (fondatore della setta) di Qumran
avevano predicato la penitenza, l'umiltà, la castità, l'amore per
il prossimo, si erano presentati come "Messia" ed erano stati perseguitati
dal Giudaismo e messi a morte. L'autore dell'articolo ammette che tali parallelismi
non sono sempre avallati dai testi dei rotoli e sono sovente assai sovraccaricati.
Nei rotoli di Qumran si parla di una morte violenta del Maestro di Giustizia di
Qumran, ma non del valore espiatorio di questa, nè della sua risurrezione.
Inoltre il Wilson insinuava che gli studiosi potessero avere intralciato l'opera
di pubblicazione degli scritti per motivi personali, e che gli stessi teologi
liberali ne avrebbero ritardato la pubblicazione poichè avrebbe messo in
crisi la loro opinione di un'origine recente degli scritti neotestamentari.
Negli anni successivi
altre grotte e altri rotoli e frammenti di rotolo vennero riportati alla luce.
Questi ritrovamenti hanno permesso agli studiosi di venire in possesso tra l'altro
di testi in ebraico dell'AT, più antichi di circa un migliaio di anni rispetto
ai più antichi manoscritti conosciuti.
Contrariamente a quanto gli studiosi avevano ritenuto in un primo momento, le
grotte non debbono essere condiderate alla stregua di "ghenizah", cioè
luoghi affini a quei ripostigli annessi alle sinagoge nei quali venivano riposti
i rotoli delle Scritture, troppo vecchi per essere ancora utilizzati, affinchè
il tempo li consumasse.
Oltre a documenti biblici dell'AT in greco e in ebraico risalenti a un periodo
che si estende dal III° al I° sec. a.C., sono stati riportati alla luce
tutta una serie di altri documenti di carattere religioso (Apocalissi, Commentari,
Manuali ect.).
L'archeologo Roland De Vaux, fu colui che pose in relazione i rotoli di Qumran
con la setta degli Esseni. Egli stabilì che le terracotte ritrovate nelle
grotte erano coeve a quelle ritrovate nel sito archeologico adiacente; inoltre
anche lo stile della scrittura rinvenuta sugli ostraca di tale sito, assomigliava
a quella utilizzata per redigere i rotoli.
E' opinione diffusa, anche se controversa, che tutti questi scritti fossero utilizzati
da un gruppo di religiosi ebrei, gli Esseni (congettura questa fondata sulle testimonianze
non sempre concordi del filosofo ebreo Filone, dello storico giudeo G. Flavio,
e dello storico latino Plinio), che probabilmente li nascosero nelle grotte quando
intorno al 70 d.C. le milizie romane invasero la Giudea.
Nei rotoli, però,
gli Esseni non si riferiscono mai a se stessi utilizzando questo nome. Il Prof.
Robert Eisenman ha suggerito che Plinio e Giuseppe Flavio potrebbero avere usato
il termine greco "Esseni", derivandolo dall'ebraico Yishiyim o Jessiti.
Probabilmente tale nome potrebbe essere stato derivato dalle loro credenze in
un messia discendente dal re Davide, il figlio di Jesse (Ez. 37:24-28).
Nel proprio resoconto
sella setta, Filone afferma che gli Esseni si incontravano "in luoghi sacri
[hierous ... topous] che essi chiamano sinagoghe [synagôgai]" (Prob.
81), e prosegue affermando: "Là
arrangiati in fila, secondo la propria età, i più giovani in basso,
al di sotto degli anziani, essi seggono decorosamente come richiede la circostanza,
prestando attenzione. Poi uno prende i libri e legge ad alta voce e un altro con
doti speciali, si fa avanti e spiega quanto non è stato compreso"
(Prob. 82-83).
Roland De Vaux identifica
due aree nelle rovine di Qumran, come luoghi di assemblea: zona 4, una stanza
con panche lungo i 4 muri, e zona 77, il refettorio che contiene la base di un
podio in fondo al lato occidentale della sala. In relazione a ciò lo storico
Giuseppe Flavio afferma che gli Esseni si riunivano nel refettorio "come
in una sacra tenda [hagion ... temenos]" (Guerra Giudaica 2.130).
Recentemente scavi
compiuti da Hanan Eshel e Magen Broshi hanno rivelato che gli Esseni abitavano
in tende e grotte che circondavano il complesso principale. Ciò suggerisce
che l'area comune, con le sue numerose vasche rituali, era riservata esclusivamente
ai riti religiosi.
