Il cammino cristiano




Hare Krishna

Chi sono - Dottrine - Krishna e Cristo

adatt. da uno scritto di Filippo Chinnici

 

Vi sarà capitato di incontrare persone con i capelli parzialmente rasati, vestiti di abiti esotici, che cantano saltellando per le piazze e vi sarete domandati: chi sono? Da dove vengono? Sono dei religiosi? Cosa credono?

È una religione che prende il nome di "Società Internazionale per la Coscienza di Krishna" (ISKCON), più comunemente chiamati "Hare Krishna", ed è una religione Indù.

Quando si dice "Induismo" o "religione Indù" si usano termini molto generici che abbracciano una gamma immensa di concezioni filosofico-religiose. E per mettere un po' d'ordine in un campo molto complesso ed intricato, gli studiosi dividono lo sviluppo del pensiero indiano in vari periodi. Il movimento degli Hare Krishna, che si sta diffondendo in Italia e in tutto l'Occidente, appartiene al "periodo della rinascenza" iniziato attorno al 1800 d.C. e che è sfociato poi nel Neo-Induismo.


Cenni storici

L'Induismo insegna che esistono tre divinità principali: Brahma, Shiva (o Siva), e Vishnu (o Visnu), dette anche "trimurti". Le religioni più importanti dell'Induismo sono il Vishnuismo, lo Shivaismo e lo Shaktismo. Il vishnuismo è la religione che venera Vishnu come la divinità suprema. Nel vishnuismo è essenziale la teoria degli "avatara" (parola sancrita che significa etimologicamente "discesa"): discese che sarebbero manifestazioni della divinità in forma umana, animale o mista. Una di queste manifestazioni, forse la più popolare, è Krishna.

Caitanya Mahaprabhu (1485-1534) diede inizio ad una nuova forma di "devozione" verso Krishna, che presentò non più come una manifestazione o incarnazione di Vishnu, ma come la forma suprema del dio, di cui le altre divinità indù non sono se non manifestazioni secondarie. Egli insegnò che il modo migliore per eliminare l'ignoranza e il "karma negativo" (le conseguenze delle azioni sbagliate) e raggiungere la felicità perfetta, è esprimere la devozione (bhakti) attraverso la danza e i canti a Krisna.

Abhay Charan De Bhaktivedanta Swami Prabhupada (1896-1977), "maestro spirituale" dell'ordine di Caitanya, sostenuto finanziariamente da Sumati Moraji, proprietario della maggiore compagnia di navigazione indiana, lasciò l'India per cominciare a diffondere il messaggio della "Bhagavad Gita" (1) negli Stati Uniti. Iniziò la propria opera a New York, dove recitò e cantò i suoi primi "mantra", delle formule che sarebbero poi divenute tipiche del movimento degli Hare Krishna. Dopo un periodo iniziale, in cui tra l'altro insegnò presso un centro yoga frequentato da hippies e intellettuali, nel luglio del 1966 diede vita alla citata "Società Internazionale per la Coscienza di Krishna".

Tra i suoi adepti più famosi figura la stella dei rock George Harrison (uno dei Beatles), che fra l'altro ha finanziato lo sviluppo del movimento in Gran Bretagna. La sua canzone "My sweet Lord" è dedicata a Krishna.

La Società ha la sua sede principale in India, e precisamente a Vrndavana, nella regione dell'Uttar Pradesh. A essa fanno capo, sparsi per il mondo, più di 70 templi dedicati a Krishna.

Dal 1977, cioè dalla morte di Prabhupada, alla guida dei movimento vi è un organo collettivo di 24 membri, la "Governing Body Commission", già istituita dallo stesso Prabhupada nel 1970. Quest'organo è formato da due comitati dirigenti: uno, composto di undici persone, che si interessa dei problemi spirituali, l'altro che si interessa invece dei problemi amministrativi.

Le sue pratiche e le sue dottrine, si stanno propagando rapidamente dagli Stati Uniti al resto del mondo Occidentale, compresa l'Italia, ed essa rientra nel novero delle cosiddette "religioni giovanili". In Italia esistono quattro centri. I devoti sarebbero circa 200, mentre i seguaci e simpatizzanti che frequentano i centri, senza vivervi come i devoti, sarebbero circa 30.000, in massima parte giovani di ambo i sessi.


Austerità e Disciplina

I membri di questo movimento osservano una vita monastica, austera e disciplinata.