Circondando il centro
con le tende è probabile che gli Esseni volessero imitare le tende degli
Israeliti circondanti con le proprie tende, il Tabernacolo durante il soggiorno
nel deserto.
Sulla base dei ritrovamenti
effettuati, non è possibile stabilire se gli Esseni riconoscessero come
"canonici", i medesimi scritti considerati tali dai giudei "ortodossi".
Diamo di seguito una
lista dei documenti più importanti ritrovati a Qumran (il primo numero
identifica la grotta in cui il frammento è stato rinvenuto, Q sta per Qumran,
a cui segue una sigla che identifica il contenuto del testo, ad esempio Is sta
per Isaia)
1) IQIs-a (Rotolo di
Isaia) contiene i 66 capitoli di Isaia e risale al 150-100 a.C.
2) IQIs-b (a cui va aggiunto 1Q8, che appartiene allo stesso ms.)(Rotolo di Isaia
dell'Università ebraica) contiene brani di Isaia 41-66, e risale al 50
a.C.
3) IQpHab, (Pesher di Habacuc) contiene Hb. 1-2 e aggiunge ad ogni versetto un
commento (Pesher). E' datato al 100-50 a.C.
4) IQpaleoLv, contiene solo alcuni versetti (forse di Lv. 19-22, ma c'è
chi ritiene che i frammenti appartengano a 4 distinti mss.). E' datato tra il
IV° e il II° sec. a.C.
5) 1Q4 (IQDeut a), contiene frammenti del Deuteronomio.
6) 1Q5 (IQDeut b), contiene frammenti del Deuteronomio.
7) 1Q6 (IQJud), contiene frammenti del libro dei Giudici.
8) 1Q7 (IQSam), contiene frammenti di 1 e 2 Samule.
9) 1Q9 (IQEzek), contiene due frammenti del libro di Ezechiele di cui solo uno
identificato con certezza.
10) 1Q10 (IQPs a), frammenti dei Salmi con il nome divino scritto in caratteri
paleo-ebraici.
11) 1Q11 (IQPs b), frammenti dei Salmi con il nome divino scritto in caratteri
paleo-ebraici.
12) 1Q12 (IQPs c), frammenti del Salmo 44.
13) 1Q13 (IQPhyl), resti di un filatterio con il testo del Decalogo.
14) 1Q14 (1QpMic) resti di un commentario a Michea (1:2-5; 5-7; 8-9; 4:13(?);
6:14-16; 7:6(?), 8-9(?), 17.
15) 1Q15 (iQpZeph) resti di un commentario a Sofonia.
16) 1Q16 (IQpPs), resti di un commentario ai salmi 57:1,4; 68:12-13,26-27,30-
31.
17) 4QDeut-b, contiene i vv. 41-43 del cap. 32 di Deuteronomio scritti come se
fossero poesia e non prosa. Data incerta.
18) 4QSam-a, contiene 27 frammenti di ISamuele 1-2. E' datato al I° sec. a.C.
19) 4QSam-b, contiene ISam, 16,19,21, 23. E' datato al 225 a.C.
20) 4QGer-a, contiene Geremia.
21) 4QXII-a, contiene i 12 profeti minori. E' in corsivo ed è datato al
III° sec. a.C.
22) 4QEccl, contiene Ecclesiaste ed è un corsivo del III° sec. a.C.
23) 4QEs, contiene il cap.l di Esodo.
25) 4QNm,
26) 4QDeut-a, contiene il "Cantico di Mosè".
27) 11QPs, contenente 33 Salmi. L'elenco non è completo.
I MANOSCRITTI DEL MAR MORTO
Giara di Qumran
Coperchio: Altezza
5 cm, diametro 17.8 cm Giara: Altezza 49.8 cm, diametro 24 cm. Tale giara è
datata tra il 1° sec. a.C e il 1° d.C.
I rotoli dritrovati dai beduini nel 1947 nelle grotte di Qumran, erano contenuti
in giare cilindriche di un tipo sconosciuto altrove. Molti archeologi considerano
la scoperta di questo originale vasellame a Qumran come evidenza del legame tra
lo stanziamento esseno e le grotte. Queste giare, come anche il resto del vasellame
scoperto a Qumran era probabilmente prodotto localmente.
Pesher del
libro di Osea (4QpHos)
Questi frammenti sono
noti come: Pesher Hoshe`a (4Q166 (4QpHos[superscript]a), sono su pergamena e furono
copiati nel tardo 1° sec. a.C. Il frammento venne rinvenuto nella grotta n°
4, le misure sono: Altezza 17.5 cm, lunghezza 16.8 cm.
Il carattere usato
è identico a quello utilizzato in un commentario ai Salmi, il rustico semiformale
della era erodiana. Il frammento è un commentario (pesher), ad alcuni versi
del libro del profeta Osea (2:8-14).
Il Pesher era molto utilizzato nella comunità che scrisse i Rotoli del
Mar Morto.
Il Pesher non cercava di spiegare il senso del testo biblico, quanto piuttosto
di darne un'interpretazione che avesse rilievo per la comunità.
Le spiegazioni per verso o gruppi di versi, sono introdotte dall'espressione:
"Pesher (interpretazione) della parola..." ovvero "l'interpretazione
di questo si riferisce al fatto...".
Tale genere si riallaccia a quello del "Midrash", quest'ultimo era la
testimonianza di come un testo considerato di origine divina (la Torah ad esempio)
diventasse oggetto di venerazione, riflessione, preghiera, insegnamento e predicazione
parenetica. Tale genere databile dall'epoca esilica in poi (587 a,C.) si distinse
in due ulteriori generi midrashim (plurale di midrash): il midrash halakah, mirante
alla meditazione delle parti legali della Torah per definirne le leggi, scoprire
nuove norme regolatrici di situazioni nuove e per giustificare usi e costumi diventati
tradizionali. Il secondo genere midrash è detto "midrash-haggadah,
e si concentra sul significato delle parti narrative della Torah, indagandone
il senso letterario e storico. Il testo ebraico di partenza non è quello
standardizzato dai masoreti.
I versi tratti dal libro canonico del profeta Osea, si riferiscono alla relazione
di Dio, il marito, con Israele, la moglie infedele.
Pesher del
libro di Isaia (4Q162=4QIs-b)
Nel Pesher di Isaia4QIs-b,
scritto su cuoio, e ritrovato nella grotta 4 di Qumran, vengono citati diversi
versi dal cap.5 del libro del profeta Isaia.
In esso le minacce di punizioni o distruzioni, sono intese come riferite agli
"uomini arroganti" che dimorano a Gerusalemme.
Conosciamo da altri rotoli trovati a Qumran che i qumraniti avevano seri conflitti
con i sacerdoti leviti, a proposito del modo di gestire l'adorazione al Tempio.
Diversi studiosi pensano che la comunità di Qumran fosse stata fondata
e guidata da sacerdoti i quali insegnavano che i sacerdoti di Gerusalemme erano
corrotti.
Rotolo della
Legge (4Q396)
Il nome attraverso
cui è conosciuto questo rotolo è: Miqsat Ma`ase ha-Torah (4Q396).
Il rotolo del quale ci restano 3 frammenti fu copiato tra la fine del I° sec
a.C e l'inizio del I° sec d.C.
Frammento A: altezza 8 cm, lunghezza 12.9 cm
Frammento B: altezza 4.3 cm, lunghezza 7 cm
Frammento C: altezza 9.1 cm , lunghezza 17.4 cm
Il rotolo, che ha la
forma di un'epistola è unico per linguaggio, stile e contenuto. Sulla base
di considerazioni teologiche e linguistiche il testo originale è stato
riconosciuto come il prodotto più antico della setta degli Esseni. Di esso
sono stati rinvenuti ben sei manoscritti incompleti.
Mettendo assieme il
contenuto dei sei manoscritti si è stabilito che il testo era organizzato
composto da circa 130 linee, tuttavia va considerato perduto circa un terzo di
quello che doveva essere il testo presente sul rotolo completo (la parte iniziale).
Il testo probabilmente era suddiviso in quattro sezioni:
(1) la formula di apertura, andata perduta;
(2) un calendario liturgico di 364 giorni;
(3) una lista di più di 20 regole religiose (Halakhot), molte delle quali
peculiari della setta;
(4) una conclusione che tratta con l'esigenza della setta di separarsi dalla moltitudine
del popolo, tesa a persuadere in merito alla necessità delle regole legali.
Le "halakhot," o leggi religiose, formano il cuore dell'epistola, esse
hanno a che fare principalmente con il Tempio e il suo rituale.
Testimonia
(4Q175=4QTest)
Questo documento manoscritto
su pergamena è datato alla metà del 1° sec. a.C.