Per essi, i mali ed i problemi del mondo non sono che un effetto dell'ignoranza di Krishna da parte degli uomini. La "conoscenza di Krishna", oltre che alla liberazione dell'individuo, conduce alla salute e alla salvezza del mondo intero. Perché questa liberazione abbia luogo, l'adepto è tenuto alla rigorosa osservanza di quattro principi comportamentali:

1) Una vita alimentare impostata su un regime rigidamente vegetariano. Gli alimenti consentiti possono essere consumati solo dopo averli offerti al signore Krishna chiedendone la "prasada" (grazia).

2) L'assoluta astinenza da sostanze inebrianti o stupefacenti, quali il tabacco, gli alcolici, il tè, il caffè e, naturalmente, qualsiasi tipo di droga.

3) Una vita sessuale morigerata, che escluda qualunque rapporto illecito e sia finalizzata soltanto a scopi procreativi, praticata tra coniugi regolarmente sposati e con una frequenza non superiore a un rapporto al mese.

4) L'astensione da qualunque gioco d'azzardo e dagli sport dal carattere eccessivamente agonistico.

L'osservanza di questi precetti dovrebbe creare "uomini dal carattere perfetto". Ai devoti Hare Kirishna è richiesto poi di vivere in una sorta di associazione spirituale entro i templi di Radha Krishna, così chiamato in onore di Krishna e delle sua sposa Radha.

I bambini dei devoti Hare Krishna frequentano una scuola specifica organizzata dal movimento e denominata "gurukula" (scuola del maestro). Qui viene loro impartita un'educazione ispirata alla devozione a Krishna e alla preparazione per "una vita in cui vi sia la coscienza di Krishna".

Il principale servizio è comunque costituito dal canto in onore della divinità. Il più noto di questi canti è il cosiddetto "maha mantra", cioè quel canto che ripete sempre le stesse parole (da esse viene il nome "Hare Krishna" dato ai loro devoti). Questa formula fu ideata dal "Signore Chaitanya", che sarebbe un'incarnazione di Krishna. Essa ravviverebbe la coscienza spirituale trasportando in estasi chi canta e chi ascolta, e va recitata almeno 1728 volte al giorno.
Per tenere il conto esatto si fa ricorso, a mo' di rosario, ad una collana di cui ogni adepto è fornito (ricordiamo che la ripetizione rituale di preghiere, cattolica o induista che sia, è condannata da Cristo, che la definisce un'usanza pagana). I devoti fanno notare che l'esercizio non richiede più tempo di quanto un bambino americano trascorra davanti alla TV. Facciamo notare ai devoti che oltre a loro e ai bambini americani, con tutto il rispetto per questi, grazie a Dio esistono nel mondo anche modelli diversi.

Gli Hare Krishna, oltre la pratica della "devozione" personale e di gruppo a Krishna, praticano anche il cosiddetto "Sankirtana" (diffondere le glorie di dio nel mondo). I devoti con abito color zafferano e coi capo rasato formano gruppi itineranti che vanno per le diverse città a diffondere la Coscienza di Krishna. In Italia, ci sono una decina di tali gruppi, formati ognuno da dieci devoti, più un responsabile. Essi privilegiano per la loro propaganda i luoghi affollati, dove distribuiscono libri con la richiesta di una "offerta" (che serve per il finanziamento dell'Associazione), cantano, danzano, e indirizzano al loro tempio le persone che mostrano interesse per il movimento. C'è poi, un gruppo di 15 devoti che gira per l'Italia con lo scopo di organizzare nelle varie città festival, in cui tutti i devoti insieme cantano il "maha mantra", distribuiscono in massa il ''prasada" (cioè cibi vegetali offerti a Krishna), e tengono una "predica" sulla Coscienza di Krishna.

La giornata di un devoto Hare Krishna è così minutamente organizzata:

ore 3.30: sveglia, doccia e indicazione sul corpo dei 12 "segni" di Krishna
ore 4.00: canto comune
ore 4.30: canto individuale
ore 6.00: studio della Bhagavad-Gita
ore 7.30: colazione
ore 8.00: purificazione e lavori nel tempio
ore 10.00-12.00: raccolta delle offerte per le strade
ore 12.00: pranzo nel tempio
ore 13.00-18.00: raccolta delle offerte per le strade
ore 18.00: "pane della sera"
ore 18.30: studio
ore 19.00: servizio divino e canti
ore 20.15: ingestione del "latte bianco"
ore 20.30: lavori nel tempio e studio
ore 22.30-3.30: riposo notturno.