Il nome attribuitogli, "Testimonia", deriva da un tipo di scritto cristiano
a cui somiglia per contenuto. I
Testimonia cristiani erano collezioni di versi tratti dall'Antico Testamento,
concernenti il Messia.
Erano "testi-prova", tesi a dimostrare agli ebrei che Gesù era
effettivamente il Messia promesso.
Il "Testimonia"
di Qumran, non è un testo cristiano, ma assomiglia ai Testimonia cristiani
perchè vengono raggruppati versi che hanno a che fare con uno stesso tema.
Il testo di Qumran include 5 citazioni bibliche con relative interpretazioni.
Le prime due citazioni si riferiscono alla venuta di un profeta sul tipo di Mosè.
La terza si riferisce ad un Messia-re, la quarta ad un Messia-sacerdote. La quinta
citazione tratta da Giosuè, è connessa alla venuta di un periodo
di grandi disastri su coloro che sono dediti al male.
Nel frammento il tetragramma YHWH è sostituito da 4 punti. Più volte
l'emanuense è tornato sullo scritto per apportarvi modifiche (righi 12,
17, 18, 19). Le varie sezioni bibliche sono accuratamente separate tra loro.
Rotolo dei
Salmi (11Qpsa=11Q5)
Il Rotolo dei Salmi
(11QPsa = 11Q5) era uno dei sei manoscritti di salmi scoperti dai beduini nel
1956 nella grotta 11 di Qumran. Il rotolo insieme ad altri 4 frammenti (frammenti
da A a D) furono pubblicati da James A. Sanders con il titolo The Psalms Scroll
of Qumrân Cave 11 (11QPsa) (Discoveries in the Judaean Desert of Jordan,
vol. 4; Oxford: Clarendon Press, 1965), mentre il frammento E venne pubblicato
da Yigael Yadin, "Another Fragment (E) of the Psalms Scroll from Qumran Cave
11 (11QPsa)", Textus 5 (1966) 1-10.
Descrizione
11QPsa, insieme agli
altri cinque frammenti, contiene un totale di 48 salmi, biblici e apocrifi, ed
una composizione in prosa. Il rotolo è in pelle (capra?) conciata ed è
lungo circa 4 metri.
La parte inferiore è molto deteriorata (Sanders, Psalms Scroll, 3).
Il rotolo contiene 34 colonne di testo e conserva un totale di 51 composizioni.
Probabilmente il rotolo cominciava con il Salmo 101. I Salmi sono scritti in prosa
con l'eccezione dell'acrostico Salmo 119, che è scritto in versi. Il rotolo
è sato datato al tardo periodo erodiano, tra il 30 e il 50 a.C.
Il rotolo usa il paleo-ebraico (derivati dal fenicio) per il nome di Yahweh (Dio).
In aggiunta ai 39 salmi
biblici, il rotolo include una composizione in prosa (Composizioni di Davide,
col. 27) e 9 ulteriori composizioni poetiche: "Ultime Parole di Davide"
da 2Sam 23:1-7; una Catena basata sul Salmo 118 (col. 16); 4 salmi già
noti da antiche versioni (Salmi 154-155 dalla Siriaca; Salmo 151, e Sirach 51:13-30
dalla LXX, Siriaca e Vulgata); 3 composizioni sconosciute ("Supplica per
la Liberazione" col. 19; "Apostrofe a Sion" col. 22; "Inno
al Creatore" col. 26).
Inoltre, mentre vi
sono 19 luoghi dove è seguito l'ordine dei Salmi nel TM, vi sono non meno
di 28 luoghi dove i salmi sono uniti in modo consecutivo (un trattino indica continuità,
mentre un semi-colon indica un gap):
I Salmi dovevano essere
un testo particolarmente letto dalla comunità essena, se contano infatti
circa 39 manoscritti (più di ogni altro libro dell'AT). L'ordine dei Salmi
di 11QPsa anche in: 11QPsb , 4QPse e 4QPsb. Mentre vi sono altri manoscritti che
differiscono dal TM, il rotolo dei Salmi propone lezioni originali (4QPsa; 4QPsd;
4QPsf; 4QPsk; 4QPsn; 4QPsq, 11QPsApa). Un certo numero di indizi suggerirebbe
che il rotolo fu compilato a Qumran: "Composizioni di Davide" nella
colonna 27 presuppone un calendario solare come quello adottato dagli Esseni;
è presente l'ortografia qumranita (cf. Tov).
Inoltre l'ordine dei salmi potrebbe riflettere alcune delle credenze della comunità:
la separazione del Salmo 133 e 134 dal rimanente dei Salmi dell'Ascensione, dà
l'idea che si sia voluto non far culminare la progressione dell'ascensione al
tempio (Salmo 134), ciò rifletterebbe il rifiuto del Tempio che la comunità
esprimeva.
Significato
Sanders ha affermato
che 11QPsa rappresenterebbe un salterio "canonico" che testimonierebbe
del carattere fluido ed aperto del terzo libro dei Salmi prima del 1° sec.
A.C. Tuttavia vi sono elementi contro questa concezione del canone, infatti la
LXX testimonia dell'ordine del testo masoretico, inoltre l'accordo tra il TM dei
Salmi e 11QPsa sembra indicare che il compilatore di 11QPsa fosse conscio dell'ordine
del TM.
Probabilmente l'intento del rotolo era quello di dare lustro al fatto che Davide
avesse composto migliaia di Salmi, il rotolo sarebbe dunque da intendersi come
uno scritto settario in opposizione ai Salmi del TM contenente solo 150 salmi
(notevole di nota è il fatto che il Salmo 151 nella LXX fosse considerato
"fuori numerazione", probabilmente vi era qualche significato connesso
alla cifra 150).
Rotolo di Rame
(3Q15)
Era originariamente
formato da 3 fogli saldati assieme da chiodi ribattuti, lo scriba per poterlo
incidere con un bulino, lo fissò con dei chiodi a qualche tipo di sostegno;
già nell'avvolgerlo si era spezzato in due in uno dei punti di congiunzione.
All'epoca del rinvenimento, esso si presentava costituito da due rotoli di rame
separati, tanto ossidati da impedirne lo srotolamento.
Dopo 5 anni di studio si decise di tagliare i due rotoli in 25 strisce semi-cilindriche.
La scrittura utilizzata è l'erodiano antico, molto usata dagli esseni,
per tale motivo il rotolo è datato tra il 30 e il 130 d.C. Il tipo di ebraico
è definito "mishnico", cioè "parlato".
"Nella fortezza che è nella Valle di Acor, 40 cubiti sotto il lastrico
entrando da est: una cesta di monete e il suo contenuto, dal peso di 17 talenti."
Così esordisce la prima colonna del Rotolo di Rame, un misterioso scritto
rinvenuto nel 1952, nella grotta 3 del Khibert Qumran, sulle rive del Mar Morto.
Allegro e Milik ritenevano che i tesori descritti nel Rotolo di Rame, sembravano
ammontare ad ingenti quantità di oro (26 tonnellate) e argento (65 tonnellate),
sotto forma di monete e vasi, per un valore complessivo di svariati miliardi di
lire!
Tale interpretazione
era determinata da un doppio Kaf che appariva precedere tutte le lettere non ebraiche.
Questi studiosi si concedettero la libertà di assegnare qualsiasi valore
numerico a ciascuno di questi segni. Altri studiosi hanno inteso il doppio Kaf
una contrazione di Kikar che significa lingotto. Molto più verosimilmente
esso sta per "kaf Sofit", che significa "come questo", pertanto
risulterebbe essere solo un segno di inventario.
Interpretare le indicazioni topografiche del rotolo e molto difficile, infatti
abbondano termini tecnici e nomi di località geografiche non tutte ben
localizzabili.
Alcuni studiosi pensano che il testo possa essere un esempio molto antico del
genere letterario detto "catalogo di tesori", attestato tanto in Israele
quanto nel mondo arabo. Si tratterebbe di un genere popolare, con dati in gran
parte fantastici e fiabeschi.
Il Rotolo di Rame, dopo essere stato dimenticato per circa 20 anni nel Museo di
Amman, è stato oggetto in tempi recenti di un rinnovato, a causa della
scoperta di un vasetto di Shemen Afersimon (Olio dell'Unzione) nella grotta 13
fatta da un team di archeologi del Vendyl Jones Research Institutes, in collaborazione
con la Hebrew University, e l'assistenza dei proff. Yoseph Patrich, Benny Arubas
e Benny Agur.