E Dio?

Gli Hare Krishna vedono nella loro devozione il mezzo per raggiungere Dio. Come tutte le altre religioni del mondo, anche la loro consiste in opere che l'uomo deve compiere per colmare quell'abisso che c'è tra lui e Dio.

Gesù Cristo non ha portato una religione. È vero che Egli ci ha insegnato che la devozione sincera, reale, non ipocrita, e non rituale, è molto importante nel rapporto quotidiano con Dio. Ma questo rapporto non può neppure iniziare se prima non andiamo a Dio come Lui stesso ci ha detto di fare!

La Bibbia, la Parola di Dio, dice: "Tu credi che c'è un solo Dio, e fai bene; anche i demòni lo credono e tremano". Significa che il solo fatto di credere in Dio non può portare a Lui, né può salvare, proprio come Satana e i suoi angeli non hanno una relazione con Dio e sono condannati, eppure credono!
Dio, l'Eterno, è tre volte santo; l'uomo non può avvicinarsi a Lui, poiché è per natura peccatore. Nella Parola di Dio è scritto: "Non c'è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai". "Il salario del peccato è la morte". E anche: "Le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto".
L'uomo è peccatore, non importa se è malvagio o se si ritiene buono, molto religioso e devoto: è comunque separato da Dio e morto spiritualmente.
Per simboleggiare questa separazione tra Dio e l'uomo, nell'Antico Testamento (prima di Cristo) Dio aveva comandato che in ogni tempio fosse costruito un luogo chiamato "il luogo santissimo", riservato a Lui solo, e quel luogo doveva essere nascosto agli uomini mediante una cortina. Qualunque uomo fosse entrato in quel luogo, cioè, simbolicamente, alla presenza di Dio, oltre la cortina della separazione, sarebbe morto (Lev. 16:2).
Ma quando Gesù Cristo venne a morire sulla croce, la Sua opera fu pienamente efficace a salvare l'uomo e a ricongiungerlo con Dio, infatti subito dopo la Sua morte fisica, leggiamo in Marco 15:38 che "la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo". Dio aveva in tal modo dichiarato che la separazione causata dal peccato era stata annientata, e che l'uomo ora può andare a Dio attraverso Gesù che ha compiuto l'espiazione per ogni uomo, e che ha dichiarato di essere l'unica Via per andare al Padre.

Dunque, "il salario dei peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore" (Rom. 6:23).
La dottrina biblica della giustificazione non potrebbe essere più chiara e più semplice. È l'atto della grazia di Dio, mediante il quale Egli considera e dichiara giusto il peccatore che si pente e semplicemente crede. La nuova nascita è la prima manifestazione della giustificazione a cui segue poi la santificazione (Ef. 2:8; 2 Cor. 5:18; Rom. 8:15).
Questa dottrina tanto semplice ma al tempo stesso profonda per i suoi effetti, viene alterata e complicata dagli uomini che vogliono con le proprie forze arrivare alla salvezza. No! Le buone opere e gli sforzi umani non ci possono salvare, poiché, dice l'apostolo Paolo sospinto dallo Spirito Santo: "È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi, è il dono di Dio. Non è in virtù d'opere affinché nessuno si glori" (Ef. 2:8,9).



Cenni dottrinali

  • Dio

A mio avviso, vi è nel variegato pensiero indiano un certo panteismo di fondo. Gli Hare-Krishna non fanno una reale e fondamentale distinzione tra dio creatore e la sua creazione. Per loro è tutt'uno. La creazione non è altro che un'emanazione dal divino: l'essere autoesistente creò dall'interno di se stesso l'universo, e poi entro in esso, senza esserne limitato in alcun modo. Nel principio della creazione, non c'era Brahaman, non c'era Shiva, non c'era la luna, non c'era il sole, non c'era il cielo, non c'erano le stelle. C'era solo Krishna che ha creato tutto e gode tutto. Tutte le varie incarnazioni della divinità sono le complete emanazioni o parti delle complete emanazioni del signore, ma il signore Krishna è l'originale personalità della propria divinità" (Srimad Bhaganatam 1:3:28; J. McDowell e D. Stewart, "Understanding the cults", Here's life publishers, pag. 52).