La parte in rilievo
del rotolo di rame è quella destinata alla "lettura". Ma molto
più probabilmente era la terracotta sulla quale il rotolo di rame era stato
steso, il supporto destinato a durare. Gli specialisti di Manchester, che curarono
il restauro non colsero tale peculiarità e pensarono che la terracotta
fosse soltanto fango che il rotolo di rame aveva acquistato con la sua permanenza
nella grotta (tale dato è stato smentito da un'analisi della consistenza
della polvere della grotta). Rimuovendo la terracotta andò perduto molto
testo, e inoltre l'ossidazione del rame non permise neppure un recupero soddisfacente
del supporto di rame.
Recenti scoperte hanno permesso di identificare molti dei luoghi indicati dal
rotolo, ciò grazie anche alla correzione dell'errata trascrizione di moltissime
delle lettere ebraiche incise sul rame. L'ipotesi più accreditata è
che il rotolo contenga una lista degli oggetti ritenuti preziosi appartenenti
agli arredi del primo Tempio (Tempio di Salomone) e non a quello fatto costruire
da Erode.
Manuale di
Disciplina o Regola della Congregazione (1Q28a [1QSa])
Conosciuto anche con
il nome di Serekh ha-Yahad, questo frammento fu rinvenuto nella Grotta 1 di Qumran.
Il questo documento (allo stesso modo che nel commento ad Habacuc e nel Documento
di Damasco, si evita accuratamente di citare il tetragramma YHWH).
Il manoscritto è datato all'epoca dei Maccabei (104-76 a.C.).
Originariamente era
incluso in un rotolo chiamato Regola della Comunità o Manuale di Disciplina
(1QS), e nonostante la forma frammentaria, appare essere uno scritto abbastanza
completo.
In esso vengono stabilite le regole di comportamento da adottare all'interno della
"congregazione di Israele" negli "ultimi giorni", contro le
nazioni straniere. Il sacerdote o "figlio di Zadok," è descritto
come la più alta autorità della comunità, sebbene il testo
parli anche dell'autorità del "messia".
Le regole di condotta in esso contenute valgono per uomini, donne e bambini.
Dopo una breve introduzione, vengono date regole per maschi, dalla giovinezza
alla vecchiaia.
L'insegnamento della Legge doveva iniziare dall'infanzia; all'età di 20
anni diventavano membri pieni della comunità. A questa età si diventava
adatti alla guerra.
Mano a mano che progredivano negli anni, crescevano anche le responsabilità,
e a seconda delle capacità, anche la posizione di autorità nella
comunità.
Doveri speciali erano
affidati agli uomini della tribù di Levi, che erano sottoposti all'autorità
dei figli di Aaronne (i sacerdoti). I sacerdoti che presentavano vari tipi di
impurità o di difetti fisici, non potevano prendere parte al consiglio
dell'assemblea. Il testo termina con la descrizione del "concilio della comunità"
e con istruzioni per la consumazione di una bevanda. I primi ad entrare nel concilio
sono il Sommo Sacerdote e i sacerdoti, poi un "messia" (in pratica il
capo politico, il cui status sociale era inferiore a quello del Sommo Sacerdote)
insieme con i saggi e i capi delle tribù di Israele. La bevanda veniva
assunta prima dal Sommo Sacerdote poi dal "messia", tale ordine valeva
anche per l'ordine di inizio di qualsiasi altro tipo di pasto.
Documento di
Damasco (4QD)
Nella grotta 4 di Qumran
son stati ritrovati frammenti del cosidetto Documento di Damasco (4QD); frammenti
di tale documento sono stati scoperti anche in altre grotte.
Il Documento di Damasco (fogli 1-8= X° sec., foglio 9= XI°-XII° sec.)
è il solo documento della setta essena ad essere stato conosciuto prima
della scoperta dei rotoli del Mar Morto. Esso fu rinvenuto molti anni prima in
una Genizah di Ezra nella parte vecchia del Cairo. La Genizah è uno sgabuzzino
annesso alla sinagoga, nella quale secondo i precetti della halakhah giudaica,
vanno accatastati i testi che recano il nome di Dio. La Genizah del Cairo, era
stata gradualmente riempita di testi per circa un millennio, fino a che non fu
scoperta da Salomon Schechter nel periodo 1896-7 e svuotata del tutto.
Furono rinvenuti più di 200.000 frammenti di manoscritti, compresi pochi
documenti di cui sarebbero state ritrovate copie tra i rotoli del Mar Morto.
I frammenti rinvenuti al Cairo affini a quelli ritrovati a Qumran sono: Frammenti
del Documento di Damasco (CD-A e CD-B), con un possibile terzo piccolo frammeto
in pergamena; frammenti del libro aramaico di Levi; frammenti dell'originale ebraico
della Sapienza di Ben Sira.
Può essere che
tali testi fossero stati ininterrottamente copiati per tutto il Medio Evo o che
essi siano stati scoperti in grotte durante il Medio Evo in Palestina (Origene
e Timoteo descrivono tali ritrovamenti) e poi ricopiati (in circoli quasi ereticali
come quello dei Karaiti) fino a terminare la propria carriera in Egitto.
Frammenti di 8 manoscritti
del Documento di Damasco furono trovati nella grotta 4 di Qumran (4Q266-273),
la cui scrittura fu datata paleograficamente dal 1° sec. a.C. al 1° sec.
d.C. (frammenti furono ritrovati anche nelle grotte 5 e 6: 5Q12, 6Q15).
Il Documento di Damasco getta luce su vari elementi interni alla vita della setta:
(1) Le origini della
Comunità. In una pericope accanto all'inizio dell'Ammonizione (CD A 1.1-2.1),
troviamo un sommario dell'origine della setta. E' detto che l'infedeltà
pre-esilica fu punita da Dio e fu seguita da un "periodo di ira" datato
390 anni dopo la conquista di Nebuchadnezzar (esilio babilonese 587/6 a.C.). Seguono
20 anni durante i quali il popolo avrebbe riconosciuto la propria colpa, a ciò
avrebbe fatto seguito la comparsa di un "Maestro di Giustizia" che avrebbe
rivelato la volontà di Dio. A costui si sarebbe opposto "l'uomo di
menzogna" che iniziò la persecuzione della setta. Il periodo d'ira
daterebbe al 196-7 a.C. e l'apparizzione del Maestro di Giustizia al 177-6 a.C.
Ma il numero 390 è sospetto, poichè sembrerebbe preso da Ezechiele
4, dove corrispondono agli anni decretati per la punizione di Israele. Inoltre
i 20 anni potrebbero essere intesi come la metà dei 40 anni di punizione
decretati nel medesimo brano.
Questa pericope del Documento di Damasco sembrerebbe essere un brano poetico,
poichè può essere facilmente suddiviso nelle coppie parallele tipiche
dello stile poetico ebraico. Ciononostante i numeri e le referenze a Nebuchadnezzar
non si attagliano alla struttura poetica del brano, e sembrerebbero essere aggiunte
posteriori.
(2) Il Maestro di Giustizia.
Questo leader è menzionato come se fosse una figura del passato e in CD
B 20.32 come un personaggio tanto del passato quanto del presente. Appaiono riferimenti
anche ad "un unico maestro" (un'emendazione suggerisce "il maestro
di Yachad") in 20.1, che "fu imprigionato" secondo 20.14. Questa
frase è intesa significare. Un "maestro" è menzionato
in 20.28 e vi è un oscuro riferimento "all'imprigionamento" e
ad "uno che insegna" o "un maestro" in CD B 19.35. In CD A
6.11 verrà in futuro "uno che insegna giustizia". Il Documento
di Damasco dà l'impressione che vi siano stati e vi saranno molti "maestri
di giustizia".
(3) "Damasco"
nel Documento di Damasco. Il titolo del documento deriva dai sette riferimenti
all'attività del gruppo in "Damasco" o nella "terra di Damasco".
Sono state proposte tre interpretazioni del termine: a) potrebbe essere un riferimento
letterale alla città siriana; b) potrebbe essere un riferimento obliquo
a Babilonia; c) potrebbe essere un termine cifrato per una località segreta,
forse Qumran.
Il significato letterale è implicito in 6.4-5, e si riferisce ai "convertiti
(o "ritornati") di Israele che andarono fuori dalla terra di Giuda ed
abitarono nella terra di Damasco". Ma la parola Damasco è derivata
da Amos 5:26-27, che minaccia l'apostata Giuda di esilio "oltre Damasco"
o, secondo il testo citato in CD A 7.14-15, "oltre le tende di Damasco".
Questa espressione in Amos significa "Babilonia". Jerome Murphy O'Connor
ha congetturato che la setta di Qumran fosse nata a Babilonia sulla scorta di
tale interpretazione. La terza interpretazione riposa sul fatto che nomi in codice
abbondano nei rotoli di Qumran (ad esempio: il Maestro di Giustizia, i Kittim,
il Sacerdote Malvagio).