La Bibbia parla chiaramente di Dio (Yahweh), come un Essere Eterno, Infinito e Personale, Creatore dell'Universo. Egli è esistito prima che la creazione venisse all'esistenza: "Nel principio Dio creò il cielo e la terra" (Gen. 1:1), ciò significa che Dio già era prima che la creazione esistesse. Il nome con cui Dio si rivelò, "Yahweh" (che significa "Io sono"), esprime molto bene il concetto di eternità. La parola "creò" nell'originale ebraico, ha un senso più forte che nella lingua italiana. Significa infatti "produrre dal nulla"; cioè, quando ancora non esisteva nulla, già Dio era, e da quel nulla Egli ha creato tutte le cose (Giov. 1:3; Col. 1:16). Quindi, Dio è il Creatore assoluto e come tale Egli è superiore e ben distinto dal creato che gli è sottoposto.

  • Gesù Cristo

Gli Hare Krishna affermano che Gesù Cristo è inferiore a Krishna. Gesù sarebbe solo un maestro spirituale, un saggio, che ha insegnato una filosofia, come ha fatto Srila Prabhupada. Altri insegnano che Gesù Cristo sarebbe il figlio e Krishna è il padre (Jesus loves Krishna, Los Angeles, Bhaktivenda Book Trust, pag. 26, in J. McDowell e D. Stewart op. cit., pag. 52). Altri ancora che il nome Krishna viene da "Cristo", e che quindi Cristo e Krishna sono la stessa persona; in tal caso, non si spiega il motivo per cui gli insegnamenti fondamentali di Cristo e di Krishna sulla salvezza e sulla divinità (e non solo) sono diametralmente opposti.

La Bibbia insegna che Gesù Cristo è il Figlio di Dio per natura e non certamente per essere stato generato.
Quella degli Hare Krishna è indubbiamente un'affermazione blasfema ed antibiblica. Secondo la Scrittura, Gesù Cristo è l'unico Signore, ed è della stessa natura del Padre, anzi sono UNO, come Cristo stesso affermò (Giov. 10:30). Gesù Cristo è il Dio Eterno ed Onnipotente che "annichilì se stesso divenendo simile agli uomini" (Fil. 2:7) per redimere l'umanità. Egli è l'eterna Parola di Dio (Giov. 1:14), ed è stato ed è Dio stesso da tutta l'eternità: "In principio era la Parola, la Parola era con Dio e la Parola era Dio" (Giov. 1:1).

  • Satana

Satana, o Lucifero, sarebbe un messaggero di Dio, un "amico degli uomini" che è stato però frainteso dall'umanità (concetto che ricorda molto da vicino gli insegnamenti del New Age).

Secondo la Bibbia, invece, Satana in origine era Lucifero (letteralmente, il "portatore di luce"), il più glorioso degli angeli. Ma egli orgogliosamente aspirava a divenire simile a Dio e per il suo orgoglio cadde. Egli fu scacciato dal cielo, insieme a un gruppo di angeli che si erano uniti alla sua ribellione (cfr. Mat. 25:41, Ap. 12:7, Ef. 2:2, Mat. 12:24).
Nella Bibbia, Dio dice di lui: "Come mai sei caduto dal cielo, astro mattutino, figlio dell'aurora? Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le nazioni? Tu dicevi in cuor tuo: «Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell'assemblea, nella parte estrema del settentrione; salirò sulle sommità delle nubi, sarò simile all'Altissimo». Invece ti hanno fatto discendere nel soggiorno dei morti, nelle profondità della fossa".
Lucifero fu poi conosciuto come Satana (che vuol dire "avversario"), in quanto divenne nemico di Dio e degli uomini, il "padre della menzogna", come lo definì Cristo.


Conclusione

Appare evidente come gli Hare Krishna hanno un dio differente dal Dio della Bibbia, hanno un Cristo differente da quello della Bibbia, e un modo di concepire la salvezza che non rispecchia l'insegnamento della Bibbia.

Non può esservi armonia tra l'insegnamento biblico e quello degli Hare Krishna. Alla domanda retorica di Paolo: "C'è qualche comunione fra la luce e le tenebre? Quale armonia fra Cristo e Beliar?" (II Cor. 6:14,15), rispondiamo di no. In quanto crediamo che, come disse Cristo, "nessuno può servire a due padroni" (Matt. 6:24).


(1) Bhagavad Gita, o "Canto dei Beato", un poema mistico e didascalico, testo fondamentale dei Neo-Induismo in generale, in particolare per la setta degli Hare Krishna che lo interpretano letteralmente. Per "Scritture" essi intendono i testi vedici (cioè dei Veda) Bhagavad-gita e Srimad-Bhagavatam.


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